LA DIRETTISSIMA OVEST ALLA CROCE DI MONTE BOVE E IL GROTTONE ALLA BANDITA

La direttissima della cresta Ovest della Croce di Monte Bove non è assolutamente una escursione adatta a tutti, lunga ed impegnativa, prevede passaggi molto esposti, risalita di tratti di pareti rocciose di I e II grado, salite su erba ripida e tratti ghiaiosi scivolosi, passaggi delicati vicino a spaccature e tratti devastati dal terremoto del 2016.

Ne abbiamo percorso il primo tratto per poter fare la descrizione e, con l’occasione, abbiamo anche integrato la segnaletica a terra con ometti di pietre per trovare più facilmente l’attacco ma principalmente siamo saliti per andare alla ricerca del Grottone alla Bandita, una grotta che il mio amico Patrizio, esperto e tenace ricercatore di grotte dell’Appennino, aveva cercato invano già un’altra volta.

La direttissima per la cresta Ovest alla Croce di Monte Bove io l’avevo percorsa più di una quindicina di anni fa con alcuni amici del CAI di Camerino tra cui L’avvocato Torquato Sartori, deceduto in montagna il 14 ottobre 2012 che ricordo con affetto.

Mentre in questo blog ho descritto la “Direttissima alla Croce di Monte Bove”, nell’articolo del 1 febbraio 2019, per il ghiaione Sudovest, molto più ripida e diretta.

Giunti al limite dell’area protetta del Camoscio non abbiamo terminato la salita in quanto non avevamo richiesto l’autorizzazione, obbligatoria per le salite alpinistiche della zona del Monte Bove (vedere regolamento nel sito istituzionale del Parco).

ACCESSO: Si raggiunge in auto la frazione di Calcara di Ussita e si parcheggia in un piazzale in corrispondenza della Chiesa di Sant’Andrea Apostolo distrutta dal terremoto.

DESCRIZIONE: Dal parcheggio si risale il sentiero che costeggia la chiesa e, più avanti, un edificio recintato usato dagli Scout, continuando si supera una captazione di acquedotto.

Dopo circa 300 metri si intercetta la strada che, da Calcara, conduce a Poggio Paradiso, e dove è meglio non parcheggiare per non trovare fastidiose multe, descritta nell’itinerario per la Cascata delle Callarelle. Dall’incrocio si ignora la strada e si tira dritti in salita per il sentiero che prosegue nel bosco sovrastante.

Dopo circa 400 metri si incontra un tratturo e si devia a sinistra, dopo circa 500 metri, si raggiunge una captazione di un acquedotto (foto n.4-5).

Dal lato del piccolo edificio si risale nel bosco, in verticale, o, come diciamo noi di montagna, “dritto per dritto”. Dopo 250 metri di faticosa e ripida salita nel bosco si raggiunge una cresta erbosa che sale in netta salita in leggera diagonale verso destra (Ovest) dove si è già in vista della grande Croce della cima.

Si segue la cresta per circa 150 metri quando si iniziano a trovare degli ometti di pietra in successione visiva (foto n.7-8).

DEVIAZIONE ALLA GROTTA DI PATRIZIO: Dopo il secondo ometto, leggermente spostato sulla destra, si nota, proprio sotto alla cresta, un avvallamento boscoso, si scende per poi risalire più in alto a destra per un passaggio obbligato su una cengia sotto ad alcune pareti rocciose. Raggiunto un piccolo canale si scende a destra e dopo alcune decine di metri si apre una grotta senza nome e non riportata nel Catasto delle Cavita della Regione Marche, scoperta da Patrizio, alta alcuni metri e profonda una decina.

Si ritorna indietro sulla cresta erbosa e si continua a risalirla seguendo gli ometti di pietra fino a raggiungere le prime paretine rocciose (1,3 ore dall’auto).

Qui si deve obbligatoriamente seguire gli ometti che conducono al primo bollo rosso (350489, E – 4755330,5 N; 1320 m,) che indica l’inizio della Direttissima della Cresta Nordovest della Croce di Monte Bove, guardare nelle rocce in alto, addirittura in corrispondenza del primo bollo rosso si vede anche il secondo posto diverse decine di metri più in alto (foto n. 9-13).

La via è perfettamente segnalata da bolli rossi a distanza ravvicinata e ben visibile che si devono seguire fedelmente per non imbattersi in difficoltà maggiori di quelle che sono presenti nella via (foto n.14-17).

In meno di due ore dall’attacco si raggiunge così la sella sotto alla cima della Croce di Monte Bove.

Giunti al ripiano sotto alla cima si può proseguire per la mia “Direttissima alla Croce di Monte Bove” (vedere descrizione) portandosi sul versante di sinistra costeggiando le pareti per risalire il verticale canale Ovest facendo molta attenzione perché dopo il terremoto si sono accumulati dei pericolosi massi, addirittura in uno molto grande, bisogna passare sotto togliendosi lo zaino.

