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CIMA DI VALLINFANTE Da Macchie per la Fonte delle Vene e le Porche di Vallinfante.

L’itinerario ad anello proposto, come di consueto, non è riportato nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini ed è indicato solo in traccia senza numerazione in alcun carte del gruppo montuoso, è stato effettuato il 30 aprile 2022 con Federico, Alicia, Davide e Valentina.

E’ un itinerario lungo ed impegnativo, consigliato a buoni camminatori, presenta infatti uno sviluppo di più di 12 chilometri e oltre 1000 metri di dislivello in quanto si parte dai 1070 metri di Macchie di Vallinfante fino a raggiungere i 2113 metri di Cima di Vallinfante, attraversando un versante praticamente sconosciuto alla maggior parte degli escursionisti dei Monti Sibillini, la zona delle “Pianelle” fino alla Fonte delle Vene e proseguendo in quota per tutte le “Porche di Vallinfante” fino a raggiungere la cima omonima per poi scendere a Macchie per il Passo Cattivo e la Fonte del Lupo – Fonte Raiole.

Presenta qualche difficoltà di orientamento per uscire dall’ultimo tratto di bosco fino ai prati sommitali prima della Fonte delle Vene in quanto recenti slavine hanno degradato il sentiero che risulta poco visibile.

ACCESSO: Si raggiunge in auto il paese di Castelsantangelo sul Nera quindi si prosegue nel fondovalle in direzione di Vallinfante – Sorgenti del Nera, proseguendo in salita con due tornanti si raggiunge la frazione di Macchie dove si parcheggia su un prato in corrispondenza di uno slargo di una curva con muretto in cemento poco prima di ciò che rimane della frazione distrutta dal terremoto del 2016 (351725,3 E – 4750966,5 N; 1070 m.).

DESCRIZIONE: Dalla curva del parcheggio sale un tratturo in netta salita, dopo circa 50 metri, sotto ad uno stazzo recintato (foton.1), si dirama a destra un largo sentiero in piano in direzione Est aggirando a bassa quota il Colle la Croce (351797,3 E – 4750991,6 N; 1080 m.). Il comodo sentiero dapprima attraversa la zona denominata “Frascare” caratterizzata da resti di campi ormai incolti (foto n.2) e ricoperti da piante, divisi da vecchi muretti a secco e si inoltra in salita nel bosco. Ignorando alcune deviazioni sia a destra che a sinistra meno evidenti si aggira il costone della montagna nella zona denominata “Le Pianelle” caratterizzata da delle radure nel bosco che aprono la vista sul Monte Cardosa e sul Monte Prata. Dopo circa un chilometro di sentiero si raggiunge una radura nel bosco (foto n.5; 40 minuti, 352464,1 E – 4750374,4 N; 1260 m.) caratterizzata da un alto muretto a secco di contenimento dove forse erano presenti delle carbonare, qui il sentiero si fa meno evidente ma si prosegue sempre verso Est in netta salita fino a raggiungere in breve un tratto di bosco in media pendenza distrutto da recenti valanghe (foto n. 6-7) . Consiglio di salire il tratto costeggiando il bosco anziché raggiungere il tratto devastato senza alberi in quanto meno faticoso. In ogni caso bisogna raggiungere i prati sovrastanti meno ripidi dove, in corrispondenza di una cresta rocciosa in salita ed un grosso Faggio isolato si ritrova la traccia di sentiero (foto n. 8-9; 20 minuti, 352965,2 E – 4750571,6 N; 1485 m.). Da questo punto il sentiero si fa netto e taglia in salita un inciso canalone detritico con una piccola grotta posta una decina di metri sopra al sentiero (foto n.12-13; 353115,6 E – 4750615,2 N; 1510 m.) , si prosegue sempre in salita affacciandosi nel grande canalone detritico dove è presente la Fonte delle Vene provvista di ottima acqua (foto n. 14-15; 30 minuti, 353308,4 E – 4750640,2 N; 1530 m.). Si prosegue sempre verso Est prendendo sempre la traccia in salita più evidente in quanto la fonte, essendo frequentata d’estate da mandrie di bovini, presenta elevato degrado e numerose deviazioni che confondono le idee. In breve si raggiunge una spianata erbosa delimitata ad Est da un inciso fosso che a primavera porta acqua (10 minuti, 353468 E – 4750590,4 N; 1570 m.)

Dal pendio ghiaioso sovrastante scende da sinistra un sentiero che proviene da Colle La Croce che si deve ignorare, invece ci si addentra nel canale detritico a destra dove una traccia sale nel fondo risalendo il ramo sinistro, passando sotto ad un tratto di rimboschimenti a pini e larici fino ad uscire dal canale e raggiungere un prato a destra (foto n.18-20; 10 minuti, 353468 E – 4750590,4 N; 1570 m.) dove sopra si scorge un sentiero che sale in diagonale verso le Porche di Vallinfante (foto n.21-22). Si prende il sentiero e lo si segue in direzione del Monte Porche, ci si avvicina allo Scoglio della Volpe, caratterizzato da una profonda frattura del terreno prodotta dal terremoto del 2016 (foto n.26) già visibile dal sentiero (vedere articolo FONTE DELLA GIUMENTA – FONTE DEL SAMBUCO – PORCHE DI VALLINFANTE; ANCORA EFFETTI DEL TERREMOTO DELL’OTTOBRE 2016). Se si segue fedelmente il sentiero in costante ma lieve salita si attraversano i vari canali delle Porche di Vallinfante fino a giungere quasi sulla verticale dello Scoglio della Volpe dove un tornante (1 ora, 354636,7 e – 4749660,2 n; 1920 m.) sempre in netta salita fa cambiare direzione fino a raggiungere, in 20 minuti, la cresta tra il Monte Porche e la Cima di Vallinfante, da questa, proseguendo verso nord, si giunge in cima. Oppure se non si vuole allungare, giunti prima dello Scoglio della Volpe, sulla verticale della Cima di Vallinfante, (354377,5 E – 4750022,7 N; 1835 m.) si sale dritti su pendii ripidi ma caratterizzati da cotica erbosa scalettata che facilita la salita fino alla cima omonima (40 minuti, 354610,5 E – 4750517,6 N; 2113 m.).

