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LE PISCIARELLE – INFERNACCIO – APRILE 2017

Tutti gli amanti della
montagna sanno che questo che propongo ovviamente non può essere un nuovo tracciato,
andare alla cosiddette “Pisciarelle”, all’imbocco della valle dell’Infernaccio
è cosa normale per migliaia di persone che ogni anno percorrono questo luogo
essendo parte del classico  itinerario
per raggiungere il Romitorio di S. Leonardo 
o l’alta valle del Tenna fino alle sue sorgenti (Capotenna).

Non tutti  sanno invece:

  • Che solo per una
    decina di giorni all’anno, ai primi di aprile, il sole, nel tardo pomeriggio tra
    le 16 e le 16.30, si insinua nel profondo della valle dell’Infernaccio
    riuscendo ad illuminare dal lato ovest in modo particolare, quasi ad accendere
    di luce, le decine di cascatelle e rivoli d’acqua che, cadendo nel vuoto da un
    enorme tetto di roccia, formano le cosiddette “pisciarelle”.

Questo
fenomeno permette agli appassionati di fotografia di poter fare dei bellissimi
scatti ed immortalare delle immagini uniche.

  • Che quest’anno,
    tra il terremoto dell’Ottobre del 2016 ed una eccezionale nevicata invernale le
    forze della natura si sono scatenate con una potenza distruttiva enorme come
    mai si era visto prima in questa valle.

Il
terremoto dell’Ottobre 2016 ha provocato distacchi di rocce dalle pareti
sovrastanti del versante nord di M. Zampa e enormi frane che hanno stravolto la
strada di accesso.

Inoltre
la zona delle Pisciarelle è stata interessata da una enorme valanga, stimata in
circa 40.000 metri cubi di neve che ha coperto perfino l’ingresso della
galleria che permette di superare le gole dell’Infernaccio ed ha spazzato via
il, forse già lesionato dal sisma, 
ponticello in cemento e legno che permetteva di attraversare l’impetuoso
torrente Tenna, i suoi resti si trovano un centinaio di metri più a valle.

Anche
anni addietro ho visto grandi valanghe nella stessa zona ma mai così imponenti
come quella di quest’anno.

Nella
zona sembra che sia scoppiata una bomba, piante di tutte le misure spezzate
dalla furia della slavina e dalle frane, massi ovunque e una completa
desolazione regna in queste zone.

Dallo
slargo delle Pisciarelle si nota nei torrioni dentro alla valle anche la grande
chiazza bianca della frana del Torrione destro de “Le Vene” che ha formato
addirittura un laghetto nella valle del Tenna ma che per motivi di sicurezza
non abbiamo raggiunto.

Non aggiungo altro, le
immagini che seguono parlano da sole.

Al mattino avevamo fatto un giro dalle parti di Montegallo ad osservare la chiesa di Santa Maria in Pantano e la grande frana del Sasso Spaccato, ecco quello che abbiamo visto rimanendo senza parole:

1-La chiesa di S. Maria in Pantano nel giugno del 2016, ormai è una immagine che fa parte della storia.
2- La chiesa nelle attuali condizioni, già lesionata dal terremoto del 24 agosto 2016 e lasciata al suo destino senza che nessuno facesse qualcosa, è stata messa in sicurezza solo dopo che è quasi totalmente crollata !!!!, adesso è praticamente un cumulo di macerie.
3- Veduta laterale di ciò che rimane della chiesa.
4-Gli affreschi interni che la decoravano !!!
5-Il Sasso Spaccato nel versante est della Cima di Pretare – Monte Vettore, luglio 2016
6- La grande frana di Sasso Spaccato nel versante est della Cima di Pretare – Monte Vettore, notate il punto di distacco di colore bianco ed i grandi massi ai piedi del bosco distrutto dalla frana, in alto passa il tracciato n.8 che avevo descritto nel 2015.

VALLE DELL’INFERNACCIO

7- Il torrione del fosso “Le Vene” sullo sfondo con la grande frana, visto dal parcheggio di Valleria
8- I primi massi franati sulla strada per le Pisciarelle, ancora non è niente !!!!!
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9-10  Le condizioni della strada che dal parcheggio scende alle Pisciarelle.