Oppure dalla sella deviare a destra in quota per traccia di sentiero, attraversando due canali ghiaiosi, verso la sommità delle Quinte, costeggiando la base delle pareti sovrastanti e salire direttamente la ripida cresta rocciosa che sale dalle Quinte verso la cima della Croce di Monte Bove dal versante Sud (40 minuti, vedere l’articolo “I terrazzi da brivido dei Monti Sibillini – parte I”).

Si consiglia comunque di portare casco e, precauzionalmente, imbraco, corda, alcuni cordini e chiodi di emergenza.

Alcuni tratti superiori, a mia memoria, sono impegnativi e molto esposti per cui in caso di difficoltà procedere in cordata.

Non è assolutamente consigliabile ridiscendere dalla via in quanto i bolli rossi sono visibili solo dal basso e quindi impossibili da vedere in discesa per cui è facile sbagliare la via e mettersi in seria difficoltà.

Non riporto la traccia GPS in quanto la salita è labirintica ed il segnale rimbalza spesso ma seguendo i bolli rossi non ci si può sbagliare.

DISCESA: La discesa dalla Croce di Monte Bove può essere effettuata dal sentiero normale di salita dalla Val di Bove. Superata la base delle Quinte e giunti, nel bosco, all’incrocio per Frontignano (sentiero a sinistra proveniente dall’ex Hotel Felicita) si continua in discesa su sentiero a tratti poco visibile, che riporta a Calcara (almeno 2 ore dalla cima).

GROTTONE ALLA BANDITA

Il Grottone alla Bandita, che, come dice il suo appellativo, una bella e grande cavità, alta e profonda, formata da un grande arco di roccia, indicata nel Catasto delle Cavità della Regione Marche, si apre nel basso versante Ovest della Croce di Monte Bove.

Giunti all’inizio della Direttissima , in vista del primo bollo, si scende nel bosco a sinistra per risalire sempre verso sinistra attraversando dei canali ghiaiosi per circa 200 metri, fino alla sua verticale. Qui ci si orienta solo seguendo la posizione della Grotta tramite navigatore satellitare in quanto è impossibile fare una descrizione dettagliata, ci vuole solo spirito d’avventura come ha Patrizio che l’ha trovata.

Giunti sulla sua verticale si risale un canale tra delle rocce fino a vedere dal basso la grande apertura.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- La Chiesa di Sant’Andrea Apostolo da cui si inizia a salire.
2- Una prima captazione di acquedotto nel bosco.
3- Il sentiero che conduce verso la seconda captazione idirica.
4 – 5- La captazione idrica da cui si sale verso la cresta erbosa sovrastante.
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6- Il primo tratto della cresta erbosa, si vede in alto la croce di cima.
7 – 8- Gli ometti di pietra in successione visiva uno dopo l’altro.
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9 – 10- L’ultimo ometto con le prime pareti rocciose, oltre gli alberi si vede il primo bollo rosso.
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11- Il primo ben visibile bollo rosso della via.
12- 13- La stessa foto effettuata con fotocamera in modalità “Colore parziale: rosso” per evidenziare i bolli rossi nelle rocce all’inizio della via.
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14 – 17- Fasi di risalita del primo tratto della Direttissima con i numerosi ed evidentissimi bolli rossi di segnalazione.
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18 – 19- Profondi crepacci aperti dal terremoto del 2016.
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20 – 23- Saliamo ancora tra cenge, rocce e ripidi scivoli erbosi.
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24- Fino a che, dei camosci, ci ricordano che siamo al confine con la zona protetta dove si può risalire solo con autorizzazione.
25- La Croce di Monte Rotondo, il Monte Rotondo e Casali di Ussita.
26- L’ambiente di salita con Frontignano ed il Monte Cardosa sullo sfondo.
27- Veduta aerea su Ussita.

LA GROTTA DI PATRIZIO

28- Il punto della cresta erbosa dove si scende nell’avvallamento boscoso di destra per raggiungere la grotta di Patrizio.
29 – 34- La “Grotta di Patrizio”.
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IL GROTTONE ALLA BANDITA

35- Il Grottone alla Bandita visibile dalla base del ghiaione sottostante.
36 – 47 – Il Grottone è formato da un grande arco di roccia che, per fortuna, ha tenuto anche dopo il terremoto del 2016 che ha creato diverse spaccature nella zona (foto n. 18-19)
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48- Allium lusitanicum a fioritura tardo estiva, abbondante nella cresta erbosa di salita.
49- Versante ovest della Croce di Monte Bove con le due Direttissime:
ROSSA: Direttissima alla Croce del 17/07/2016 GIALLA: Direttissima Cresta Ovest CELESTE: Discesa
50- Pianta satellitare della prima parte del percorso proposto, fino all’attacco della Direttissima Ovest.
51- Pianta satellitare della Direttissima Ovest.