DISCESA: Dalla Cima di Vallinfante si scende per ripida cresta in direzione Nord fino ad una sella che sovrasta la Valle Orteccia per poi risalire la Cima di Passo Cattivo (20 minuti). Si scende quindi per comodo sentiero al disastrato Passo Cattivo (20 minuti) mantenendosi verso il prato anziché percorrere la cresta resa pericolosa della frane prodotte dal terremoto del 2016 fino a raggiungere la strada che scende verso il Monte Cornaccione. Si percorre la strada fino a superare tutte le formazioni rocciose sottostanti che conformano il Passo Cattivo e dopo un lieve tratto in salita della strada essa ridiscende in corrispondenza di un canalone al termine del quale si raggiungono i pendii ghiaiosi del rimboschimento a pini dove si nota un evidente sentiero che scende a tornanti (20 minuti, 352822,8 E – 4752370,3 N; 1835 m.). In breve si raggiunge la Fonte del Lupo (foto n.48; 10 minuti, 352685,5 E – 4752169,8 N; 1700 m.), si continua la discesa verso sinistra in direzione di uno sperone roccioso (foto n. 51-52) al margine del rimboschimento oltre il quale si attraversa il canalone costeggiato in alto dalla strada. Si prosegue per evidente sentiero a volte addirittura segnalato che scende a tornanti verso la vallata sottostante. Si raggiunge un tratto boschivo sotto alle pareti del Passo Cattivo e continuando la discesa appena usciti dal bosco si intercetta la strada sterrata che in breve raggiunge la Fonte Raiole (40 minuti, 352056,3 E – 4751394,7 N; 1210 m.) e da qui in altri 30 minuti si giunge a Macchie dove si è parcheggiata l’auto

VARIANTE: E’ possibile anche una variante di salita anziché dal parcheggio deviare poco dopo a destra si continua a salire per la strada sterrata di fondovalle (che si percorre poi in discesa) si raggiunge Fonte Raiole e si continua la salita fino a raggiungere l’ampio bosco sotto al Passo Cattivo dove, con un po’ di fatica, si intercetta un sentiero sulla destra che si addentra nel bosco e risale con un lungo traverso fino a Colle la Croce. Dalla Croce si continua la traccia sul versante opposto che scende in diagonale in direzione del rimboschimento a pini a larici che si intercetta nell’itinerario di salita descritto, quindi si prosegue come descritto sopra, questo itinerario l’ho percorso molti anni fa. Da tenere conto che da Colle La Croce sale per il crestone erboso in direzione di Passo Cattivo un vecchio, ripido e impegnativo sentiero che, prima del terremoto del 2016, permetteva di raggiungere il Passo Cattivo in corrispondenza della cresta attualmente franata, tale sentiero è assolutamente da evitare per l’elevato rischio di frane e cadute di massi.

Consultare anche l’itinerario : PASSO CATTIVO, SOTTO ALLE PARETI DEL VERSANTE OVEST DA MACCHIE DI VALLINFANTE Giugno 2020.

PROPOSTA DI ESPLORAZIONE: Dal pendio sottostante il canale della Fonte delle Vene parte un sentiero in piano che si inoltra nella parte mediana delle Porche di Vallinfante e che conduce, secondo alcune carte, alla Fonte dell’Acero. Dalla Fonte la traccia sembra proseguire nella zona più ripida e selvaggia delle Porche di Vallinfante fino ad uscire sotto allo Scoglio della Volpe e ricongiungersi con il sentiero che proviene dalla Fonte della Giumenta, tale itinerario sarà oggetto di una prossima esplorazione ma nel frattempo se qualcuno lo percorre mi dia notizia ed immagini che provvederò pubblicarne la descrizione.

1- La deviazione a destra sotto allo stazzo recintato, a 50 metri dall’auto
2- I vecchi campi di Macchie delimitati da muretti a secco e ormai ricoperti da alberi
3- La prima radura nella zona “le pianelle” con vista sul Monte Cardosa.
4- Il sentiero nel bosco dopo “le pianelle”
5- La radura con il grande antico muro a secco prima del tratto degradato dalle slavine.
6- Il margine del tratto di bosco distrutto dalle slavine che bisogna risalire fino al prato sovrastante.
7- Il tratto di bosco degradato dalle slavine con il Monte Prata di fronte.
8- La cresta rocciosa sopra al tratto degradato dalle slavine con il grande faggio isolato sopra il quale si ritrova il sentiero, visibile alla sua destra.
9- Il grande faggio isolato con il camping di monte Prata di fronte.
10- Il sentiero si ritrova evidente oltre la cresta rocciosa, in alto la Cima di Vallinfante, mèta dell’itinerario proposto (ph. Alicia).
11- Il fondo il Monte Porche con i ripidi canali delle “Porche di Vallinfante”.
12- Il canale detritico con la grotticella, poco prima della Fonte delle Vene.
13- Il traverso fino alla Fonte delle Vene visibile nel canalone detritico.
14- La Fonte delle Vene.
15- L’antico muretto a secco della Fonte delle Vene.
16- Il traverso della foto n. 13 visto da oltre la Fonte delle Vene.
17- La spianata a monte della Fonte delle Vene, sul pendio di fronte sopra la canale detritico si nota il sentiero che sale in diagonale verso la Cima di Vallinfante in alto.
18- Il ramo sinistro del canale detritico che si deve risalire fino a sotto il rimboschimento di pini e larici visibile in alto.
19- ramo di pino finemente lavorato dai tarli.
20- Il ramo sinistro del canale detritico sotto al rimboschimento.
21- 22- La spianata erbosa di lato al rimboschimento dove sale il sentiero per le Porche di Vallinfante.
22- (ph. Alicia)
23- Il rimboschimento a pini e larici sotto alla Cima di Passo Cattivo visibile in alto.
24- Il rimboschimento della foto n.23 con il sentiero che proviene da Colle La Croce, visibile nel pendio a sinistra sullo sfondo.
25- Il canale detritico e la spianata erbosa con il sentiero sotto al rimboschimento delle foto n.20-21-22, viste dal sentiero che sale verso la Cima di Vallinfante
26- La zona fortemente fratturata dal terremoto del 2016 posta sopra allo Scoglio della Volpe, visibile nel margine destro della foto (vedere articolo: FONTE DELLA GIUMENTA – FONTE DEL SAMBUCO – PORCHE DI VALLINFANTE; ANCORA EFFETTI DEL TERREMOTO DELL’OTTOBRE 2016) .
27- Risalita del pendio sulla verticale della Cima di Vallinfante, in alto in corrispondenza degli accumuli di neve.
28- Il pendio di risalita nella zona delle Porche di Vallinfante.
29-Il Colle La Croce ed il rimboschimento delle foto n. 23-24.
30- Le rocce sotto alla Cima di Vallinfante, a sinistra la Cima di Passo Cattivo.
31- Discesa dalla Cima di Vallinfante con il ripido canalino Nord innevato salito in occasione dell’itinerario: LA GRANDE FRANA DI VALLE ORTECCIA – CIMA DI VALLINFANTE PER IL CANALE NORD.
32 – 33- la cresta dalla Cima di Vallinfante (a destra) che prosegue verso la Cima di Passo Cattivo.
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34- La Valle Orteccia e la Cima Cannafusto.
35- Il Pizzo Berro a sinistra e il Pizzo Regina (o Monte Priora) a destra.
36- Il Passo Cattivo visto dalla cima omonima, a destra il Monte Bove Sud.
37- La Cima di Passo Cattivo con lo sfondo della Cima Cannafusto.
38- La zona denominata “Le Fosse” con il laghetto e la strada che da Passo Cattivo scende a Capotenna, sullo fondo il Monte Bove Sud.
39- L’uscita del ripido canale di salita invernale de “Le Fosse” descritto a pagina 98 del mio libro IL FASCINO DEI MONTI SIBILLINI.
40 – 41- I torrioni franati del Passo Cattivo, dalle foto fatte nel 2017 dopo il terremoto la situazione è sempre in peggioramento.
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42 – 43- Le grandi frane del Passo Cattivo.
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44- Al Passo Cattivo, proprio nei pressi di una frana, una lapide ricordativa di un amante dei nostri Monti scomparso.
45- Scille (Scilla bifolia VELENOSA) al Passo Cattivo, sullo sfondo il Pizzo Berro ed il Pizzo Regina.
46- Una trincea prodotta dal terremoto del 2016, già fotografata nel 2017.
47- Il Passo Cattivo visto dal sentiero che dalla strada scende verso la Fonte del Lupo.
48- La Fonte del Lupo
49- Lo spuntone roccioso da cui si scende dalla Fonte del Lupo verso Macchie di Vallinfante (ph. Alicia).
50- Pini sradicati dalle slavine nel rimboschimento a valle della strada Cornaccione-Passo Cattivo
51 – 52- Lo spuntone della foto n.49
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53- Dallo spuntone a valle della Fonte del Lupo si scende nel canalone che scende direttamente dalla strada soprastante.
54- Le frane del versante Ovest del Passo Cattivo.
55 – 56- Durante il tragitto dell’escursione abbiamo trovato due palchi di Cervo maschio.
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PIANTA SATELLITARE DEL PERCORSO PROPOSTO
Rosso: Itinerario di salita
Giallo: Itinerario di discesa
DETTAGLIO SATELLITARE DI MACCHIE DI VALLINFANTE con inizio percorso di salita e fine discesa