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11- Le condizioni dello slargo de Le Pisciarelle, massi ovunque, alberi sradicati, l’enorme cumulo della slavina alto una decina di metri, a sinistra le cascatelle già illuminate dal sole pomeridiano, a destra la parte sommitale della galleria dell’Infernaccio emerge dalla massa nevosa

12-13  Sopra, l’ex ponte sul torrente Tenna forse lesionato dal terremoto e spazzato via dalla furia della slavina. Tutto intorno una enorme quantità di alberi sradicati e spezzati, sembra ci sia stata una esplosione.

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14-  L’ingresso della galleria dell’Infernaccio riempito di alberi abbattuti e semicoperto dalla neve.
15-  Il torrente Tenna si è aperto un varco sotto ad una decina di metri di neve.
16-  L’alta parete strapiombante di roccia che forma le cosiddette “Pisciarelle” già illuminata dal sole del tardo pomeriggio, vista dai pressi dell’ex ponte.
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17- 18  Le Pisciarelle viste da sotto il grande tetto che le forma.

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19- La prima cascatella vista dal ponte.
20- Nella desolazione più assoluta del parcheggio di Valleria mai visto così deserto ritorniamo verso l’auto.

E per concludere dopo la
visione di tanta distruzione un  Aneddoto
del
tipo:
“che strani “animali” si incontrano in montagna”:

Tornando dalle Pisciarelle verso il parcheggio di Valleria, ancora irraggiungibile in auto, incontriamo diverse persone che scendevano tra cui uno strano soggetto solitario di Fermo, con giacca nera di pelle stile Fonzie (!), berretto consumato dal tempo (era praticamente a brandelli !!), maglietta anch’essa scolorita dal tempo (sembrava mimetica !!!) e borsa a tracolla anziché zaino, piena di macchie (!!!!) che alle 17 del pomeriggio (!!!!!) si stava dirigendo verso l’imbocco della Valle dell’Infernaccio per andare al Romitorio di S. Leonardo per vedere i danni del terremoto in quanto era un amico di Padre Pietro.

Ci fermiamo a chiacchierare
con lui, ci dice che sono tanti anni che va in montagna (io pensavo che erano invece
tanti anni che non ritornava a casa viste le condizioni) ed inizia a
raccontarci di uno strano incontro che aveva fatto nel 2016 mentre scendeva dal
Laghetto di Palazzo Borghese per la via del Canale verso Foce.

Continuo il racconto con sue
testuali parole:

Scendendo all’interno del bosco ad un certo punto noto in lontananza
uno strano animale:

  • un cane non era
  • un lupo non era
  • una volpe non era
  • un gatto selvatico non era
  • una lepre non era
  • una faina non era
  • uno scoiattolo non era
  • un cinghiale non era
  • un asino non era
  • un capriolo non era
  • un camoscio non era
  • un cervo non era
  • un orso non era

gli corro dietro, non riesco a vederlo
bene ne a fotografarlo e ad un certo punto scompare, per esclusione era
sicuramente una lince…. non poteva che essere altro che una lince !!!
”.

(non ci sono mai stati
avvistamenti di lince nei Monti Sibillini e neppure nell’intero Appennino ma
solo su alcune remote zone delle Alpi)

Lo ascoltiamo un po’
perplessi poi lo salutiamo, noi ci dirigiamo verso Rubbiano e lui scende verso
le Pisciarelle.

Alla sera a casa ricevo un
messaggio dal mio amico Bruno (conosciuto in montagna):

(sue testuali parole)

Stasera ho visto un animale davanti casa mia ….. un
gattu non era…. un cà non era … uno scoiattolo non era…un cinghiale non era……
un  porcu non era…..era sicuramente un
ippopotamo !!!!!

 Alla mattina del giorno dopo ricevo invece un
messaggio dal mio amico Fausto (anche lui conosciuto in montagna):

(sue testuali parole)

Appena alzato me so affacciato dalla finestra. davanti casa c’era un animale….. Un orsu non era….un orango non era… un gorilla non era…. Uno yeti non era….. Ho guardato mejo….. era mi socera !!!!!!!

….….. che strani “animali” si incontrano in montagna !!!………………………………….

GIANLUCA CARRADORINI, FAUSTO SERRANI, BRUNO BARTOLAZZI, MARCO COPERCHIO E VERONICA VEROLINI               APRILE 2017




MONTE ZAMPA PER LA CRESTA NORD-EST.

Il 21 Ottobre 2017 abbiamo risalito la ripidissima cresta del versante nord-est del Monte Zampa che sale dalla Valle dell’Infernaccio a monte di Valleria.