MONTE BICCO-MONTE BOVE SUD-MONTE BOVE NORD Giro delle Creste.

Anche questo è un giro classico, conosciutissimo e frequentatissimo dei Monti Sibillini, con Luca e David, siamo partiti dal piazzale dell’ex Hotel Felicita, abbiamo risalito il canalone della pista da sci fino al Cristo delle Nevi,

Quindi, traversando su comodo sentiero alle fale del Monte Bicco, abbiamo raggiunta la Forcella Passaiola e siamo saliti al Monte Bicco per la cresta Nord.

Poi sempre per cresta fino al Monte Bove Sud quindi fino alle falde della cima di Monte Bove Nord in quanto la cima è interdetta per la presenza dell’Area protetta del Camoscio.

Dalla base della cima del Monte Bove Nord siamo scesi in Val di Bove per prendere il sentiero che, costeggiando la base della parete Nord, riconduce alla Forcella Passaiola chiudendo così il giro ad anello.

Il tutto, anche in questa uscita, dalle 7,00 alle 12,00 del mattino.

Di seguito le immagini della classica traversata.

1- Nella zona dei campi da sci dei Jacci di Bicco fervono i lavori per nuovi impianti di risalita
2- Dalla Forcella Passaiola iniziamola salita della cresta Nord del Monte Bicco.
3 – 5-Facili passaggi su roccette nella cresta Nord del Monte Bicco.
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6- Lasciamo alle spalle la cima del Monte Bicco per andare verso il Monte Bove Sud.
7- La grande frana provocata dal sisma del 2016 nella cresta tra il M.Bicco e il M.Bove Sud, di recente aumentata di volume a causa di crolli successivi (vedere l’articolo :MONTE BICCO – MONTE BOVE SUD Ancora effetti del terremoto dell’Ottobre 2016)
8- Emerge il M. Bicco man mano che si sale verso il M. Bove Sud.
9- Branco di Camosci sotto alla cresta che scende al Passo Cattivo
10- La cima del Monte Bove Nord e la Croce di Monte Bove Nord in fondo sulla sinistra.
11- Il Pizzo Tre Vescovi a destra ed il Monte Rotondo a sinistra.
12- La frana della foto n. 7-8 vista dalle falde del Monte Bove Nord.
13- Il versante Est del Monte Bicco.
14- Il versante Ovest del Pizzo Berro.
15- Le pareti del Monte Bove Sud verso la Val di Panico.
16- Ci avviciniamo alla cima del Monte Bove Nord.
17- La cima del Monte Bove Nord è interdetta, occorre passare sotto.
18- La Punta Anna.
19- Ci affacciamo sul Canalone Nord o Valle di Santa Romana con il Pizzo Berro e il Pizzo Regina di fronte.
20 – 22- Saliamo su un torrione che sovrasta il Canalone Nord.
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23 – 24- Quindi iniziamo la discesa verso la Val di Bove.
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25- Il Monte Bicco mostra la sua parete Nord e la cresta che abbiamo salito poco prima.
26 – 27- Nonostante la calda estate trascorsa la Val di Bove mantiene ancora una verdissima erba.
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28- La grande frana della parete Nord del Monte Bicco, già documentata dal 2017.
29- Sono caduti massi grandi come un’auto.
30 – 31- La Croce di Monte Bove Nord e il Monte Bove Nord visti dalla Forcella Passaiola al ritorno.
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CRESTA NORD Variante alla Via della Mitria- MONTE BOVE NORD

Previa obbligatoria richiesta di autorizzazione al Collegio Guide Alpine Marche info@guidealpinemarche.com come richiesto dall’ Ente Parco dei Monti Sibillini con D.D. n. 542 del 21/12/2009 e alla Regolamentazione della pratica dell’Alpinismo nell’area del M. Bove ai sensi del D.D. 384/2014, per la salvaguardia dell’Area Protetta del Camoscio appenninico, il 17 luglio 2025, abbiamo percorso la cresta Nord dello Spalto Occidentale del Monte Bove Nord per una breve, facile ma interessante via alpinistica con brevi passaggi su roccia di I e II°.

Ricordo che le vie di roccia del Monte Bove Nord possono essere salite solo dal 16 Luglio al 30 Aprile previa richiesta di autorizzazione, cosa alquanto ignorata dagli alpinisti di Facebook.

La via corre parallela alla “Via della Mitria” storica salita alpinistica che percorre tutta la cresta rocciosa indicata con la linea tratteggiata nella foto n.1.

ACCESSO: Si raggiunge in auto il Parcheggio del Monte Cornaccione (1) o il piazzale dell’Ex Hotel Felicita (2). Quindi per strada sterrata (1) o canalone (2) si raggiunge il Cristo delle Nevi. Dal Cristo delle Nevi si percorre il sentiero per la Forcella Passaiola e si scende in Val di Bove fino alla Fonte di Val di Bove dove si intercetta il sentiero che sale alla Forcella tra la Croce ed il Monte Bove Nord.

