CANALE SINISTRO DELLO SCOGLIO DEL MONTONE – Per allenamento e per chi non ha molto tempo di andare in montagna.

La salita del Canale destro dello Scoglio del Montone (M.Castel Manardo) è una facile classica salita invernale già descritta nella mia bibliografia, è fattibile in poche ore ed è quindi adatta per allenamento su pendii ripidi innevati e per chi non ha molto tempo per andare in montagna.

Il 24 Gennaio 2024, ho salito il canale con i seguenti tempi:

  • Camerino – Pintura di Bolognola in auto : 30 minuti
  • Pintura di Bolognola – Attacco del Canale : 30 minuti
  • Salita del canale fino alla cresta dello Scoglio del Montone, 350 metri di dislivello su pendii di 35 – 45 gradi di pendenza : 40 minuti
  • Discesa per M. Castel Manardo o per Forcella Bassete – Pintura di Bolognola : 1,20 ore
  • Pintura di Bolognola – Camerino in auto : 30 minuti.

Unica nota stonata la temperatura che al mattino presto era di 5 Gradi e quindi neve che, nel canale, affondava una scarpa e soprattutto i rifiuti trovati in prossimità della Pintura di Bolognola:

– escrementi di animali domestici raccolti in visibilissimi sacchetti poi abbandonati di fianco alla strada come se qualcuno li raccogliesse prima o poi, cosa che non sopporto, almeno se i padroni lasciassero gli escrementi sul posto, senza sacchetto, prima o poi si degraderebbero ma nel sacchetto sono visibili e rimangono per anni !!!!

-N.8 bottiglie di Vodka, Gin e altri superalcolici abbandonate nei prati e debitamente raccolte da me e smaltite nei contenitori per rifiuti PRESENTI ALLA PINTURA, lasciati molto probabilmente da educatissimi giovani, le nuove leve di questa maleducatissima Italia.

Di seguito le immagini della salita

1- Il Monte Acuto visto dalla Pintura di Bolognola.
2- La neve era ricoperta di migliaia di Pulci delle Nevi (Hypogastrura nivicola : Collemboli).
3- Il Monte Acuto visto dalla strada del Fargno, nei pressi dell’attacco del canale di salita.
4- Il Canale di salita.
5- Lo Scoglio del Montone e, a destra, il canale di salita.
6- Il primo tratto di salita, su pendii di 35 Gradi.
7 – 13- Il Monte Rotondo visto dal canale, man mano che si sale il pendio si impenna fono ai 45 gradi di pendenza.
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14- Il pendio opposto, verso lo Scoglio del Montone.
15- L’ultimo tratto di salita.
16 – 17 -L’uscita sulla cresta che dal M.Castel Manardo scende verso Forcella Bassete.
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18- Il Pizzo e la Valle dell’Ambro.
19 – 20- La cresta con il M. Rotondo a destra ed il M. Acuto e Pizzo Tre Vescovi a sinistra
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21- Il pendio verso la Valle del Fargno.
22- La mia lunga ombra si proietta verso Bolognola con Camerino in alto a sinistra.
23- Lo Scoglio del Montone.
24- L’ultimo tratto di cresta prima della discesa per Forcella Bassete.
25- Il Pizzo Regina a sinistra e il Pizzo Berro a destra.
26- Il Pizzo Berro.
27 – ll Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dalla cresta di discesa.
28- ll Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dalla Forcella Bassete.
29- Il Monte Rotondo visto da Forcella Bassete.
30- Lo Scoglio del Montone visto da Forcella Bassete.
31- Il canale destro dello Scoglio del Montone visto dalla Pintura di Bolognola.
32- Il Monte Castel Manardo con il canale di salita, visto da Camerino.
33- Sacchetti di escrementi di animali domestici lasciati di fianco alla strada nei pressi della Pintura di Bolognola.
34- Bottiglie di superalcolici vuote abbandonate nei pressi della Pintura di Bolognola.



SANTA MARIA IN PANTANO – MONTE OIALONA – Ciaspolata da Colle

In occasione della seconda nevicata della stagione abbiamo raggiunto con le ciaspole la Chiesa crollata di Santa Maria in Pantano e il Monte Oialona, partendo da Colle di Montegallo.

