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MONTE VENTOSOLA – GROTTA LALLA AL MONTE CALLARELLE – MONTE CASTELLACCIO

Il 21 gennaio abbiamo raggiunto in auto il Valico di Castelluccio quindi abbiamo proseguito a piedi in direzione Nord-ovest per evidente tratturo, con forte vento e scarsissimo innevamento, in direzione del Monte Ventosola.

Quindi scendendo dalla cima del Monte Ventosola, oggi dal nome quanto mai azzeccato, si prosegue verso la cresta del Monte Callarelle visitando la piccola Grotta Lalla che al suo interno ci ha consesso una breve tregua dal vento.

Quindi abbiamo ripiegato verso la sella tra il Monte Castello ed il Castellaccio, risalito la cresta di quest’ultimo e scesi di nuovo verso il valico.

Per maggiori dettagli in proposito vedasi anche l’articolo del 27 ottobre 2022 al M.Ventosola e del 24 aprile 2022 al Monte Castello e Castellaccio nel presente sito.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il tratturo che dal Valico di Castelluccio conduce verso il Monte Ventosola a sinistra.
2- A destra invece si innalza il Monte Castellaccio.
3- Veduta del Piano Grande, Castelluccio e i Monti Sibillini dal Pizzo Berro a sinistra fino al M. Argentella a destra.
4- E la Cima del Redentore che svetta dietro alla cresta M.Castello-M. Castellaccio
5- Dal M.Ventosola ci dirigiamo verso il M.Callarelle, a sinistra, quindi in successione il M. Vetica, M. Valle Sirica e, più a destra, il Colle Tosto.
6- Il Monte Callarelle con la Grotta Lalla che già si vede poco sotto alla cima.
7 – 11 -La piccola Grotta Lalla
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9 – Le pendici del Monte Ventosola viste dall’interno della Grotta Lalla.
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11- (Ph. R.Vittori)
12- Proseguiamo verso il M. Vetica ma il vento è troppo forte, ripieghiamo verso il Monte Castellaccio (Ph. R.Vittori).
13- Discesa da Monte Callarelle.
14- Il Monte Ventosola visto dal Monte Callarelle.
15- La valletta del versante Nord del Monte Castellaccio, più riparata dal vento.
16- Il Monte Castello in primo piano.
17- Lo Scoglio dell’Aquila visto dal Monte Castellaccio.
18- Zoom sul Monte Porche e Monte Palazzo Borghese.
19- Zoom sul Monte Argentella con i canali gemelli.
20- Castelluccio emerge dalla valle sottostante il Monte Castello (Ph. R.Vittori).
21- Luci ed ombre a Forca Viola (Ph. R.Vittori) .
22 – 24 – Traversata nella valletta del versante Nord del Monte Castellaccio per andare prendere la cresta Nord.
23 – (Ph. R.Vittori)
24- (Ph. R.Vittori)
25- La cresta Nord che collega Monte Castello al Monte Castellaccio.
26- Il versante Nord del Monte Castellaccio.
27- Il Piano Grande e la Cima del Redentore visti dal Monte Castellaccio.
28- La catena dei Monti Sibillini visti dal Monte Castellaccio
29- Veduta aerea del Fosso Mergani del Piano Grande.
30- Il Monte Castello visto dal Monte Castellaccio.
31- La faggeta del versante Nord.
32- Il pendio di ritorno verso il valico di Castelluccio da dove siamo partiti.



MONTE VENTOSOLA – PIANO GRANDE e le meraviglie della natura

I Piani di Castelluccio non solo donano la meraviglia della fioritura spontanea a Maggio e dei Campi coltivati a Luglio ma permettono di osservare un’altra meraviglia della natura, la perfezione delle ragnatele con la rugiada o con la brina del primo mattino che mettono in evidenza la geometria e le forme di queste incredibili costruzioni realizzate dai ragni.

Con la nebbia che si dirada si può anche osservare il raro spettacolo della Gloria Solare che in questo caso non forma il classico arcobaleno circolare ma si limita ad un arco che volteggia sopra ai Piani illuminati dal primo sole mattutino.

