Escursione invernale classica dal parcheggio di Monte Prata al Monte Porche per la Fonte della Giumenta.
Al mattino presto le condizioni perfette della neve mi hanno permesso di salire in 1,30 ore dall’auto alla cima.
Itinerario che non espone al pericolo di slavine vista la grande quantità di neve nei pendii oltre i 1800 metri e temperature primaverili.
Nel pomeriggio mi sono recato al Piano Grande di Castelluccio a fare foto nei dintorni dei laghetti temporanei che si formano a primavera
Di seguito le immagini dell’escursione.
1- Il versante Ovest con i canali invernali saliti molte volte del Monte Porche, visto dai pressi della Fonte della Giumenta, situata al margine sinistro poco oltre il muretto della strada.2- I versanti Ovest del M. Palazzo Borghese fino alla Cima del Redentore.3- Castelluccio ed il Piano Grande ricoperto di nebbia.4- L’elevato innevamento nel versante Ovest del M.Porche.5- Veduta verso Nord con la Cima di Vallinfante al centro, il M.Bove Sud a sinistra, il Pizzo Berro e Pizzo Regina a destra.6- Il poggio sotto alla cima del Monte Porche.7- Cima Vallelunga e la valle omonima.8- Il Pizzo Berro a sinistra e il Pizzo Regina a destra.9- La cresta fino alla Cima di Vallinfante10- Il Monte Bove Sud con il Passo Cattivo.11- La cresta finale del Monte Porche con la Cima Vallelunga in fondo.12- Sulla cresta finale con il poggio sotto alla cima.13- I canalini Nord del Monte Porche (canalino del gendarmino).14- La Vallelunga con la cresta tra Cima Vallelunga e Monte Porche.15- La Vallelunga con le cime circostanti, il Pizzo Berro a sinistra, il Pizzo Regina al centro, Cima Vallelunga a sinistra e il M. Sibilla che emerge nel margine destro.16- Dune di neve nel versante Ovest di Cima Vallelunga.17- La cresta del Monte Porche.18- Veduta verso Sud da Monte Porche.19- Lo splendido versante Nord di Sasso di Palazzo Borghese con il canale Nord salito da me e Stefano tra ombre e luce.20- Il M. Argentella al centro, il M. Vettore a sinistra, il Pizzo del Diavolo e la Cima del Redentore a destra.21- La cresta dal M. Torrone a M. Vettore.22- Il M. Sibilla.23 – 24 – La Cima Vallelunga ed il M. Sibilla.2425- La Vallelunga vista dalla cima del M. Porche26- Un escursionista piccolissimo al centro della foto, sta attraversando, a mezzogiorno, il versante Ovest del M. Porche, un posto dove io non vorrei essere a questa ora, infatti sto già scendendo.27- I primi fiori della primavera, la Draba aizoides nelle rocce del poggio sotto alla cima del M. Porche.28- La Scilla bifolia alla Fonte della Giumenta29- Crochi (Crocus vernus) alla Fonte della Giumenta.30- Salix caprae in fiore, l’ultimo albero ad alto fusto sulla strada M. Prata-Fonte della Giumenta.31- Il versante Sudovest del M. Argentella visto dal Piano Grande.32- Il versante Ovest del M. Porche e M. Palazzo Borghese33- Le talpe già stanno salendo verso la superficie dei prati e stanno scavando tutto il Piano Grande.34 – 35 – Riflessi della Cima del Redentore sui laghetti temporanei del Piano Grande.3536- Riflessi dal M.Porche al M. Argentella.37- Lo Scoglio dell’Aquila.38- Viola eugeniae al Piano Grande.
CASTELLUCCIO – PRIMA NEVE DELLA STAGIONE E LA GROTTA DI QUOTA 900.
I Piani di Castelluccio e i monti circostanti regalano meraviglie in ogni stagione dell’anno, la magia della leggera imbiancata a vento della prima neve della stagione esalta tutte le curve dei pendii e le suddivisioni dei campi coltivati quasi fosse una diversa fioritura.
