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CASCATE E FORRA DELL’ACQUASANTA

Escursione classica riportata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini, con partenza da Villa da Capo di Bolognola seguendo l’attuale sentiero di recente sistemazione ma già franato che aggira le pendici del Balzo della Croce, attraversa il Fosso Sacraro e si insinua nella Valle dell’Acquasanta seguendo il percorso del canale di adduzione della Centrale di Bolognola fino alla diga dell’Acquasanta che chiude la forra omonima.

Il sentiero sembra in piano in realtà presenta una pendenza in discesa (verso la centrale di Bolognola) del 2 % che consente all’acqua raccolta di defluire verso Casetta Piema’ dove scende la condotta forzata.

Attualmente, a causa di una grande frana, il canale di adduzione è in parte vuoto, acquista acqua solo in prossimità delle cascate dell’Acquasanta.

Una volta giunti sotto alle cascate si prosegue con attenzione (cavi di acciaio in loco) e si raggiunge la diga. Si risale la diga al suo lato e ci si immerge nella incredibile forra per diverse centinaia di metri fino a raggiungere il punto più stretto, largo neppure un metro, da cui è possibile solo scendere dalla Val di Tela per chi pratica torrentismo.

Di seguito le immagini dell’escursione.

Purtroppo essendo una valle ad esposizione verso Nord-est, dall’autunno alla primavera il sole non riesce ad entrare nella forra per cui la qualità delle immagini non è delle migliori .

1 – Grandi aceri a Villa da Capo di Bolognola.
2- Un moscardino o topo delle nocciole (Muscardinua avellanarius)
3- Il sentiero sotto al Balzo della Croce
4- Il tratto con il canale in cemento
5- Il tratto con il canale metallico
6- La grande frana che ha interrotto il canale, visibile a destra.
7- Il Monte Cacamillo e la Valle dell’Acquasanta a sinistra.
8- Un capanno lungo il sentiero, forse per osservazioni fanistiche.
9- Il sentiero nella Valle dell’Acquasanta
10- Particolari pieghe delle rocce lungo il sentiero.
11- Nel bosco della Valle dell’Acquasanta è presente una notevole stazione di alberi di Tasso (Taxus baccata).
12 – 13- Le cascate dell’Acquasanta, la cascata più alta.
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14 – 15 – La cascata con maggior afflusso di acqua, paragonata ad un grande tronco di faggio abbattuto dalle slavine..
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16- La Grotta dell’Orso, situata nei pressi della diga ma poco conosciuta e soprattutto chiusa da un muretto !!!!
17- Pipistrello a riposo nella grotta, è il puntino nero in alto leggermente a destra della foto precedente.
18- Risalita della scaletta della diga
19- Scutellaria columnae ancora fiorita a fine Ottobre all’imbocco della Forra dell’Acquasanta, visibile sullo sfondo.
20 – 24 – L’ingresso della forra a monte della diga, man mano che si va avanti diventa sempre più stretta.
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PUNTA BAMBUCERTA per la Cresta Nord-est dall’Efre.

La salita della cresta Nord-est della Punta Bambucerta si svolge in un ambiente grandioso e selvaggio, pochissimo conosciuto e frequentato, non a caso la zona è denominata localmente “l’Abbandonata”.

Addirittura il nome della cima non è neppure riportato in alcune carte e guide dei Monti Sibillini.

Sembra a tutt’oggi che solo io e i miei amici frequentiamo questa zona del gruppo Nord dei Monti Sibillini, caratterizzata da ripidissimi versanti che scendono verso le valli tra cui la Valle dell”Acquasanta.

Negli anni passati ho raggiunto la Punta Bambucerta percorrendo il sentiero dell’Efre e risalendo tutto il Fosso Sacraro fino alla cresta e ho salito due vie, di cui una invernale, sulla parete Nord della Punta Bambucerta, le cui descrizioni sono riportate a pagina 49 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI del 2011 e una ulteriore via che dalla Val di Tela attraversa la testata dell’Acquasanta per risalire al M.Cacamillo, descritta a pagina 79 del mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI del 2014.

Inoltre in zona ho anche raggiunto le Grotte di Angilino, nella testata della Valle dell’Acquasanta, sotto al cosiddetto “Orto della Regina”, descritte a pagina 32 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI.