GIRO IN VALLE ORTECCIA da Passo Cattivo.

Escursione classica con partenza dalla strada del Cornaccione fino al Passo Cattivo, siamo scesi al laghetto de Le Fosse ancora gelato per poi, aggirando la cresta rocciosa che separa Le Fosse da Valle Orteccia, proseguire in Valle Orteccia per andare ad esplorare un canalino nascosto nel versante Ovest di Cima Cannafusto, possibile oggetto di salita invernale su ghiaccio.

Nel bosco di Valle Orteccia abbiamo fatto interessanti scoperte quali dei grandi faggi secolari e delle vecchie carbonaie.

Al ritorno, a causa del forte vento che si era levato, abbiamo preferito non percorrere tutta la Valle Orteccia per salire fino a Cima di Vallinfante e percorrere la cresta fino al Passo Cattivo ma siamo risaliti da Le Fosse per il Passo Cattivo per riprendere la strada del ritorno.

1- Nonostante le centinaia di volte che sono passato sulla strada che conduce dal parcheggio de Le Saliere fino al Passo Cattivo non avevo mai notato questa strana forma nelle rocce del fondo stradale, un buco con dei solchi a raggiera, un piccolo impatto meteoritico o una più probabile esplosione di una mina usata per aprire la strada?
2- Nel bordo della strada strati di roccia di diversi colori.
3- L’edicola di Passo Cattivo
4- Discesa verso Le Fosse, di fronte il versante Ovest di Cima Cannafusto dove si apre un canalino nascosto oggetto della nostra esplorazione.
5- Il Pizzo Berro ed il Pizzo Regina visti dalla strada che scende da Passo Cattivo verso Capotenna.
6- Le Fosse
7- Fioritura di Crochi a Le Fosse.
8- Discesa veloce su neve ammorbidita.
9 – 10- Il laghetto de Le Fosse (ph. Monica Capretti) .
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11- Da Le Fosse aggiriamo la cresta rocciosa per dirigerci verso la Valle Orteccia.
12 – 13- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia con i faggi piegati dal peso della neve.
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14- Il grande vecchio Faggio di Valle Orteccia., un monumento della natura.
15- L’eredità del grande Faggio continua, dalle sue radici un “piccolo” faggio cresce.
16- Un altro grande faggio di cui metà caduto a terra nel bosco di Valle Orteccia.
17- Nella faggeta abbiamo ritrovato ben tre piattaforme di antiche carbonaie con ancora residui di carbone sul terreno.
18- Grande faggio abbattuto da una frana prodotta nella cresta sovrastante dal terremoto del 2016.
19- Un vecchio nido fatto con dei licheni che crescono sui rami.
20- Il Pizzo Berro emerge dal bosco di Valle Orteccia.
21- Dal bosco ci dirigiamo nel versante Ovest di Cima Cannafusto per poter esplorare un canalino nascosto possibile oggetto di salita invernale.
22- La grande frana di Valle Orteccia staccata dal versante Nord di Cima di Passo Cattivo.
23- Il versante Ovest di Cima Cannafusto che nasconde un interessante canalino roccioso poso visibile.
24- Il canalino roccioso esplorato, ritorneremo d’inverno per salirlo con ghiaccio.
25- Ritorniamo verso Valle Orteccia (ph. Monica Capretti) .
26- Il bosco sinistro orografico di Valle Orteccia che abbiamo attraversato, posto sotto alla cresta rocciosa che divide la Valle dalla zona denominata Le Fosse.
27- Proseguiamo nella valle.
28- E giungiamo sotto alla grande frana prodotta dal terremoto del 2016 che avevamo già visitato qualche anno fa (vedi Reportage post terremoto).
29- Quindi, a causa del forte vento che si è levato, non percorriamo la valle fino alla cima di Vallinfante per proseguire per cresta fino a Passo Cattivo ma ritorniamo al Passo Cattivo scavalcando la cresta de Le Fosse passando per la piccola grotticella di Valle Orteccia.
30- Lobaria pulmonata, grande e raro lichene che cresce nei tronchi di vecchi Faggi.
31- Puledrini appena nati sulla strada del ritorno.



LE GROTTE DEL VERSANTE SUD DI FORCA CERVARA.