Scendendo in auto da Castelluccio verso Norcia abbiamo anche visitato la piccola Grotta di Quota 900 che si apre nel conglomerato proprio sul bordo della strada.
Di seguito le immagini della giornata.
1 – 3 – Monte Porche234- Monte Palazzo Borghese5- Monte Argentella.6- I canali del versante Ovest della Cima del Redentore.7- La Cima di Forca Viola.8- La Cima del Redentore e il canale “la Virgola”.9- Escursionisti appena visibili sulla “strada imperiale” nel tratto del versante Ovest del Monte Argentella.10- Pian Perduto, i Colli Alti e Bassi e la Cima del Redentore11- Incroci di curve intorno alla faggeta dei Colli Alti e Bassi.12 – 16 – I campi coltivati di Castelluccio dove d’estate avviene la fioritura, adesso sembrano pennellate di biacca su una tavolozza scura.1314151617 – 18 – La Valle delle Fonti.18- 19- I Colli Alti e Bassi.20 – 22 – Lo scoglio dell’Aquila.2122 23 – 24 -I Colli Alti e Bassi visti da Sudovest .2425 – 26 – L’ultimo campo coltivato sul pendio sotto al Cordone del Vettore.2627 – 28 – I canali della Cima del Redentore visti da Sudovest.2829- Il Monte Argentella con il passaggio di un aereo.30- Steli di Verbascum spp.31 – 33- Cinorroidi di Rosa canina, l’unico colore rosso di questa stagione.323334- Steli di farro falciato emergono dalla poca neve.35 – 40 – La piccola Grotta di Quota 900 nella strada che da Castelluccio scende a Norcia.363738394041- Felci Falso Capelvenere (Asplenium trichomanes) crescono nel fondo della Grotta dove arriva la luca.42
MONTE LIETO Per il canale Est.
L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.
La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.
Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.
SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.
All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.
Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.
Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.
Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.
La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.
Di seguito le immagini della salita proposta.
1- Il grande faggio di Pian Perduto e il canale di salita a sinistra, inciso nella parte iniziale e poi delimitato dal rimboschimento.2- Zoom sul intuitivo canale di salita.3- la prima parte del canale molto inciso e con dei saltini rocciosi.4- L’attacco del canale visto dalla strada Forca di Gualdo-Castelluccio.5- L’ingresso del canale nella sua prima parte incisa e con dei saltini rocciosi.6- Una vecchia carcassa di bovino all’interno del canale.7- Il Monte Porche visto dall’interno del canale, in fondo la strada da cui si parte8- La Forca di Gualdo e la strada per Castelluccio.9- In corrispondenza dei saltini rocciosi vegetano arbusti di Ramno alpino, sullo sfondo il Monte Argentella.10- Un grande Acero delimita la parte più incisa del canale.11- Una ulteriore carcassa, sembra di capriolo ma manca la testa.12- L’acero della foto n.10 e le prime conifere del rimboschimento a destra.13- Le sponde del canale sono caratterizzate da numerosi tratti dissestati causati dall’eccessivo transito di bovini lasciati al pascolo nella zona e che, a causa della ripidità del pendio, ogni tanto qualcuna rimane vittima di scivolamenti.14- La Cima del Redentore e i Colli Alti e Bassi.15- Raggiunto il rimboschimento la vista si apre anche sul Pian Perduto.16 – 17 – Suillus gravillei detto anche laricino o pinarolo, porcino che abbonda nel sottobosco a conifere.1718- Il canale è delimitato alla sua destra orografica dal rimboschimento a