Questo itinerario, salito il 21 Maggio 2022 con Federico, è assolutamente inedito, difficile e faticoso, lungo circa 14 chilometri e con più di 1100 metri di dislivello, la risalita della cresta Nord-est della Punta Bambucerta è consigliata solo ed esclusivamente ad escursionisti altamente specializzati su terreni ripidi, essa presenta una pendenza mai inferiore a 45° continui, non è insomma un percorso da fare “tanto per provare” perché anche una eventuale ritirata dalla cresta può rappresentare notevole difficoltà.

Si consiglia di percorrerlo salendo in piccoli tornanti utilizzando bastoncino a valle e piccozza a monte o in verticale anche con doppia piccozza per evitare assolutamente di scivolare.

ACCESSO: L’itinerario inizia dalla Villa da Capo di Bolognola, salendo da Fiastra per la strada Provinciale n.47, giunti 100 metri prima della piazza si scende a destra e si percorre la deviazione fino al termine, si raggiunge la chiesa di Santa Maria delle Grazie, attualmente inagibile, e si parcheggia in corrispondenza di un piazzaletto posto poco più avanti al termine dei caseggiati (355751,5 E – 4761020,3 N; 1040 m.).

DESCRIZIONE: Dal parcheggio si prosegue la strada sterrata alberata in discesa che scende verso il Fiastrone. Una nuova passerella (foto n.1) permette di continuare nel versante opposto per comodo sentiero di recente sistemazione (foto n.2-3) in continua salita, attraversando ripidi pendii boscosi e canaloni rocciosi, passando un tratto sopra al canale di adduzione della condotta forzata della centrale di Bolognola, questo tratto è ormai in secca in quanto attualmente preleva acqua dalla diga dell’Acquasanta in poi, fino a raggiungere la cresta erbosa dove si scopre la Punta Bambucerta (foto n.5) nel versante di risalita e la Valle dell’Acquasanta (30 minuti, 354427,4 E – 4761570 N; 1125 m) . La mulattiera prosegue nel versante Ovest passando qualche centinaio di metri sotto la cima del Balzo della Croce dirigendosi, sempre in salita, verso la Macchia dell’Aratro. Dai prati si attraversano dei nuclei boschivi dove si trova una netta deviazione a destra nel bosco che conduce alla Fonte Efre (foto n.6, 20 minuti, 355028,5 E – 4760427,6 N; 1385 m.) ma consiglio di proseguire ancora in salita per traccia di sentiero in direzione di Balzo Cancelliere per uscire da bosco ed attraversare la Macchia dell’Aratro più in alto.

Se si raggiunge la Fonte Efre (foto n.7) bisogna proseguire ancora per traccia di sentiero per entrare nel Fosso Sacraro ma qui le condizioni sono difficoltose in quanto sono presenti molti alberi e arbusti piegati dalle valanghe per cui occorre risalire il bosco sovrastante tenendosi nel bordo sinistro del fosso fino ad uscire sui ripidi prati dove, un centinaio di metri più in alto, si intercetta il sentiero che proviene in piano dalla Macchia dell’Aratro.

Nella zona di Fonte Efre sono presenti anche numerosi grandi esemplari di Abete di probabile rimboschimento ma anche con numerosi abetini che si stanno sviluppano sul posto.

Pertanto conviene evitare di raggiungere la Fonte Efre e proseguire salendo ancora seguendo la curva della montagna, si attraversa un primo nucleo di alta faggeta (355044,4 E – 4760136,6 N; 1420 m.), si esce su prati di falasco e si attraversa il secondo nucleo, più breve, (354821,1 E – 4798869,6 N; 1430 m.) della Macchia dell’Aratro quindi il sentiero attraversa in piano i ripidissimi pendii alternati a profondi canali erbosi della zona denominata Efre fino a confluire nel Fosso Sacraro caratterizzato dal fondo arbustivo dove si perde la traccia (foto n. 9-12, 30 minuti, 354220,2 E – 4759341,8 N; 1470 m.).

Si attraversa il fosso e si prosegue in lieve salita nel versante opposto, qui si inizia una traversata in quota verso Nord su pendii sempre più ripidi fino a prendere una ampia cresta erbosa che sale sulla verticale della Punta Bambucerta (353987,7 E – 4759687,6 N; 1485 m.).