Il 17 ottobre 2020, insieme a Federico, accompagnati dalla presenza di molti animali selvatici e domestici, abbiamo raggiunto alcune grotte presenti nel versante Sud-est tra Monte Bove Sud e Forca Cervara, nei dintorni del Casale del Berro, che avevamo individuato da tempo dai versanti opposti della montagna. Le grotte si raggiungono a piedi da Passo Cattivo.

ACCESSO: Per raggiungere Passo Cattivo si sale in auto a Frontignano quindi giunti al bivio per Nocria attualmente chiuso, si prosegue per 200 metri quindi si gira a destra, si passa nel piazzale dell’ex palazzetto dello sport, si prosegue verso il gigantesco albergo danneggiato dal terremoto e si prosegue fino raggiugere la strada sterrata che in circa 4 chilometri arriva fino al parcheggio del Monte Cornaccione, alla stazione degli impianti di risalita di Pian dell’Arco. Assurdamente non si può parcheggiare nell’ampio parcheggio posto nei pressi della stazione della seggiovia in base ad una delibera comunale ma occorre lasciare l’auto lungo la strada, intasata d’estate, per evitare sanzioni.

DESCRIZIONE : Dal parcheggio (351010,4 E – 4752610,7 N; 1640 m.) si prosegue a piedi per la strada sterrata che conduce al Cristo delle Nevi – impianti di risalita di Jacci di Bicco, giunti al bivio che conduce agli impianti si prosegue in piano e in circa un’ora dall’auto si raggiunge il disastrato Passo Cattivo. Appena ci si affaccia nella Valle del Tenna sottostante il Passo Cattivo si nota a sinistra, nel pendio che sale verso Monte Bove Sud, una traccia di sentiero in quota (353339,2 E – 4751949,4 N; 1890 m.) che si dirige verso Nord-est in direzione di Pizzo Berro. Si prosegue per il sentiero dapprima ben visibile che poi si trasforma in una traccia appena percettibile ed in circa 30 minuti dal Passo Cattivo raggiunge la parte superiore di una particolare cresta rocciosa (foto n. 7-8) in pendio aperto che scende verso valle (353702,7 E – 4753051 N; 1890 m.). Si lascia quindi il sentiero e si scende per circa 100 metri lungo la cresta rocciosa costeggiandola nel lato sud-ovest a metà della quale si apre la prima grotta raggiunta profonda neppure una decina di metri ma con una bella visuale sulla valle Orteccia posta di fronte (353753,7 E – 4753012,2 N; 1850 m.; foto n.11-12)

Visitata la prima cavità si risale il pendio per riprendere la traccia di sentiero lasciata prima e la si segue dapprima sempre in quota poi in leggera e costante salita fino alle rocce della Forca Cervara.

Poco prima di raggiungere la Sella della Forca Cervara (354345,2 E – 4753708,1 N; 1950 m.) si notano nella stessa quota a destra verso la cresta Sud del Pizzo Berro, dei contrafforti rocciosi (foto n.16 e 22)ed una traccia di sentiero che scende a tornanti verso valle per poi raggirare il primo contrafforte e risalire verso il contrafforte successivo dove, in alto, si notano le altre due cavità presenti. Si risale faticosamente il ripido pendio per circa 100 metri e si raggiunge la prima grotta posta alla base dello sperone roccioso (354515,6 E – 4753794,7 N; 1950 m.). Sopra di essa, in parete, è presente una seconda cavità (foto n.17-18-19-20-21) che si raggiunge in arrampicata risalendo una paretina rocciosa a destra di circa 15 metri. Per la discesa è consigliato portarsi qualche chiodo da lasciare in loco per effettuare una più sicura discesa in corda doppia. Entrambe le cavità sono anch’esse profonde circa una decina di metri ma offrono un sicuro riparo in caso di maltempo.

Visitate queste due grotte si ridiscende il pendio dirigendosi in diagonale verso valle in direzione del Casale del Berro che si nota sulla sinistra sotto ad una zona rocciosa. Si costeggiano le rocce e si attraversa obbligatoriamente sotto a delle alte pareti (354335,4 E – 4753175,8 N; 1700 m.) oltre le quali si apre un grande anfiteatro roccioso (foto n.24-25-26 e 32) posto sulla verticale del Casale. Si risale il pendio erboso entrando nell’anfiteatro dove le pareti rocciose poste a semicerchio creano un caratteristico eco sonoro e lo si costeggia passando sotto ad una alta parete grigia stillicidiosa (foto n.27-28), si prosegue sotto alle pareti e al termine della barriera rocciosa, in prossimità di un canale erboso, si raggiunge la Fonte Vissana (foto n. 29-30-31) più particolare dei Monti Sibillini, costruita nel 1800 e costituita da un muro roccioso artificiale sopra la quale è presente una vasca interrata di circa 1 metro cubo da cui partono ben due tubi metallici da cui sgorga acqua. La fonte, (354236,7 E – 4753163,7 N; 1705 m.) non ha alcun nome, non è riportata sulle carte e non è neppure censita nel catasto delle fonti del Parco Nazionale dei Monti Sibillini effettuato dal CAI nel 2011.

Superato l’anfiteatro, con una lunga diagonale in leggera salita su pendii erbosi, ci si dirige verso la strada di fondovalle che sale verso il Passo Cattivo che si raggiunge in circa 30 minuti passando per la zona denominata “le Fosse” dove è presente un laghetto di abbeveramento per il bestiame ( foto n.36)

DISCESA: Da Passo Cattivo si prosegue la strada sterrata per il Monte Cornaccione ed in circa 40 minuti si raggiunge l’auto.