conifere.19- Terminato il rimboschimento ad alto fusto iniziano i grandi arbusti di Pino Mugo.20- Oltre il rimboschimento il pendio si fa anche più ripido.21- I Mughi vegetano bene in questo pendio.22- L’ultima parte del canale appena accennato, si trasforma in un semplice ma ripido pendio fino alla cresta di uscita.23- Veduta verso il Monte Porche e Monte Palazzo Borghese dai pressi della cresta.24- Veduta verso il Monte Argentella e la Cima del Redentore dai pressi della cresta.25- Castelluccio e il Piano Grande, sullo sfondo i Monti della Laga.26- Grossa cavalletta si è affezionata ai miei pantaloni.27- la cima di Monte Lieto vista dalla cresta di uscita.28- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso il gruppo Nord dei Monti Sibillini.29- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso Sud con Castelluccio30 – 32- Le rocce presenti ai lati dell’ultima parte del canale.313233- Il Pian Perduto e, a destra, quello che una volta era chiamato “Il Laghetto Rosso” ma che ormai, da anni, non si colora più con la fioritura di alghe rosse a causa di uno stazzo di pecore realizzato a pochi metri che lo sta devastando ed inquinando, ma forse questo non importa a nessuno.34- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina emergono ai lati della Cima di Passo Cattivo, a destra la Cima di Vallinfante.35- Il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese.36- Il Monte Argentella e i boschi del San Lorenzo.37- La Cima del Redentore ed i Colli Alti e Bassi.38 – 39- Il Corone del Vettore, la faglia del terremoto del 2016, ancora si vede, anche da lontano, l’abbassamento del terreno.3940- Mantide religiosa che si sta cibando di una cavalletta.41- Il rimboschimento attraversato, formato da diverse essenze di conifere caratterizzate da sfumature di verde differenti.42- Piccoli Mughi crescono nel pendio sopra al rimboschimento43- La ripida discesa verso la strada da dove si parte.44- la continua linea del canale visto dal pendio di discesa di destra. 45- Altri tratti di sponda del canale dissestati dal passaggio di bovini.46- La mia fedele compagna di salite, anche se rimane sempre nel parcheggio.47- Bellissime Mazze da tamburo (Macrolepiota procera) nei prati di discesa.48- E buonissimo Prataiolo (Agaricus macrospora).49- Ed infine anche un bel ragno, la Argiope.
MONTE VETTORE – ANTICIMA NORD
Salita classica dalla Valle Santa, per evitare l’orribile e degradato sentiero che sale da Forca di Presta, alla cima massima dei Monti Sibillini quindi successiva discesa fino all’anticima Nord del Monte Vettore e ritorno per lo stesso itinerario.
Di seguito le immagini della giornata.
1- Il versante sud della Cima del Lago e della Punta di Prato Pulito visto dalla Valle Santa.2- Inutile ometto di pietre sulla “strada” per il Rifugio Zilioli, come se non fosse sufficientemente visibile.3- La Punta di Prato Pulito a sinistra e la Cima del Lago a destra, viste dalla cima del Monte Vettore.4- La Cima del Redentore ed il Pizzo del Diavolo, a sinistra la Cima del Lago e a destra la Cima dell’Osservatorio.5- La cresta da Quarto San Lorenzo alla Cima di Forca Viola., a destra il Monte Argentella.6 – 7 – Veduta verso Sud con foschia nelle valli ed il Gran Sasso che emerge imponente.78- Il Monte Camicia ed il Monte Prena.9- I Monti Gemelli.10- Il versante Nord della Cima del Lago11- I ghiaioni tra Forca di Pala e Quarto San Lorenzo12- La Valle del Lago di Pilato vita dall’Antecima Nord del Monte Vettore.13- L’imponenza del Pizzo del Diavolo con i segni delle frane sulle pareti