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FONTE CERESETO da Rio Sacro per il Poggiolo

Anche questo itinerario è proposto dal nostro amico Manuel che si sta rilevando uno dei maggiori conoscitori della Valle di Rio Sacro.

L’itinerario si ricongiunge a quello proposto da Federico che invece ha raggiunto la Fonte Cereseto dal Vallone di Pian Camillo.

La Fonte Cereseto, assieme alla Fonte della Pernice, al fontanile della Val di Fibbia ed all’ormai perduta Fonte del Rio Sacro, completa la serie dei fontanili attorno al Rio Sacro che oggi giacciono pressochè dimenticati ed in abbandono, in zone a volte impervie e non facili da raggiungere.
L’itinerario qui proposto, a completamento/integrazione del percorso proposto da Federico (Monte Cacamillo-Fonte Cereseto-Rio Sacro), permette tramite un sentiero piuttosto antico un più comodo collegamento tra la Fonte Cereseto ed il Rio Sacro. La risalita o discesa del canalone antistante la zona dei cascinali, infatti, è ad oggi difficilmente percorribile perché il pendio già ripido di suo è invaso dalle molte piante abbattute dalle slavine. Inoltre occorre guadare il Rio Sacro cosa che, nei mesi in cui la portata d’acqua è maggiore, non sempre è così facile.

PER RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA: Si percorre la Strada Provinciale n.47 che dal Lago di Fiastra sale verso Bolognola. Si raggiunge il comune di Acquacanina con le sue varie frazioni quindi dopo la frazione di Oppio si supera il fontanile presente al lato sinistro della strada e la frazione di Vallecanto, dopo circa 300 metri in una diretta si incontra il tratturo chiuso con sbarra che scende a destra con indicazione per la Valle di Rio Sacro dove si parcheggia (351965,6 E – 4764318,5 N; 770 m.).

Si oltrepassa la sbarra e si scende per la strada sterrata, proseguendo su di essa.

