La Gola di Celano-Aielli è tra le più belle forre dell’Appennino.
Si può accedere alla gola dalla periferia di Celano fino a La Foce dove si parcheggia e si prosegue a piedi lungo la gola dove è presente adeguata segnaletica.
L’accesso è consentito previa prenotazione gratuita nel sito del Parco Regionale Velino-Sirente dove è riportata anche la descrizione dell’itinerario, si raccomandano scarponi da trekking e casco.
La prima parte è un po’ deludente in quanto si percorre la valle, in questo tratto ampia, all’interno di un folto rimboschimento di Pini che nasconde alla vista le pareti della gola.
Poi nel tratto centrale la valle si restringe decisamente e si percorre il lungo canyon tra alte pareti rocciose.
Lungo il tragitto si possono visitare anche alcune grotte situate nelle pareti laterali.
Di seguito le immagini dell’escursione.
1- L’ingresso della Gola di Celano-Aielli2- Il folto rimboschimento che copre le alte pareti della gola.3- Il sentiero serpeggia all’interno del bosco, poco interessante in questa parte..4- Folta fioritura di ciclamini autunnali (Cyclamen hederifolium) all’interno del bosco.5- Poi la valle si restringe decisamente.6- Occorre spostare anche alcuni massi per proseguire !!!!!!7 – 9- Si prosegue per un lungo tratto sul greto di un torrente asciutto8910- Grande Tasso (Taxus baccata) all’interno della forra.11- Due grotte visitabili con un po’ di fatica all’interno della gola.12- Grandi massi caduti nei millenni all’interno della gola.13-Poi la forra si restringe in corrispondenza di altissime pareti.14- Veduta verso l’alto.15 – 27- Il lungo tratto più spettacolare della gola.16171819202122232425262728- Verdissimo muschio ricopre completamente le pietre del sottobosco.29- Stranissimo fungo che esce da un buco su un tronco marcescente.30- Altri funghetti di colore rosa su un tronco.31- Nelle pareti di ingresso della gola, del versante sinistro orografico, vegeta la rara Ephedra nebrodensis, un relitto del’era terziaria.32- La Serra o Monte di Celano, nelle cui pendici Ovest si apre la Gola di Celano-Aielli.
LE CASCATE DI SAPPADA – CADORE/CARNIA
Sappada, il comune più alto del Friuli Venezia Giulia, situato tra il Cadore e la Carnia, è una meravigliosa stazione estiva ed invernale di montagna.
Il territorio di Sappada comprende una porzione delle Alpi Carniche a Nord e delle Dolomiti Pesarine a Sud. Oltre al Peralba, che con i suoi 2.694 m è la terza vetta delle Alpi Carniche, le cime principali del territorio sappadino sono il Pic Cjadenis (2.490 m) e il Monte Lastroni (2.450 m); il Monte Chiadenis (2.454 m); la Creta Forata (2460 m), il Monte Geu, il Monte Cimon, il Monte Siera (2.442 m), Piccolo Siera, il Gruppo dei Clap (2.487 m) sul versante meridionale, il Gruppo delle Terze (Monte Terza Grande 2.586 m, Monte Terza Media 2.433 m, Monte Terza Piccola 2.333 m, Cresta di Enghe 2.414 m), a ovest, il Monte Rinaldo, il Monte Ferro (2.348 m), la Cresta del Righile, il Monte Hochbolt sul versante settentrionale della valle.
Il paese è caratterizzato dagli antichi abitati di Sappada Vecchia e Cima Sappada dove si possono ammirare splendide costruzioni tipiche di montagna.
Nei dintorni sono presenti anche diverse cascate facilmente raggiungibili.
Di seguito le immagini delle escursioni alle cascate, i cui itinerari sono reperibili nella cartografia locale e sul web a cui rimando.
SAPPADA
1- La valle che da Tolmezzo conduce a Sappada, di evidente profilo glaciale a “U”.2- Anche il profilo della valle a Sappada e glaciale.3- Il Pic Cjadenis4 – 9- Le meravigliose baite tipiche di Sappada accuratamente decorate con fiori.56789
CASCATA DEL RIO SIERA O SPECCHIO DI BIANCANEVE Situata sulla sinistra orografica del Fiume Piave, di fronte a Sappada e raggiungibile in poco più di un’ora dall’abitato
10- Un grande formicaio di formica rufa all’interno del bosco che si attraversa per raggiungere la Cascata del Rio Siera.11 – 12- Gentiana asclepiadea a vistosa fioritura estiva molto comune all’interno del bosco.1213 – 16- La cascata del Rio Siera o Specchio di Biancaneve.14151617- Il Fiume Piave, nei pressi della confluenza con il torrente Siera, scorre su un letto di rocce a stratificazione verticale.18- L’abitato di Sappada visto dal sentiero per la Cascata del Rio Siera, sopra il Monte Ferro.19- Aconito giallo (Aconitum lycoctonum)20- Aconito blu (Aconitum napellus)21- Epilobio a foglie strette (Chamaenerion angustifolium)22- La Regina delle Alpi (Eryngium alpinum)
LE CASCATELLE Situate sulla destra orografica del Fiume Piave, sopra al centro di Sappada.