DESCRIZIONE: Dalla Forcella si scende un centinaio di metri in direzione della cresta della Via della Mitria. Giunti alla base del primo torrione che si incontra a destra, con grotta retrostante, si inizia a risalire dapprima un ghiaione quindi dei salti rocciosi alternati a ripidi tratti erbosi fino alla sommità dello Spalto Occidentale (foto n.1).

In circa 30 minuti di salita con passaggi di I e II° su roccia alternati a ripidi tratti erbosi, si raggiunge la sommità dello Spalto Occidentale.

Si prosegue per cresta erbosa, si percorre il bordo di un ripido scivolo erboso e si raggiunge la sommità dello Spalto Centrale, senza mai risalire tutto il pendio erboso fino alla cresta sommitale.

Dalla cima dello Spalto Centrale si risale fin sotto alla cima del Monte Bove Nord per scendere in direzione della sommità dello Spalto Orientale per affacciarsi da uno dei terrazzini più vertiginosi dei Monti Sibillini, con 650 metri di dislivello verticale sotto ai piedi.

RITORNO: Si ritorna al Cristo delle Nevi proseguendo la cresta dal Monte Bove Nord fino al Monte Bove Sud quindi scendendo verso gli impianti di risalita invernali per l’itinerario escursionistico classico

1- la Cresta Nord dello Spalto Occidentale con le vie indicate, sullo sfondo a sinistra il Fosso La Foce.
2 – 4- Fasi di risalita della via proposta.
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5 – 7- La sommità dello Spalto Occidentale.
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8- Si prosegue a mezza costa su pendii erbosi ripidi verso lo Spalto Centrale.
9- Il canale che separa lo Spalto Occidentale da quello Centrale.
10- La sommità dello Spalto Centrale
11- Il canale sotto allo Spalto Centrale.
12 – 13- Continuiamo verso lo Spalto Occidentale
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14- Una grande frana provocata dal sisma del 2016 sotto allo Spalto Centrale
15- Sotto alla cima del Monte Bove Nord, nel prato tra lo Spalto Centrale e quello Occidentale incontriamo un folto gruppo di tranquilli camosci al pascolo.
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22- Iniziamo la ripidissima discesa verso la sommità dello Spalto Orientale
23- Lo Spalto Orientale, sembra un semplice dosso erboso.
24- Veduta degli Spalti Orientale e Centrale con una delle grandi frane prodotte dal sisma del 2016.
25 – 26- L’incredibile terrazzino dello Spalto Orientale, da dove si ammira un panorama verticale di 650 metri di dislivello, di fronte il paese di Casali ed in fondo Ussita.
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27- Dai tre Spalti proseguiamo verso la Punta Anna.
28- Veduta verticale sulla Val di Panico
29- La Punta Anna sotto di noi. il grande torrione della parete Est del Mont Bove Nord.
30 – 32- Veduta intorno alla Punta Anna.
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33- Veduta sul Canalone Nord.
34- Meritato riposo su un torrione che sovrasta il Canalone Nord.
35- La cima del Monte Bove Nord con la Punta Anna a destra, viste dalla cresta che conduce al Monte Bove Sud,



MONTE BICCO PER IL CANALE OVEST – MONTE BOVE SUD

Salita classica poco difficile PD ma poco frequentata già salita anni fa da me e descritta in questo blog come “Direttissima al versante Ovest del Monte Bicco” è sicuramente più ripida ed impegnativa del frequentatissimo “Canale Maurizi” che alcuni salitori recentemente sui social lo hanno erroneamente valutato addirittura D+ anzichè PD.

La Direttissima si raggiunge dal Piazzale dell’ex Hotel Felicita salendo per il canalone della pista da sci fino ai Jacci di Bicco (Cristo delle Nevi) quindi si prende un tratto della strada per la Forcella Passaiola ed arrivati sulla verticale della cima ci si innalza nel pendio sovrastante mantenendosi verso sinistra per costeggiare dei torrioni rocciosi, fino al tratto finale più ripido (45-50°) per poi uscire in cima.

Dal Monte Bicco abbiamo proseguito poi per cresta fino al Monte Bove Sud.

Di seguito le immagini della salita effettuata su fantastica neve marmorea, con Silvia, Romolo e Valerio.

