ROCCAMORICE: CASCATA LEJO di ABBATEGGIO -PARCO LAVINO – EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO.

Nei dintorni di ROCCAMORICE, un paese situato nel settore Nord del Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo, sono presenti diversi siti naturalistici e storici molto interessanti e poco conosciuti visitabili in una unica giornata.

CASCATA DI LEJO : Da Roccamorice si raggiunge in auto il paese di Abbateggio distante pochi chilometri, si prosegue prendendo la Via Celestino V in direzione del Parco Lavino per circa un chilometro fino ad incontrare il cartello turistico indicante il sentiero per la Cascata. Si scende nel campo coltivato ad uliveto sottostante il cartello per traccia di sentiero ed in breve si raggiunge il fiume Lavino. Si risale il torrente per circa un 500 metri percorrendo una suggestiva forra fino alla cascata.

Il percorso è accidentato e scivoloso, si raccomandano scarponi da montagna, di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il tratto iniziale della forra.
2 – 6 – Continuando la forra si fa più stretta e di aspetto quasi tropicale con folta vegetazione (edera) che scende dalle pareti.
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7- Siamo in vista della cascata
8 – 9 – Zoom sulla cascata che pur a fine stagione estiva, ancora porta acqua.
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10- Un profondo laghetto ci impedisce di raggiungere la base della cascata.
11- Gerridi sulla superficie dei laghetti della forra.

PARCO LAVINO: Visitata la cascata di Lejo, in auto si prosegue in discesa la strada per poco più di un chilometro verso il Parco Lavino (segnaletica e parcheggio in zona) dove sono presenti delle sorgenti ed addirittura un torrente di acqua solfurea.

12 – 13 – I laghetti di acqua solfurea del Parco Lavino.
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14 -15- Le sorgenti di acqua solfurea dal caratteristico colore bluastro torbido per la presenza di zolfo colloidale in sospensione.
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16- Formazioni algali di varie tipologie nelle sorgenti solfuree.

EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO: Da Roccamorice si prosegue in auto in direzione Sud per il Passo Lanciano – la Maielletta e con indicazioni per la Palestra di Roccia – Eremo di Santo Spirito a Majella – Eremo di San Bartolomeo in Legio. Si continua in auto fino al parcheggio dell’Eremo di San Bartolomeo dove è presente anche un ristoro. Si prosegue quindi a piedi in sentiero ben segnalato in discesa ma che richiede scarponi da montagna (abbiamo incontrato persone con scarpe da passeggio che tentavano di raggiungere l’eremo !!!) fino all’Eremo raggiungibile in circa 40 minuti. Tramite un a vecchissima scalinata intagliata nella roccia è possibile poi scendere nelle grotte laterali più in basso, abitate fin dalla preistoria, e nel fosso sottostante.

L’Eremo conserva ancora degli affreschi esterni risalenti al XIII secolo, dipinti con i classici pigmenti dell’epoca: ocra gialla e ocra rossa, verderame, biacca e carbone; per chi volesse approfondire può consultare la mia pubblicazione:

L’Eremo di Santo Spirito a Majella è descritto nell’articolo: MONASTERI RUPESTRI DELLA MAJELLA del 10 settembre 2022.

Di seguito le immagini dell’escursione.

17- La piccola galleria di ingresso all’eremo, visibile solo all’ultimo minuto.
18 – 19 – L’eremo di San Bartolomeo in Legio protetto da un ampio tetto di roccia.
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20- Gli affreschi esterni dell’Eremo, risalenti al XIII secolo, ancora visibili e dipinti con i classici pigmenti dell’epoca.
21- L’interno dell’Eremo.
22- la ripidissima e vecchissima scala in pietra che scende alle grotte e fosso sottostante.
23- Il muro a secco che sorregge da secoli la scala di accesso al fosso sottostante l’Eremo.
24 – 25 – Le grotte sottostanti l’Eremo usate fin dalla preistoria come riparo.
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26 – Il fosso che ha scavato la roccia posta alla base del Vallone dove sorge l’Eremo
27- Enorme masso che fa da ponte naturale nel fosso.
28 – 29 – L’eremo di San Bartolomeo in Legio vito dal Vallone sottostante.
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LE GROTTE DI ONFERNO Cavità ipogee nella Selenite.