Come ci è accaduto pochi giorni fa al Monte Valvasseto, abbiamo assistito ad un aumento esponenziale del vento in quota nel giro di alcune ore.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1 – 2 – Il sentiero che da Colle di Montegallo sale verso Santa Maria in Pantano
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3- La Fonte Santa, poco prima della chiesa.
4- Grande faggio nel bosco intorno alla chiesa.
5- I ruderi della chiesa di Santa Maria in Pantano, crollata con il terremoto del 2016, protetta con una tettoia metallica.
6- L’imbuto del Monte Vettore, la Cima di Pretare e Sasso Spaccato a sinistra ed il Sassone a destra.
7- La Cima di Pretare al mattino presto, vento debole.
8- Dopo un’ora, vento medio.
9- Dopo due ore, vento forte.
10- Nuvola circolare modellata dal vento sopra la cima del Monte Vettore.
11 – 12 – La nuvola circolare in pochi minuti ha raggiunto la Cima di Pretare.
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13- Il vento dopo più di due ore è arrivato anche a fondo valle ed in quota è fortissimo.
14- Il Sasso Spaccato rivestito di neve trascinata dal vento.
15- Il Sassone al mattino presto.
16- Il Sassone dopo due ore.
17- L’imbuto del Monte Vettore con i canali di salita invernali.
18- Zoom nell’imbuto nel tratto più ripido.
19- Forte vento anche nei Monti della Laga.
20 – La zona della Fonte del Pastore.
21- La rocciosa cresta Est del Monte Torrone già oggetto di una nostra salita.
22- Il Monte Banditello e il pianoro sopra al bosco dove sorge il Casale de Le Pozze.
23- Le rocce sopra al Casale de Le Pozze.
24- Il Casale Iachini, nel pianoro verso il Monte Oialona.
25- La cresta dell’Anticima Nord del Monte Vettore, battuta dal vento.
26- Forti folate di vento tra i due imbuti del Vettore.
27- Il Monte Sibilla visto dal Monte Oialona.
28- 30 – Raggiunto il Monte Oialona ritorniamo verso Santa Maria in Pantano.
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31- Lunghe ombre con il sole invernale.



MONTE VALVASSETO – COME LE CONDIZIONI CAMBIANO IN POCHE ORE

Questa giornata è la prova di come le condizioni meteo possano cambiare ormai addirittura nel giro di qualche ora nella stessa giornata, cosa molto sottovalutata specialmente leggendo i post sui social tipo facebook di escursionisti meravigliati che si trovano in difficoltà ripetendo percorsi fatti da amici qualche giorno prima dove invece avevano trovando ottime condizioni meteo e di neve.

Siamo saliti al mattino presto dalla Pintura di Bolognola in assenza di brezza e poi, dopo le 10, si è scatenato l’inferno, raffiche di vento fortissime, per fortuna eravamo al Monte Valvasseto a fare foto con la neve fresca quindi relativamente bassi ma non oso immaginare se fossimo saliti in quota e dovevamo scendere dalle creste del Monte Castel Manardo, visibile nel video, il rientro sarebbe stato davvero critico da qualsiasi parte.