Terminata la visita al Piano Grande si può proseguire verso il Valico di Castelluccio dove si parcheggia, quindi si prosegue a piedi per l’evidente strada sterrata in direzione Ovest che coincide con il Grande Anello dei Sibillini, si raggiunge dapprima il passo tra Il Castellaccio e Monte Ventosola.

Quindi salendo il ripido pendio verso sinistra, facilmente in circa 30 minuti dall’auto, si raggiunge la cima del Monte Ventosola a quota 1718 m. dove si ammira un bel panorama di tutta la catena dei Monti Sibillini, dei Piani di Castelluccio e del Piano di Santa Scolastica di Norcia.

Di seguito le immagini della splendida giornata.

RAGNATELE BRINATE E CON LA RUGIADA

GLORIA SOLARE AL PIANO GRANDE

SALENDO VERSO IL VALICO DI CASTELLUCCIO

SALITA AL MONTE VENTOSOLA

1- 2- Il Monte Ventosola a sinistra e Il Castellaccio a destra.
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3- Il tratturo ormai ridotto ad una serie di solchi paralleli e senza alcun divieto di transito si dirige verso il Monte Ventosola a sinistra.
4- La Cima del Redentore, il Piano Grande e, a sinistra il Monte Castello, visti dalla cima del Monte Ventosola.
5- Il Monte Castello con lo sfondo del Pizzo Berro a sinistra ed il Monte Porche a destra.
6- Il Valico di Castelluccio da cui si parte per raggiungere il Monte Ventosola, nella curva della strada il Rifugio Perugia.
7- Veduta verso Nord-ovest dal Monte Ventosola dove emerge la sommità rocciosa del Monte Patino oggetto di recente itinerario.
8- Norcia emerge dalla nebbia che si dirada.
9- Le geometrie dei campi coltivati del Piano di Santa Scolastica di Norcia.
10- Il Piano Grande e Castelluccio
11- Arte moderna sul valico tra Il Castellaccio e Monte Ventosola, nessuno che rimuove questi pericolosi grovigli.
12- Le pendici del Monte Cappelletta con le faggete che degradano verso il Piano Grande
13- Cavalli al pascolo nel Piano Grande.
14 – Sorbo montano in versione autunnale.
15- Sorbo montano, sullo sfondo lo Scoglio dell’Aquila.
16- Acero in versione autunnale con il Monte Cardosa di fianco
17- Faggio in versione autunnale con il Monte Cardosa.



MONTE CASTELLO E CASTELLACCIO. Altre cime poco conosciute che dominano il Piano Grande.

Anche questo itinerario proposto è poco frequentato, facile, adatto a tutti e permette di avere una visione aerea completa del Piano Grande dalla parte opposta del Monte Guaidone, il cui itinerario di raggiungimento è stato descritto in questo sito soltanto una settimana fa, in cui si è passati da condizioni invernali con innevamento seppure scarsissimo alle attuali condizioni di primavera inoltrata.

Tale cima, pur essendo alta solo 1588 metri, presenta un dislivello molto ripido di 300 metri dal Piano Grande in quanto propongo di partire direttamente dalla strada Castelluccio-Norcia in corrispondenza del temine del Piano ed inizio della salita per il Valico di Castelluccio .

Tale salita è sicuramente più impegnativa e interessante rispetto all’eventuale itinerario di raggiungimento alla cima che può essere effettuato più facilmente dal Valico di Castelluccio prendendo il sentiero per Costa Precino fino al Monte Ventosola per deviare a destra per il Castellaccio e quindi per il successivo Monte Castello ma con ritorno obbligato per lo stesso itinerario in quanto il Monte Castello è una cima separata che deve essere raggiunta appositamente.

Invece l’itinerario che propongo permette un giro ad anello scendendo direttamente per la bellissima Valle Caprelli o dal Malpasso fino al Casaletto Guglielmi, per una valletta laterale del Piano Grande che rimane invisibile dalla strada e quindi meno conosciuta, in quanto racchiusa tra il Monte Ventosola ed il Monte Castello, per poi raggiungere la strada nel punto in cui si è lasciata l’auto.