La Riserva Naturale Orientata di Onferno è situata in Provincia di Rimini, nella Valconca, ai confini con la Repubblica di San Marino.
Il complesso carsico delle Grotte di Onferno è considerato tra i più importanti d’Italia tra le grotte nel gesso.
Dalle pendici argillose di Monte Croce scendono due piccoli corsi d’acqua che, raggiunta la rupe gessosa di Onferno, confluiscono e iniziano a scorrere per un breve tratto sotterraneo. Le acque riaffiorano poco più a valle, all’interno di una forra densamente boscata. La grotta si sviluppa lungo tutto il tratto ipogeo del corso d’acqua alla base di un banco gessoso.
La Grotta di Onferno fu esplorata per la prima volta nel 1916.
Nel primo tratto, lungo il torrente, si percorrono gallerie con pareti verticali modellate dall’acqua in forme sinuose. Successivamente si incontrano i tipici concrezionamenti calcarei delle grotte gessose; i piú estesi, di un acceso colore aranciato per la presenza di ossidi di ferro, formano una bella colata che decora una parete con stillicidio concrezionante attivo. Nel tratto successivo, si abbandona il livello attivo raggiungendo ambienti fossili dove si sono ampliate alcune sale per fenomeni di crollo.
La grotta ha uno sviluppo di circa 400 m. con un dislivello di 64 m. e una delle sue caratteristiche è rappresentata dalla presenza di cospicue colonie di pipistrelli.

Di seguito le immagini dell’escursione guidata.

1- L’ingresso della grotta.
2- L’interno della grotta.
3 – 4- La selenite, forma cristallina di Gesso (Solfato di Calcio), brilla se illuminata.
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5 – 15 – Immagini dell’interno della grotta, molto diversa dalle grotte calcaree a cui siamo abituati.
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16- le concrezioni prodotte da infiltrazioni di acqua calcarea contenente ferro sono piuttosto rare nelle grotte sulla selenite.
17- Formazioni di solfobatteri di colore argenteo
18- Altre formazioni di solfobatteri di colore dorato.
19- Concrezioni calcaree mammellonari.
20- Bozzolo di ragno che vive all’interno della grotta.
21- L’uscita



LA GROTTA DELL’ACQUA SOLFUREA – Gola di Frasassi

La Grotta dell’Acqua Solfurea è una grotta ad accesso libero nella Gola di Frasassi, a poche centinaia di metri dall’ingresso turistico delle Grotte omonime.

Poco prima del tombino da cui si accede alla Grotta Bella (vedi itinerario in questo sito), si risale il bosco su traccia di sentiero in direzione dell’alto muraglione presente al lato della strada fino alla sua sommità dove si apre l’ingresso alla Grotta Solfurea.

L’accesso non è proprio escursionistico in quanto prevede una calata e soprattutto la successiva risalita di uno stretto pozzo mediante diversi metri di corda fissa per cui la visita in modo autonomo è riservata ad escursionisti con un minimo di esperienza speleologica.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il muraglione dove è presente l’ingresso della Grotta dell’Acqua Solfurea con la sottostante strada che in poche centinaia di metri porta all’ingresso turistico delle Grotte di Frasassi.
2- L’articolato ingresso della Grotta dell’Acqua Solfurea.
3 – 4 – Ci prepariamo per la discesa del pozzo con la corda fissa.
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5- Il pozzo con la corda fissa di non facile accesso e soprattutto risalita.
6 – 9- Fasi della non facile discesa.
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10- Mi appresto a scendere anche io.
11-Il fondo del pozzo
12 – 14 – L’interno della Grotta
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15 – Anche in questa grotta, essendoci acqua solfurea, sono presenti formazioni a “Pelli di Leopardo” costituite in parte da Batteri solforiducenti e solfossidanti.
16 – Le stesse formazioni viste alla luce UV.
17- In prossimità della sorgente di acqua solfurea sono presenti dei solfobatteri che producono dei filamenti simili a ragnatele che intrappolano gocce d’acqua.
18 – 20 – Fasi impegnative del percorso.
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21 – Per un tratto si procede carponi
22 – 24 – Piccole pozze d’acqua.
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25 – Proseguiamo per raggiungere il corso sotterraneo di acqua solfurea che sfocia nel Sentino nei pressi dell’ingresso della Grotta del Fiume.
26 – 28 – Finalmente raggiungiamo il corso sotterraneo d’acqua solfurea che da il nome alla Grotta, caratterizzato, oltre che dall’odore di uova marce, da un colore grigiastro dovuto allo zolfo colloidale trasportato dall’acqua che la rende opalescente.
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DUE CASCATE IN UN GIORNO: La cascata di Forcella e la cascata delle Prata.