1- La situazione sulle cresta del Monte Castel Manardo alle 11,30 della mattina.
2- L’uscita con mia figlia Miriana era dedicata a fare delle foto con la neve fresca.
3- La faggeta dei Piani Gra.
4 – 5- La pista da fondo era già battura.
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6 – 8 – Leggera Galaverna ai Piani Gra.
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9 – 11 – La temperatura è gradevole e non c’è vento, si sta in maniche di camicia per cui decidiamo di salire verso il Monte Valvasseto.
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12- Incroci di volpe e capriolo.
13 – 14 – Verso la sommità del Monte Valvasseto
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15- Ci soffermiamo a fare delle foto.
16 – 17- Questa piccola roccia ci sembra una Civetta delle Nevi da lontano.
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18- Veduta dal Monte Valvasseto verso il Mare Adriatico.
19- La lunga cresta del Monte Sassotetto.
20- Veduta verso Ovest con il Monte Rotondo, sulla cima circa 20 centimetri di neve.
21- Miriana sul Monte Valvasseto.
22 – 23 -Poi inizia a levarsi il vento, sempre più forte in pochi minuti.
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24 – 25 -Il vento monta di intensità come si vede sulla cresta Est del Monte Castel Manardo dove già solleva neve, iniziamo a scendere.
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26- Faggi “siamesi” nella faggeta dei Piani di Pao.
27- Durante la discesa osserviamo il vento salire di forza nelle creste di fronte a noi, qui lo Scoglio del Montone e il Pizzo Regina sullo sfondo.
28- Il versante Est del Pizzo Berro con grandi turbinii di neve, i cosiddetti “Diavoli di neve” o Snownado.
29- Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi al mattino presto.
30- Monte Acuto e Pizzo Tre Vescovi dopo neppure due ore.
31- La Forcella del Fargno con il Rifugio omonimo e il Monte Bove Nord.
32- E dopo circa due ore.
33- La cresta Est del Monte Castel Manardo sopra all’ intaglio della Porta di Berro (Campi da sci di Bolognola), verso le 9, lieve brezza in cresta.
34- Verso le 9,30.
35- Ore 10
36- Ore 10,30
37- Ore 11.
38- Ore 11,30
39- Ore 12.
40- Situazione vista dai pressi della Pintura di Bolognola, tutto il monte è rivestito di neve sollevata dal vento.
41- La bellissima cresta che dalla Costa Vetiche sale verso Forcella Cucciolara (Cima di Costa Vetiche), al mattino verso le 9,30.
42- La stessa cresta verso le 11.
43- Punta Bambucerta a destra e Monte Rotondo sullo sfondo verso le 9.
44- Ore 10.
45- Ore 11.
46- Zoom sulla stessa cresta, ore 10.
47- Stessa inquadratura della foto 48 alle ore 11.
48- La Madonnina della Pintura di Bolognola alle ore 12.



CASTELLUCCIO – PRIMA NEVE DELLA STAGIONE E LA GROTTA DI QUOTA 900.

I Piani di Castelluccio e i monti circostanti regalano meraviglie in ogni stagione dell’anno, la magia della leggera imbiancata a vento della prima neve della stagione esalta tutte le curve dei pendii e le suddivisioni dei campi coltivati quasi fosse una diversa fioritura.

Scendendo in auto da Castelluccio verso Norcia abbiamo anche visitato la piccola Grotta di Quota 900 che si apre nel conglomerato proprio sul bordo della strada.

Di seguito le immagini della giornata.

1 – 3 – Monte Porche
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4- Monte Palazzo Borghese
5- Monte Argentella.
6- I canali del versante Ovest della Cima del Redentore.
7- La Cima di Forca Viola.
8- La Cima del Redentore e il canale “la Virgola”.
9- Escursionisti appena visibili sulla “strada imperiale” nel tratto del versante Ovest del Monte Argentella.
10- Pian Perduto, i Colli Alti e Bassi e la Cima del Redentore
11- Incroci di curve intorno alla faggeta dei Colli Alti e Bassi.
12 – 16 – I campi coltivati di Castelluccio dove d’estate avviene la fioritura, adesso sembrano pennellate di biacca su una tavolozza scura.
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17 – 18 – La Valle delle Fonti.
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19- I Colli Alti e Bassi.
20 – 22 – Lo scoglio dell’Aquila.
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23 – 24 -I Colli Alti e Bassi visti da Sudovest .
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25 – 26 – L’ultimo campo coltivato sul pendio sotto al Cordone del Vettore.
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27 – 28 – I canali della Cima del Redentore visti da Sudovest.
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29- Il Monte Argentella con il passaggio di un aereo.
30- Steli di Verbascum spp.
31 – 33- Cinorroidi di Rosa canina, l’unico colore rosso di questa stagione.
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34- Steli di farro falciato emergono dalla poca neve.
35 – 40 – La piccola Grotta di Quota 900 nella strada che da Castelluccio scende a Norcia.
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41- Felci Falso Capelvenere (Asplenium trichomanes) crescono nel fondo della Grotta dove arriva la luca.
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MONTE SIBILLA – PRIMA NEVE DELLA STAGIONE

Il 24 Novembre 2024, con Romina, Lucia, Gilberto, Elia, Paolo e TIziana siamo saliti al Monte Sibilla dal Rifugio omonimo per la cresta del Monte Zampa con la prima spruzzata di neve della stagione.