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Lungo la strada nel tratto che costeggia il Rio Sacro, un ammasso di neve caduto a fine dicembre con una slavina, grazie alla copertura di detriti  (foglie e rami), resiste bene nonostante le temperature tutt’altro che rigide di questo febbraio 2022. La foto 2 che era stata fatta un mese e mezzo prima, il 2 gennaio, ci mostra che non si è ridotto poi di molto.
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In questa invernata 2021/2022 un bell’esemplare di airone cenerino si è stabilito lungo le sponde del Rio Sacro. Lo avevamo già incontrato ai primi di gennaio e lo rivediamo oggi, più volte. Cammini lungo la stradina che costeggia il fiume e te lo trovi davanti all’improvviso, che si alza in volo dall’acqua dove cerca il cibo.
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Una volta percorsa tutta la stradina che costeggia il Rio Sacro, qualche decina di metri prima dello spiazzo finale, si imbocca il ben conosciuto sentiero n.321 che sale verso il Casale Gasparri ed il Monte Rotondo (tre omini in pietra in questo punto). Il sentiero che porta verso la Fonte Cereseto, non menzionato su nessuna bibliografia e che non ha alcuna segnaletica in loco, si stacca da quest’ultimo dopo circa un quarto d’ora di cammino. Sotto è riportata la traccia del nostro percorso su carta IGM e sulla carta dei sentieri 1:25000 edita da SER.
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Il sentiero 321 inizia a salire presentando nel tratto iniziale tre tornanti, due destrorsi ed uno sinistrorso. Al secondo tornante (sinistrorso) si incontra una vecchia traccia di sentiero che porta verso la zona delle sorgenti del Rio Sacro, e che poi si dovrebbe ricollegare al sentiero per la fonte del Rio Sacro (tragitto questo che ho in programma di provare e che ho indicato qui con delle frecce sulla Mappa). La traccia di sentiero che risale in direzione del Monte la Banditella la si vede netta dal basso in presenza di neve (la foto è scattata dallo spiazzo su cui termina la stradina che affianca il Rio Sacro). Al tornante su cui siamo passati la traccia è stata sbarrata con dei rami, presumo per non indurre in errore gli escursionisti diretti verso il Casale Gasparri.
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10 – Noi oggi invece proseguiamo verso la Fonte Cereseto. Superato il terzo tornante, inizia un tratto diritto di qualche centinaio di metri. Ad un certo punto, sulla sinistra, parte il sentiero per la fonte, il cui imbocco a causa della vegetazione non è facilmente individuabile. Si tenga come riferimento il faggio sulla sinistra, in foto. Noi abbiamo lasciato un omino di pietre che però non si sa quanto resisterà. Chi segna il sentiero verso Casal Gasparri conosce solo quella via e tende ad eliminare tutto ciò che può indurre in errore gli altri escursionisti.
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Una volta imbroccata la traccia però le difficoltà finiscono perché ci si trova davanti una comoda mulattiera denominata “strada de la Rosa”, che si intuisce un tempo essere stata importante, adatta anche ad un escursionismo semplice. Nonostante lo stato di abbandono e l’assoluta assenza di segnaletica, il sentiero non è stato invaso dalla vegetazione e si procede comodamente su pendenza non eccessiva e incontrando anche qualche suggestivo passaggio tra le rocce.
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16- Tronco di faggio abbattuto da un fulmine
17- La Val di Fibbia vista dal sentiero che stiamo percorrendo
18- I ruderi della Badia di Rio Sacro, visti dall’alto.
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Questo è il punto dove in mappa il sentiero disegna due tornanti. A metà del secondo tornante, come indicato sulla mappa, vi è in effetti un bivio ma la seconda traccia si intuisce essere secondaria e dunque vi è poca possibilità di errore.
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Dopo un altro breve tratto di faggeta si arriva su una zona più aperta. Siamo in cima al più ampio dei due canaloni che salgono di fronte alla zona dei cascinali. Si tenga come riferimento il faggio sulla sinistra indicato nella foto 22 dove prosegue il sentiero. Proseguendo diritti invece vi è un altro sentiero che si ricollega, più in alto, a quello che dalla zona de li merigghi passa per il Col di Mezzo.
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23- Intanto, l’aquila volteggia sopra il Rio Sacro
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Passando di fianco al faggio evidenziato prima ci si affaccia nel canalone e si intravede la traccia di sentiero che lo attraversa e poi prosegue. Il passaggio fortunatamente è libero mentre poco più sotto ci sono molti tronchi abbattuti dalle slavine.
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26- Attraversato il canalone, un vecchio omino indica la prosecuzione del sentiero nel bosco
27- Si risale fino ad un bel poggio roccioso, sullo sperone che divide i due canaloni, superato il quale rimane un ultimo piccolo tratto di sentiero (in verità poco evidente in quest’ultimissima parte) al termine del quale arriviamo in vista del fontanile.
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Dal fontanile, proseguendo ancora per pochi metri si arriva ad incrociare il secondo canalone. Anche da qui parte una traccia da cui si può risalire verso il Col di Mezzo. Più in alto vi è una sorgente da cui parte la captazione che porta l’acqua alla fonte, che arriva tramite un tubo in ferro interrato. Eventualmente dal Col di Mezzo si può riprendere il sentiero che riporta in direzione del Casale Gasparri. Da lì si riprende in discesa il sentiero 321 per tornare al Rio Sacro completando così un percorso ad anello. Se invece non si sale, oltre il canalone nota una vecchia traccia di sentiero da cui si dovrebbe in teoria riuscire a collegarsi all’itinerario già descritto da Gianluca per la Grotta della Rosa, con un ulteriore alternativa quindi per il ritorno verso il Rio Sacro.
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32 – 33- Il tracciato del percorso proposto, visto dal Monte Val di Fibbia.
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MONTE CACAMILLO – FONTE CERESETO – RIO SACRO

Itinerario proposto da Federico, anche questo non è descritto in alcuna bibliografia dei Monti Sibillini, basta seguire le indicazioni in grassetto riportate come didascalie nelle foto più significative.

Grazie a Federico per la collaborazione.