Gli itinerari che propongo permettono di raggiungere due spettacolari cascate situate nei dintorni di Acquasanta Terme, la Cascata delle Prata e la Cascata di Forcella, fattibili in una unica giornata in quanto logisticamente vicini, brevi e alla portata di tutti.

Entrambe gli itinerari sono riportati in cartografia della zona e sui social.

CASCATA DELLE PRATA.

Da Acquasanta Terme si raggiunge in auto la frazione di Umito, a monte della Gola del Garrafo, dove si parcheggia in corrispondenza di un piazzale di un Ristorante. Si prosegue a piedi per una ampia sterrata perfettamente segnalata (siamo nel Parco Gran Sasso- Monti della Laga !!!) in direzione della Cascata delle Prata – Cascata della Volpara. Dopo circa un’ora di comodo cammino tra secolari castagneti si raggiunge un bivio in corrispondenza di un fosso, si prende a sinistra e si sale nel bosco ed in altri 30 minuti si raggiunge la cascata delle Prata.

Proseguendo la strada sterrata invece, in poco più di due ore e con molta più salita, si raggiungono le Cascate della Volpara.

Di seguito le immagini della facile escursione.

1- I castagneti lungo la strada per la Cascata delle Prata.
2- Un castagno secolare
3- la deviazione per la Cascata delle Prata, non ci si può sbagliare !!!
4- La facile salita nel bosco
5 – 11- La Cascata delle Prata, purtroppo a fine estate la portata idrica è scarsa.
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12- Un punto di sosta attrezzato poco prima della cascata.
13- Ragnatela con rugiada nei pressi della cascata.

CASCATA DI FORCELLA

Per raggiungere questa spettacolare cascata da Acquasanta Terme si prosegue in auto in direzione di Ascoli Piceno fino alla frazione di Corneto dove si devia in corrispondenza dell’omonimo lago artificiale in direzione di Forcella.

Si sale per circa 500 metri dal ponte sula lago fino ad uno spiazzo con un piccolo ristoro dove si parcheggia, nei pressi del Mulino Pompili con la limitrofa Cascata di Forcella, anche in questo caso ottimamente segnalata.

In circa 10 minuti di comodo sentiero si è sulla sponda del profondo lago situato alla base della cascata dove d’estate è possibile fare il bagno.

Di seguito le immagini della facilissima escursione.

14 – 15- La segnaletica del Mulino dove si parcheggia
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16 – 23 – La Cascata di Forcella e il profondo laghetto sottostante
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24 – il lato sinistro della cascata
25 – 28 – Il lato destro della cascata
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29 – 31 – Le altre cascatelle sottostanti
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32 – 33 – Immagini riprese con tempi lunghi della fotocamera.
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34- Una stretta, profonda ma bagnatissima grotta nelle cascatelle sottostanti
35- Vegetazione a Capelvenere ai lati delle cascate.
36- la cascata di Forcella vista da monte con il sottostante laghetto.
37- Immagine impressionistica del corso d’acqua che forma la cascata di Forcella.
38- Ritornando verso casa dopo il tramonto nei pressi di Montefortino si vedono le luci di Vetice sotto al Pizzo.
39- Pianta satellitare dei percorsi proposti.



EREMO DI SAN BENEDETTO IN SAXI LATRONIS, LA MADONNA DEL SASSO , GROTTA E FESSURE I e II DELLA CIARLA A MONTE FIUNGO.