1- Caprioli in fuga sotto alla strada per Passo Cattivo
2- Tre femmine di Cervo incuriosite dal nostro passaggio sulla pineta sotto alla strada per Passo Cattivo, il maschio era fuggito prima.
3 – 4 Convivenza tra animali domestici e selvatici, anche se ormai i camosci si possono considerare semiaddomesticati.
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5- Camosci al pascolo a 10 metri da noi non manifestavano alcun timore.
6- Far foto ai camosci ormai non ha più senso, troppo banali, non è più una novità.
7- Il pendio del versante Sud-est di Monte Bove Sud con la cresta rocciosa a metà percorso dove si apre la prima grotta, coperto dalla nebbia ed imbiancato il Pizzo Berro.
8- La cresta rocciosa a metà percorso con la cavità visitata
9- Il Pizzo Berro con la cresta Sud che abbiamo salito e descritto alcuni anni fa, a sinistra in alto sotto alla cresta la barriera rocciosa che nasconde le due altre grotte, in basso a sinistra invece l’anfiteatro visitato al ritorno.
10- Il caratteristico anfiteatro roccioso posto a monte del Casale del Berro
11- La prima grotta sulla cresta rocciosa posta a metà percorso.
12- Veduta panoramica dall’interno della prima grotta.
13- Si prosegue verso la Forca Cervara, sullo sfondo il tracciato che proviene da Passo Cattivo e, fuori ombra, la cresta rocciosa a metà percorso dove è presente la prima grotta.
14- Giunti in prossimità della Forca Cervara, sullo sfondo il Pizzo Berro e dietro il Pizzo Regina.
15- La sottile cresta della Forca Cervara in alto mentre scendiamo il ripido pendio per raggiungere le altre due grotte
16- I contrafforti rocciosi tra Forca Cervara e la cresta Sud del Pizzo Berro che nascondono le altre due grotte.
17- Il primo contrafforte a sinistra, a destra il secondo contrafforte con le due cavità presenti, una alla base a l’altra in parete.
18 – 19 La grotta alla base del secondo contrafforte.
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20- Le due grotte del secondo contrafforte, una alla base e l’altra in parete.
21- Veduta verso la Valle Orteccia dalla grotta alla base del contrafforte.
22- Veduta dei contrafforti tra Forca Cervara e la cresta Sud del Pizzo Berro con le due cavità raggiunte.
23- Discesa verso valle in direzione del Casale del Berro con vista verso Cima Cannafusto e Valle Orteccia.
24 – 25 – 26 – L’Anfiteatro roccioso posto a monte del Casale del Berro, le pareti poste a semicerchio creano un particolarissimo eco sonoro.
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27- 28- La parete grigia stillicidiosa posta al termine dell’anfiteatro roccioso.
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29 – 30 – 31- La Fonte Vissana, dimenticata e posta tra l’anfiteatro roccioso ed un canale erboso.
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32- Veduta dell’anfiteatro roccioso con la sorgente al suo termine sinistro.
33 – 34 – L’anfiteatro con lo sfondo del Pizzo Berro imbiancato.
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35- Il pendio Sud-est del Monte Bove Sud dove si sviluppa l’itinerario proposto con veduta dei siti visitati (ai lati e alla base della zona d’ombra) popolato da bovini.
36- La zona denominata “Le Fosse” con il laghetto di abbeveramento sul versante Est sotto al Passo Cattivo, sullo sfondo la cresta che collega Cima Cannafusto con Cima di Vallinfante.
37- Il versante Sud della cresta compresa tra Monte Bove Sud e Forca Cervara con l’itinerario per raggiungere le grotte.
Pianta satellitare con il percorso proposto.
ROSSO: Itinerario di raggiungimento
VERDE: Itinerario di ritorno



LA GRANDE FRANA DI VALLE ORTECCIA – CIMA DI VALLINFANTE Per il canale Nord

ASCENSIONE N. 992 dal 1979

A tre anni dal terremoto del 2016 ancora ci ritroviamo a visitare luoghi di distruzione.

Dopo averla vista dal Pizzo Regina e dal Monte Bove Sud finalmente abbiamo raggiunto la grande frana che si è staccata nelle pareti del versante sinistro orografico della Valle Orteccia, sul versante Nord di Cima di Passo Cattivo, in una zona pochissimo frequentata in quanto piuttosto lunga da raggiungere e non percorsa da itinerari classici.

Il 1 dicembre 2019 con Fausto e Federico, salendo per il Passo Cattivo, abbiamo traversato in quota la valletta de “Le Fosse” quindi raggiunta la stretta crestina che la separa dalla adiacente Valle Orteccia siamo scesi in essa ed abbiamo raggiunto la base della frana.

La frana è gigantesca, ci ha lasciato senza fiato, sicuramente è la più grande che si è formata sui Monti Sibillini dopo il terremoto dell’Ottobre 2016, anche più grande di quella dello Scoglio del Miracolo nella Valle del Lago di Pilato.

Abbiamo quindi risalito la Valle Orteccia leggermente imbiancata dalla prima neve della stagione e abbiamo raggiunto al Cima di Vallinfante risalendo per un breve ma ripido canalino innevato, con uscita in cresta su pendenza di 45 -50°,compiendo così anche la nostra prima salita invernale della stagione.

La salita nel canalino che si apre nel versante Nord di Cima di Vallinfante non è documentata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini per cui, pur essendo facile e senza alcuna difficoltà, può essere considerata una prima salita ed è interessante in quanto la zona non offre nulla di particolare dal punto di vista alpinistico.

Durante la discesa da Cima di Vallinfante verso Passo Cattivo ci siamo imbattuti in orme di escursionisti che ci hanno preceduto che indossavano scarpe con suole da parquets tipo calcetto o pallacanestro, come visibile nella foto n.28.

Tali suole ovviamente non sono affatto adatte per escursioni in montagna specialmente su sentieri e pendii innevati in quanto non possono garantire una sicura aderenza.

Dopo non ci lamentiamo se accadono incidenti in montagna, lo stesso giorno della nostra ascensione sono morti due ragazzi alla Maiella per scivolamento su un canale innevato per mancanza di attrezzatura adeguata.

Di seguito le immagini dell’ascensione.

1- La Valle Orteccia con l’evidente frana vista dalla cima del Pizzo Regina a luglio del 2019.
La frana da lontano sembra di modeste dimensioni ma ci siamo ricreduti dopo averla raggiunta. A sinistra Cima Cannafusto e a destra la Cima di Passo Cattivo, sulla testata della valle la Cima di Vallinfante.
2- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina visti dalla zona “Le Fosse”, a valle di Passo Cattivo.
3- La cresta che separa Le fosse dalla Valle Orteccia ed il Pizzo Berro sullo sfondo..
4- Il versante ovest di Cima Cannafusto nella Valle Orteccia.
5- Il versante Sud-est del Monte Bove Sud
6- Il Pizzo Berro, versante sud con la lunga cresta già oggetto di nostra salita (Vedi Nuovi itinerari)
7- La ripida discesa dalla cresta de Le Fosse alla Valle Orteccia, sul prato di fronte le tracce
dei crolli della parete sovrastante.
8- La discesa dalla cresta de Le Fosse a Valle Orteccia.
9- La Valle Orteccia con il Pizzo Berro e Pizzo Regina sullo sfondo.
10-11-12-13-14 La grande frana di Valle Orteccia con l’accumulo di roccia sottostante, notate le dimensioni rispetto a Fausto vestito di rosso e Federico vestito di scuro.
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13- Come si può vedere le dimensioni sono davvero gigantesche
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15- L’accumulo di pietre cadute alla base della grande frana, si riesce a vedere Federico al margine a destra della foto.
16 Il sottoscritto alla base dell’accumulo di frana.
17- La frana e l’accumulo di massi alla sua base vista di lato salendo in Valle Orteccia.
18 – 19 Leggero innevamento nell’alta Valle Orteccia.
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20- L’alta valle Orteccia con la Cima di Passo Cattivo a sinistra ed il Monte Bove Sud sullo sfondo.
21- L’imbocco del canalino Nord di Cima di Vallinfante con le nostre orme di salita.
22- 23 Il canalino di salita invernale al versante Nord di Cima di Vallinfante.
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24- Il ripido tratto finale del facile canalino di salita, visto dalla cresta Nord di Cima di Vallinfante.
25- La cima del Monte Sibilla a sinistra e Cima Vallelunga a destra con la cresta Ovest che sale dalla Vallelunga già oggetto di nostra salita (Vedi Nuovi itinerari)
26- Il Monte Porche e la Cima del Redentore a destra.
27- La cresta che scende da Cima di Vallinfante verso la Cima di Passo Cattivo.
28. L’impronta di scarpa da parquets praticamente liscia confrontata con lo scarpone da ghiaccio di Fausto, c’è una bella differenza.
29- La Cima di Vallinfante con, a sinistra in ombra, il canalino di salita invernale.