1- Dalla centrale elettrica di Bolognola si segue l’itinerario della Costa dei Frati fino alla cima di Monte Cacamillo, descritto da Gianluca Carradorini a pagina 68 del libro “I MIEI MONTI SIBILLINI“..
2- Il versante Sud del Monte Coglia dove corre un altro itinerario descritto in questo sito (Una assurda via al Monte Coglia), visto dalla cima di Monte Cacamillo.
3 -La rocciosa e ripida cresta della Costa dei Frati che conduce alla cima del Monte Cacamillo.
4- La cresta in prossimità della barriera rocciosa che si deve aggirare per il canalone erboso visibile sulla destra.
5- Il vallone Nord-ovest del Monte Cacamillo che scende verso Rio Sacro..
6- La Val di Tela con, al centro, il vecchio stazzo caratterizzato dall’erba verde, di fronte la parete Nord della Cima Bambucerta.
7- Il versante Nord del Monte Rotondo e la testata della Valle dell’Acquasanta con il cosiddetto “orto della Regina”..
8- Dalla cima di Monte Cacamillo si scende a sud dentro la sella erbosa che la divide da Monte Pietralata (Monte Nero per gli anziani della zona) dove si vedono due piccoli scavi che dovrebbero essere stati ruderi di vecchie capanne dei pastori; da qui si continua a scendere il direzione nord-ovest (destra) dentro al Vallone che conduce a Rio Sacro.
9- Il sentiero che scende nel vallone Nord-ovest, in basso lo stazzo della foto successiva.
10- Si lascia sulla sinistra un vecchio stazzo ai piedi del Vallone, dove crescono ancora i gorbini (olabri o spinaci selvatici).
11- E continuando a scendere per il sentiero si arriva in vista dei primi alberi di faggio, in località Col di Mezzo, dove si incrocia il sentiero che proviene da Pietralata: seguendo questa traccia verso sinistra si arriverebbe al casale di Gasparri.
12- Continuando invece a scendere dentro allo stesso vallone tenendosi sulla destra: qui il prato inizia a cedere il posto agli alberi e agli arbusti. C’è una pianta di faggio con delle incisioni e delle radici articolate.
12- Continuando a scendere ancora si incontra una piccola sorgente sulla destra, da cui esce l’acqua che impantana tutto il terreno, che in questo tratto è fitto di vegetazione.
13- Proseguendo tra le piante sempre in discesa si incontra una vecchia strada che doveva essere un tempo piuttosto importante: seguendola verso sinistra per pochi metri c’è Fonte Cereseto
14 – 17- Fonte Cereseto ed il muretto di contenimento sottostante, nella fonte ci sono incise le date 1935 e Anno XIII (anno tredicesimo dall’inizio del regime fascista: 1922 + 13= 1935).
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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è DSC03225-1024x768.jpg
18- Proseguendola invece verso destra si arriva ad un muretto a secco appena percettibile dove la strada prosegue sopra.
Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è DSC03226-1024x768.jpg
19- Ma guardando la cartina IGM si vede che qui c’è una biforcazione, e infatti lasciando questa strada e scendendo nella macchia di faggi sottostante (tenendosi sulla destra del fosso) si intercetta in breve tempo il vecchio sentiero a svolte che scende ai Cascinali, segnato su IGM
20- Il sentiero scende evidente tra rami rovesciati e vegetazione all’interno del bosco fin quasi al fiume, in prossimità del quale è però completamente sparita, e bisogna passare a fatica tra i tronchi venuti giù con le valanghe, i rovi e poi guadare il Rio Sacro e si arriva ai Cascinali.
21- Guardando indietro si vede il Vallone da cui siamo scesi, ritrovare il sentiero e salire da questo vallone risulta molto difficile per la presenza di arbusti e numerosi alberi trascinati dalle slavine.
22- Dai Cascinali si vede il vallone di discesa della foto n.23, da qui si segue la strada brecciata di Rio Sacro e si torna alla macchina
23- Planimetria del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.
24- Pianta satellitare del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.