1- Il tratto finale del canalone della pista da sci poco prima del Cristo delle Nevi.
2- Il tratto iniziale della Direttissima Ovest al Monte BIcco, il pendio non è ancora elevato.
3 – 4 -Ci spostiamo verso sinistra costeggiando degli alti torrioni rocciosi
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5- Un camoscio di vedetta sulla sommità dei torrioni.
6- Di fronte gli impianti sciistici dei Jacci di Bicco
7- Ci dirigiamo verso un restringimento del versante dove il pendio si impenna.
8- La solita vedetta ci controlla dall’alto.
9- Saliamo su, purtroppo, poca neve ma dura come il marmo.
10- Il Monte Cardosa alle spalle.
11 – 12 – Il pendio di salita sulla nostra sinistra, paragonato all’orizzonte, non esalto le pendenze come fanno molti escursionisti sui social, non tenendo conto che la linea dell’orizzonte, per definizione, è in piano.
12- il pendio di destra, sullo sfondo la Cima del Redentore ed il Monte Vettore.
13 – 18 – Fasi di salita dell’ultimo tratto del pendio.
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17- Notare che nella neve si notano solo le tracce delle punte dei ramponi a testimonianza della durissima neve presente.
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19- Il Monte Bove Sud visto dalla cima del Monte Bicco.
20- Il Monte Bove Nord e, a sinistra, la più bassa Croce praticamente senza neve, anche quest’anno l’innevamento è scarsissimo.
21-Il Monte Bove Sud con l’orribile stazione della funivia ormai abbandonata da decenni, al centro spicca la cresta sommitale del Pizzo Berro.
22- I canalini Nord del Monte Bove Sud.
23- La discesa dal Monte Bicco alla forcella del Canale Maurizi.
24- Il Canale Maurizi, Valerio scende per fare la variante di cresta, noi proseguiamo verso il Monte Bove Sud..
25-La cima del Monte Bicco.
26 – 30- La cresta verso il Monte Bove Sud.
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31- Cornice di uscita nel Canalino ad “Y”.
32- L’uscita del Canalino “Primavera”
33 – 34- La cima del Monte Bove Sud.
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35- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
36- Il Monte Sibilla e la Cima Vallelunga.
37- Veduta verso sud fino alla Cima del Redentore e il Monte Vettore.
38 – 39 – Le nostre ombre sulla cresta del Monte Bove Sud.
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40- La Val di Bove
41- Prendiamo la strada del ritorno.



LE FINESTRE DEI MONTI SIBILLINI parte 2 settore Nord. LA FINESTRA DELLA Via Maurizi-Taddei, LA FINESTRA DELLA CENGIA DEI FIUMARELLI E L’ARCO DEL MONTE VALVASSETO.

Nel settore Nord dei Monti Sibillini sono presenti altre “finestre” o Archi di roccia naturali molto suggestive.

LA FINESTRA DELLA VIA MAURIZI-TADDEI AL M. BOVE NORD.

La prima è la Finestra della Via Maurizi-Taddei nel versante Nord di Monte Bove Nord ed in particolare nello Spalto Occidentale.

La descrizione dell’itinerario per raggiungere la finestra è riportata a pagina 40 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” a cui rimando, ricordo che è inserita in una via di roccia pertanto è consigliata solo a persone che abbiamo esperienza alpinistica.

Credevo che il terremoto avesse cancellato questa meraviglia della natura che invece ha retto bene ed è ancora in piedi.

Ricordo che attualmente la via è inserita nella zona di protezione del Camoscio Appenninico e si può raggiungere solo nel periodo che va dal 16 luglio al 30 aprile e previa comunicazione, ai sensi del D.D. 384/2014 , almeno 2 giorni prima della data prevista per l’attività alpinistica, al Collegio Regionale delle Guide Alpine delle Marche tramite il seguente indirizzo di posta elettronica: info@guidealpinemarche.com.

Di recente sui social sono apparse foto dell’itinerario ed in particolare della finestra realizzate al di fuori del periodo indicato e ovviamente senza alcuna autorizzazione, consiglio pertanto di non pubblicare foto di zone comprese all’interno dell’area protetta scattate al di fuori di tale periodo per non incorrere in sanzioni.

1- La finestra della Via Maurizi-Taddei al Monte Bove Nord in un a vecchia foto prima del terremoto.

FINESTRA DELLA CENGIA DEI FIUMARELLI o FOSSO LA FOCE

Descritta in bibliografia per la prima volta a pagina 42 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” a cui rimando e in successivi e reportage del 20 giugno 2021 e del 3 novembre 2022 riportati sempre in questo sito.

1- La finestra della Cengia dei Fiumarelli
2- Affacciati alla finestra si scoprono le cascate del Fosso >a Foce.

ARCO DEL MONTE SASSOTETTO

Un piccolo arco di roccia è presente nel versante Ovest del Monte Sassotetto, riportato nell’itinerario: “LE GROTTE DEL MONTE SASSOTETTO” del 3 aprile 2021 a cui rimando.

ARCO DEL MONTE VALVASSETO

Un altro piccolo arco di roccia naturale è presente nei torrioni rocciosi del versante Ovest del Monte Valvasseto, il versante opposto alla palestra di roccia, facilmente raggiungibile dalla Pintura di Bolognola attraversando i Piani Gra.

Riporto il facile itinerario richiestomi gentilmente da alcuni amici.

ACCESSO: Si parcheggia alla Pintura di Bolognola e si sale a piedi per la strada che conduce alla pista da fondo Piano Gra- Macchia Tonda.

