ITINERARIO DEL FERRO INTORNO A CASALI DI USSITA.

NUOVI ITINERARI dal 2014 ad oggi
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Itinerario inconsueto e al di fuori degli schemi, non si raggiunge una cima ma si visitano siti di interesse geologico, storico e naturalistico intorno alla frazione Casali di Ussita, percorrendo un itinerario ad anello facile ed adatto a tutti.

Itinerario percorso il 21 aprile 2016.

Esso descrive la salita e visita al Fosso di S. Simone che scende a nord-ovest da Casali, dalle pendici sud della Croce di Monte Rotondo, sito di importanza geologica dove si possono trovare ancora discrete quantità di minerali di ferro, scendendo successivamente costeggiando Le Cute, barriera rocciosa situata proprio sopra all’abitato di Casali dove sono presenti due grotte, fino al paese dove si visita uno scavo circolare presente da tempi immemorabile, forse un sito preistorico, per poi concludere la visita alla ricerca di scorie di fusione del ferro, anch’esse di probabile epoca preistorica e la visita finale al grande acero di Casali, che si trovano sulla strada che scende dalla Val di Panico verso Casali.

Inizio primo tratto dell’itinerario:  Si sale in auto da Ussita verso la frazione di Casali, superato il cimitero, dopo 200 metri si incontra la deviazione a sinistra della strada sterrata per il Rifugio del Fargno.

            Si sale la strada per circa 100 metri e si lascia l’auto in corrispondenza di una traccia di sentiero che sale nei campi soprastanti.

            Si sale senza tracciato tenendosi verso sinistra superando campi incolti e tratti di bosco per circa 300 metri, (15 minuti) fino ad intercettare un ampio sentiero che sale verso sinistra.

            Lo si percorre per circa 200 metri fino a che esso non scende attraversando la parte terminale incassata del Fosso di S. Simone.

            All’interno del fosso si segue una traccia che in costante salita, in altri 20 minuti, permette un pò faticosamente di raggiungere il fondo del fosso caratterizzato da saltini rocciosi e ghiaia fino ad arrivare sotto ad un enorme tetto in forte pendenza oltre il quale la salita necessita di attrezzatura e conoscenza alpinistiche (foto n.1).

Il fosso è molto particolare perché è caratterizzato a destra, salendo (versante sinistro orografico) da grandi placche coricate di calcare massiccio (foto n. 2) mentre a sinistra da torrioni di scaglia rossa fortemente fratturata e a rischio di caduta di pietre.

Inoltre si ha un bellissimo panorama del Monte Bove nord e della Val di Panico da Pizzo Berro fino al Pizzo Regina (M. Priora) ed al Pizzo Tre Vescovi come visibile nella foto n. 3.

Il fosso di S. Simone coincide proprio con un piano di faglia diretta, immergente verso sud, in corrispondenza del quale si realizza il particolare contatto tra i due tipi di rocce indicati sopra, cosa alquanto rara nei Monti Sibillini in quanto tutti gli altri fossi presentano ambedue i versanti che li compongono formati dallo stesso tipo di roccia.

Inoltre sulle placche di calcare massiccio presenti sulla destra si ritrovano estese incrostazioni di minerali ferrosi, principalmente limonite o pirite limonitizzata, come visibile nella foto n.2.

In particolare nella parte bassa si nota che tali minerali sono stati asportati (o dalle acqua di scorrimento in occasione di forti  piogge o per mano dell’uomo ?) e sono presenti solo spalmature che riempiono le fessure, se ci si innalza sulle placche, magari con l’aiuto di attrezzatura alpinistica in quanto sulle placche sono presenti delle vie su roccia chiodate (palestra di arrampicata) è possibile trovare ancora dei bei noduli degli stessi minerali che riempiono le numerose buche circolari (foto n.4), oltre ad estese spalmature superficiali come visibile nelle foto n.5 e 6.