Di seguito le immagini della limpida giornata.

1- Iniziamo la salita a monte del Rifugio Monte sibilla visibile a destra.
2- La sella del Monte Zampa.
3- Ci dirigiamo verso la cima del Monte Zampa.
4- In cima al Monte Zampa.
5- Riprendiamo la cresta per il Monte Sibilla.
6- Il Monte Zampa con il sentiero che scende nel versante Nord per gli imbuti di Meta-Le Vene.
7- Il Romitorio di San Leonardo appena illuminato dal sole con il Fosso del Rio a monte.
8 – 14 – Fasi di salita verso la “Corona” della Sibilla.
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15- Il Monte Argentella e il Sasso di Palazzo Borghese.
16- Il Monte Vettore a sinistra, la valle di Pilato e la Cima del Redentore a destra.
17- Giunti in prossimità della “Corona” dove è presente il tratto attrezzato con catene.
18- Veduta verso il Mare Adriatico.
19- Con Paolo rimasto indietro.
20- Il Casale della Banditella.
21- Colate di ghiaccio nel versante Est del Monte Sibilla.
22- Il plateau sommitale del Monte Sibilla.
23 – 28- Nelle due cime del Monte Sibilla.
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29- L’imbuto del Fosso de Le Vene.
30- Il pendio Nord del Casale della Sibilla.
31- Il Monte Bove Sud e Cima Cannafusto più in basso.
32- Il Pizzo Berro a sinistra, La Priora al centro e Il PIzzo a destra.
33 – 34- La cengia delle Ammoniti sopra ai Grottoni e la Cengia delle Capre alla base dei Grottoni.
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35- Il Pizzo Berro.
36- Il Monte Zampa con i Torrioni di Meta.
37- La Grotta della Sibilla o delle Fate.
38- Le Grotticelle della Corona.
39- Stalattiti di ghiaccio nelle grotticelle della Corona.
40- Il versante Est de Il Pizzo.
41- Noi 7 al ritorno.



MONTE LIETO Per il canale Est.

L’11 ottobre 2024, da solo, sono salito al Monte Lieto per un nuovo tracciato, il canale Est che inizia dalla discesa della strada Forca di Gualdo-Castelluccio poco prima che spiana in corrispondenza del Pian Perduto.

La salita è facile anche se ripida, presenta un dislivello di circa 550 metri, si parte da 1395 metri della strada per arrivare alla cima di Monte Lieto a 1940 metri, in poco più di un’ora di salita.

Il Monte Lieto è caratterizzato da ripidi pendii nei versanti Nord, Est e Sud con incisi canali, già ho descritto in questo blog la salita per il canale Sud, la cosiddetta “direttissima” dalla Valle Canatra e la salita invernale della cresta Nord dalla Forca di Gualdo.

SALITA: Il canale Est si presenta con un tratto iniziale piuttosto ripido ed inciso e con alcuni saltini rocciosi che rendono interessante la salita. Poi il canale si allarga, costeggia a destra il rimboschimento a conifere, prosegue verso delle rocce ai lati del canale per poi scemare nei pendii sovrastanti che si fanno però più ripidi e fino alla cresta di uscita.

All’interno del canale ho ritrovato due carcasse di Bovini che vengono lasciati pascolare nella zona e una forse di capriolo, a dimostrazione della ripidità dei pendii laterali.

Inoltre, cosa molto interessante, a monte del rimboschimento a conifere sono stati piantati anche numerosi esemplari di Pino Mugo che addirittura si sta riproducendo in modo notevole, creando così un orizzonte di arbusti contorti spontanei oltre il limite del bosco.

Nei Monti Sibillini in poche località è stato introdotto il Pino Mugo, ad esempio nel versante Est del Monte Castelmanardo ma in questo luogo riesce a stento a vivere e riprodursi.

