MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di destra.

Il 22 dicembre 2020, con Stefano e Monica abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella salendo per uno dei cosiddetti “Canali Gemelli” nel versante Sud della montagna, raggiungibili dalla Valle delle Fonti.

La salita prettamente di carattere invernale è facile anche se, chiaramente, richiede attrezzatura alpinistica quale ramponi e piccozza, non essendo riportata in alcuna bibliografia pur essendo stata da noi salita molte altre volte, rappresenta una possibile via di salita piuttosto rapida alla cima del Monte Argentella e viene perciò descritta come via di salita invernale inedita ed adatta a tutti.

I due canali sono invece usati e descritti come via di discesa in alcune pubblicazioni di itinerari di scialpinismo.

Il giorno dell’ascensione, fatta poco prima del lookdown natalizio, abbiamo trovato condizioni meteo avverse quali forte vento in quota e soprattutto da 1600 metri fino alla cima siamo saliti sotto condizioni pressoché continue di Whiteout con visibilità ridotta anche a meno di 10 metri che hanno trasformato la facile salita in una vera e propria avventura di alta quota.

Cos’è il whiteout: Reinhold Messner narra in occasione di una tragedia in montagna accaduta nelle Alpi il 30 aprile 2018: «Quanto ti trovi nel whiteout, un mix di nebbia, neve e vento gelido, non c’è colpa, perché non si vede più niente. Da quello che ho capito le condizioni erano queste e purtroppo è accaduta una tragedia». «In quelle condizioni – spiega – se metti una mano sul viso, la vedi, ma i piedi non riesci a metterli a fuoco. Basta essere anche a meno di 100 metri da un rifugio ed è impossibile trovarlo».

Salire in montagna in tali condizioni è riservato solo a chi conosce molto bene il luogo di salita altrimenti è un attimo mettersi in grosse difficoltà e in situazioni di pericolo perché solo chi passa una esperienza di whiteout capisce cosa significa, proprio come narra Messner, i propri occhi non riescono a mettere a fuoco dove si cammina e si procede come in una nuvola bianca tutta intorno che crea un disagio visivo e psicologico davvero difficile da gestire per cui è facilissimo perdere l’orientamento e la direzione giusta o mettere i piedi oltre una cornice di neve.

ACCESSO: Per effettuare l’ascensione si deve raggiungere in auto il paese di Castelluccio quindi si scende dalla collina e appena terminata la discesa si gira a sinistra e si parcheggia nello spiazzo erboso. Dal parcheggio parte la strada sterrata che conduce allo spiazzo di raccolta delle macerie del paese per poi dividersi. A Sinistra si va per Capanna Ghezzi interdetta alle auto che si ignora.

DESCRIZIONE SALITA: Dall’area di raccolta delle macerie proseguendo invece verso destra, (addirittura anche in auto in quanto non ci sono divieti ed il fondo della strada è ottimo se non c’è neve), si raggiunge in circa 20 minuti a piedi la fontana dell’imbocco della Valle delle Fonti (355313,2 E – 4743932,5 N; 1415 m.) . Si scende il pendio oltre la fontana che si addentra nella Valle delle Fonti e si percorre tutta la valle su comodo sentiero. Giunti, in altri 25 minuti, nei pressi di una vecchia fonte (355772,6 E – 45184,5 N; 1610 m.) si devia a destra per 100 metri verso Forca Viola per raggiungere l’attacco dei “canali gemelli” (355828,5 E – 4745286,1 N; 1645 m.). Si inizia a risalire il pendio che si fa sempre più ripido ma mai eccessivo scegliendo uno dei due canali, generalmente quello destro è più profondo quindi conserva più neve e sempre in buone condizioni. Una volta entrati nel canale lo si risale completamente su facili pendii di 30 – 40° fino ad uscire, in circa 60 minuti, nel pianoro che precede la cima nel versante Sud. Dal pianoro, in altri 20 minuti, ci si dirige verso destra in direzione Nord-est a prendere la cresta che sale dalla Forca Viola e che in breve conduce alla cima del Monte Argentella a 2200 metri.

DISCESA: Dalla cima si scende i per la cresta Sud in direzione di Forca Viola che si raggiunge in circa 30 minuti, giunti alla sella si scende direttamente per il canale in direzione Ovest che riporta in altri 30 minuti alla Valle delle Fonti nel punto dove si è iniziata la salita di uno dei due “canali gemelli”.