Questo è il tratto più impegnativo del percorso, si sale in linea verticale verso la cima su pendii erbosi ripidissimi, mai inferiori a 45° di pendenza, ma per fortuna scalettati (foto n.13-18).

Se proprio si è in difficoltà non proseguire verso la cima ma traversare in lieve salita verso sinistra per riprendere il Fosso Sacraro da cui ridiscendere, anche se non agevolmente.

Con quasi 400 metri di dislivello di salita in verticale si giunge nella parte terminale della cresta Nord-est caratterizzata da alcune roccette e grandi arbusti nani di Uva orsina (Archtostaphylos uva ursi) e da questa, brevemente, si giunge sulla cima della Punta Bambucerta (foto n. 19-20, 1 ora, 353547,4 E – 4759461,7 N; 1869 m.). Il panorama dalla cima è grandioso perché, nel versante Ovest, si apre la bellissima Val di Tela altrimenti invisibile e tutto il versante Est del Monte Rotondo e, verso Nord, le cime del Monte Pietralata e Monte Cacamillo con i loro ripidissimi versanti che convogliano nella sottostante Valle dell’Acquasanta, in uno dei luoghi più selvaggi e sconosciuti dei Monti Sibillini.

DISCESA: Come già accennato, la discesa per la cresta proposta non è assolutamente consigliabile, neppure in caso di difficoltà. Pertanto una volta raggiunta la cima di Punta Bambucerta, si percorre tutta la cresta Sud in direzione della cima che sovrasta Forcella Cucciolara, che rappresenta il punto più alto del percorso (foto n.28, 353681,4 E – 4758668,1 N; 1950 m.).

Dalla cima, per traccia di sentiero, si scende a destra alla sottostante Forcella Cucciolara (foto n.33, 15 minuti, 353573,3 E – 4758548, 6 N; 1920 m.) e qui si prende il sentiero che scende a tornanti nel canalone erboso del versante Sud in direzione delle Sorgenti del Fiastrone poste nel fondovalle.

Raggiunto il Fiastrone lo si attraversa (40 minuti, 354075,1 E – 4757863,3 N; 1505 m.) e si prende il sentiero di fondovalle che scende verso Bolognola, attraversando nella prima parte un restringimento formato da alte pareti di scaglia rossa. Dopo circa 2 chilometri di sentiero si raggiunge la strada sterrata di fondovalle che si prosegue fino all’area pic-nic con fontana, posta all’imbocco della valle. Sottostante l’area si trova una comodissima mulattiera attrezzata con un percorso vita che conduce alle prime case di Villa da Capo quindi, in discesa fino all’auto (1 ora).