Il Pino Mugo spontaneo è molto raro nell’Appennino, vegeta abbondantemente solo nel massiccio della Majella.

La discesa può essere effettuata nel pendio destro del canale.

Di seguito le immagini della salita proposta.

1- Il grande faggio di Pian Perduto e il canale di salita a sinistra, inciso nella parte iniziale e poi delimitato dal rimboschimento.
2- Zoom sul intuitivo canale di salita.
3- la prima parte del canale molto inciso e con dei saltini rocciosi.
4- L’attacco del canale visto dalla strada Forca di Gualdo-Castelluccio.
5- L’ingresso del canale nella sua prima parte incisa e con dei saltini rocciosi.
6- Una vecchia carcassa di bovino all’interno del canale.
7- Il Monte Porche visto dall’interno del canale, in fondo la strada da cui si parte
8- La Forca di Gualdo e la strada per Castelluccio.
9- In corrispondenza dei saltini rocciosi vegetano arbusti di Ramno alpino, sullo sfondo il Monte Argentella.
10- Un grande Acero delimita la parte più incisa del canale.
11- Una ulteriore carcassa, sembra di capriolo ma manca la testa.
12- L’acero della foto n.10 e le prime conifere del rimboschimento a destra.
13- Le sponde del canale sono caratterizzate da numerosi tratti dissestati causati dall’eccessivo transito di bovini lasciati al pascolo nella zona e che, a causa della ripidità del pendio, ogni tanto qualcuna rimane vittima di scivolamenti.
14- La Cima del Redentore e i Colli Alti e Bassi.
15- Raggiunto il rimboschimento la vista si apre anche sul Pian Perduto.
16 – 17 – Suillus gravillei detto anche laricino o pinarolo, porcino che abbonda nel sottobosco a conifere.
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18- Il canale è delimitato alla sua destra orografica dal rimboschimento a conifere.
19- Terminato il rimboschimento ad alto fusto iniziano i grandi arbusti di Pino Mugo.
20- Oltre il rimboschimento il pendio si fa anche più ripido.
21- I Mughi vegetano bene in questo pendio.
22- L’ultima parte del canale appena accennato, si trasforma in un semplice ma ripido pendio fino alla cresta di uscita.
23- Veduta verso il Monte Porche e Monte Palazzo Borghese dai pressi della cresta.
24- Veduta verso il Monte Argentella e la Cima del Redentore dai pressi della cresta.
25- Castelluccio e il Piano Grande, sullo sfondo i Monti della Laga.
26- Grossa cavalletta si è affezionata ai miei pantaloni.
27- la cima di Monte Lieto vista dalla cresta di uscita.
28- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso il gruppo Nord dei Monti Sibillini.
29- Veduta dalla cima del Monte Lieto verso Sud con Castelluccio
30 – 32- Le rocce presenti ai lati dell’ultima parte del canale.
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33- Il Pian Perduto e, a destra, quello che una volta era chiamato “Il Laghetto Rosso” ma che ormai, da anni, non si colora più con la fioritura di alghe rosse a causa di uno stazzo di pecore realizzato a pochi metri che lo sta devastando ed inquinando, ma forse questo non importa a nessuno.
34- Il Pizzo Berro e il Pizzo Regina emergono ai lati della Cima di Passo Cattivo, a destra la Cima di Vallinfante.
35- Il Monte Porche e il Monte Palazzo Borghese.
36- Il Monte Argentella e i boschi del San Lorenzo.
37- La Cima del Redentore ed i Colli Alti e Bassi.
38 – 39- Il Corone del Vettore, la faglia del terremoto del 2016, ancora si vede, anche da lontano, l’abbassamento del terreno.
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40- Mantide religiosa che si sta cibando di una cavalletta.
41- Il rimboschimento attraversato, formato da diverse essenze di conifere caratterizzate da sfumature di verde differenti.
42- Piccoli Mughi crescono nel pendio sopra al rimboschimento
43- La ripida discesa verso la strada da dove si parte.
44- la continua linea del canale visto dal pendio di discesa di destra.
45- Altri tratti di sponda del canale dissestati dal passaggio di bovini.
46- La mia fedele compagna di salite, anche se rimane sempre nel parcheggio.
47- Bellissime Mazze da tamburo (Macrolepiota procera) nei prati di discesa.
48- E buonissimo Prataiolo (Agaricus macrospora).
49- Ed infine anche un bel ragno, la Argiope.