MONTE BICCO Per la cresta Nord- MONTE BOVE SUD – PASSO CATTIVO. CIMA VALLINFANTE Ascensione successiva.

ASCENSIONE N. 989 dal 1979

Il 2 novembre 2019 con Fausto, con un tempo non proprio ottimale, abbiamo ripercorso la cresta Nord del Monte Bicco dalla Forcella Passaiola dapprima prendendo una crestina rocciosa più bassa e più impegnativa posta sulla destra del filo di cresta classica per ritornare su di essa in corrispondenza della zona fratturata per osservare gli effetti del terremoto di 3 anni fa.

Avevo ripercorso la cresta in inverno ma la neve nascondeva per gran parte la distruzione effettuata dal sisma.

In questa ascensione ho potuto vedere gli effetti sul tratto di cresta in corrispondenza della faglia che, provenendo da Passo Cattivo, attraversa la parte alta dei campi da sci di Jacci di Bicco per proseguire per tutto il versante Ovest del Monte Bicco e poi per immettersi nella Val di Bove.

Avevamo già documentato alcuni di questi tratti il 17 giugno 2017 (vedere itinerario nella categoria : Reportage post sisma) ed ho inserito alcune immagini per confronto.

L’itinerario di salita dal Parcheggio del Monte Cornaccione al Monte Bicco per la Forcella Passaiola per proseguire poi per Monte Bove Sud e ridiscendere a Passo Cattivo è un classico ed è descritto nella bibliografia dei Monti Sibillini a cui rimando.

Attualmente la strada per Passo Cattivo è di nuovo aperta alle escursioni.

Di seguito le immagini della giornata.

1- La Val di Bove dalla Forcella Passaiola.
2- Camoscio di guardia sotto alla Forcella Passaiola.
3- La cresta Nord del Monte Bicco parzialmente coperta dalla nebbia.
4- La crestina più bassa e più impegnativa della cresta di salita classica.
5- La cresta Nord del Monte Bicco e a destra la Croce di Monte Bove.
6- I primi scogli fratturati dal terremoto.
7- Massi spaccati dal terremoto incombono sulla Val di Bove.
8- La zona della cresta fortemente fratturata, a circa metà salita, in alto la cima del Monte Bicco.
9 – 10 -11 La zona dove passa la scarpata cosismica, si nota perfettamente lo spostamento del terreno.
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12- La zona fratturata vista dall’alto.
13- Altri enormi massi pericolosamente in bilico verso la Val di Bove
14 – 15 L’ultimo ripido tratto della cresta Nord del Monte Bicco prima della cima.
15
16- la Val di Bove con uno spiraglio di sole, in alto la Croce di Monte Bove e sullo sfondo la Croce di Monte Rotondo.
17- Il Monte Cardosa emerge dal mare di nebbia.
18- Escursionisti sulla cresta che collega il Monte Bove Sud con la cima Nord.
19- I pendii del Monte Porche e della Cima del Redentore rivestiti di nebbia discendente.
20- Camosci sul versante Ovest del Monte Bicco
21- La vedetta
22- Le rocce del versante Ovest del Monte Bicco ed il mare di nebbia all’orizzonte.
23- Il versante Ovest del Monte Bove Nord
24 – 25 Camosci sulla cresta per il Monte Bove Sud.
25
26- I versanti Sud del Pizzo Berro e del Pizzo Regina visti da Passo Cattivo.
27- 28 Le grandi frane sopra Passo Cattivo
28
29- I torrioni di Passo Cattivo o quel che ne rimane dopo il terremoto del 2016.
30 – 31 Gli stessi torrioni fotografati nel giugno 2017.
31
32- 33 Situazione attuale di Passo Cattivo
33
34- Situazione del giugno 2017.
35 – 36 La PENOSA situazione della segnaletica dei Monti Sibillini. Vedere gli ultimi itinerari (Appennino Tosco Emiliano, Gran Sasso, Terminillo) nella categoria “Oltre i Monti Sibillini”
36

ASCENSIONE N. 990 DAL 1979

PARCHEGGIO CORNACCIONE – PASSO CATTIVO – CIMA VALLINFANTE

13 Novembre 2019 con Stefano, nebbia continua dall’auto fino alla cima e galaverna con una spruzzata millimetrica di neve da 1800 di quota in su.

1 – 2 Passo cattivo
2
3- Stefano infreddolito sotto la Cima di Vallinfante
4- Erba glassata di galaverna
5- Un lupo ci ha preceduto di poco…….. sicuramente è senza radiocollare……..e’ ancora vivo !!!



PIZZO BERRO, RISALITA INTEGRALE DELLA CRESTA SUD.

Itinerario inedito, molto
impegnativo sia per lunghezza che per dislivello, adatto solo ad escursionisti
esperti che si sanno muovere su terreno molto ripido.

Itinerario aperto il 1 luglio 2016.

            Si risale
integralmente la ripidissima e rocciosa cresta sud del Pizzo Berro che si
innalza a monte di Capotenna, da 1400 metri circa del fondovalle fino ai 2259
metri della cima passando per la “ferratina del Berro”.

            La salita
invernale di questa cresta non è stata ancora mai effettuata.

Accesso:

L’itinerario prevede come base di partenza
il parcheggio del Monte Cornaccione, in località “Belvedere” di Frontignano di
Ussita, in corrispondenza della stazione di arrivo della nuova seggiovia,  facilmente raggiungibile in auto dal paese.

Avvicinamento:  

Dall’ampio parcheggio si prosegue
la strada sterrata (n.150) che conduce al Rifugio Cristo delle Nevi – campi da
sci Jacci di Bicco.