1- La Valle delle Fonti con l’inizio dei due “Canali gemelli” coperti in alto dalla nebbia.
2- A sinistra di Stefano c’è a vecchia fonte della valle, in corrispondenza di alcune formazioni rocciose, al centro l’imbocco del canale gemello sinistro, a destra si nota l’imbocco del canale gemello destro di salita.
3- Primo tratto di salita nel canale destro.
4- Più saliamo più si fa fitta la nebbia.
5 – 6 – 7- Il tratto centrale più ripido del canale gemello di destra.
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8 – 9- Il tratto finale del canale prima del pianoro sommitale.
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10- A quota 1900 metri la neve ricopre tutta l’erba e siamo immersi nel più totale whiteout.
11- A quota 2000 metri abbiamo trovato numerose Chionee, insetti senza ali che straordinariamente in pieno inverno, girovagano sulla neve e già trovati nella Valle del Fargno.
12 – 13- Giunti alla cresta che sale da Forca Viola procediamo verso la cima avvolti in una nebbia fittissima con meno di 10 metri di visibilità.
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14- Finalmente la cima del Monte Argentella sbuca dalla nebbia.
15- A dimostrazione che siamo arrivati sulla cima del M.Argentella la solita pietra con la scritta col pennarello.
16- Stefano e Monica in cima
17- Riprendiamo la discesa verso Forca Viola.
18- Il canale Ovest di Forca Viola nel tratto caratterizzato da massi di conglomerato permette una rapida discesa verso la Valle delle Fonti, anche la fotocamera ha difficoltà di messa a fuoco in condizioni di whiteout.
19- Il versante Sud del Monte Argentella con in giallo : Itinerario di Raggiungimento, rosso: Itinerario di salita, Verde: Itinerario di discesa.
Pianta satellitare del percorso proposto. Giallo : Itinerario di Raggiungimento. Rosso: Itinerario di salita. Verde: Itinerario di discesa.



CIMA VALLELUNGA DA ISOLA SAN BIAGIO

Il 12 Dicembre 2020, con Federico e con tanta voglia di camminare sulla neve dopo il nuovo lookdown, siamo partiti all’alba da Isola San Biagio (932 m.) e abbiamo raggiunto Cima Vallelunga (2221 m.), percorrendo oltre 15 chilometri andata e ritorno e compiendo uno dei maggiori dislivelli dei Monti Sibillini. Il primo tratto di salita è poco conosciuto e non è riportato ne nella bibliografia ufficiale ne in alcune cartine dei Monti Sibillini per cui ho reso interessante descriverla, l’avevamo percorso alcuni anni fa in discesa in occasione della salita della cresta Nord-est del Monte Zampa a cui rimando all’itinerario riportato alla stessa sezione “nuovi itinerari”. La seconda parte si limita a risalire la strada del Monte Sibilla tagliando per prati innevati alcuni tornanti per evitare i grandi accumuli di neve formatisi sulla strada.

L’itinerario invernale non presenta difficoltà alpinistiche ma essendo molto lungo e con un dislivello di quasi 1300 metri è adatto solo ad escursionisti ben allenati soprattutto se si incontrano accumuli di neve fresca sulla strada che rendono faticosa l’andatura, come è capitato a noi. Consigliatissimo come allenamento estivo.

Chiaramente da evitare con il versante Est del Monte Sibilla sovraccarico di neve per l’elevato pericolo di slavine. Le slavine che scendono per il Fosso del Balzo giungono ad interrompere la strada per Foce !!!

Accesso: Si raggiunge Isola San Biagio da Montemonaco, al bivio della strada del Monte Sibilla si gira a destra e si raggiunge la frazione.

Salita: Da Isola S. Biagio si prende una stradina asfaltata che passa nelle case più in alto del paese dove al suo termine parte un tratturo sterrato in piano che si dirige verso Nord. (361841,3 E – 4752191,8 N; 950 m.). Il tratturo si snoda quindi in lieve salita sempre verso nord, dopo circa 650 metri m si superano due tornanti sempre in salita. Giunti ad una netta curva in un ripiano erboso (30 minuti; 361539,6 E – 4753102,7 N; 1130 m.) si lascia il tratturo principale che si dirige verso un edificio situato nei prati più in alto a destra. Si devia quindi a sinistra per un sentiero appena accennato ma recentemente segnalato con numerosissimi bolli rossi a terra che, passando vicino alla piccola Fonte di Pianamonte sotto a caratteristici evidentissimi massi denominati “i guardiani” (foto n.31; 361106 E – 4752613 N; 1300 m.), in circa 1,20 ore dal paese conduce al tornante della strada per il Monte Sibilla, poco prima del Rifugio omonimo (360653 E – 4752103,8 N; 1520 m.). Quindi abbiamo proseguito seguendo la strada e tagliando per prati alcuni tornanti, fino al termine della strada nella cresta tra il Monte Sibilla e Cima Vallelunga (ore 2 dal Rifugio).