1- La passerella di recente realizzazione nel Fiastrone per la sistemazione dell’intero sentiero fino alle cascate dell’Acquasanta, reggerà alla prima piena ?
2- Opere di contenimento nel sentiero Bolognola-Cascate dell’Acquasanta realizzate con una semplice tavola in un ripido pendio soggetto a slavine.
3- Il sentiero attraversa il canale ormai asciutto che convoglia le acque fino ala condotta forzata della centrale di Bolognola.
4- La Valle dell’Acquasanta vista dai pressi del Balzo della Croce.
5- La Punta Bambucerta con la cresta Nord-est oggetto della nostra salita.
6- La bellissima faggeta di Macchia dell’Aratro nel tratturo che conduce a Fonte Efre (ph.Federico)
7- La Fonte Efre parzialmente ricoperta dai detriti cumulati dalle slavine invernali.
8- Alti abeti da probabile rimboschimento sono presenti nei pressi di Fonte Efre.
9- Il sentiero che taglia il pendio dell’Efre, a monte della Fonte.
10- Vecchi bolli di vernice rossa caratterizzano il sentiero che taglia la ripidissima zona denominata “Efre”, non che si abbia modo di sbagliare, si può passare solo lì.
11- Sul sentiero dell’Efre ci dirigiamo verso la cresta di salita posta di fronte a noi.
12- Il Fosso Sacraro dove termina il sentiero dell’Efre, visibile sopra all’ultimo lembo di bosco a sinistra.
13- Il primo tratto della cresta Nord-est di Punta Bambucerta, il pendio si fa subito ripidissimo, di profilo il Monte Cacamillo e sullo sfondo si vede una piccola porzione del Lago di Fiastra (sopra la testa di Federico) ed il Monte San Vicino..
14- Il pendio impenna ancora e si scopre la cima del Monte Cacamillo.
15- In basso il pendio erboso dell’Efre da cui proveniamo e sopra emerge il Monte Castel Manardo con la strada Pintura di Bolognola-Rifugio del Fargno.
16- Il pendio di salita, in basso l’imbocco della Valle dell’Acquasanta.
17- Il pendio di salita con la cima che sovrasta Forcella Cucciolara.
18- Salendo emergono dal Balzo della Croce anche le prime case di Villa da Piedi di Bolognola, di fronte il Monte Valvasseto a destra ed il Monte Sassotetto al centro con la punta di Pizzo di Meta., a sinistra invece il Monte Ragnolo.
19-20 L’ultimo tratto della cresta prima della cima, caratterizzato da grandi arbusti nani di Uva Ursina.
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21- La cima di Punta Bambucerta con il tratto di cresta che precipita sulla Forra dell’Acquasanta, di fronte il ripidissimo versante Sud di Monte Cacamillo con il Lago di Fiastra sullo sfondo, il canale ad “S” descritto nel mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI ed il Monte Pietralata a sinistra, Nel margine sinistro del M. Cacamillo si vede un tratto di strada Fiastra-Bolognola da cui è stata scattata la foto n.37.
22- Il Monte Pietralata e il sottostante Orto della Regina dove, nel boschetto laterale, si aprono le Grotte di Angilino descritte nel mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI.
23- Il versante Est del Monte Rotondo, precipita nella sottostante incantevole e nascosta Val di Tela.
24- La Forcella Cucciolara da cui si accede alla Val di Tela sottostante.
25-Federico risale la cresta che scende verso la Forra dell’Acquasanta, di fronte il versante Sud del Monte Cacamillo ed il Lago di Fiastra.
26- Nel versante Sud del Monte Cacamillo si nota la lieve traccia del “sentiero perduto” descritto nel mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI.
27- La cresta di salita vista dalla cima di Punta Bambucerta, sullo sfondo la Pintura di Bolognola.
28- Iniziamo la discesa percorrendo la cresta che collega Punta Bambucerta a Forcella Cucciolara.
29- La Punta Bambucerta con i suoi due ripidissimi versanti, Est a destra oggetto della presente salita e Ovest a sinistra ancora non risalito.
30- L’intera cresta Nord-est di salita vista dalla cima che sovrasta Forcella Cucciolara.
31- Veduta verso Nord dalla Forcella Cucciolara, la Val di Tela con la Forra dell’Acquasanta in fondo e, da destra, la Punta Bambucerta, Monte Cacamillo e Monte Pietralata.
32- La cima di Costa Vetiche, non riportata sulle carte, la cui salita invernale è descritta nel presente sito, vista dalla cima che sovrasta Forcella Cucciolara.
33- Veduta verso Sud dalla Forcella Cucciolara, da destra il Pizzo Berro, Pizzo Tre Vescovi, Pizzo Regina e Monte Acuto con la strada Pintura di Bolognola-Rifugio del Fargno, in fondo le sorgenti del Fiastrone
34- Scendendo dal canalone sottostante la Forcella Cucciolara verso le Sorgenti del Fiastrone.
35- La cresta Nord del Monte Acuto, tagliata dalla strada per il Rifugio del Fargno.
36-37- Come sto già documentando da tempo, rifiuti abbandonati nel greto del Fiastrone forse dai pastori o da chi ha fatto dei lavori nella captazione dell’acquedotto.
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38- Le alte pareti rocciose che formano la strettoia del Fiastrone poco dopo le sorgenti, in corrispondenza della cresta Nord del Monte Acuto.
39- La cresta Nord-est di Punta Bambucerta vista dalla strada per Bolognola, circa 1 chilometro prima della Villa da Piedi.
40- La cresta Nord-est di Punta Bambucerta vista da Poggio della Croce.
41- Pianta satellitare dell’itinerario proposto.
ROSSO: Percorso di salita
GIALLO : Percorso di discesa
VERDE: Percorso di raggiungimento

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A CACCIA DI MICROMETEORITI Nei canyon dei Monti Sibillini

ASCENSIONI N. 972-974/980 dal 1979.

