La direttissima della cresta Ovest della Croce di Monte Bove non è assolutamente una escursione adatta a tutti, lunga ed impegnativa, prevede passaggi molto esposti, risalita di tratti di pareti rocciose di I e II grado, salite su erba ripida e tratti ghiaiosi scivolosi, passaggi delicati vicino a spaccature e tratti devastati dal terremoto del 2016.
Ne abbiamo percorso il primo tratto per poter fare la descrizione e, con l’occasione, abbiamo anche integrato la segnaletica a terra con ometti di pietre per trovare più facilmente l’attacco ma principalmente siamo saliti per andare alla ricerca del Grottone alla Bandita, una grotta che il mio amico Patrizio, esperto e tenace ricercatore di grotte dell’Appennino, aveva cercato invano già un’altra volta.
La direttissima per la cresta Ovest alla Croce di Monte Bove io l’avevo percorsa più di una quindicina di anni fa con alcuni amici del CAI di Camerino tra cui L’avvocato Torquato Sartori, deceduto in montagna il 14 ottobre 2012 che ricordo con affetto.
Mentre in questo blog ho descritto la “Direttissima alla Croce di Monte Bove”, nell’articolo del 1 febbraio 2019, per il ghiaione Sudovest, molto più ripida e diretta.
Giunti al limite dell’area protetta del Camoscio non abbiamo terminato la salita in quanto non avevamo richiesto l’autorizzazione, obbligatoria per le salite alpinistiche della zona del Monte Bove (vedere regolamento nel sito istituzionale del Parco).
ACCESSO: Si raggiunge in auto la frazione di Calcara di Ussita e si parcheggia in un piazzale in corrispondenza della Chiesa di Sant’Andrea Apostolo distrutta dal terremoto.
DESCRIZIONE: Dal parcheggio si risale il sentiero che costeggia la chiesa e, più avanti, un edificio recintato usato dagli Scout, continuando si supera una captazione di acquedotto.
Dopo circa 300 metri si intercetta la strada che, da Calcara, conduce a Poggio Paradiso, e dove è meglio non parcheggiare per non trovare fastidiose multe, descritta nell’itinerario per la Cascata delle Callarelle. Dall’incrocio si ignora la strada e si tira dritti in salita per il sentiero che prosegue nel bosco sovrastante.
Dopo circa 400 metri si incontra un tratturo e si devia a sinistra, dopo circa 500 metri, si raggiunge una captazione di un acquedotto (foto n.4-5).
Dal lato del piccolo edificio si risale nel bosco, in verticale, o, come diciamo noi di montagna, “dritto per dritto”. Dopo 250 metri di faticosa e ripida salita nel bosco si raggiunge una cresta erbosa che sale in netta salita in leggera diagonale verso destra (Ovest) dove si è già in vista della grande Croce della cima.
Si segue la cresta per circa 150 metri quando si iniziano a trovare degli ometti di pietra in successione visiva (foto n.7-8).
DEVIAZIONE ALLA GROTTA DI PATRIZIO: Dopo il secondo ometto, leggermente spostato sulla destra, si nota, proprio sotto alla cresta, un avvallamento boscoso, si scende per poi risalire più in alto a destra per un passaggio obbligato su una cengia sotto ad alcune pareti rocciose. Raggiunto un piccolo canale si scende a destra e dopo alcune decine di metri si apre una grotta senza nome e non riportata nel Catasto delle Cavita della Regione Marche, scoperta da Patrizio, alta alcuni metri e profonda una decina.
Si ritorna indietro sulla cresta erbosa e si continua a risalirla seguendo gli ometti di pietra fino a raggiungere le prime paretine rocciose (1,3 ore dall’auto).
Qui si deve obbligatoriamente seguire gli ometti che conducono al primo bollo rosso (350489, E – 4755330,5 N; 1320 m,) che indica l’inizio della Direttissima della Cresta Nordovest della Croce di Monte Bove, guardare nelle rocce in alto, addirittura in corrispondenza del primo bollo rosso si vede anche il secondo posto diverse decine di metri più in alto (foto n. 9-13).
La via è perfettamente segnalata da bolli rossi a distanza ravvicinata e ben visibile che si devono seguire fedelmente per non imbattersi in difficoltà maggiori di quelle che sono presenti nella via (foto n.14-17).
In meno di due ore dall’attacco si raggiunge così la sella sotto alla cima della Croce di Monte Bove.
Giunti al ripiano sotto alla cima si può proseguire per la mia “Direttissima alla Croce di Monte Bove” (vedere descrizione) portandosi sul versante di sinistra costeggiando le pareti per risalire il verticale canale Ovest facendo molta attenzione perché dopo il terremoto si sono accumulati dei pericolosi massi, addirittura in uno molto grande, bisogna passare sotto togliendosi lo zaino.
Oppure dalla sella deviare a destra in quota per traccia di sentiero, attraversando due canali ghiaiosi, verso la sommità delle Quinte, costeggiando la base delle pareti sovrastanti e salire direttamente la ripida cresta rocciosa che sale dalle Quinte verso la cima della Croce di Monte Bove dal versante Sud (40 minuti, vedere l’articolo “I terrazzi da brivido dei Monti Sibillini – parte I”).
Si consiglia comunque di portare casco e, precauzionalmente, imbraco, corda, alcuni cordini e chiodi di emergenza.
Alcuni tratti superiori, a mia memoria, sono impegnativi e molto esposti per cui in caso di difficoltà procedere in cordata.
Non è assolutamente consigliabile ridiscendere dalla via in quanto i bolli rossi sono visibili solo dal basso e quindi impossibili da vedere in discesa per cui è facile sbagliare la via e mettersi in seria difficoltà.
Non riporto la traccia GPS in quanto la salita è labirintica ed il segnale rimbalza spesso ma seguendo i bolli rossi non ci si può sbagliare.
DISCESA: La discesa dalla Croce di Monte Bove può essere effettuata dal sentiero normale di salita dalla Val di Bove. Superata la base delle Quinte e giunti, nel bosco, all’incrocio per Frontignano (sentiero a sinistra proveniente dall’ex Hotel Felicita) si continua in discesa su sentiero a tratti poco visibile, che riporta a Calcara (almeno 2 ore dalla cima).
GROTTONE ALLA BANDITA
Il Grottone alla Bandita, che, come dice il suo appellativo, una bella e grande cavità, alta e profonda, formata da un grande arco di roccia, indicata nel Catasto delle Cavità della Regione Marche, si apre nel basso versante Ovest della Croce di Monte Bove.
Giunti all’inizio della Direttissima , in vista del primo bollo, si scende nel bosco a sinistra per risalire sempre verso sinistra attraversando dei canali ghiaiosi per circa 200 metri, fino alla sua verticale. Qui ci si orienta solo seguendo la posizione della Grotta tramite navigatore satellitare in quanto è impossibile fare una descrizione dettagliata, ci vuole solo spirito d’avventura come ha Patrizio che l’ha trovata.
Giunti sulla sua verticale si risale un canale tra delle rocce fino a vedere dal basso la grande apertura.
Di seguito le immagini dell’escursione.



























LA GROTTA DI PATRIZIO







IL GROTTONE ALLA BANDITA















ROSSA: Direttissima alla Croce del 17/07/2016 GIALLA: Direttissima Cresta Ovest CELESTE: Discesa