MONTE TORRONE E SASSO D’ANDRE’ da Foce per la cresta Ovest.

In compagnia di Paolo, Tiziana, Gilberto, Elia e Francesco, il 25 agosto 2024 abbiamo ripetuto la salita al Monte Torrone e Sasso d’Andre’ per la cresta Ovest, già descritta in questo blog.

Partiti da Foce di Montemonaco abbiamo percorso il Piano della Gardosa e siamo saliti per le Svolte.

Appena usciti dal bosco abbiamo lasciato il sentiero di fondovalle che sale al Lago di Pilato e abbiamo deviato a sinistra, con una ripida salita siamo andati a prendere la sottile cresta rocciosa Ovest che sale verso il Monte Torrone.

Saliti i primi torrioni abbiamo poi deviato a sinistra per il sentiero che gira nel versante Nord e abbiamo ripreso la cresta Ovest più in alto evitando così il punto mediano più ripido.

Dalla cima del Monte Torrone abbiamo proseguito per il Sasso d’Andre’ e siamo ridiscesi a Foce per il sentiero classico della Forcella del Banditello.

Di seguito le immagini della bellissima giornata in compagnia di fantastici amici.

1- La ripida salita erbosa appena usciti da Le Svolte per andare a prendere la cresta Ovest del M.Torrone
2- Il primo torrione della cresta, sullo sfondo il M.Argentella.
3- E il Piano della Gardosa con Foce in fondo
4 – 5 -Saliamo verso il secondo torrione
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6- Su pendio sempre molto ripido
7- Il primo torrione alle spalle
8 – 9 – Ed eccoci sul secondo torrione
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10- Già alti rispetto a Le Svolte andiamo a prendere il sentiero che gir nel versante Nord. alle spalle la grande frana del Fosso del Miracolo prodotta dal terremoto del 2016.
11- Nel sentiero del versante Nord
12- Il versante Est e Nord del monte Argentella.
13- Forca Viola e l’omonima cima.
14- Lasciamo il sentiero (in basso) e ripieghiamo di nuovo verso la cresta Ovest.
15 – 16 -L’ultimo tratto della cresta Ovest.
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17- La parte iniziale della Valle del Lago di Pilato
18- La parte finale della Valle del Lago di Pilato.
19- Il cima al Monte Torrone ed il sentiero di cresta verso l’Antecima Nord del Monte Vettore.
20- Sul Sasso d’Andre’.
21- Veduta verticale sul versante Est del Sasso d’Andre’.
22 – 24 -la cresta che scende verso il Monte Banditello.
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25- Lichene Rizhocarpon geographicum che si sviluppa solo ed esclusivamente su selce e non su calcare.
26 – 27 – La bellissima ed alta faggeta sopra Foce sul sentiero di discesa dalla Sella del Banditello.
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28 – 29- Tronco morto decorato in modo fantastico da Blastofagi, coleotteri che depositano le uova sotto alla corteccia dei tronchi morti, le larve alla schiusa si nutrono del legno e scavano delle galleria perfettamente parallele tra loro che si allargano di diametro man mano che la larva cresce di dimensioni. Alla fine del ciclo la larva si trasforma il adulto ed esce dalla corteccia.



LA FORRA DEL FIASTRONE E LA GROTTA DEI FRATI.

Molti amici mi hanno chiesto di mettere nel mio blog almeno le immagini, prese dal mio repertorio di più di 20.000 foto dei Monti Sibillini, scattate anni fa di una delle più belle forre Appenniniche, la Forra del Fiastrone, in quanto attualmente interdetta alle escursioni per l’ordinanza del Comune di Cessapalombo n.15 del 29/06/2020 che ne vieta il transito a seguito di costatazione di pericoli oggettivi incombenti sulla valle del Fiastrone.