In ogni caso l’itinerario prevede anche la eventuale salita al Monte Ventosola 1718 m.

ACCESSO: Si raggiunge in auto il Piano Grande di Castelluccio tramite la strada provinciale n.477, se si proviene da Norcia, una volta raggiunto il Rifugio Perugia ed il Valico di Castelluccio si scende al Piano Grande, appena terminata la discesa si parcheggia dopo la curva di fianco alla strada (non sui prati, 351299 E – 4739559,8 N; 1285 m.), se si proviene da Castelluccio si scende dal paese e si prosegue in direzione Norcia, si percorre tutto il Piano Grande fino alla curva da dove inizia della salita dove si parcheggia.

DESCRIZIONE: Dall’auto si scende nel Piano Grande in direzione Nord-ovest in direzione della cresta sovrastante, dopo circa 200 metri ci si trova alla base della cresta caratterizzata da rocce affioranti che si sale direttamente senza itinerario, su pendii piuttosto ripidi, si supera un grande masso distaccato dal terremoto ed in circa 40 minuti dall’auto si raggiunge la cima del Monte Castello (350914,6 E – 4738708,7 N; 1588 m.) da cui si osserva la nascosta Valle Caprelli sottostante il versante Ovest della montagna e tutto il Piano Grande, dall’Ingiottitoio fino alla Cima del Redentore che lo chiude a Nord-Est.

Dal Monte Castello si scende per cresta rocciosa obbligata in direzione Sud fino alla sella a 1545 m. (350979 E – 4738198,5; 10 minuti) per poi riprendere la salita, sempre caratterizzata da rocce affioranti, fino al Castellaccio (15 minuti, 351126,3 E – 4737549,5 N; 1655 m.) da cui si apre la veduta verso il Valico di Castelluccio da cui si può provenire per chi non ama le salite ripide di montagna !!!

Da qui, se si vuole raggiunge la cima del Monte Ventosola che si innalza a destra, si scende la cresta in direzione Ovest, si risale la cima di quota 1660 m. (350865 E – 4737417,7 N), si ridiscende sempre verso Ovest fino al tratturo imbrecciato sottostante quindi si risale alla cima del Monte Ventosola direttamente per pendio erboso senza tracciato (30 minuti dal Castellaccio, 350358,2 E – 4737397,4 N; 1718 m.)

DISCESA: Dal Castellaccio si scende direttamente, senza itinerario, nella Valle Caprelli sottostante nel versante Nord-ovest costeggiando la faggeta presente nel fosso che scende dalla cima fino ad intercettare un sentiero di fondovalle che, in un’ora, riporta all’auto passando nei pressi del diroccato Casaletto Guglielmi che si osserva dall’alto durante la salita (350426 E – 4739358 N; 1309 m.) tenendosi sempre verso destra in direzione Est costeggiando sempre il Monte Castello.

Dalla cima del Monte Ventosola non si scende per l’itinerario di salita ma invece si scende liberamente verso Nord-ovest per raggiungere il tratturo che attraversa in quota il versante (attraversato durante la salita) fino al canalone che scende verso la Valle Caprelli, dove si intercetta un sentiero che scende a mezza costa del versante Est del Monte Callarelle fino al canalone del Malpasso e, sempre in discesa, fino al Casaletto Guglielmi (1 ora).

Dal Casaletto in altri 15 minuti tenendosi sempre alla base del Monte Castello si raggiunge la strada da dove è iniziata la salita.

Prima di andare via dal Piano Grande non poteva mancare un giro nei vari laghetti temporanei che, grazie alla limpida giornata, si sono trasformati in tanti specchi regalando fantastiche immagini delle cime del gruppo Sud dei Monti Sibillini (foto e video 43-56).