La cresta presenta tre
caratteristici ripiani suddivisi da tratti quasi verticali, si sale su un
ambiente grandioso con la verticale parete nord del Monte Zampa che domina
sempre sul versante destro di salita.

Itinerario inedito, piuttosto
impegnativo sia per lunghezza che per dislivello (800 metri), è adatto solo ad
escursionisti esperti che si sanno muovere su terreno molto ripido in quanto
presenta tratti di arrampicata su erba e roccette che rasentano la verticalità.

Accesso:

L’itinerario prevede come base di partenza
la frazione di Isola San Biagio di  Montemonaco
 facilmente raggiungibile in auto dal
capoluogo sia per la strada per il Monte Sibilla sia per la strada per
l’Infernaccio.

Avvicinamento:  

Da Isola S. Biagio si
prende una stradina asfaltata che passa nelle case più in alto del paese dove
al suo termine parte un tratturo sterrato in piano che si dirige verso Nord. (361841,3
E – 4752191,8 N; 950 m.).

Il tratturo si snoda quindi
in lieve salita verso nord, dopo circa 650 metri m si superano due tornanti
sempre in salita.

Giunti ad una netta curva
in un ripiano erboso (30 minuti; 361539,6 E – 4753102,7 N; 1130 m.) si lascia
il tratturo principale che si dirige verso un edificio situato nei prati più in
alto.

Si devia quindi a destra
per un tratturo in piano meno transitato in direzione Nord-ovest che più avanti
si addentra nel bosco .

Lo si percorre per circa
un chilometro tralasciando eventuali varianti in salita o in discesa meno
frequentate fino a che non diventa un sentiero poco visibile,  che sempre in piano ed in circa altri 500
metri (30 minuti) conduce di fronte alla cresta rocciosa di salita (360498,5 E
– 4753925,5 N; 1170 m.).

Descrizione:

Raggiunta la cresta si
apre subito una grande spaccatura che scende verso Valleria (attenzione).

Si risale la spaccatura
passando sui ripidi prati a sinistra per riprendere il filo di cresta rocciosa.

Si è raggiunto così il
primo ripiano.

Sempre seguendo il filo
di  resta si risale il primo tratto molto
ripido tra alberi, erba e roccette.

Si giunge al secondo
ripiano  (360374,1 E – 4753843 N; 1235
m.) caratterizzato da una sottile cresta rocciosa che fornisce visioni
mozzafiato sulla parete nord del Monte Zampa e su tutta la Valle
dell’Infernaccio con alle spalle il selvaggio versante sud-est de Il Pizzo e
della Priora (foto n.5).

            Dal
ripiano parte l’ultimo tratto di salita (foto n.6) più impegnativo che devia in
alto nettamente verso destra.

            Percorsa
tutta la cresta rocciosa del secondo ripiano ci si innalza dapprima lentamente poi
su terreno sempre più ripido verso il terzo ripiano.

            Si
superano gli ultimi alberi e si raggiunge una fascia rocciosa che rasenta la
verticalità (foto n. 10).

Si risale proprio sul
filo di cresta su un canalino erboso intervallato da roccette (foto n.11-12)
facendo molta attenzione all’erba (falasco) scivolosa, in questo tratto può
essere utile una piccozza.

Superato questo tratto
più impegnativo dell’intera salita ci si ritrova su facile pendio erboso fino a
raggiungere il terzo ripiano (foto n. 14; 360263,7 E – 4753653,2 N; 1420 m.) che
rappresenta la cima della parete nord del Monte Zampa che incombe sulla Valle
dell’Infernaccio.

Questo ripiano è stato
raggiunto anche dall’itinerario n.8  della traversata del versante nord del Monte
Zampa, proposto nel mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” Anno 2014.

            Il
ripiano è un vero e proprio terrazzo sospeso sopra la Valle dell’Infernaccio.

Il panorama che si vede
da qui è mozzafiato, si è praticamente 500 metri di dislivello in verticale
sopra la parcheggio di Valleria per l’Infernaccio (attualmente chiuso alle
escursioni), di fronte al Romitorio di San Leonardo la cui foto n.17 sicuramente
non è riportata in alcun libro in commercio dei Monti Sibillini.