Non essendo pertanto possibile effettuare escursioni nella Forra del Fiastrone riporto le immagini, scattate nel 2019, anche se di bassa qualità in quanto fatte con una vecchia fotocamera compatta ma almeno danno una idea della bellezza della Forra Sibillina.

La Grotta dei Frati, molto conosciuta ormai da anni al pari delle Lame Rosse presenti nella stessa valle, è invece attualmente raggiungibile senza problemi dal parcheggio Caprareccia della strada di Montalto di Cessapalombo in circa 30 minuti per comodo sentiero e per sentiero più lungo anche dalle stesse Lame Rosse – Diga del Lago Fiastrone.

La Forra, suddivisa in tre parti di larghezza differente, era facilmente raggiungibile prendendo il sentiero dal parcheggio Caprareccia per la Grotta dei Frati, dopo circa 300 metri al primo bivio si scendeva a sinistra fino al fiume quindi anziché guadare il Fiastrone si proseguiva per sentiero nel bosco sulla destra (sinistra orografica) per entrare nel torrente circa 500 metri dopo e proseguire risalendo il fiume su acqua per tutta la lunghezza della forra.

Addirittura molti anni fa ho percorso una difficile e faticosa cengia in salita che si apre sulla sinistra orografica all’altezza della seconda parte della Forra (foto n.14) e che, con un passaggio aereo su una esposta parete rocciosa a suo tempo attrezzato con una corda fissa, conduceva pochi metri sotto alla Grotta dei Frati.

Chiaramente anche questo itinerario non è possibile percorrerlo e non so in che condizioni sia la corda fissa presente.

Di seguito le immagini di repertorio dell’escursione.

LA PRIMA PARTE DELLA FORRA.

1- L’ingresso da valle della Forra del Fiastrone.
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5- L’acqua quel giorno arrivava a circa 50 centimetri di altezza
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LA SECONDA PARTE DELLA FORRA

9- La seconda strettoia della valle
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13- Si toccano le pareti con le mani
14- La cengia nel lato sinistro orografico della seconda strettoia da dove è possibile risalire fino alla grotta dei Frati superando un esposto tratto roccioso verticale una volta attrezzato con una corda fissa ma adesso non so in che condizioni sia.
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LA TERZA PARTE DELLA FORRA

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28- Singolare albero cresciuto molto in altezza a causa della mancanza di luce nella forra..
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LA GROTTA DEI FRATI E DEI PARTIGIANI

39- La cappellina della Grotta dei Frati.
40 – 41 – Gli insediamenti dei frati intorno alla Grotta
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42- La vasca di raccolta dell’acqua di stillicidio.
43- La volta a croce della cappellina.
44- La grotta continua per alcune decine di metri dietro alla cappellina.
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48- Il fondo della Grotta dei Frati.
49- Cristallini di Gesso in corrispondenza di minerali di ferro alterati nella parte più profonda della grotta dei Frati.
50- Lo stretto passaggio su cengia che collega la Grotta dei Frati alla Grotta dei Partigiani, attualmente non è possibile accedervi.
51 – 54 – La Grotta dei Partigiani.
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MONTE VETTORE E CIMA DI PRETARE

Il 2 agosto 2024 ho effettuato la mia 85esima salita, in 46 anni di salite in montagna tutte documentate nel mio quaderno dal 1978, alle cime del gruppo del Monte Vettore.

