Il 22 Settembre 2025 ho effettuato la salita diretta dalla strada Castelluccio – Forca di Presta alla Cima del Lago costeggiando la sponda sinistra orografica della Valle Santa, nel versante Ovest della montagna.
Salita intuitiva, senza tracciato e non riportata nella bibliografia dei Monti Sibillini, rappresenta sicuramente una bella prova di allenamento per i suoi circa 1000 metri di dislivello da salire in neppure 2000 metri di sviluppo sul terreno, fattibile in non meno di 2,30 ore di tempo in sola salita e soprattutto per la ripidità dei pendii da risalire, che in alcuni tratti, toccano i 45 gradi di pendenza.
ACCESSO: Da Castelluccio si percorre la strada Provinciale n.477 per il Piano Grande quindi si devia per Forca di Presta. Dopo circa 4,5 chilometri dal paese si parcheggia di fianco alla strada nella sinuosa curva situata alla base della Valle Santa.
DESCRIZIONE: Dalla strada (1410 m.) si sale direttamente in direzione della Cima del Lago, senza tracciato, per una cresta erbosa in lieve salita, in direzione di alcuni pini isolati ben visibili, dopo circa 300 metri dall’auto il pendio impenna notevolmente.
Si prosegue sempre in verticale ancora per circa 300 metri di metri di dislivello raggiungendo i pini isolati, nati spontaneamente senza che vicino ci siano rimboschimenti, si è già in vista dell’enorme Scoglio dell’Aquila mentre l’auto si fa sempre più piccola.
Superati i pini si prosegue ancora su terreno ghiaioso ripido per altri 100 metri di dislivello dopodiché il pendio si addolcisce un po’, scompare, nascosta dal pendio, l’auto lasciata nella strada.
Inizia quindi un lungo tratto erboso dove si prosegue sempre in linea retta verso la Cima del Lago ancora per altri circa 300 metri di dislivello fino a raggiungere una lunga fascia ghiaiosa sotto al cosiddetto Cordone del Vettore (faglia del terremoto del 2016 il cui abbassamento plurimetrico è ben visibile dalla linea continua più chiara alla base delle rocce).
Qui si torna a rivedere l’auto, anche se quasi invisibile, lasciata nella strada, ormai a più di 700 metri sotto ai piedi.
Sulla verticale della Cima del Lago si apre un canale non molto incassato che si raggiunge innalzandosi su un corridoio erboso sottostante che permette di salire in modo più agevole il vasto ghiaione situato alla base della faglia del terremoto, in questo punto ben visibile.
Terminata la fascia erbosa nel ghiaione si supera con attenzione la faglia del terremoto cotituita da rocce rotte e crollate, qui alta circa 1,5 metri, si risalgono successivamente alcune ripide roccette per poi proseguire su pendio rupestre sempre molto ripido, a destra di alcuni pilastri rocciosi, per oltre 200 metri di dislivello fino alla cima, in questo tratto è utile una piccozza.
Il dislivello totale è di poco inferiore ai 1000 metri.
DISCESA: Dalla Cima del Lago si può scendere nel canale sinistro (in discesa) dello Scoglio dell’Aquila, facendo attenzione a delle roccette finale, in corrispondenza del Cordone del Vettore per poi ridiscendere il pendio fatto in salita.
Oppure proseguire per la Punta di Prato Pulito quindi scendere al Rifugio Zilioli per prendere il sentiero normale di discesa.
Giunti alla Croce di Zilioli, alla base del Monte Vettoretto, si può ridiscendere agevolmente seguendo l’itinerario già descritto in questo blog : VARIANTE AL MONTE VETTORE per la cresta destra della Valle Santa.
I CERCHI SUL TERRENO DEL RIFUGIO DEGLI ALPINI DI FORCA DI PRESTA
Al ritorno mi sono voluto togliere una curiosità di cui alcuni amici mi avevano chiesto tempo fa e cioè la presenza di strani segni disposti in cerchi concentrici intorno al Rifugio degli Alpini di Forca di Presta, visibili solo dall’alto, e anche da satellite.
Mi sono recato al rifugio ed ho osservato, con fatica, la presenza di piccole buche ormai quasi richiuse sul terreno dove intorno sono disposte in cerchio delle pietre forse asportate durante la realizzazione delle buche stesse. Tali buche sono disposte in cerchi concentrici ma non si riesce ad osservarli dal terreno.
Intorno sono presenti anche delle vecchie palizzate di legno e filo spinato, ormai in gran parte cadute, non ho documentazione di tali manufatti sul terreno e non ho trovato nessuno che mi abbia dato una spiegazione ma sono tenuto a pensare che sia stato un tentativo di rimboschimento andato a male, dove le piante piantumate non sono cresciute ma sono rimaste le buche sul terreno visibili sono dall’alto.
Di seguito le immagini in successione della salita.





































I CERCHI CONCENTRICI DEL RIFUGIO DEGLI ALPINI DI FORCA DI PRESTA