1- Il Monte Castello a destra con la cresta di salita caratterizzata da linee di neve quindi il Monte Ventosola al centro ed il Castellaccio a sinistra, a mezza costa la strada che sale dal Piano Grande a Norcia, visti verso Sud-ovest da Castelluccio.
2- La curva della strada del Piano Grande da cui inizia l’itinerario proposto al Monte Castello con, a destra, la cresta di salita con rocce affioranti.
3- In breve si guadagna quota sul Piano Grande, di fronte il Poggio di Croce,nel margine destro il Monte Porche in lontananza.
4- La ripida cresta di salita con rocce affioranti.
5 – 7- La strada del Piano Grande con il lungo rettilineo di 4 chilometri e la Cima del Redentore che troneggia sullo sfondo, nel piazzaletto prima della curva la mia auto.
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8- Foschia mattutina al Piano Grande.
9 – 10.- Un grande masso staccato dal terremoto dalla sua base incombe sul piano sottostante.
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11- Un continuo ripido pendio con lingue di neve (visibili nella foto n.1) caratterizza la cresta di salita.
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13- La cima del Monte Castello
14 – 15- L’immensa veduta aerea del Piano Grande con i tanti laghetti primaverili, dalla cima del Monte Castello.
15- Il Fosso Mergani e i Monti della Laga sullo sfondo
16- Dalla cima del Monte Castello, il Castellaccio a sinistra ed il Monte Ventosola a destra.
17- Primi fiori primaverili: Draba aizoides
18- Primi fiori primaverili: Iberis saxatilis
19- A sinistra la già verde Valle Caprelli nel versante Ovest del Monte Castello con il Casaletto Guglielmi., una settimana fa era tutto coperto dalla neve.
20- La mia ombra scende verso Valle Caprelli con il Casaletto Guglielmi
21- Zoom sul Casaletto Guglielmi frequentato da cavalli allo stato brado.
22 – 23- Buche di talpe nel Piano Grande, dall’alto si possono notare i loro tracciati sotterranei e soprattutto il numero della loro popolazione.
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24- Il lungo rettilineo della strada del Piano Grande con il Monte Argentella sullo sfondo.
25- La forcella tra il Monte Castello e Castellaccio a sinistra e il Monte Ventosola a destra, al centro il bosco di discesa verso Valle Caprelli
26- Il Monte Castello visto dal Castellaccio, a sinistra la Valle Caprelli.
27- La Valle Caprelli sottostante il Castellaccio
28- Veduta verso Sud dal Castellaccio con la strada per Norcia ed il Valico di Castelluccio da cui si può provenire in modo più banale.
29- 30- Il Monte Guaidone, il cui itinerario di accesso ho descritto per la cresta visibile a sinistra solo una settimana fa in condizioni invernali.
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31- Il Piano PIccolo ed il Laghetto.
32- Zoom sul Laghetto del Piano Piccolo visto dal Castellaccio
33- Veduta verso Nord, il Monte Argentella a sinistra con i canali gemelli e Cima di Forca Viola a destra.
34- La Cima di Passo Cattivo al centro , il PIzzo Berro che emerge dietro, il Monte Prata sottostante in primo piano con la strada per Fonte della Giumenta.
35- Sempervivum arachnoideus si confonde con i licheni delle rocce del Castellaccio.
36- La prima parte di Valle Caprelli sotto al Castellaccio, a destra le pendici del Monte Castello.
37- La Valle Caprelli ed il Castellaccio a sinistra del bosco.
38- Riparo di lamiera di pastori trascinato probabilmente dal vento dai pendii soprastanti nel Fosso del Malpasso, in questi ultimi anni ho documentato numerosi abbandoni indiscriminati di rifiuti vari da parte dei pastori estivi che frequentano i Monti Sibillini.
39 – 40- Il fondo della Valle Caprelli con il Casaletto Guglielmi e numerosi cavalli.
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41 – 42- Le centinaia di buche delle talpe viste dal basso anzichè dall’alto come nelle foto 22-23
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43- 44- Il Monte Porche ed il Monte Argentella.
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45- La parte terminale della catena dei Monti Sibillini, dal M.Porche alla Cima del Redentore.
46- 47- La Cima del Redentore con i suoi più di 1000 metri di dislivello dl Piano Grande.
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48- Fioritura di Crocus vernus nei pressi dei laghetti temporanei del Piano Grande
49- 50- Il Monte Guaidone, la cui salita è stata descritta una settimana prima del presente itinerario
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51- La cresta Forca di Presta -Monte Vettoretto e la Valle Santa sulla sinistra.
52- Dettaglio dell’erba che spunta dall’acqua dei laghetti temporanei del Piano Grande con le strisce di neve della Cima del Redentore che si rispecchiano nel laghetto.
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57- PIANTA SATELLITARE DEL PERCORSO PROPOSTO PER MONTE CASTELLO
ROSSO: Itinerario di salita
GIALLO: Itinerari di discesa