Anni fa trovai un interessante articolo sulla Rivista Mineralogia Italiana n.3 del 2011 sulle Micrometeoriti.

In particolare l’articolo indicava come si identificano, la loro forma e come cercarle.

Le micrometeoriti sono particelle di materiale cosmico con dimensioni inferiori al millimetro che cadono numerose sulla superficie terrestre e molto spesso fungono da nuclei di aggregazione di particelle di ghiaccio presenti nell’atmosfera ricadendo poi sotto forma di fiocchi di neve o pioggia.

Le micrometeoriti quindi possono essere ritrovate con una certa facilità dopo lo scioglimento di grandi accumuli di neve come quelli che si formano dopo l’inverno nei numerosi canyon dei Monti Sibillini.

Ma come cercarle? Essendo per la maggior parte costituite da ferro presentano la capacità di essere attratte da un magnete.

Quindi ponendo un forte magnete all’interno di un barattolino in plastica con fondo piatto e facendolo scorrere legato ad un filo sopra al fondo di una valle dove c’è stato un accumulo di neve sciolto da poco le micrometeoriti magnetiche si attaccheranno al fondo esterno del barattolo.

Ponendo quindi un contenitore trasparente di plastica sotto al fondo del barattolo ed avvicinando un secondo magnete al fondo, contemporaneamente allontanando il magnete posto all’interno del barattolo si trasferiranno le micrometeoriti dal barattolo al contenitore trasparente.

Quindi osservando il contenitore trasparente con un microscopio per uso mineralogico con almeno 100 X di ingrandimenti si potranno vedere le sferule di materiale magnetico raccolte.

1- Micrometeoriti osservate al microscopio (Da Rivista Mineralogica n.3 – 2011)
2- Una parte dell’articolo sulle micrometeoriti tratto dalla Rivista Mineralogica n.3 – 2011
3- Attrezzatura per la raccolta delle micrometeoriti: un barattolo in plastica a fondo piatto munito di cordino per farlo scorrere sopra al terreno di ricerca contenente un potente magnete.

In particolare con una serie di uscite nei Monti Sibillini abbiamo perlustrato il fondo di alcuni canali della Valle del Fargno, dal Monte Castel Manardo fino al Monte Acuto, il fondo del Fosso di Buggero, alla base dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo e la base della Valle delle Cascate dell’Acquasanta dove, anche questo inverno, si erano formati accumuli di diversi metri di neve.

Di seguito le immagini anche storiche dei luoghi visitati e soprattutto ciò che abbiamo trovato sul fondo.

Mi scuso per la qualità non elevata delle foto fatte alle micrometeoriti ponendo la fotocamera sopra all’obiettivo del microscopio ma non dispongo di microscopio con fotocamera incorporata.

4- Uno dei vari canali di ricerca nella Valle del Fargno, qui in versione primaverile, alla base della parete Nord di M. Acuto
5- Il secondo luogo di perlustrazione, il versante Nord del Monte Cacamillo con il suo imbuto che ogni inverno può raccogliere anche 30 metri di neve.
6- Aprile 2017, il fondo dell’imbuto del versante Nord di Monte Cacamillo, localmente chiamato “Buggero” riempito dalle slavine del “nevone” del gennaio 2017 con circa 30 metri di neve, la cascata al centro era quasi completamente coperta.
7- Aprile 2018, Imbuto di “Buggero”, molta meno neve rispetto all’anno prima.
8- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, la cascata creando una corrente di aria ha scavato una galleria nell’accumulo di neve.
9- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, passaggio sotto l’accumulo di neve.
10- Giugno 2007, imbuto di “Buggero”, vista da sotto l’accumulo di neve.
11- Il terzo luogo perlustrato, qui in versione invernale, la Valle dell’Acquasanta con una delle sue tante cascate.
12- L’autore alla ricerca di micrometeoriti nel canalone nord del Monte Acuto

E CIO’ CHE ABBIAMO OSSERVATO AL MICROSCOPIO DOPO LA RICERCA CON I MAGNETI:

13- Frammenti magnetici attribuibili forse a minerali ferrosi in un canale della Valle del Fargno.
14- Frammenti magnetici non ben definiti, forse micrometeoriti o di natura antropica in un canale della Valle del Fargno.

