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IL NEVAIO DI BUGGERO – 2022 Immagini nel tempo.

La zona denominata “Buggero” situata nel versante Nord del Monte Cacamillo, nel gruppo Nord dei Monti Sibillini, è un ambiente selvaggio e poco conosciuto che regala luoghi inusuali come le Grotte omonime e i ruderi della chiesina dei Frati di Rio Sacro riscoperte poco tempo fa.

L’imbuto del Monte Cacamillo regala invece la magia di un enorme nevaio di accumulo delle grandi slavine invernali che scendono dai ripidi pendii erbosi sovrastanti, alto delle volte anche oltre 25 metri, ad oggi l’unica zona dei Monti Sibillini che, grazie ad un buon innevamento invernale, conserva ancora neve nonostante le alte temperature di questi ultimi due mesi e nonostante la quota di appena 1400 metri.

In questa raccolta di immagini mie e dei miei amici ho voluto documentare l’evoluzione di questo nevaio dall’inizio della primavera ad oggi.

In questo sito sono già riportati diversi articoli che riportano immagini del sito, anche invernali, e descrivono l’itinerario di accesso alla zona a cui rimando.

Ricordo anni passati con inverni molto nevosi che il nevaio rimaneva fino ad Ottobre inoltrato e solo un anno rimase una chiazza di ghiaccio che arrivò ad essere ricoperta dalla successiva neve invernale.

Mio nonno mi raccontava che il fratello che vendeva granite ad Acquacanina, d’estate si recava a Buggero e alla Valle dell’Acquasanta per prelevare il ghiaccio necessario alla sua attività.

Un grazie di cuore ai miei amici Manuel O. e Patrizio R. che mi hanno concesso le loro immagini permettendomi di realizzare questa particolare galleria.

Sarò grato a chi vorrà continuare a monitorare lo sviluppo del nevaio inviandomi nuove immagini.

28 MARZO – Ph. Patrizio R.

16 APRILE – Ph. Patrizio R. – Gianluca Carradorini

Man mano che la neve si compatta inizia a galleggiare l’erba trascinata dalle slavine.

25 MAGGIO – Ph. Patrizio R.

Ph. Patrizio R.

15 GIUGNO – Ph. Patrizio R.

Ormai ad inizio estate la neve non si vede più in quanto completamente sommersa dall’erba trascinata dalle slavine che magicamente “galleggia” sopra e nello stesso tempo la difende dai raggi solari rallentandone lo scioglimento.

2 LUGLIO – Ph. Manuel O.

7 LUGLIO – Ph. Gianluca Carradorini

10 AGOSTO Ph. Gianluca Carradorini – Manuel O.

Interessante Leontodon spp. in corso di identificazione che colonizza le pareti verticali stillicidiose di Buggero.
Un piccolo capriolo annegato nel canale della centrale elettrica

21 AGOSTO il nevaio, nonostante la torrida estate ancora tiene duro, grazie a Nicola M. di Perugia per il contributo.




LE GROTTE DI BUGGERO o “De Lu Purgiaru”.

Il 16 aprile 2022, con Alicia, Romina, Manuel, Federico, Davide, Francesco, Ivana e Luciano, abbiamo finalmente ritrovato le Grotte di Buggero o dette in zona anche “Grotte de lu Purgiaru” (forse perché usate da un pastore tirchio-pidocchioso o sporco), due cavità naturali non censite nel Catasto delle Grotte delle Marche (http://www.ambiente.marche.it/Ambiente/Natura/Turismosostenibile/CatastoGrotte.aspx) ma descritte nel libro “I SENTIERI DEL SILENZIO” di Andrea Antinori in un itinerario complesso, in modo vago e con un grave errore nella didascalia di una foto del luogo il che fa supporre che probabilmente non sono mai state raggiunte dall’autore ma conosciute solo grazie a indicazioni orali di anziani della zona. Sulla base delle informazioni ricevute da un anziano di Bolognola che ancora ricorda l’ubicazione delle grotte, abbiamo effettuato una ricerca nella zona che ci ha permesso di ritrovarle, tra l’altro anche abbastanza facilmente, grazie alla precisione delle indicazioni.