NORCIA – M.VENTOSOLA Per la strada per Castelluccio

Questa volta propongo un nuovo itinerario escursionistico non faticoso anche se lungo ma sconvolgente, più che per la lunghezza complessiva di 19 chilometri e dislivello di 900 metri,  per la possibilità di osservare la distruzione operata dal sisma del 30 ottobre 2016.

Salendo per la strada provinciale n. 477 che collega Norcia a Castelluccio, chiusa ovviamente al transito veicolare, si possono vedere immagini da film, strade contorte, spaccate, massi grandi come un’auto scesi a valle, frane e una immensa distruzione.

L’itinerario è stato realizzato in funzione della chiusura al traffico delle strade di avvicinamento a Castelluccio sia dal versante di Norcia che dal versante di Castelsantangelo sul Nera che di Montegallo.

Avvicinamento 

L’itinerario proposto parte dalla frazione di San Pellegrino di Norcia che si raggiunge proseguendo dal capoluogo per la strada provinciale n. 476 in direzione di Savelli – Città Reale.

Si supera il cimitero e si supera il bivio a sinistra per Castelluccio (strada statale n.685), chiuso al traffico.

Proseguendo ancora per 50 metri si incontra, sempre a sinistra, il bivio per San Pellegrino.

Giunti poco prima del paese in gran parte distrutto dal sisma, si incontra una deviazione a sinistra che si trasforma in una stretta stradina che, quasi in piano, conduce in auto alla strada statale n.685 che sale per Castelluccio-Ascoli Piceno aperta solo in questo tratto.

Si continua a destra sulla strada e giunti al bivio si sale a sinistra in direzione Castelluccio (strada statale n.685 chiusa a destra per Ascoli Piceno in quanto la galleria che sbuca ad Arquata del Tronto ha subito danni) fino ad un incrocio che sale a sinistra da Grotti (altra frazione di Norcia), qui la strada è sbarrata e si lascia l’auto.

Salita

Dall’auto, per accorciare il tragitto,  si prende un evidente e ampio tratturo che sale a destra nel bosco (348186 E – 4737490 N; 880 m.).

Dopo circa 400 metri si incontra una deviazione a sinistra che si ignora (348365,3 E – 4737160,5 N; 940 m.), dopo altri 600 metri ad un incrocio si devia a sinistra (348674,8 E – 4736696,2 N: 1050 m.), si continua per altri 100 metri fino ad una deviazione in salita verso destra e dopo circa 250 metri ad un incrocio (348922,5 E – 4736731 N; 1135 m) si prende a sinistra e in altri 200 metri (1 ora) si sbuca sulla strada Norcia-Castelluccio 200 metri più avanti di un grande ripetitore installato proprio a ridosso della strada (348770 E – 4737034 N; 1190 m.).

Nel giorno della salita in realtà è stata percorsa una variante; dopo circa 400 metri ad un incrocio si devia a sinistra, si continua per altri 600 metri sempre verso sinistra fino ad un bosco tagliato e ad un bivio.

Qui si può prendere o il tracciato che sale e si giunge alla strada soprastante più a monte oppure (itinerario più impegnativo) si prosegue per il tracciato più basso fino ad un canale con masso franato.

Dopo il canale il tracciato si trasforma in un esile sentiero per perdersi in corrispondenza di alcune radure erbose.