Giunti al bivio per gli
impianti di risalita si prosegue la strada sterrata in piano fino a raggiungere
il Passo Cattivo (45 minuti, sentiero n.1).

            Dal
Passo Cattivo si prosegue la strada in discesa, si supera il primo tornante nei
pressi della località “Le Fosse” dove è presente un piccolo laghetto e si
continua in discesa.

Si supera un secondo
tornante e, dopo un lungo rettilineo, si arriva al terzo tornante (354266,3 E –
4752838,4 N; 1595 m; 30 minuti)  dove
parte in piano un sentiero che permette di raggiungere, in 10 minuti,  il Casale del Berro, visibile di fronte.

Raggiunto di Casale si
prosegue quindi per altri 15 minuti in lieve salita verso la cresta S del Pizzo
Berro che si innalza di fronte a voi e che inizia con un grosso spuntone roccioso
al di sopra del bosco di Capotenna, in corrispondenza di alcuni arbusti isolati
ben visibili (354695,6 E – 4753266,1 N; 1675 m.).

Descrizione

            Dalla
base della cresta ci si porta faticosamente sul suo filo aereo che permette di
godere di un  panorama eccezionale
sull’alta valle del Tenna (foto n.2).

            Si
prosegue per cresta erbosa intervallata da spuntoni rocciosi per altri 20
minuti fino a raggiungere il primo e vero tratto roccioso (foto n.5).

            Si
sale in verticale sulla cresta rocciosa che presenta facili tratti su roccia di
I° e II° grado (foto n. 6) fino a superarla.

            Terminata
la fascia di roccia si presenta un ulteriore breve tratto erboso prima di
raggiungere l’alta parete rocciosa che caratterizza in alto la grande cresta
Sud del Pizzo Berro (30 minuti).

            Raggiunta
la base della friabile parete rocciosa (354925,9 E – 4753869 N; 2015 m ; foto
n.7) si scende 50 metri verso sinistra (ovest) costeggiandola per poi
riprendere la salita al suo margine laterale.

            Da
questo punto in poi il terreno si fa molto più ripido ed insidioso.

            Si
salgono i successivi 200 metri di dislivello su terreno misto con erba e roccette
che non permettono assicurazioni e su pendenze tra i 50 e i 60° (foto n. 8-10),
costeggiando sempre il versante ovest della parete.

            In
questo tratto può risultare utile una piccozza.

            In
altri 20 minuti di salita si raggiungono le liscissime placche finali della
cresta, in prossimità dell’attacco della “ferratina del Berro”.

            Si
risale un ultimo verticale canalino erboso con uscita su roccia (foto n. 12-14)
e, al termine del lunghissimo e ripidissimo imbuto sud-ovest che dalla cima del
Pizzo Berro scende fino al fondovalle, 
si raggiunge così la catena metallica della ferratina da cui facilmente
si sale alla cima del Pizzo Berro (2259 m.)

Le immagini riportate
sono una successione cronologica della salita.

1-Il tratto iniziale della cresta sud del Pizzo Berro, un posto adatto solo ai camosci !!!!
2- Il tratto iniziale della cresta sud del Pizzo Berro, parte sommitale della foto n.1, a destra e in fondo la strada che scende da Passo Cattivo a Capotenna, di fronte Cima Cannafusto, Valle Orteccia e, in fondo Cima di Vallinfante
3- Il tratto iniziale della cresta sud del Pizzo Berro, parte a monte della foto n.2, in alto a destra la strada che scende da Passo Cattivo a Capotenna con il Casale del Berro, di fronte Cima Cannafusto, Valle Orteccia e, in fondo Cima di Vallinfante. Tra il ghiaione e il salitore, gli arbusti indicati nella descrizione.
4- Il tratto mediano della cresta, a valle della prima fascia rocciosa
5- La prima fascia rocciosa e, in alto, la parete finale, con il tracciato di salita

Discesa:

Dalla cima del Pizzo Berro si
ridiscende per la “ferratina”  e si
prosegue in ripida discesa per cresta

erbosa fino alla Forca Cervara (o Forcella della Neve, 30
minuti)

            Dalla sella
erbosa della sella  (354346,7 E –
4753760,2 N; 1965 m) dove il sentiero corre in piano verso il Monte Bove Sud,
si scende lievemente verso sud a prendere una traccia sottostante quasi
scomparsa che scende lievemente sotto alle rocce di Forca Cervara e quindi in
piano conduce nel cuore del versante sud-est del Monte Bove Sud in direzione
del Passo Cattivo.

Il tracciato, poco frequentato,
scompare in alcuni tratti ma è visibile e si fa netto man mano che ci si
avvicina al Passo Cattivo che si raggiunge in circa 1 ora di scomodo traverso.

            Dal Passo
Cattivo per la strada di accesso in 30 minuti si raggiunge l’auto.

GIANLUCA
CARRADORINI            – FAUSTO
SERRANI             1 LUGLIO 2016

6- La risalita della fascia rocciosa, con passaggi di I° e II°.
7- L’alta parete rocciosa che caratterizza la parte finale della grande cresta Sud del Pizzo Berro
8- Il traverso oltre la parete finale, in fondo (ma molto in fondo !) la strada di accesso alla cresta.
9- Fausto con sguardo sconcertato, sembra quasi dire “ma dove c…. mi ha portato questo oggi ?”
10- Il tratto finale, si traversa su pendii di 50-60° con erba e rocce
11- Il tratto finale della cresta
12- Il canalino erboso sulla sommità dell’enorme imbuto del versante sud-ovest del Pizzo Berro , a sinistra la ripidissima cresta di salita.
13- L’uscita su roccia dell’ultimo canalino erboso, prima della “ferratina del Berro”.
14- Le liscissime placche rocciose al lato destro della “ferratina”.
15- Il versante sud-ovest del Pizzo Berro con l’itinerario di salita, a destra il Monte Priora (Pizzo Regina), visto dai pressi del Passo Cattivo.
16- Il versante sud-ovest del Pizzo Berro in veste invernale con l’itinerario di salita, visto da Cima di Vallinfante.

PIANTA SATELLITARE DEL PERCORSO:

PERCORSO VERDE: AVVICINAMENTO

PERCORSO ROSSO: ITINERARIO PROPOSTO

PERCORSO GIALLO: DISCESA

Pianta satellitare del percorso



VAL DI BOVE –MONTE BICCO – PASSO CATTIVO REPORTAGE DALL’INFERNO

Il 17 giugno 2017, ottenuto un pass per raggiungere Frontignano, abbiamo percorso l’anello classico: Parcheggio Hotel Felicita – Val di Bove – Canale est del Monte Bicco – Monte Bicco – Monte Bove Sud – Passo Cattivo  e siamo scesi per la strada sterrata fino al canalone dei campi da sci di Frontignano quindi velocemente fino all’auto.