Finalmente probabilissime micrometeoriti:

15- Probabili micrometeoriti in confronto con un righello millimetrato raccolte a Buggero.
16- Probabili micrometeoriti della foto 14 ingrandite (paragonarle con le immagini delle foto n.1-2)
17- Probabili micrometeoriti del Monte Acuto
18-Probabili micrometeoriti
19- Altra probabile micrometeorite della Valle dell’Acquasanta.
20- Frammento magnetici vari di dubbia natura, forse minerali di ferro.
21- Sferule di netta provenienza antropica raccolte all’esterno di una industria, a poche decine di metri dalla bocca di uscita di un impianto di aspirazione da un reparto di saldatura articoli metallici, molto differenti dalle possibili micrometeoriti riportate sopra.

Altri potenziali luoghi di ricerca per micrometeoriti, ovviamente dopo lo scioglimento della neve :

22-23-24 – Fosso di Casale – imbuto nord del Monte Vettore.
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25- Le Pisciarelle – Infernaccio
26- Le Pisciarelle, maggio 2015 c’era ancora il ponte.
27- Fosso de “Le Vene” – Monte Sibilla, Maggio 2015
28- Fosso de “Le Vene” – Monte Sibilla, Luglio 2015, il torrente con il movimento di aria che crea ha sciolto l’accumulo di neve della foto n.24 che si è sfondato creando questo spaventoso buco.



LE GROTTE DELL’ORSO NELLA VALLE DI BOLOGNOLA.

Come di consueto anche
questi due itinerari non sono descritti in alcuna guida dei Monti Sibillini in
commercio.

Essi descrivono l’accesso
a due grotte nella zona di Bolognola chiamate con lo stesso nome, situate in
due vallate parallele e che sono state le ultime dimore dell’orso nei Monti
Sibillini fino al 1700.

Sono ambedue itinerari facili
e adatti ai normali escursionisti in quanto non presentano alcuna difficoltà
tecnica.

Si consiglia di
percorrere i due itinerari in primavera (tra maggio e giugno) in quanto si
possono accoppiare con la risalita fino alle sorgenti del Fiastrone e alla Forra
dell’Acquasanta che conservano ancora dei grandi e spettacolari accumuli di
neve.

L’escursione alla valle
dell’Acquasanta, essendo piena di cascate, 
è anche consigliata sia d’estate ma soprattutto d’inverno con bassissime
temperature ma con neve stabile in quanto si possono così ammirare le
spettacolari cascate gelate in assoluta sicurezza altrimenti la valle è estremamente
pericolosa per le valanghe che raggiungo il suo fondovalle e che formano gli
straordinari accumuli di neve menzionati.

In genere anche il canale
di salita dell’itinerario n.1 in primavera può presentarsi colmo di neve e
facilitare la salita.

Accesso primo itinerario: L’itinerario prevede come base di partenza
l’area pic-nic attrezzata situata nella Valle inferiore del Fargno.

            Da
Bolognola si prosegue per la strada che conduce alla Pintura quindi al primo
tornante che si incontra si devia a destra per una strada sterrata che in piano
dopo circa 600 metri
conduce ad un’area attrezzata per pic-nic con fontana, tavoli e braciere.

            Si
prosegue a piedi la strada che risale il greto del torrente Fiastrone.

            Dopo
circa 2 chilometri
si supera una bellissima faggeta a sinistra e una captazione di acqua quindi il
bosco si dirada e la strada si trasforma in un sentiero sempre più accidentato.

            Dopo
altri 500 metri
si giunge sulla verticale del ripido versante su-est di Cima di Costa Vetiche ,
caratterizzato, in alto a destra sulla cresta, da un grande sperone roccioso di
colore rosso e di forma tondeggiante, come visibile nella foto n.3.

            Sempre
sulla destra si apre un ampio canale molto ripido che conduce proprio verso lo
scoglio di Cima di Costa Vetiche (canale di salita invernale descritto nella
mia prima pubblicazione “I MIEI MONTI SIBILLINI” del 2011).

            Guadando
il torrente e salendo un centinaio di metri, con attenzione per l’erba ripida,
la sponda destra del canale ci si dirige verso un nucleo di faggi isolato
piuttosto grande, posto sotto a delle rocce, come visibile nella foto n.1 e 3.