Si suppone che la presenza di minerali ferrosi in questo fosso possa essere stata utilizzata anticamente (epoca preistorica ?) da parte umana per alimentare forni fusori per la produzione di manufatti in ferro, questo spiegherebbe la presenza in zona, a poca distanza da Casali, di tracce di scorie di fusione di ferro (foto n.14).

Terminata la visita del fosso si costeggiano le placche di calcare massiccio scendendo lievemente per poi iniziare una lunga traversata verso est (a sinistra rispetto alla discesa, foto n.7) sotto alla barriera rocciosa denominata “le Cute”, passando proprio alla base delle pareti, in questo tratto è presente una traccia di sentiero utilizzato dagli arrampicatori che frequentano la palestra di roccia presente di questi torrioni rocciosi, è facile notare in diversi punti le chiodature o i cavi di acciaio messi nelle clessidre di roccia presenti sulle pareti.

            Dopo circa 15 minuti si raggiunge un tratto boscoso caratterizzato da alti faggi, sempre costeggiando la barriera rocciosa, dopo altri 10 minuti si arriva ad una grande grotta situata proprio alla base della barriera rocciosa, al suo interno è presente addirittura un vecchio caldaio in alluminio che raccoglie le acque di stillicidio che cadono dal tetto della cavità (foto n.8-9).

            Si prosegue sempre costeggiando le pareti per altri 10 minuti e si arriva ad un torrione che si stacca dalla barriera rocciosa, formando un altissimo camino con massi incastrati (foto n.10).

            Salendo verso l’imbocco del camino, superando alcune levigate rocce facendo attenzione soprattutto poi in discesa, si nota sulla sinistra, l’ingresso di una piccola ma profonda cavità che non si riesce ad osservare dalla base del torrione (foto n.11 – 12).

            Visitato anche  questo sito si ritorna indietro, si supera la prima grotta e si arriva al tratto boscoso centrale dove si scende liberamente, senza tracciato, in direzione del paese di Casali che si nota leggermente sulla sinistra appena usciti dal bosco.

            Per campi abbandonati si intercetta un ampio sentiero incassato che, sempre in discesa, raggiunge la parte terminale del Fosso il Vallone, che scende da nord-est verso l’abitato di Casali. ˔

1- La parte finale del Fosso di San Simone con il grande tetto ed il contatto di faglia tra le placche di calcare massiccio a destra e la scaglia rossa a sinistra.
2- Le grandi placche di calcare massiccio del versante sinistro orografico del Fosso di S. Simone, la chiazza nera sopra all’escursionista sono le incrostazioni di minerali di ferro ancora presenti nella parete
3- Il panorama dal Fosso di S. Simone spazia dal Pizzo Tre Vescovi a sinistra, il Pizzo Regina, il Pizzo Berro ed il Monte Bove Nord a destra.
4- Un nodulo di pirite limonitizzata.
5- Incrostazioni ferrose nella parte alta delle placche.
6-  Incrostazioni ferrose parzialmente staccate nella parte bassa delle placche.
7- Traversata costeggiando la barriera rocciosa sotto a “Le Cute”, sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi. 
8- L’ingresso della grotta grande.
9- L’interno della grotta grande con il caldaio per la raccolta delle acque di stillicidio.
10 – Il camino al termine della barriera rocciosa, la grotta è sulla sinistra ma non è visibile, occorre salire le placche di rocce bianche in primo piano.
11- L’ingresso della grotta più piccola è visibile solo quando si è di fronte, a destra il camino.
12- Dentro alla grotta più piccola ma più profonda

Inizio secondo tratto dell’itinerario e ritorno:  Giunti all’abitato di Casali, si percorre la frazione verso sinistra per tutta la sua lunghezza fino ad arrivare ad una piccolissima piazzetta con la fontana pubblica (nei pressi del Rifugio Casali), dove in piano inizia il sentiero segnalato per il Monte Rotondo passando per i campi alti di Casali.