Su richiesta di alcuni miei amici riporto la descrizione del facile itinerario per raggiungere i ruderi dell’Eremo di San Benedetto in Saxi Latronis, sito nel Comune di Caldarola, nelle pendici Nordovest del Monte Fiungo, nella valle del Chienti, poco al di fuori dei confini del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Terminata la visita ai ruderi di Saxi Latronis si può allungare il breve e facile percorso per andare alla ricerca di alcune cavità presenti nella zona quindi, scendendo, si può visitare la Chiesa della Madonna del Sasso.

ACCESSO: Dalla superstrada Civitanova Marche – Foligno, si esce al Lago di Caccamo quindi si prende la vecchia Strada Statale n.77 in direzione di Camerino fino alla frazione Valcimarra di Caldarola.

Appena entrati nel paese una deviazione a sinistra attraversa con un ponte il fiume Chienti e la superstrada e conduce alla frazione di Valcimarra Alta, si continua in ripida salita (attenzione strada stretta) a fino ad arrivare ad uno spiazzale con sulla sinistra una fonte dove si parcheggia.

DESCRIZIONE: Dal fontanile si prende una strada di fronte recante l’indicazione per l’Eremo. Si continua lungo la strada che si snoda dentro il bosco fino ad uno slargo, dove volendo si può arrivare anche in macchina e qui si può parcheggiare. Si continua in piano, si supera un ponticello che passa sopra la condotta forzata della centrale idroelettrica di Valcimarra.

Dopo circa 500 metri si intercetta una deviazione a sinistra, con un piccolo cartello posizionato quasi a terra, che sale in netta salita con diversi tornanti.

Dopo circa 100 metri di dislivello e 300 metri di ripidissima salita si raggiunge una deviazione a destra con due cartelli, uno su un albero e l’altro quasi a terra si prosegue in questa deviazione ed in breve si raggiunge la terrazza rocciosa naturale sulla valle del Chienti sottostante oltre la quale si trovano i ruderi dell’Eremo di San Benedetto in Saxi Latronis che sin dal IX secolo domina la valle da questo sperone roccioso, ben visibili anche dalla superstrada nel tratto verso Civitanova Marche all’altezza della frazione di Campolarzo di Camerino.

Raggiunti i ruderi dell’Eremo è presente alto muro visibile dall’esterno dove, nella parte inferiore laterale, è presente un intatto ambiente con volta a botte e finestrelle che si affacciano sulla valle sottostante e che costituiscono la parte bassa del muro rivolto verso la valle, nei ruderi verso monte è presente un ambiente con un arco ancora intatto con una monofora nella parete. Nella parte terminale sinistra del sito è presente invece una alta parete rocciosa dove si apre una grotta chiusa con pietre a secco e, dentro addossato alla roccia, si trova un altare molto rudimentale fatto anch’esso con pietre a secco con resti di ossa umane.

Per chi vuole approfondire le notizie storiche del sito, in fondo all’articolo, allego gli ultimi studi in PDF scaricabili riferiti all’eremo.

GROTTA E FESSURE I e II DELLA CIARLA

Terminata la visita ai ruderi di Saxi Latronis si può proseguire per andare alla ricerca di alcune cavità presenti nella zona.

Dalla terrazza naturale sulla valle del Chienti si risale una rampa addossata alla parete su traccia di sentiero che inizia a salire sul costone roccioso, si raggiunge un capanno di cacciatori e si continua in lieve salita verso Ovest nel bosco sempre su traccia poco visibile fino a raggiungere un canalone delimitato a destra da una parete rocciosa dove, scendendo per una cinquantina di metri, si trovano le due Fessure della Ciarlia.

Mentre per raggiungere la Grotta della Ciarla si prosegue per altri circa duecento metri nel bosco fino ad una successiva parete rocciosa.

Qui per raggiungere la Grotta e le due fessure della Ciarla ci si deve affidare ad un navigatore satellitare che riporti le posizioni delle tre cavità quale Outdooractive o aprendo direttamente il sito del Catasto delle Grotte e delle cavità della Regione Marche in quanto descrivere l’itinerario di raggiungimento a parole dettagliate risulterebbe davvero difficile poiché non sono presenti segnalazioni ne punti di riferimento.

CHIESA DELLA MADONNA DEL SASSO

Al ritorno scendendo per il sentiero di salita all’Eremo e giunti alla strada si prosegue verso sinistra per poche centinaia di metri fino a raggingere la Chiesa della Madonna del Sasso.