Da qui, in altri 30 minuti per parte, si raggiungono le cime dei due monti poste una opposta all’altra rispetto al termine della strada.

Discesa: Obbligatoriamente si ripercorre lo stesso itinerario di salita.

1- Erba glassata al mattino intorno alla fonte di Pianamonte nei pressi dei cosiddetti “guardiani”, a monte di Isola San Biagio (vedi foto n.31).
2- Giunti nei pressi del Rifugio Sibilla si vede anche il Casale della Banditella.
3- Versante Est del Monte Sibilla con la cosiddetta “corona” rocciosa.
4- Il Sasso di Palazzo Borghese con la sua parete Est in piena forma invernale.
5- Il versante Nord e Nord-Est del Monte Argentella.
6- La Valle del Lago di Pilato con il Monte Vettore a sinistra e il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore a destra.
7- IL versante Est di Cima Vallelunga che sale dalla Frondosa.
8- Il Monte Porche e la zona della Fonte del Faggio e Ramatico, sotto alle pareti del versante Est di Cima Vallelunga
9 -Saliamo il pendio sopra alla Banditella per evitare gli accumuli di neve fresca sulla strada della Sibilla.
10- La cima del Monte Sibilla vista a monte della Banditella.
11 – 12- La strada della Sibilla con accumuli anche di più di un metro di neve fresca.
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13- Nei pendii parzialmente scoperti invece la neve non supera mediamente i 30 centimetri.
14- Il Fosso del Balzo scende ripidamente verso la Valle di Foce., per fortuna l’innevamento è scarso e non si ha pericolo di distacco di slavine.
15- Giunti ormai quasi alla cresta con la strada praticamente sommersa dalla neve.
16- Cima Vallelunga con gli scogli denominati ” i tre Vescovi”
17- La cresta Ovest del Monte Sibilla con Federico che si appresta a raggiungere la cima.
18- Il Monte Sibilla visto dalla cresta per Cima Vallelunga.
19. Cima Cannafusto e il Monte Bove Sud sullo sfondo.
20- Il Pizzo Regina (M.Priora) a destra ed il Pizzo Berro a sinistra.
21- Il Pizzo Berro ed il Monte Bove Sud.
22- Il versante Sud del Pizzo Regina.
23- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese .
24- Il Pian delle Cavalle illuminato, nel versante Nord del Monte Argentella.
25- All’improvviso arriva la nebbia, in 10 minuti si è chiuso il cielo, cosa normale in montagna.
26- Scendiamo da Cima Vallelunga immersi nella nebbia.
27- Per fortuna la nebbia forma una fascia in quota.
28- La zona della Fonte del Faggio.
29- 30- La lunga discesa nella strada della Sibilla piena di neve.
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31- Ritorniamo alla fonte di Pianamonte, l’erba intorno si è scongelata, sopra si vedono i due scogli isolati denominati i “guardiani”, a monte di Isola San Biagio.
Pianta satellitare del solo primo tratto di salita meno conosciuto, da Isola San Biagio al Rifugio Monte Sibilla, il secondo tratto segue la strada del Monte Sibilla fino al suo termine.



MONTE ARGENTELLA E MONTE PALAZZO BORGHESE Da S. Lorenzo per il canale Ovest.

Anello classico, il 15 febbraio con Federico abbiamo raggiunto in auto la zona del S.Lorenzo dalla Madonna della Cona di Castelluccio e siamo partiti a piedi dalla fonte omonima.

Abbiamo risalito in tratto di bosco in direzione del canale Ovest del Monte Argentella quindi, su neve gelata e continua (avevo visto il canale dal M. Cardosa che era l’unico con neve fino alla cima) abbiamo raggiunto l’antecima ovest del M. Argentella quindi la cima più alta e siamo scesi anche verso il versante Nord per affacciarci sulla ripida parete denominata l’Abbandonata che scende a picco verso il Piano della Gardosa.

Quindi siamo risaliti di nuovo in cima e proseguito la cresta in direzione del Sasso di Palazzo Borghese, abbiamo raggiunto la cima dello scoglio gemello.