            Si percorre l’ampio sentiero per circa 300 metri fino a raggiungere  una curva dove a sinistra, in parte coperto dalla vegetazione, si nota uno scavo nella roccia perfettamente circolare con apertura di ingresso che permettere di entrare in questo sito chiaramente di fattura umana di cui non si conosce l’epoca di realizzazione, come visibile nella foto n.13.

Probabilmente esso presentava una copertura in legno tenuta da un palo centrale, strutture simili si trovano in Abruzzo e venivano realizzate ed utilizzate anticamente dai pastori.

Visitato questo misterioso sito si prosegue il sentiero sempre in salita per altri 400 metri fino ad prendere una ampia deviazione che scende a destra.

Si scende quindi per altri 700 metri fino ad intercettare la strada sterrata che da Casali si inoltra verso la val di Panico.

Prendendo la strada in discesa in direzione di Casali si incontra un elettrodotto caratterizzato da pali metallici di colore verde installati proprio sul bordo esterno della carreggiata.

Si segue l’elettrodotto ed in corrispondenza dell’ultimo palo, si possono trovare a terra, tra i sassi di calcare bianco della strada, dei frammenti neri di scorie di forni fusori di ferro, come visibile nella foto n.14.

Una trentina di anni fa questi frammenti neri e quindi ben visibili rispetto ai sassi bianchi, erano piuttosto comuni, attualmente si è fortunati se si riesce a trovare almeno un campione.

Poco tempo fa in una mia assidua ricerca nel luogo indicato ne ho trovati quattro campioni che però ho lasciato ai margini della strada per permettere ai miei appassionati escursionisti di poter fare il proprio ritrovamento ma consiglio di fotografarli e rilasciarli sul posto in quanto divenuti molto rari.

Questi frammenti sono chiaramente prodotti da mano umana in quanto, in alcuni campioni, si nota la loro forma arrotondata come materiale fuso e poi rappreso, inoltre sono identici a frammenti di scorie di fusione di ferro di epoca etrusca che ho potuto osservare al Museo Mineralogico dell’Isola d’Elba.

Inoltre ho effettuato una analisi chimica su un campione riscontrando in esso circa il 40% di ferro.

Ciò lascia presumere che nella zona di Casali, essendo presenti minerali di ferro come osservato al Fosso di S. Simone e buona dotazione di combustibile quale legna da ardere nei boschi, siano stati realizzati dei forni fusori per la produzione di manufatti in ferro e che la realizzazione della strada abbia in qualche modo intercettato la loro posizione facendo trovare a terra le scorie di fusione abbandonate intorno ai siti di lavorazione del ferro.

Sarebbe interessante effettuare una ricerca più accurata nella zona intorno alla strada e al paese per vedere se nei boschi sono presenti ulteriori tracce.

            Dal sito indicato si prosegue per la strada fino a raggiungere un tratto con una sorgente a destra che scende dalla parete di roccia e una staccionata di legno a sinistra a protezione del ripido versante che scende verso il torrente Ussita.

In questo tratto a valle, proprio oltre la staccionata, si  può notare il maestoso Acero di Casali, un esemplare di Acer opalus di oltre 100 anni alto circa 15 metri (foto n. 15)

Proseguendo sempre in discesa per altri 700 metri si raggiunge la chiesa ed il parcheggio di Casali, oltrepassando il paese si giunge all’auto terminando così il giro proposto.

GIANLUCA CARRADORINI – BRUNO BARTOLAZZI 21 APRILE 2016

13- Il sito circolare intagliato nella roccia presente a pochi minuti a piedi da Casali.
14- I frammenti di scorie ferrose,  nel frammento maggiore si nota nettamente il suo aspetto di materiale fuso
15- Il grande Acero di Casali ai bordi della strada per la Val di Panico.
16- Il Fosso di S. Simone e Le Cute viste da Casali di Ussita.
17- Il tracciato dell’itinerario proposto, visto dal terrazzino dello spalto orientale del Monte Bove nord.
Pianta satellitare dell’itinerario proposto.
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