A parte la desolazione dei paesi attraversati in auto dopo oltre 7 mesi dal sisma, Visso, Ussita, Frontignano dove regna il totale silenzio, tutto si è fermato alla sera del 26 ottobre 2016, le macerie ancora sono tutte lì, non si incontra nessuno, non c’è assoluto movimento, non c’è nessuno che lavora, eppure il da fare non manca con centinaia di case crollate o lesionate di lavoro ce n’è per anni eppure nessuno sta facendo qualcosa.

Paesi nel più totale stato di abbandono, nelle macerie stanno crescendo le piante e forse presto saranno sommerse dal verde e nascoste dalla natura così saremo dimenticati ancora di più al nostro destino.

Che qualcuno abbia il coraggio di dirci che lo Stato è totalmente impotente di fronte a questa catastrofe e almeno ci metteremo al lavoro con le nostre forze a ricostruire anziché aspettare che la disperazione forzata ci porti alla stessa conclusione.

Al ritorno solo a Pievetorina abbiamo visto gente al lavoro forse nella nuova lottizzazione fuori del paese dove credo dovranno realizzare le prime casette di legno.

A Visso invece c’era una sola ruspa al lavoro nella demolizione di una abitazione parzialmente crollata prospiciente la strada principale, almeno qui l’hanno demolita anziché spendere dei soldi per la messa in sicurezza (facendo anche degli ulteriori danni) per poi demolirla tra qualche mese o forse qualche anno come hanno fatto in altri paesi !!!!

Tralasciando le mie considerazioni riporto di seguito le immagini in ordine cronologico dell’inferno che abbiamo visto, nonostante la pessima qualità delle foto a causa della giornata nebbiosa ed afosa, pensavamo di aver visto già molta distruzione  nelle precedenti uscite ma il peggio non l’avevamo ancora visto.

GIANLUCA CARRADORINI – FAUSTO SERRANI – STEFANO CIOCCHETTI – DAVIDE ANSOVINI 17 GIUGNO 2017

1-Primi massi ed alberi abbattuti nel fondo della Val di Bove, sulla verticale de “Le Quinte”.
2-La base de “Le Quinte” con la grande conoide detritica prodotta dalle numerose frane, ma la grande frana ancora non era visibile.
3-Val di Bove, versante sud de “le Quinte” con la grande frana del camino centrale. 
4- Parete nord del Monte Bicco con la grande frana dello spigolo est.
5- Le proporzioni della frana in confronto con Stefano, in basso a destra.I massi grigi sono vecchi    crolli.
6- Il grande masso dove sta Stefano si è fermato sul sentiero Val di Bove – Forcella Passaiola.
7- Anthocharis belia euphenoides, esemplare maschio di una rara farfalla di montagna in Val di Bove.
8- Camoscio curioso sulla cresta est del Monte Bicco.
9- Camosci sulla cresta est del Monte Bicco.
10-Parete nord del Monte Bicco, un camoscio al pascolo 10 metri sotto di noi tra decine di fiori alpini.
11- la scarpata cosismica alta circa 50-60 centimetri all’inizio del sentiero che dai campi da sci di  Frontignano (termine sciovia Jacci di Bicco) sale verso il Monte Bove Sud.
12- La scarpata cosismica continua per altri 500 metri nel versante sud di Monte Bove Sud in direzione di Passo Cattivo.
13- Il Passo Cattivo con tre enormi frane cadute dal versante ovest verso la valle di Macchie di Vallinfante.
14- Una grande frattura profonda diversi metri taglia tutta la strada al Passo Cattivo, preludio della distruzione che segue.
15- La prima di decine di fenditure aperte nei prati di Passo Cattivo, si nota il taglio ed il distacco nelle due parti di roccia al lati della spaccatura. 
16- In questa spaccatura profonda oltre due metri sembra che le onde sismiche hanno schizzato i sassi ai lati del cratere.  
17- Uno dei torrioni che caratterizzano il versante ovest del Passo Cattivo parzialmente franato, sullo sfondo il paese di Castelsantangelo sul Nera.
18- Un’altra fenditura in prossimità della cresta di Passo Cattivo, ci entrano i bastoncini per tutta la loro lunghezza !!!
19- Salendo per il sentiero verso Cima di Vallinfante le fenditure sono ovunque, saliamo con attenzione con il timore di sprofondare anche noi.
20- Quel che rimane di uno dei torrioni di Passo Cattivo spaccati e franati, la prossima volta che ripasseremo forse anche questa foto sarà cambiata.
21- Sul bordo della seconda frana, di fronte i torrioni spaccati della foto n. 20.
22-La cima sovrastante Passo Cattivo, che precede la Cima di Quota 2065 m., con il versante ovest completamente franato.
23- Il pendio sottostante la cima della foto n.22. Al centro il Colle la Croce ed il camping M. Prata, a destra l’abitato di Vallinfante.
24- Veduta verticale sotto alle pareti di Passo Cattivo con le grandi conoidi detritiche prodotte dalle tre frane fermate dal bosco sottostante, sullo sfondo l’abitato di Macchie di Vallinfante.
25- La Cima senza nome che precede quella di quota 2065 m. franata e percorsa da una profonda fenditura.
26- La incredibile e profonda fenditura che percorre tutta la cima sovrastante Passo Cattivo, qui la montagna si è separata e divisa in due, la cotica erbosa caduta al suo interno ha ripreso vita.
27- Nella fenditura la roccia mostra la parte superiore esposta agli agenti atmosferici più grigia e quella che una volta stava sottoterra più bianca, qui si vede nettamente lo stravolgimento compiuto dal terremoto.
28- La parte finale con sorpresa della fenditura delle foto n.26-27.
29- La sorpresa finale , la fenditura termina in prossimità della cresta con un profondissimo e strettissimo taglio, Stefano scende per oltre un metro sottoterra, sullo sfondo la Cima di Quota 2065 m. che precede la Cima di Vallinfante.
30- Il solco si fa sempre più stretto scomparendo apparentemente oltre la cresta, qui il bastoncino non toccava il fondo, più avanti si.
31- Nigritella widderi a quota 1700 metri nel canalone dei campi da sci del Monte Cornaccione, non l’avevo mai vista così in basso.
32- Con questa immagine di un coleottero alpino, il  Trichius fasciatus su Anthemis usciamo dall’inferno con la speranza di non dover vedere più altre distruzioni.

Autorizzazione giornaliera per l’escursione.