e nei ghiaioni alla base prodotte dal terremoto del 2016.14- Il torrione del “Portico”, uno dei luoghi più particolari della Valle ma anche uno dei più pericolosi.15- Le pareti Nord del Pizzo del Diavolo16- Zoom della foto n.15 con i massi ancora in bilico mossi dal terremoto del 201617- La cima del Pizzo del Diavolo con escursionista sulla cresta tra la Cima del Lago e la Cima del Redentore.18- Zoom della foto n.1 con i massi ancora in bilico mossi dal terremoto del 201619- 20- La cresta che scende dall’Anticima Nord del Monte Vettore al Monte Torrone.2021- La cresta tra il Monte Torrone ed il Monte Banditello.22- La cima del Monte Vettore vista dall’Anticima Nord.23- La ripidissima cresta che sale tra il Fosso di Casale ed il Fosso di Colleluce con il Sassone e, dietro, il Sasso Spaccato.24- Zoom sul Sassone e, dietro, sul Sasso Spaccato25- La Cima di Pretare con la catena del Gran Sasso sullo fondo.26- Escursionisti sulla Cima di Pretare27- Escursionisti sulla Cima del Redentore.28- Il Lago di Pilato visto dalla cima del Monte Vettore con gli arbusti di Salix caprae che, da diversi anni, stanno crescendo nelle sue sponde.29- Veduta verso Nord della catena dei Monti Sibillini con, da sinistra, La Cima Vallelunga che si confonde con il PIzzo Berro, il Pizzo Regina e il Monte Sibilla con l’orribile strada. 30- Il canale Nord di Quarto San Lorenzo, usato per divertenti salite invernali.31 – 32- Sfinge colibrì (Macroglossa stellatarum) in volo su Garofano (Dianthus Sylvestris)3233- La Stella alpina dell’appennino (Leontopodium nivale)34- Armeria magellensis35- Saxifraga exarata subsp. ampullacea su cuscino di Silene acaulis36- Cuscinetto di Saxifraga exarata subsp. ampullacea 37 – 38 – 39-Campanula tanfanii.3839
SCOGLIO DELL’AQUILA – Versante Ovest Cima del Lago – Cima del Redentore.
Salita classica, era l’unica che, in questo periodo di carenza di neve, presentava una striscia di neve continua e anche dura dalla strada alla base dello Scoglio dell’Aquila.
Saliti con Virginia e Silvia, che era la prima volta che provava i ramponi, complimenti.
Di seguito le immagini della salita.
1- 2- Il canale di salita, l’unico con neve continua fin dalla strada, in alto a destra lo Scoglio dell’Aquila.2 (ph. Virginia G.)3- l’Autore (ph. Virginia G.)4- Nel tratto dove si incontra la scarpata di faglia prodotta dal Terremoto del 2016, visibile a destra nel tratto erboso.5 – 6- Fasi di salita67- Lo Scoglio dell’Aquila con il canale di San Benedetto, diventata ormai una salita classica invernale “grazie” ai social.8- 9- 10- Il tratto più ripido alla base del Cordone del Vettore91011- 12- Ci avviciniamo alla base dell’Scoglio dell’Aquila, sullo sfondo il Piano Grande praticamente senza neve.1213- Alla base del Canale di San Benedetto.14 – 15- 16- 17- Scendiamo alla base dello Scoglio dove sono presenti numerosi grandi massi per riposarci un po’ (ph. Silvia)15161718- Rapida discesa su neve fresca, a destra il paese di Castelluccio senza neve.19 – 20- Discesa in scivolata su neve ammorbidita.20
MONTE VETTORE ed il nuovo Rifugio Zilioli.
Il 22 Febbraio 2021, in giorno lavorativo per evitare affollamenti, con Monica e Davide siamo saliti da Forca di Presta al Monte Vettore principalmente per andare a vedere il nuovo Rifugio Zilioli installato nell’autunno del 2020 in quanto ancora non avevamo avuto occasione di visitarlo. Salita effettuata in condizioni praticamente primaverili, con foschia nelle vallate, poca neve marcia e caldo anche in quota. Di seguito le immagini della salita.