Dalle radure si sale in verticale ed in circa 100 metri si ritrova un tracciato che sale verso sinistra ed in breve sbuca sulla strada Norcia-Castelluccio (1,15 ore).

Si prosegue per la strada asfaltata fino a raggiungere un canalone molto inciso che forma una piccola forra, si prosegue e supera quindi un grande pilone di un ripetitore in corrispondenza del quale la strada è completamente distrutta .

La strada è in più punti completamente distrutta, franata e spaccata sia a monte che a valle come visibile nelle foto.

Itinerario comune alle due varianti.

Dal ripetitore si prosegue la strada per altri 1000 metri circa fino a raggiungere un secondo vallone caratterizzato da un canale ghiaioso (349733 E – 4736620 N.; 1270 m.; foto n.1).

Dal canale si sale nella sua sponda destra denominata Costa delle Cupaie (versante nord-ovest)  per radure erbose e nuclei di faggi fino a raggiungere un canalino inciso sulla destra e quindi i prati sommitali nei pressi di una forcella rocciosa a quota 1480 m. (350184,2 E – 4736882,6 N; 1 ora).

Continuando la salita per pendii erbosi sulla sinistra si raggiunge la cima del Monte Ventòsola a quota 1718 metri dove si scopre il Piano Grande, Castelluccio e la parte meridionale della catena dei Monti Sibillini.

Portatevi un binocolo in quanto da questa posizione è possibile osservare le scarpate cosismiche aperte nel versante sud-ovest della Cima del Redentore, del Monte Vettoretto, del Monte Porche e del Monte Abuzzago dal sisma del 26-30 ottobre come visibile nelle foto 4-5-6-7.

Ritorno

Dal Monte Ventosola si consiglia di raggiungere il Rifugio Perugia ben visibile verso sud, scendendo dalla cima nella conca sottostante che conduce dapprima al fu Casaletto Onori distrutto (350970 E – 4736752,5 N; 1520 m.) e quindi direttamente al rifugio Perugia (351060,2 E – 4736456,4 N; 1490m.) fortemente danneggiato dal sisma.

Dal Rifugio Perugia si prende la strada statale n.477 che scende verso Norcia e la si percorre completamente anche per osservare la distruzione operata dal sisma soprattutto nel versante sud-est della Costa delle Cupaie dove da dei grandi torrioni rocciosi si sono staccati massi grandi come auto che hanno distrutto la strada.

Per accorciare il tracciato si può scendere per il percorso di salita riprendendo il tratturo che scende nel bosco 200 metri prima di raggiungere il ripetitore, è consigliabile lasciare un segnale sulla strada (freccia di sassi) per ritrovare il tracciato a causa del margine della strada franato in più punti.

1- La strada Norcia – Castelluccio nei pressi del vallone di salita, alle spalle la Costa delle Cupaie con il tracciato di salita.
2- Le condizioni della strada nei pressi del ripetitore.
3- Il Piano Grande con il Fosso Mergani, la Cima del Redentore al centro , Castelluccio ed il M. Porche a sinistra, visti dalla forcella del M. Ventosola.
4- Il versante Ovest della Cima del Redentore con le due scarpate cosismiche del Cordone del Vettore e della fascia inferiore.
5- Il versante Ovest del Monte Vettoretto con la scarpata cosismica nei pressi della croce di Zilioli (dettagli nelle foto 24-31).
6- Il versante Ovest del Monte Porche con la scarpata cosismica.
7- Il versante Ovest del Monte Abuzzago con la scarpata cosismica, a destra la Valle delle Fonti.
8- Il Casaletto Onori distrutto dal sisma.
9- Il Rifugio Perugia, l’evidente errore costruttivo di un pesante cordolo in cemento armato sopra un muro di pietre non adeguatamente legati tra loro ha portato al crollo della sala di ristorazione !!!!.
10- Il versante sud-ovest della Costa delle Cupaie con i torrioni di roccia franati e il grande masso finito sotto strada.
11- Le condizioni della strada sotto al  versante sud-ovest della Costa delle Cupaie con massi sulla strada grandi come auto spostati per garantire la viabilità dei mezzi di soccorso per Castelluccio.
12- Il masso sotto strada della foto n. 10; mai così utile e veritiero il segnale stradale
13- Ancora enormi massi sulla strada, immaginate solo per un momento di essere li nel momento in cui cadevano !!!!!!!
14- In questo tratto la strada non esiste più, notate il paracarri come è ondulato e dove è finito!
15- Ancora distruzione!
16- Ancora distruzione!
17- Grandi spaccature sulla strada, ci entra uno scarpone !!
18- Altre spaccature sulla strada, immaginate solo per un momento di essere li nel momento in cui si aprivano !!!!!!!
19- Ancora grandi spaccature sull’asfalto.
20- Non ho più parole per descrivere la distruzione che si è compiuta.
21- L’ultima immagine della strada, con la speranza nel cuore di percorrerla in auto presto anche se sarà molto difficile !!!