1-  Il canalone di Costa Vetiche ancora pieno di neve con le indicazioni per la
grotta dell’Orso ed il Faggio Secolare.
2-  La Grotta dell’Orso di Costa Vetiche.

A primavera si può
trovare il canale colmo di neve che crea dei gradini naturali che facilitano la
salita anche se occorre sempre attenzione.

            Dentro
a questo nucleo di faggi si apre la Grotta dell’Orso che si vede solo quando si
è giunti nei pressi.

            La
grotta si presenta lunga una decina di metri e con una volta a V rovesciata caratteristica,
come visibile nella foto n.2, di fronte si apre il versante nord del M. Acuto
con il taglio della strada per la forcella del Fargno. (foto n.4)

L’escursione può essere
accoppiata anche alla visita del grande faggio secolare di Costa Vetiche che

si trova un centinaio di metri più a
destra della grotta, come visibile nella foto n.1 e che si raggiunge
percorrendo in quota i ripidi pendii erbosi che li separano, facendo attenzione
ad un canale intermedio che presenta dei tratti ripidi e rocciosi.

            Inoltre,
una volta raggiunta la grotta, si scende per il pendio di risalita fino a
ritornare al torrente quindi si consiglia di proseguire la risalita della valle
fino alle sorgenti del Fiastrone.

Il sentiero che prosegue
non è sempre ben visibile e agevole in quanto attraversa zone devastate dalle
slavine invernali.

Giunti sotto al grande
canalone che scende, a sinistra, dal versante nord del M. Acuto in primavera si
possono trovare ancora enormi accumuli di neve, dove il torrente crea delle
impressionanti gallerie come visibile nelle foto n.5 e 6, che vi
accompagneranno fino al restringimento della valle in corrispondenza della
cresta nord che scende dalla cima del M. Acuto, caratterizzata da alte pareti
di scaglia rossa.

Proseguendo sempre la
risalita del greto del torrente, ormai senza più percorso evidente e ancora tra
grandi residui di slavine, si raggiunge la parete rocciosa stillicidiosa e
caratterizzata da alcune cascatelle da dove nasce il Fiastrone.

Ritorno: Per lo stesso itinerario oppure si
risale la cresta rocciosa a sinistra delle sorgenti fino ad intercettare la
strada superiore che conduce alla Forcella del Fargno.

Si scende la strada in
direzione della Pintura di Bolognola, in circa 2 chilometri si
raggiunge Fonte Bassete e dopo altri 500 metri si supera il grande scoglio tagliato
dalla strada oltre il quale inizia il bosco.

Dal termine del paracarri
stradale, in corrispondenza dello scoglio, si scende su un ripido ghiaione nel
bosco sottostante per alcune decine di metri fino ad intercettare un netto
sentiero, denominato la “Strada delle Catene” che sempre in discesa verso
destra, conduce in circa 30 minuti al torrente Fiastrone, fino a sbucare nella
strada di fondovalle percorsa all’andata.

Quindi facilmente si
raggiunge l’auto.

Questi ultimi anni la
Strada delle Catene è divenuta meno agevole a causa di grandi slavine che hanno
trascinato a valle una enorme quantità di alberi che nessuno taglia.

3-  Il canalone di Costa Vetiche ancora pieno di neve con
in alto il caratteristico scoglio rosso della cima
e l’indicazione per  la Grotta dell’Orso
4-  Veduta della parete nord del M. Acuto con l’orrenda strada che conduce alla Forcella del Fargno vista dalla Grotta dell’Orso di Costa Vetiche.

Accesso secondo itinerario: L’itinerario prevede come partenza
Bolognola ed è ampiamente descritto nella bibliografia ufficiale dei Monti
Sibillini.

            Riassumendo,
dalla piazza di Bolognola, subito dietro alla chiesa, si prendono le
indicazioni per le Cascate dell’Acquasanta, si prosegue in auto fino alle
ultime case in fondo al paese dove si parcheggia quindi si scende a piedi verso
il Fiastrone.

Un sentiero risale la
vallata opposta traversando nel bosco posto di fronte al paese.

In circa 2 ore di comodo
e pianeggiante sentiero si raggiungono le cascate dell’Acquasanta.