La chiesa è chiusa, ma visibile internamente da una finestrella sul lato, risale al XIV secolo ha all’interno un affresco con la crocefissione e una Madonna con Bambino sull’altare. Davanti la chiesa passa il cammino della via Lauretana che da Assisi porta a Loreto nel tratto Valdiea-Valcimarra.

Di seguito le immagini dell’itinerario.

1- Dalla Fontana di Valcimarra Alta si trova di fronte il cartello per l’Eremo.
2- La strada prosegue in piano verso la condotta forzata della Centrale Idroelettrica di Valcimarra.
3- Dopo circa 500 metri si incontra la deviazione in salita, indicata da un piccolo cartello a terra, visibile poco a sinistra dello zaino a terra.
4- Dopo la ripida salita si incontra la deviazione a destra per l’Eremo, meglio segnalata.
5- Il terrazzo roccioso sulla Valle del Chienti, a sinistra parte la rampa per raggiungere le Grotta e Fessure della Ciarla.
6 – 7- Dal Terrazzo si apre una visione aerea della Valle del Chienti, peccato l’orribile cava di Bistocco.
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8- La Frazione di Bistocco di Caldarola con la grande cava.
9- 12 -Gli imponenti ruderi dei diversi edifici dell’Eremo.
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13- 18 – La porta del locale a piano terra ancora sorprendentemente intatto nonostante i secoli ed i terremoti.
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19 – 21 -I ruderi addossati alla parete rocciosa.
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23- I ruderi nei pressi della grotta dell’Eremo.
24- La cisterna di raccolta dell’acqua.
25- Il “trono” dell’Eremo.
26- La grotta dell’Eremo.
27- Veduta dall’interno della Grotta.
28- Il piccolo altare
29- Il fondo della Grotta.
30- I resti umani ancora presenti nella Grotta.
31- 32 -La Chiesa della Madonna del Sasso.
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33- L’interno della chiesa, visibile dalla finestrella.

GROTTA E FESSURA I e II DELLA CIARLA.

34- Il terrazzo roccioso poco prima dell’Eremo, per le fessure della Ciarla si sale nella rampa al suo fianco destro.
35- I resti di uno strano capanno in legna, forse di cacciatori.
36 – 39 – La Grotta della Ciarla, profonda pochi metri.
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40 – 43 -La Fessura I della Ciarla, nella parete destra del canalone soprastante l’Eremo, più stretta della grotta ma si addentra per una decina di metri.
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44- La Fessura della Ciarla II, a poche decine di metri dalla I, strettissima e molto profonda ma impossibile da entrare.
45- Pianta satellitare dei percorsi proposti.

I documenti storici sull’Eremo di San Benedetto in Saxi Latronis.




RIO GARRAFO E GROTTA FREDDA – Acquasanta Terme

Il Rio Garrafo scende a valle di Umito, frazione di Acquasanta Terme.

Il vallone in realtà scende dalle pendici della Macera della Morte, nei Monti della Laga, formando, nella parte terminale, una stretta e selvaggia gola.

Inoltre la zona presenta anche numerose grotte e cavità.

L’escursione è impegnativa in quanto presenta numerosi passaggi attrezzati con corde dove è strettamente consigliato imbraco, set da ferrata e caschetto.

L’itinerario è riportato sul web a cui si rimanda per la descrizione.

In zona sono presenti anche guide che accompagnano escursionisti meno esperti.

Al ritorno abbiamo anche visitato la Grotta Fredda.

Noi siamo stati fortunati per la piovosa stagione che quest’anno ha elevato la portata idrica rendendo il torrente impetuoso e molto più impegnativo per i numerosi guadi e passaggi scivolosi.

Di seguito le immagini dei vari spettacolari passaggi della bellissima escursione.

Ringrazio tutti i partecipanti all’escursione per le foto fornite.