Dopo aver raggiunto la cima, anziché scendere al Lago di Pilato come programmato, visto che quest’anno il lago è purtroppo completamente asciutto, abbiamo proseguito la cresta Est verso Cima di Pretare, la cima meno frequentata dell’intero gruppo.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- La Cima del Redentore e il Pizzo del Diavolo visti dalla Sella delle Ciaole.
2- La cima del Pizzo del Diavolo
3- Il torrione denominato “il Castello”
4- Il “Portico”, dove è presente l’arco di roccia e l’immagine naturale della “Madonna e il Diavolo”.
5- La cresta tra la Cima del Redentore e il Pizzo del Diavolo.
6 – 7 -Le sponde del Lago di Pilato con i Salici in crescita che sto monitorando da oltre 10 anni.
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8 – 9 – Fringuello alpino (Montifringilla nivalis).
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10- Fringuelli alpini in volo con le loro caratteristiche ali bianche e nere.
11 – Campanula scheuchzeri
12- Grandi e secolari arbusti nani di Drias octopetala.
13- La cresta che dal M.Vettore scende alla Cima di Pretare è tappezzata da centinaia di arbusti nani di Drias octopetala.
14 – 15 – Campanula alpestris, la pianta più rara dei Monti Sibillini presente in una unica stazione.
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16- Una orchidea che cresce nei ghiaioni calcarei, l’Epipactis atrorubens.
17- Margherite e Genziana lutea n una piccola conca umida sotto alla cima del M.Vettore.
18- La cresta che dal M. Vettore scende verso la Cima di Pretare.
19- L’imbuto del “canalino” nel versante Sudest del M. Vettore.
20- La Cima di Pretare.
21- L’imbuto Nord del M. Vettore.
22- La cima della “Piramide”
23- Veduta dalla Cima di Pretare verso la cima del M. Vettore.
24- La cresta di Galluccio
25- la cresta che dalla cima del M. Vettore scende verso l’appuntita Antecima Nord.
26- La Cima di Pretare
27- Grandi e secolari cuscinetti di Silene acaulis
28- Vecchio cuscinetto di Silene acaulis ormai morto che fa da substrato ad altre piante.
29- Bellissimo esemplare di Leontopodium alpinum subsp. nivale.
30- La cresta tra la Punta di Prato pulito a sinistra e la Cima del Lago a destra con i massi del mistero geologico riportato nell’articolo: CIMA DEL LAGO Cresta Est dalle “Roccette”. 23 Luglio, 2019.
31- Il profumatissimo Dianthus monspessulanus.



MONTE ROTONDO E MONTE ACUTO dalla Pintura di Bolognola.

Il 14 luglio 2024, con una giornata di fresca brezza in quota e monti ancora verdi, dalla Pintura di Bolognola con Elia e Gilberto abbiamo risalito la strada fino al Rifugio del Fargno quindi al Monte Rotondo per la cresta Sud, ridiscesi per la stessa cresta siamo poi saliti dalla Forcella del Fargno al Monte Acuto e ridiscesi per la cresta Est fino a Forcella Bassete, quindi ripreso la strada per la Pintura, con 17 chilometri e 900 metri di dislivello totale.

Di seguito le immagini della giornata.

1- Il Monte Rotondo visto dalla strada del Fargno.
2- La cresta Sud del Monte Rotondo.
3- La Valle del Fargno con le sorgenti del Fiastrone, a destra il M. Castel Manardo.
4- La cresta Sud del Monte Rotondo.
5 – 6 – Verso la cima del Monte Rotondo
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7- A destra il Monte Acuto e a sinistra il Monte Castel Manardo con la strada che sale al Rifugio del Fargno dalla Pintura di Bolognola.
8- La Forcella Cucciolara da cui si scende alla nascosta Val di Tela.
9- La Val di Tela con il Monte Cacamillo a destra e il Monte Pietralata a sinistra, tra i due si vede una piccola porzione del Lago di Fiastra.
10- La Cima Bambucerta chiuse ad Est la Val di Tela.
11- La cima del Monte Rotondo.
12- L’Antecima Sud del Monte Rotondo.
13- Il Monte Bove Nord e Sud e la Val di Panico sulla sinistra.
14- Veduta verso Est dalla cima del Monte Rotondo
15- Veduta verso Nord
16- Veduta verso Sud.
17- Fioritura di Sedum sulla cresta Sud del Monte Rotondo, in fondo il Rifugio del Fargno.
18- Il Pizzo Tre Vescovi visto dalla cima del Monte Acuto.
19- Arriva Gilberto sulla paretina finale del Monte Acuto.
20- Il Pizzo Regina ed il Pizzo Berro visti dal Monte Acuto.
21- La stretta cima del Monte Acuto.
22- Camoscio sulla ripidissima parete Nord del Monte Acuto, a destra la cresta Sud del Monte Rotondo salita al mattino.
23 – 24 – La bellissima cresta Est del Monte Acuto che scende verso Forcella Bassete.
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