             Dal ripiano erboso si percorre la cresta fino ad
incontrare a destra una traccia di sentiero che taglia in alto l’imbuto che si
apre sulla destra e che è stato percorso dall’itinerario n.6 descritto nel mio
secondo libro  (foto n.16) e quindi si
prosegue facilmente per il lungo e ripido pendio che sale in direzione sud che
in altri 30 minuti conduce alla cima del Monte Zampa (360276,8 E – 4752783,3 N;
1790 m.).

Discesa:

Dalla cima del Monte Zampa si scende
per classico itinerario di salita per la cresta M. Zampa – M. Sibilla, in 20 minuti
raggiunge il Rifugio Sibilla.

Dal rifugio si percorre la strada in
discesa per 50 metri fino al primo tornante che si incontra.

Dal tornante (360653 E – 4752103,8 N;
1520 m.)  ci si affaccia nei prati
sottostanti dove parte un sentiero appena accennato ma recentemente segnalato
con numerosissimi bolli rossi a terra che, passando sotto a caratteristici
massi (foto n.20; 361106 E – 4752613 N; 1300 m.), in circa 40 minuti conduce velocemente
e facilmente al tratturo di salita in corrispondenza della curva su un ripiano
erboso dove all’andata si è deviato a destra.

Quindi per la strada sterrata di
salita in altri 15 minuti si giunge ad Isola S. Biagio.

GIANLUCA
CARRADORINI            – FAUSTO
SERRANI             21
OTTOBRE 2017

1-La caratteristica cresta nord-est del Monte zampa vista dalla strada per Rubbiano con il percorso di raggiungimento (giallo) e di salita (rosso).
2- la sommità del primo ripiano, in basso si nota la strada Rubbiano – Parcheggio di Valleria
3- Il tratto molto ripido (pendio > 45°) con alberi, erba e roccette per raggiungere il secondo ripiano.
4- la parete nord del Monte Zampa, anch’essa sconvolta dal terremoto dell’Ottobre 2016 con tre visibili frane tiene compagnia nel lato destro per tutta la salita. A destra, ancora in ombra, il Romitorio di San Leonardo.
5- L’aerea cresta rocciosa che caratterizza il secondo ripiano, sullo sfondo il versante sud-est de Il Pizzo e dietro emerge il Monte Amandola con il Balzo Rosso.
6- L’ultimo tratto di ripidissima salita prima del terzo ripiano, in alto sotto alla cima (freccia) si nota il tratto roccioso più impegnativo, a destra la verticale parete nord del Monte Zampa.
7- Il tratto terminale del secondo ripiano con l’inizio dell’ultimo tratto di salita che si fa sempre più ripido, Fausto lungo per terra non è caduto, sta facendo una foto alle pareti verticali sottostanti.
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8 – 9- Fasi di salita al
terzo ripiano, il pendio si fa sempre più ripido 

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10- Giunti sotto il tratto verticale roccioso (foto n.6) si risale il canalino erboso a destra di fianco alla cresta.
11- Sotto al canalino roccioso di salita, si nota nettamente l’elevata pendenza della cresta.
12- Fausto impegnato nel superamento del tratto verticale più impegnativo dell’intera salita, in fondo la strada Rubbiano – Parcheggio di Valleria
13- Terminato il tratto più impegnativo si contempla la salita effettuata
14- Giunti sul terzo ripiano rimane da salire l’ultima facile cresta erbosa a sinistra che conduce alla cima di Monte Zampa non ancora visibile.
15- Il versante est del Monte Priora con il profondo vallone de Il Rio.
16- La sommità del terzo ripiano corrispondente alla cima della parete nord del Monte Zampa, a destra, completamente illuminata, la cresta oggetto della salita.
17- La cima della foto n.16 dove ci troviamo noi proietta la sua ombra sotto al Romitorio di San Leonardo, sembra quasi di toccarlo con le mani.
18- Il versante nord del Monte Sibilla con la cresta illuminata dal sole descritta nel nostro itinerario n.34 -2017.
19- Il ripido versante nord-ovest del Monte Zampa dove corre il nostro itinerario n.8 riportato nel mio libro “IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI” Anno 2014.
20-Caratteristici massi nel sentiero di discesa  (cerchio rosso nella cartina satellitare).

CARTA
SATELLITARE DEL PERCORSO CON:

GIALLO: Percorso di avvicinamento

ROSSO: Percorso proposto

VERDE: Percorso di discesa