Giunti alla grande faggeta di Macchia Tonda la si percorre nel suo bordo sinistro in direzione del Monte Valvasseto. Giunti al termine del bosco si trova una traccia di sentiero che, il leggera salita, conduce nettamente a destra verso uno scoglio a forma di testa di Tartaruga.

Si passa sotto allo scoglio e si sale per un pendio ghiaioso in direzione di una fascia rocciosa continua, sempre traversando verso destra, si costeggiano le rocce fino a raggiungere l’arco, coperto da una folta vegetazione.

In zona ci sono anche altre particolarità molto interessanti da osservare, come indicato nei reportage del 04/11/2020, 1802/2021 e del 25/06/2022.

1- Superata la faggeta si nota a destra lo scoglio simile ad una testa di tartaruga sotto al quale si passa per raggiungere l’Arco del Monte Valvasseto.
2- Lo scoglio a forma di testa di Tartaruga con i Piani Gra ed il Monte Rotondo sullo sfondo.
3- Sulla sommità della fascia rocciosa che forma l’arco, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.
4 – 7 – L’arco di roccia del Monte Valvasseto.
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8- Il piccolo arco di roccia lascia passare la luce del sole mattutino che illumina la piante posta al suo ingresso.
9 – 10 – L’arco visto dalla sua sommità.
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11- Pianta satellitare del breve itinerario per raggiungere l’Arco del Monte Valvasseto.



MONTE BICCO – Cresta Nord

Dopo la prima, scarsa, nevicata della stagione, il 15 Gennaio 2023, con un numeroso gruppo di amici abbiamo effettuato una escursione in Val di Bove quindi siamo saliti con nebbia al Monte Bicco per la cresta Nord.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Le Quinte con la grande frana prodotta dal terremoto del 2016 viste dalla Val di Bove
2- La Val di Bove e la parete Nord del Monte Bicco.
3- Il versante Ovest del Monte Bove Nord. nei pressi della Fonte di Val di Bove, con scarsissimo innevamento
4- Sul sentiero per la Forcella Passaiola, sotto alla grande frana del Monte Bicco.
5- Verso la Forcella Passaiola.
6- Foto di gruppo alla Forcella Passaiola.
7 – 15- Momenti di salita della cresta Nord del Monte Bicco.
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16- Veduta della parete Nord dalla cima al Monte Bicco con nebbia.
17- La cresta verso il Monte Bove Sud.
18- Il versante Est del Monte Bicco.
19- Il Monte Bove Nord in un momento di diradamento della nebbia.



FOSSO LA FOCE o Cengia dei Fiumarelli

La traversata mediana del Fosso La Foce, nominato anche erroneamente, Cengia dei Fiumarelli che in realtà è una traversata più in quota, entrambe descritte a pagina 42 del mio libro I MIEI MONTI SIBILLINI, ogni tanto la ripercorro per la sua bellezza mozzafiato.

La prima descrizione della CENGIA DEI FIUMARELLI è stata riportata nel libro FIGLIE DELL’ACQUA E DEL TEMPO di G. Antonini, del 2001.

Questa volta ho effettuato la traversata con i miei amici Monica, Virginia new entry nel nostro gruppo, Davide e Stefano, l’unico che l’aveva già percorsa.

Di seguito le incredibili immagini dell’itinerario che percorre in quota tutte le pieghe del versante Ovest del Monte Rotondo.

1 – 2 I primi torrioni del fosso dopo i prati di Casali.
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3- Il primo sperone del ramo destro orografico
4- Il ripido imbuto del ramo destro secco, ha portato acqua fino a 10 anni fa poi si è asciugato.
5- Di fronte la dolomitica parete Nord del Monte Bove Nord con l’intaglio nel bosco prodotto dalle frane causate dal terremoto del 2016.
6- La finestra che si affaccia sul ramo sinistro molto più articolato e portante acqua.
7 – 8 – Il ramo sinistro visto dalla finestra.
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9- In basso si nota il tracciato del sentierino che attraversa il ramo sinistro del Fosso della Foce.
10- Il ramo sinistro con le due cascate che confluiscono proprio dove passa il tracciato, la seconda si scopre solo quando si è sotto.
11- Lo sperone centrale che divide il ramo sinistro in due ulteriori rami formanti cascate distinte (Ph. Monica Capretti)
12- 13 – L’interno del ramo sinistro (Ph. Monica Capretti) .
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14 – 15- Il tratto di traversata più esposto prima di raggiungere le due cascate.
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16 – 17- La prima cascata che si vede solo quando si è sotto, con regime idrico maggiore anche se non più come tanti anni fa.
17 (Ph. Virginia)
18- La seconda cascata ridotta ormai ad una parete stillicidiosa.
19 – 20- Tutte e due le cascate del ramo sinistro.
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21- La finestra delle foto n.6-7-8-9.
22- La parte inferiore del Fosso La Foce vista dallo sperone sinistro, in basso la grande cascata alta più di 70 metri.
24- Io, Stefano e Davide sopra allo sperone sinistro, alle spalle la parete Nord del Monte Bove Nord martoriata dalle frane prodotte dal terremoto del 2016..
25 – 26- La strada che da Casali conduce alle Sorgenti del Torrente Ussita, oggetto di recente ripristino e interventi di messa in sicurezza posto-sisma l’hanno inspiegabilmente trasformata in una “superstrada” a due e tre corsie eppure è chiusa al traffico veicolare pubblico, non è una valle particolarmente frequentata da turisti o escursionisti come ad esempio l’Infernaccio, d’estate è pochissimo frequentata, d’inverno è coperta di neve e l’unico sito importante sono alcune captazioni di acquedotti che non necessitano di continui interventi, ci vengono spontanee alcune domande : chi ci dovrà circolare, quanti e con che mezzi ? Carriarmati, TIR, Bus di linea ? Non sarà stato fatto un intervento un po’ esagerato che ha portato inevitabilmente anche al taglio di diversi alberi e piante nelle scarpate?