Siamo quindi scesi al fianco nord dello scoglio gemello un centinaio di metri nel canale Est di Sasso di Palazzo Borghese, oggetto già di una nostra salita invernale inedita, per fare delle foto e far provare a Federico una breve ma impegnativa salita su ghiaccio, infatti siamo risaliti su un canalino di neve gelata piuttosto ripido fino alla Sella di M. Palazzo Borghese.

Abbiamo quindi salito la cima del Sasso e quindi del M. Palazzo Borghese quindi siamo scesi dalla cresta in direzione dello scoglio denominato “il cammello” da cui abbiamo preso la “strada imperiale” fino ad intercettare il canale di salita.

Dal canale di salita siamo scesi velocemente scivolando su neve ormai ammorbidita fino ai boschi di San Lorenzo quindi brevemente fino alla fonte omonima.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Il canale Ovest del M. Argentella nel tratto iniziale poco sopra al bosco al mattino presto e con forte vento, al sole la zona di San Lorenzo
2- A metà canale, sullo sfondo il Monte Prata e il Monte Cardosa.
3- Uscita del canale nei pressi dell’antecima Ovest del M. Argentella, sullo sfondo Il M. Palazzo Borghese, il Sasso e il M. Porche
4- Innevamento scarso sul plateau sommitale del M. Argentella.
5- Salendo verso la cima del M. Argentella si scopre il gruppo del M. Vettore a sinistra e la Cima del Redentore a destra
6- Le nostre ombre verso il M. Palazzo Borghese e M.Porche.
7- Scendendo dalla cima del M. Argentella verso l’antecima Nord
8- La ripidissima parete Nord del M. Argentella con la neve solo nel lato Nord mentre il lato Est è completamente pulito, scherzi di questo strano inverno. Nel filo di cresta centrale e nel canalino sinistro sale la nostra via estiva descritta nel mio secondo libro
9- Dimostrazione della verticalità della parete Nord denominata anche “L’abbandonata”.
10- veduta verso Sud, il M. vettore e la conca del Lago di Pilato.
11- Forca Viola e la cresta da Quarto S. Lorenzo alla Cima del Redentore.
12- Veduta verso Nord, sullo sfondo il M. Porche e l’imponente Sasso di Palazzo Borghese con lo scoglio gemello più piccolo ed il canalino che costeggia la parete salito per la prima volta da noi e descritto nel sito.
13- La Cima Vallelunga e sullo sfondo Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina.
14- Il M. Sibilla praticamente senza neve.
15- La cresta di discesa dal M. Argentella verso il M. Palazzo Borghese e i due scogli gemelli.
16- La cima dello scoglio gemello del sasso di Palazzo Borghese completamente squarciato dal terremoto del 206 con ancora un alto pericolo di crolli di massi, sullo sfondo il M. Argentella.
17- Il Sasso di Palazzo Borghese con il canalino alla base della parete Sud della nostra via invernale,.
17- Il ripido canalino ghiacciato tra i due scogli che abbiamo risalito dopo essere scesi un centinaio di metri nel canale Est di Sasso di Palazzo Borghese.
18- Il tratto più ripido del canalino.
19- L’uscita con alle spalle la parete Sud del Sasso di Palazzo Borghese.
20- Il tratto risalito delle foto 17-19 visto in verticale dalla cima di Sasso di Palazzo Borghese.
21- Il gruppo Sud del Monti Sibillini visto dalla cima di sasso di Palazzo Borghese.
22- La martoriata cima del Sasso di palazzo Borghese con massi ancora instabilissimi, sullo sfondo il M. Porche.
23- la cima del M. Palazzo Borghese.
24- La mia ombra si riflette su un masso della parete Nord di Sasso di Palazzo Borghese, sullo sfondo il sentiero che proviene dalla Fonte dell’Acero.
25- Facili roccette prima della cima di M. Palazzo Borghese, in fondo la sella tra il Sasso (a sinistra) e lo scoglio gemello (a destra)
26- Veduta verso Castelluccio ed il Piano Grande in condizioni autunnali o meglio primaverili.
27- La valletta tra il M. Argentella e il M. Palazzo Borghese.
28- Scogli alla forcella della “Strada imperiale”
29- Lo scoglio denominato “il cammello”
30- La rapida discesa in scivolata su neve ammorbidita nel canale Ovest risalito al mattino con neve ghiacciata.
31- 32 Steli di Verbascum e Digitalis nella Valle di San Lorenzo
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33- Larva di insetti del genere Tricottero nell’acqua della Fonte di San Lorenzo racchiusa in un guscio di sassolini incollati tra loro.
34- Il percorso dell’escursione.