1- Il tratto prima della Croce Zilioli, di fronte il M. Vettoretto2- Il tratto prima della croce Zilioli.3- La Valle Santa con il Pino Grande praticamente sgombro di neve.4- Il pianoro del M. Vettoretto pieno di orme, sullo sfondo il Rifugio Zilioli ed il Monte Vettore.5- Per camminare meglio saliamo nel pendio sopra al sentiero trasformato in un fosso.6 – 7 – Il tratto nevoso prima del rifugio trasformato in un fosso dalla marea di escursionisti che anche d’inverno salgono al Monte Vettore.78- La cresta della Punta di Prato Pulito vista dalla Forca delle Ciaole.9- Da sinistra la Cima del Lago, la Cima del Redentore ed il Pizzo del Diavolo.10- Il versante Est del Pizzo del Diavolo.11- La cima del Monte Vettore da Forca delle Ciaole.12 – Il nuovo moderno Rifugio Zilioli alla Forca delle Ciaole.13 – Il nuovo Rifugio Zilioli e la cima del Monte Vettore sulla sinistra..14 – Il nuovo Rifugio Zilioli con la Punta di Prato Pulito e la Cima del Lago sulla destra.15- Il bivacco di emergenza laterale sempre aperto con la necessaria pala per togliere la neve dalla porta, sperando che non rimane sommersa anch’essa.
FOTO STORICHE :
16- Il Rifugio Zilioli nel Giugno 1972 (Ph. Giorgio Micarelli)17- Il Rifugio Zilioli nel Febbraio 2019 , – 21°C.
MONTE LIETO per la cresta Nord dalla Forca di Gualdo.
Salita classica adatta a tutti dalla Forca di Gualdo (1496 m.) al Monte Lieto (1944 m.) per la cresta Nord passando per il rimboschimento a monte della casetta di pastori.
Di seguito le immagini della giornata.
1 – 2- La cresta Nord di Monte Lieto con il primo tratto di rimboschimento vista dalla stazione di rilevamento sismico a monte della casetta di pastori.2- (Ph. Monica Capretti)3- Nuvole arcobalenanti verso il Monte Cardosa.4 – 5 – Neve fresca all’interno del rimboschimento56 – Finalmente usciti dl bosco iniziamo a trovare neve più consistente, alle spalle il Monte Porche.7- La Cima del Redentore ed il Pian Perduto8 – 9- Gli ultimi larici isolati prima della cresta.910- Finalmente neve ottima sulla cresta, sullo sfondo il Monte Bove Sud ed il Monte Bicco.11- Il Pian Falcone visto dalla cresta.12 – 13- Il tratto più ripido della cresta Nord, alle spalle la Forca di Gualdo con la Madonna della Cona dove si dividono le strade per il Monte Prata (sopra) e per Castelluccio (sotto).1314 – 15- Verso la cima (Ph. Monica Capretti)1516- Il Pian Perduto, il Monte Argentella e la Cima del Redentore visti dalla cima di Monte Lieto.17- La cresta che scende dal Monte Lieto al Pian Falcone e la valletta di Valloprare sottostante.18- In cima al Monte Lieto.19- Il versante Ovest del Monte Porche (a sinistra) ed il Monte Palazzo Borghese (a destra).20- I canali Ovest della cima di Forca Viola e del Quarto San Lorenzo21- Castelluccio ed io Piano Grande con la strada per Forca di Presta.22- La Cima del Redentore vista dal Monte Lieto.23- Veduta verso Nord con Camerino che emerge al centro della vallata a sinistra del Monte Careschio ed il Monte San Vicino a destra sullo sfondo. 24- Veduta aerea del Pian Perduto e della conca del San Lorenzo.25- la cima del Monte Lieto.26- Strane tracce lasciate da porzioni di neve scivolate a valle dopo il nostro passaggio.27 – 28 – 29-La Cima del Redentore in tempi diversi con diverse illuminazioni.282930- Zoom sullo scoglio dell’Aquila glassato da Alpine ice.
Castelluccio non è solo fioritura estiva ma anche d’inverno regala immagini sensazionali in bianco e nero naturale.