VAL DI PANICO Ciaspolata da Casali.

Ciaspolata con Carlo, Monica e Stefano del 7 gennaio 2020 in Val di Panico da Casali fino alla confluenza della valle con la valletta che si snoda sotto a Pizzo Berro denominata Valle della Vipera dopodichè ci siamo fermati a causa della elevata quantità di neve fresca che, nonostante le ciaspole, rendeva difficoltosa la camminata. Di seguito le immagini della giornata purtroppo senza sole.

Nella foto 15 ho specificato che il Rifugio del Fargno è chiuso d’inverno e ricordo che non dispone neppure di locale invernale a seguito dei numerosi incontri che ho fatto di recente nella zona di Bolognola di gente che , senza adeguata attrezzatura o in tardo pomeriggio, si avventurava nella strada per andare a fare pranzo !!!! o andare a pernottare nel Rifugio senza avere informazioni sulla sua apertura e soprattutto senza rendersi conto della pericolosità invernale della strada percorribile d’estate in auto.

1- Il Pizzo Tre Vescovi con la cresta praticamente pulita dal vento.
2- La strada per la Val di Panico con il Monte Bove Nord alle spalle.
3- Il Monte Bove Nord, nel bosco si nota evidente il taglio provocato dalle frane del terremoto dell’Ottobre 2016.
4- Buchi e impronte di roditore.
5- Più ci addentriamo nella valle e più è alta la neve.
6- Oltre le sorgenti del torrente Ussita.
7- Momento di sole sotto al canale di Fonte Angagnola.
8- L’ultimo lembo di bosco prima della confluenza della Val di panico con la Valle della Vipera che scende dal versante Ovest del Pizzo Berro.
9 – 10 La maestosa parete Est del Monte Bove Nord colma di neve dove svetta la Punta Anna.
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11- Il Monte Rotondo a destra e la Croce di Monte Rotondo a sinistra.
12 – 13 – La testata della Val di Panico con le pareti del Monte Bove Sud. il sole si è già coperto
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14- La cascata “Torre di Luna” al centro della parete.
15- Proseguiamo faticosamente ancora verso la testata della valle, alle spalle la Forcella del Fargno spazzata dal vento, si nota infatti l’erba secca, con l’omonimo rifugio CHIUSO D’INVERNO !!!!.
16- Accumuli metrici di neve farinosa rendono faticoso il proseguimento.
17- Giunti alla confluenza delle due valli abbandoniamo la salita.
18- La parete Nord del Monte Bove Nord
19- Rivediamo il cerchio del sole al ritorno dietro alla Scoglio della Grotta del Diavolo.



MONTI SIBILLINI POST SISMA. VAL DI PANICO: FOSSO DI S. SIMONE – AI PIEDI DELLE PARETI DEL MONTE BOVE NORD

Il 16 ottobre 2017 abbiano finalmente raggiunto in auto la frazione di Casali di Ussita completamente abbandonata, ci hanno accolto “solo” ben 9 cani da pastore.

Da Casali siamo saliti per il Fosso di San Simone descritto nel mio itinerario n.13(itinerario del ferro intorno a Casali di Ussita) per andare a vedere gli effetti post-sisma in quanto il canale è formato nel lato sinistro da Scaglia Rossa frantumata in appoggio per faglia diretta sulla Maiolica e sul Calcare Massiccio de “Le Cute”,  che, da notizie ricevute, si era mossa a seguito del terremoto del 26 ottobre 2016.

Il Fosso di San Simone è completamente stravolto dall’ultima volta che lo avevo visto, nel 2015.

Quindi siamo saliti ai Campi di Casali per osservare più da vicino le ferite della parete nord del Monte Bove.