            In
realtà in sentiero si snoda sopra al canale di adduzione dell’acqua alla
centrale di Bolognola posta circa 4 chilometri più a valle, infatti a circa metà
percorso si incontrerà anche una grossa tubazione metallica che rappresenta
proprio un tratto del suddetto canale.

            Giunti
alle cascate il sentiero-canale, che passa proprio alla loro base e ne
raccoglie le acque tramite delle griglie metalliche, scende e permette di
raggiungere la piccola diga che chiude la valle dell’Acquasanta.

            Fino
a pochi anni fa una scaletta metallica a destra e una catena sulle rocce di
sinistra permettevano di superare la diga e di addentrarsi, con molta prudenza,
nella spettacolare Forra dell’Acquasanta.

            Attualmente
le recenti valanghe che hanno distrutto la scala e la catena e l’incuria di chi
gestisce la zona non rendono possibile affacciarsi nella forra.

            Il
raggiungimento molto più difficile della forra da monte è invece descritto
nell’itinerario n.10 del mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” anno 2014.

            Giunti
alla base della diga si scende la valle per circa 100 metri fino ad
incontrare sulla sinistra una deviazione in salita che permette di raggiungere
di nuovo il canale di adduzione dell’acqua.

Giunti nel ripiano dove
il sentiero-canale spiana, si devia a destra e dopo 50 metri si è di fronte
alla Grotta dell’Orso della Valle dell’Acquasanta.

O meglio quello che era
la grotta perché anni fa, mani incoscienti, hanno chiuso con dei mattoni
l’ingresso della grotta lasciando solo una piccola apertura come visibile nella
foto n.7, impedendo la vista della struttura geologica a pieghe che formava la
cavità.

Variante di accesso: La Valle dell’Acquasanta può essere
raggiunta anche da una seconda via.

Attualmente tale
itinerario, una volta una comodissima e breve strada di fondovalle, si è
trasformato in una vera  e propria
avventura con numerosissimi guadi e risalite di tratti di strada devastati
dall’alluvione del 2011 e che nessuno ha mai più sistemato.

Pertanto è consigliato
solo a chi vuole rendere più entusiasmante e impegnativa l’escursione alla
valle.

Sulla strada che collega
Acquacanina a Bolognola, dopo circa 2,5 chilometri dalla
deviazione per la Valle di Rio Sacro, si incontra una deviazione che scende
verso il Fiume.

Si parcheggia al lati
della strada e si inizia la discesa, dopo circa 500 metri si raggiunge il
punto di confluenza tra il Fiastrone che scende da sinistra ed il torrente
Acquasanta che scende da destra,

Si supera il Fiastrone grazie
ad un ponticello posto poco più avanti verso sinistra.

Quindi ci si sposta
faticosamente tra alberi e arbusti nell’affluente di destra che, senza una
traccia definita perché la strada e stata distrutta, si supera e si risale, ora
a destra ora a sinistra guadando diverse volte.

Dopo circa 1,7 chilometri,
(dove soprattutto d’inverno ci può volere anche un’ora di cammino !!) si devia
nettamente verso destra in piano e ci si addentra nella Valle dell’Acquasanta
anche qui non senza difficoltà per gli enormi cumuli di alberi abbattuti dalle
slavine e che nessuno ha mai raccolto.

Dopo circa 30 minuti si
raggiungono le cascate che si innalzano nella parete rocciosa che costeggia in
alto il bosco sulla vostra sinistra, si intercetta la deviazione a destra per
la Grotta dell’Orso e si arriva quindi alla grande cascata finale e alla diga.

 La grotta si raggiunge per la deviazione sulla
destra (rispetto alla salita) prima della diga.

            Ritorno:
Stessi itinerari di raggiungimento descritti.

5- Grandi accumuli di neve primaverile nell’alta Valle del Fiastrone, prima del restringimento sulla verticale della cresta nord del M. Acuto (parete di sinistra) .
6  Grandi accumuli di neve primaverile nell’alta Valle del Fiastrone, dopo il restringimento sulla verticale della cresta nord del M. Acuto (parete di destra) .
7-  L’ingresso “murato” della Grotta dell’Orso della Valle dell’Acquasanta
8-  Grandi stalattiti da una parete stillicidiosa sopra al canale di adduzione della centrale di Bolognola, nei pressi della Grotta dell’Orso.
9-  La grande cascata della Valle dell’Acquasanta, d’inverno !!!