Concludo questo itinerario con alcune immagini ravvicinate della seconda scarpata cosismica del Monte Vettoretto,  ripresa da lontano nella foto n.5.

Il 30 dicembre 2016 abbiamo risalito di nuovo il canale sud del Monte Vettoretto  descritto nel mio itinerario n.24 realizzato poche settimane dopo la scossa del 24 agosto 2016.

La scarpata cosismica di cui avevo riportato diverse immagini nell’itinerario indicato sopra non era che un graffio sulla superficie terrestre.

Il forte sisma della mattina del 30 ottobre ha creato una scarpata alta in alcuni tratti anche 70 centimetri davvero impressionante.

La zona, a causa delle strade chiuse, è stata raggiunta a piedi addirittura da Valle Orsara, frazione di Montegallo, raggiunta in auto da Balzo deviando per Corbara-Fonditore per evitare la zona rossa del centro storico di Balzo chiusa al traffico.

Dalla strada soprastante la frazione, chiusa al traffico veicolare, è stato raggiunto Passo Galluccio, quindi sempre su strada, Forca di Presta e poi siamo saliti alla Croce di Zilioli nel versante sud del Monte Vettoretto per l’itinerario indicato sopra, percorrendo complessivamente 22 chilometri e 1200 metri di dislivello.

La fatica ci ha ripagato con immagini incredibili e nello stesso tempo impressionanti.

22- Grandi frane nel versante sud-ovest del Monte Vettore, sotto all’Aia della Regina, notate le dimensioni con il confronto con gli alberi del rimboschimento 
23- Grandi frane nel versante sud-ovest del Monte Vettore, sotto all’Aia della Regina, in alto a destra la Grotta delle Fate. 
24- La scarpata cosismica del M. Vettoretto vista da Sasso Tagliato- Forca di Presta, in alto al centro la Punta di Prato Pulito, a sinistra la Cima del Lago con appena una spruzzata di neve, il 30 dicembre 2016, come è cambiato il clima !!!!!
25- L’abbassamento del terreno nel canale sud del M. Vettoretto qui ben visibile nella differenza di colore delle rocce levigate nei millenni dallo scorrimento delle due placche.
26- salendo il canale sud del M. Vettoretto con la fenditura molto più grande di quella fotografata a settembre.
27- La fenditura cosismica nei pressi della fontana sottostante la Croce di Zilioli, in alto il M. Vettoretto.
28- La fontana sottostante la Croce di Zilioli spostata dalla fenditura che le passa di lato. 
29- La scarpata cosismica nei pressi della Croce di Tito Zilioli, all’interno del cerchio.
30- La scarpata cosismica nei pressi della Croce di Tito Zilioli.
31- La scarpata cosismica prosegue verso lo Scoglio dell’Aquila, nel cosiddetto Cordone del Vettore.
31- Il tratto più alto della scarpata cosismica, oltre 70 centimetri di abbassamento del terreno !!!!.
Rosso. Itinerario proposto
Verde: Itinerario di discesa

Gianluca Carradorini , Serrani Fausto, Bartolazzi Bruno e Ciocchetti Stefano.   Dicembre 2016