Dalla documentazione storica sembra che tali grotte siano state usate da frati eremiti nel XII – XIII secolo e sono sicuramente collegate al millenario sentiero che collegava l’Abbadia di Rio Sacro con Bolognola dove, il cui tragitto contemplava anche un rifugio in pietra posto poche centinaia di metri più a valle delle grotte ed indicato nel percorso descritto a Novembre del 2021 : MONTE CACAMILLO – SENTIERO PER I CAMPI DI BUGGERO – VECCHIO RIFUGIO DEI FRATI a cui rimando per la descrizione.

Si consiglia di ripetere l’itinerario in tardo autunno o ad inizio primavera, quando il bosco è spoglio in quanto permette cosi di identificare meglio la zona rocciosa con i Lecci (Quercus ilex) sempreverdi alla base della quale sono presenti le grotte.

ACCESSO: Come per l’itinerario sopra indicato: la centrale idroelettrica di Bolognola si raggiunge dalla Strada Provinciale n.47 che dal Lago di Fiastra sale verso Bolognola. Si raggiunge il comune di Acquacanina con le sue varie frazioni quindi dopo la frazione di Oppio si supera il fontanile presente al lato sinistro della strada e la frazione di Vallecanto, dopo circa 300 metri in una diretta si incontra il tratturo chiuso con sbarra che scende a destra con indicazione per la Valle di Rio Sacro, si prosegue per altri 400 metri fino a trovare una stretta deviazione asfaltata a destra che scende e la si segue fino ad un tornante con slargo a destra, prima del ponte della centrale, dove si parcheggia (352190,2 E – 4763361,8 N; 750 m.).

DESCRIZIONE: Dallo slargo si scende a piedi verso la centrale, al ponte si scende al fiume e si costeggia il perimetro del muro di cinta, con molta attenzione, fino al suo termine, nella parte posteriore ella centrale, dove, oltre la recinzione, parte un sentiero che sale nettamente nel bosco. Il comodo sentiero si snoda con 24 tornanti in salita fino alla casetta Piemà dove termina il canale di accumulo della condotta forzata della centrale (1 ora, foto n.1).

Si costeggia lungo la recinzione del canale fino al termine dove poi c’è una parte sotterranea e dopo alcuni centinaia di metri ritorna scoperto per un breve tratto. Terminata la parte di canale a vista si prosegue per circa 200 metri fino a vedere da lontano delle rocce sopra e sotto l’intaglio del canale con numerosi Lecci sempreverdi abbarbicati sui torrioni (gli unici della zona). Qui, (352591,4 E – 4762412 N; 1055 m.) a circa metà strada dal canale scoperto alle rocce, si scende liberamente nel bosco sottostante (30 minuti, bollo rosso in un grande albero), con attenzione, per circa 200 metri mantenendosi verso destra in corrispondenza della base delle rocce che caratterizzano questo tratto di montagna. Giunti alla base del torrione roccioso uno spigolo permette di aggirare il versante (30 minuti, 352629 E – 4762332 N; 995m.) e scoprire così la parete opposta al di sotto della quale sono presenti le due cavità.

La prima cavità che si incontra è parzialmente nascosta da un grosso albero che è cresciuto proprio nel suo ingresso, continuando altri 50 metri si scopre la seconda grotta, un po’ più piccola e nascosta da una lama rocciosa. Alla base del torrione roccioso che forma le due grotte si nota una traccia di una antico sentiero che si inoltra nel bosco sottostante e forse collegava le grotte alla chiesina di cui abbiamo ritrovato alcuni resti di muri, situata alcune centinaia di metri di dislivello più in basso.