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23- la parte finale della risalita del Rio Garrafo oltre la quale una alta pozza di acqua impedisce il proseguimento verso monte.
24- Una vera rarità: Ruscus aculeatus e ruscus hypoglossum che crescono adiacenti.
25- La folta vegetazione di muschi del Rio Garrafo lo fanno sembrare quasi un luogo tropicale.
26- Bellissime felci che crescono abbondanti sulle pareti del torrente.
27- Al ritorno visitiamo anche la Grotta Fredda
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33- La cavità dove Maurizio Montalbini ha effettuato Il suo ultimo esperimento di isolamento in grotta, avvenuto all’interno proprio della grotta fredda, denominato Timeless, che si è concluso il 7 giugno 2007 dopo 235 giorni dal suo ingresso.
Ricordiamo Maurizio che è deceduto nel 2009 per un infarto nella frazione Pie’ di Casavecchia di Pievetorina.
 
34- 35- Concrezioni nella Grotta Fredda.
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37 – 38 – Il cunicolo d’uscita.
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39- La cengia a picco sul Rio Garrafo dove c’è l’uscita della Grotta Fredda.
40- I simpatici amici della bellissima escursione.



VALLE DELL’ORFENTO – GRUPPO DELLA MAIELLA

Escursione classica alle Gole dell’Orfento, nel Parco Nazionale della Maiella in Abruzzo.

Di seguito le immagini della giornata, immersi in un ambiente fresco, natura lussureggiante ed acque limpidissime.

Ophrys passionis subsp. majellensis
Ophrys incubacea
Ophrys ipassionis
Ophrys molisana



MONTE CIMONE – Appennino Tosco Emiliano

1 Giugno 2023, salita al Monte Cimone (2165 m.) nell’Appennino Tosco Emiliano per il versante Modenese, dal Lago di Ninfa.

Dal Lago di Ninfa si risale con seggiovia o a piedi nel bosco laterale alla seggiovia del comprensorio sciistico poi si devia per l’itinerario EEA per la Cresta di Gallo fino a Pian Cavallaro quindi per un successivo tratto del sentiero dell’Atmosfera e salita finale alla cima per la Direttissima al Cimone che risale la cresta Nord.

Al Lago di Ninfa è presente anche un attrezzatissimo Parco Avventura.

L’itinerario è riportato nella bibliografia della zona a cui rimando.

Di seguito le immagini della giornata, purtroppo con tempo perturbato.

1- La stazione della seggiovia del Lago di Ninfa con il Lago sottostante a destra vista dall’itinerario EEA della Cresta di Gallo.
2 – 10 -Fasi di salita dell’itinerario per la Cresta di Gallo EEA.
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11- Laghetto temporaneo primaverile a Pian Cavallaro.
12- La bellissima Anemone narcissiflora
13- L’inizio del tratto del Sentiero dell’Atmosfera che si percorre per un breve tratto prima di affrontare la Direttissima al Cimone con le giuste raccomandazioni.
14- La più ripida “Direttissima al Cimone”, a sinistra del pilone la Cresta di Gallo percorsa in salita.
15- La Vetta del Monte Cimone caratterizzata da vari edifici militari e ripetitori.
16- Gentiana verna
17- Gentiana Dinarica.
18- Una famiglia di Marmotte nei pressi della cima del Monte Cimone.
19- Veduta verso il Monte Libro Aperto a sinistra e l’Abetone a destra
20- Il laghetto temporaneo di Pian Cavallaro.
21- Viola biflora.



GARGANO – IL SENTIERO DELLE ORCHIDEE

Il Promontorio del Gargano è una delle tante meravigliose zone d’Italia, con paesi incantevoli e una flora ricca di specie tra cui molti endemismi che si trovano solo in questa zona della Terra.

Per percorrere il cosiddetto “sentiero delle Orchidee del Gargano”, si parte dal particolare paese di Mattinata, sul versante Sud del Gargano, in Puglia, prendendo le indicazioni per Monte Sacro.

Giunti nei pressi del B&B Monte Sacro un grande cartello, anche se in gran parte illeggibile, indica l’inizio del Sentiero Naturalistico, conosciuto anche con il nome di “Sentiero delle Orchidee” che conduce fino alle straordinarie rovine del complesso monastico di Monte Sacro, abbandonato da secoli.

Lungo il percorso, che si snoda tra le caratteristiche garighe del Gargano, è possibile osservare una grande varietà di specie floristiche tra cui molte Orchidee di cui alcune specie anche endemiche della zona.