Qui, nel bosco alla base delle pareti e precisamente sotto allo spigolo nord-est, abbiamo notato un grande e ben visibile intaglio, ciò lasciava presumere che qualche grossa frana era arrivata fino allo stradone che sale da Calcara di Ussita per Poggio Paradiso e si era aperta un varco nel bosco.

Abbiamo quindi deciso di dirigerci alla base dello spigolo nord-est da dove parte la via di roccia Alletto-Consiglio per osservare cosa era successo.

Dalla strada che sale verso la Val di Panico, prima della fonte omonima, abbiamo seguito il tratturo che scende verso Poggio Paradiso – Calcara, dopo circa 500 metri degli enormi massi bianchissimi , grandi come un’auto, giunti fino alla strada posta 250 metri di dislivello più in basso dello spigolo, ci hanno indicato la posizione dell’intaglio che avevamo visto.

Siamo quindi saliti nel bosco in direzione delle pareti lungo la striscia di alberi abbattuti e grandi crateri di impatto intervallati, segno del rotolamento dei massi osservati.

L’immagine dell’intaglio nel bosco è anche ben visibile su Google Earth  in quanto acquisita il 07/08/2017 quindi dopo il terremoto del 26-30 ottobre 2017 che ha provocato le grandi frane del Monte Bove. 

Siamo giunti quindi fino all’attacco della via Alletto-Consiglio alla base dello spigolo nord-est del Monte Bove Nord, purtroppo le immagini sono scure perché il sole, a metà ottobre, non arriva più ad illuminare la base della parete nord ma la distruzione che abbiamo visto è evidente ed impressionante.

GIANLUCA CARRADORINI, ANDREA CARRADORINI, 16 OTTOBRE 2017.

1-L’accoglienza a Casali di Ussita, che non si dica che non è rimasto un cane dopo il terremoto !!!!!
2-Il fosso di San Simone nel maggio 2015.
3- Il Fosso di San Simone il 16 Ottobre 2017, il fosso è pieno di detriti di frana, qui è ben visibile la friabile Scaglia Rossa a sinistra e la Maiolica e le grandi placche di Calcare Massiccio molto più compatti a destra, la faglia in appoggio al centro del fosso è creata dal contatto dei due tipi di rocce.
4-La faglia in appoggio, ben visibile, formava una caratteristica strettoia al centro del fosso di San Simone (maggio 2015, foto storica). 
5-Ora la caratteristica strettoia non c’è più, completamente sommersa da metri di detriti caduti dalla friabilissima parete di scaglia rossa di sinistra
6- Le grandi placche di calcare massiccio ed al centro a sinistra la strettoia del fosso della foto n.4
7- Stessa immagine della foto n. 6 ma scattata il 16 ottobre 2017 dopo il sisma.
8- Il Monte Bove Nord con i suoi tre Spalti, maggio 2015
9- Il Monte Bove Nord con i suoi tre Spalti e le sue grandi “ferite” del terremoto, 16 ottobre 2017
10- Ingrandimento dello Spalto Orientale (sinistra) e centrale (destra) con le grandi frane.
11- Lo spigolo Nord-Est con grandi frane ed il visibile intaglio nel bosco sottostante. 
12- Il netto intaglio all’interno del bosco, sullo sfondo lo Spalto Orientale del Monte Bove Nord.
13- Grandi faggi abbattuti e crateri di impatto lungo il percorso dei massi caduti a valle.
14- Uno dei primi grandi massi incontrati salendo verso le pareti rocciose dello Spigolo Nord Est.
15- Giunti ormai in prossimità delle pareti la distruzione si fa indescrivibile.
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16 – 17-Giunti sotto alla parete dello Spigolo Nord-Est ci sono massi ovunque e di tutte le dimensioni

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18 – Alla base del colatoio della Via della Pera un enorme ghiaione, sulla destra, si è formato dopo il 26 e 30 ottobre 2016. 
19- Ancora enormi massi alla base della parete.
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20 -21 – massi enormi sparsi alla base dell’intaglio nel bosco, a più di 250 metri di dislivello più in basso della base delle pareti rocciose.

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22- Uno dei grandi massi scesi più a valle, sopra si nota il netto intaglio nel bosco provocato dalla caduta di questi massi.
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23 – 24- I massi scesi più a valle, in quello sopra si nota una faccia grigia (a sinistra dei bastoncini) che era quella esterna esposta agli agenti atmosferici, il masso sotto da un calcolo approssimativo (dalle dimensioni e peso del calcare) pesa più di 15 tonnellate !!!.

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25- Ormai giunti al fronte della frana, alle spalle l’intaglio nel bosco, netto e lunghissimo.
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26 – 27-Lo stradone che dalle Sorgenti di Panico scende verso Poggio Paradiso – Calcara con i grandi massi arrivati fino lì.

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28- Immagine satellitare da Google Earth acquisita il 07/08/2017 dove si nota in netto intaglio dalla base delle pareti all’interno del bosco provocato dai massi franati.

29- La chiesina di Casali distrutta.