RITORNO: Stesso itinerario fino al canale quindi si consiglia di proseguire il canale dove sono presenti il Fosso e le Cascate di Buggero (15 minuti) dove a primavera si può osservare un notevole accumulo di neve prodotto dalle slavine invernali che scendono dall’imbuto Nord del Monte Cacamillo, a circa metà strada, si può osservare sopra al canale un muretto a secco e uno scavo dove veniva preparata la calce per la costruzione del canale. Mentre ritornando indietro alla Casetta Piemà si può salire la cresta erbosa soprastante fino al Puntome Piemà per raggiungere la Cima del Monte Cacamillo per la ardita e rocciosa cresta della Costa dei Frati il cui itinerario è descritto a pagina 68 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”.

1- La Casetta Piemà dove termina il canale di accumulo e inizia la condotta forzata della centrale di Bolognola (Ph. Manuel).
2- Il canale di accumulo nel tratto scoperto.(Ph. Manuel).
3- Il tratto di canale sotterraneo subito dopo il secondo tratto a vista, in fondo sulle rocce sopra la canale si vedono de Lecci sempreverdi, qui si scende nel bosco.
4- Oltre lo spigolo a destra si scopre la prima grotta, più ampia ma nascosta da un tronco di un grande albero e da un piccolo Leccio.
5- Dettaglio della prima grotta.(Ph. Alicia).
6- Le dimensioni della prima grotta.
7- Il fondo della prima grotta con le pieghe delle rocce che l’hanno formata, con un po’ di fantasia sembra vedere due busti umani con aureola. (Ph. Manuel).
8 – 9 – 10 – 11- La seconda grotta più piccola ma più profonda.(Ph. Romina).
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11- (Ph. Manuel).
12- Lo scavo presente a monte del canale, poco prima dell’imbuto di Buggero, dove probabilmente veniva preparata la calce necessaria per le opere murarie del canale .(Ph. Francesco)
13- Il muretto a secco che delimita lo scavo della foto n.12, visto dal canale.
14 – 15- L’imbuto di Buggero ricolmo di neve dalle slavine invernali, anche se di solito la neve in questo periodo supera la cascata.
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16- Il canale visto dalla sommità del cumulo di neve (Ph. Francesco).
17- Il piccolo tratto di cascata che non è stato sommerso dalla neve, qui il cumulo è alto circa 20 metri ed è MOLTO PERICOLOSO avvicinarso al bordo della cascata in quanto crea una galleria sotto alla neve che può sprofondare. (Ph. Alicia)
18- Dalla Casetta Piemà saliamo verso il Puntone Piemà da dove si ha una veduta centrale della Valle del Fiastrone da Bolognola al Lago di Fiastra.
19- Il versante Sud del Monte Coglia
20 -21 – Il “Termine” di Bolognola, cippo di calcare sulla cima del Puntone Piemà che segna il confine tra Bolognola ed Acquacanina.
21- Veduta di Bolognola
22- Il Puntone Piemà con il “Termine” di pietra.
23- Le pendici Nord del Monte Cacamillo dove addirittura nel bosco di fronte si osserva un vecchio sentiero che si dirige verso l’imbuto di Buggero che veniva usato anticamente per la raccolta della legna abbattuta dalle slavine.
24- La cresta rocciosa de La Costa dei Frati sale verso il Monte Cacamillo, per raggiungere la cima si deve salire per l’mbutino a destra della fascia rocciosa che chiude la cresta.
25- L’aerea cresta rocciosa di Scaglia Rossa de La Costa dei Frati, a sinistra si nota la strada di breccia che scende a Rio Sacro e quella sopra parallela asfaltata che conduce alla Centrale idroelettrica mentre sopra a tutte la strada Fiastra-Bolognola.
26- Veduta verso Nord con il Monte Fiegni a destra dei miei amici e sullo sfondo il Monte San Vicino a sinistra.
27- Le rocce da cui forse proviene il cippo del Puntone Piemà.
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29 (Ph. Romina)
30- Versante Est del Puntone Piemà con il percorso per il raggiungimento delle Grotte di Buggero, visto da Bolognola.
Pianta satellitare del percorso proposto.
ROSSO: Itinerario di accesso
ROSSO TRATTEGGIATO: Itinerari proposti per Buggero o per M. Cacamillo