L’escursione va fatta tra metà di Maggio e metà di Giugno in quanto è il periodo di massima fioritura della maggior parte delle Orchidee selvatiche.

Personalmente sono rimasto un po’ deluso in quanto, anche come pubblicizzato sui social, mi aspettavo di trovare numeri elevati, sia in specie che in quantità, di Orchidee invece mi sono reso conto che non sono poi così comuni come indicano.

Forse perché sono abituato a zone delle Marche come nei dintorni di Camerino, Fabriano e alcune zone dei Monti Sibillini, dove si possono osservare fioriture immense e anche con decine di specie diverse contemporaneamente fiorite ma, per fortuna, sconosciute alla massa o poco pubblicizzate.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- L’inizio del sentiero naturalistico di Monte Sacro si snoda tra le caratteristiche Garighe del Gargano punteggiate di rocce.
Serapias apulica
Serapias vomeracea
Serapias cordigera
Serapias lingua
Gruppo di Serapias
Ophrys holosericea
Ophrys holosericea subsp. dinarica
Anacamptis coriophora
Orchis tentredinifera
Orchis tentredinifera
Ophrys passionis subsp. garganica
Ophrys sphegodes
Ophrys sphegodes
Orchis anthropophora
Orchis simia
Orchis x bergonii (ibrido tra la O. Anthropophora e O. simia)
Orchis quadripunctata
Neotinea tridentata
Anacamptis pyramidalis
Ophrys bertolonii o uccelletto allo specchio (se vista di lato)
Ophrys bertolonii o uccelletto allo specchio
Ophrys apifera
Anacamptis morio
Ophrys insectifera
Ophrys fusca subsp. funerea
Orchis purpurea
Cephalantera longifolia
Asphodelus ramosus
le rovine del complesso monastico di Monte Sacro sono imponenti e coprono diversi ettari.



LE FUMAROLE E LE BIANCANE DI SASSO PISANO – LARDERELLO

Dall’incredibile paese di Larderello, nel comune di Pomarance in provincia di Pisa, dove enormi torri di raffreddamento rilasciano colonne di vapore che sembrano raggiungere le nuvole e una miriade di tubi trasportanti vapore dal sottosuolo si intrecciano tra case e campi, si raggiunge in auto Sasso Pisano.

Quindi al paese si seguono le indicazioni turistiche per le Fumarole e Biancane che si raggiungono a piedi percorrendo la Via Etrusca Volterra – Piombino.

L’escursione si snoda in un paesaggio unico che non sembra di questo pianeta tra colonne di vapore, emissioni di Acido Solfidrico e soffioni Boraciferi e vulcanelli di fango.

Di seguito le immagini della bellissima escursione anche se con tempo nuvoloso.

1- Le grandi torri di raffreddamento di una delle tante centrali elettriche geotermiche dei dintorni di Larderello.
2- Una grande tubazione di vapore attraversa la strada nei pressi di Sasso Pisano.
3- Nelle colline le tante colonne di fumo indicano le varie centrali geotermiche della zona.
4- Il tratto della via Etrusca si snoda attraverso le fumarole e le biancane.
5- Le Biancane, tratti rocciosi caldi dove il calcare, tramite i fumi solfurei, si è trasformato in bianco Gesso.
6 – 7- Camini di uscita di fumi solfurei dove lo zolfo si deposita in aghi ai bordi.
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8 – 9 – Le biancane circondate da una vegetazione specializzata che cresce nel terreno meno caldo.
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10- Dalle Biancane si vede sullo sfondo una delle tante centrali geotermiche.
11 – 16- Il sentiero prosegue verso le fumarole, dove l’aria contenente Acido Solfidrico con odore di uova marce e l’elevato calore rende l’ambiente molto suggestivo e severo.
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17 – 18- Vulcanelli di fango ribollono di continuo.
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19 – 20 – Incrostazioni di Borace ai lati delle fumarole (Soffioni Boraciferi).
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21- Il particolare ambiente intorno al paese di Sasso Pisano, ovunque salgono colonne di vapore.
22- Il cartello indicante la particolare flora delle fumarole.
23- La Calunna vulgaris
24- La Aira elegantissima.