23 – 28- Le Cascatelle di Sappada, facilmente raggiungibili con un sentiero attrezzato dall’abitato, percorribile anche di notte in quanto illuminato artificialmente.242526272829 – Il Monte Coglians, 2780 m. , la vetta più alta delle Alpi Carniche.30 – 31- Alle falde del Monte Coglians, visto dal Rifugio3132 – 34- La Creta di Timau. altra spettacolare cima delle Alpi Carniche.3334
FORRA DELLA CJANEVATE, LA GROTTA “BUSE DAI PAGANS” E IL FORTINO DEL VALLO LITTORIO – ALPI CARNICHE
Nei pressi dell’abitato di Cavazzo Carnico (UD), si segue una strada che costeggia il Torrente Faeit fino ad un parcheggio con cartello indicante la forra, si guada il torrente per raggiungere una piccola palestra di roccia con una decina di vie di 15-20 metri altezza ma di difficoltà dal 6B all’8C, seguendo la valle a sinistra, superando dei grandi massi, si apre una breve forra scavata in alti e teneri conglomerati scurissimi che conferiscono alla spaccatura un aspetto impressionante.
A metà forra si nota un ponte chiuso in cemento che la attraversa, tramite delle gallerie interne che abbiamo scoperto successivamente.
Infatti una volta percorsa la forra abbiamo raggiunto la grotta “Buse dai Pagans” situata all’imbocco laterale della forra, dove abbiamo trovato l’ingresso del fortino di Vallo Littorio, una costruzione risalente alla prima guerra mondiale costituito da una serie di gallerie nella roccia che attraversano la forra che abbiamo percorso.
Il percorso è molto suggestivo ed emozionante, sia per la nerissima forra che per le gallerie del fortino.
Indispensabili scarponi da trekking perché la forra è molto scivolosa, casco e frontale.
Al ritorno si può anche fare un bel bagno rinfrescante nelle limpidissime acque del torrente.
Di seguito le immagini dell’escursione del 15 agosto 2025.
1- L’accesso alla forra prevede il superamento di grandi e scivolosi massi.2- Si passa anche sotto ai massi3 – 4- E si salta anche dai massi, insomma accesso non adatto a tutti45- L’ingresso della forra, fondo di ghiaia bianca ma pareti nerissime.6 – 14- L’interno della forra.789101112131415 – 16- A metà forra un ponte di cemento chiuso a galleria ci sorprende, scopriremo dopo cos’è.1617 – 19- Il termine della scurissima forra, dove, a primavera, scende una piccola cascata.181920 – 21- Usciti dalla forra raggiungiamo la vicina grotta “Buse dai Pagans” dove notiamo una costruzione con un evidente bocca da fuoco, è un fortino della prima guerra mondiale, dietro di esso scoviamo una apertura dove si può accedere al suo interno.2122- Veduta dall’interno della grotta.23- Entriamo nel fortino, confido che un forte brivido emozione mi attraversa il corpo.24- La bocca di fuoco situata all’ingresso del fortino.25 -28- Gli ambienti e le gallerie interne del fortino26272829- Una piccola finestra si apre nel ponte che attraversa la forra appena percorsa.30- La bocca di fuoco posta all’ingresso del fortino, visibile nelle foto n. 20-21-24, controlla la grotta.
FORRA E CASCATE DEL VINADIA – LA PIU’ SPETTACOLARE FORRA DELLA CARNIA.
La Forra del Vinadia si apre in prossimità del paese di Vinaio, frazione del comune di Lauco (UD), la si raggiunge scendendo di fianco alla cabina di trasformazione situata in fondo al paese per ritornare in prossimità del ponte situato all’ingresso della frazione mediante un lungo percorso ad anello.
E’ dettagliatamente descritta sul web a cui rimando.
la Forra presenta un fondo molto irregolare con grandi massi caduti dalle pareti dentro alla forra che non è che siano molto rassicuranti
Il percorso è molto scivoloso e complesso a causa dei moltissimi massi e tronchi presenti ed è raccomandato solo ad escursionisti esperti dotati di scarponi da montagna e casco.
PARTE FINALE DELLA RORR DEL VINADIA: Se invece si risale il torrente Vinadia raggiungendo i Casolari Vinadia dalla strada Statale n.52 che da Tolmezzo conduce verso Villa Santina, si apre uno scenario completamente diverso, una vallata con profilo a “V” ampia e con pareti altissime con un fondo senza scorrimento idrico ma con la presenza di alcuni laghetti dove bisogna bagnarsi fino alle ginocchia e anch’esso caratterizzato a tratti da cumuli di grandi massi che rendono complicato il tragitto, in alcuni tratti bisogna passare sotto ai massi stessi, tassativo il casco.
Di seguito le immagini dell’escursione effettuata il 10 agosto 2025.
1- Il primo tratto della forra2 – 7- La cascata del Vinadia, con un profondo laghetto alla base, raggiungibile deviando a sinistra appena arrivati al fondo della forra.345678 – 11- Si prosegue scendendo faticosamente nella forra, tra grandi massi e tronchi9101112 – 16- Un enorme tetto scavato dal torrente e contornato da grandi massi caduti dalle pareti sovrastanti1314151617 – 21- Scendendo ancora si raggiunge il punto più stretto della forra dove un enorme torrione di roccia si è appoggiato alla parete opposta.1819202122 – Passiamo velocemente e con un po’ di timore sotto al grande torrione appoggiato23- Enormi massi caduti dal torrione sovrastante, mi meraviglio come la forra sia accessibile a tutti. 24- L’uscita dalla forra 25- Si prosegue scendendo il torrente su terreno più aperto per poi girare subito a sinistra per raggiungere la cascata del Picchions26 – 31- La cascata del Picchions272829303132- Oltre la cascata il torrente si apre di nuovo.33 – 34- Per poi inoltrarsi nella seconda forra ancora più stretta ma dove occorre proseguire solo a nuoto……non fa per me.3435- Si ritorna quindi indietro per prendere un sentiero ad anello che riporta al paese di Vinaio risalendo il torrente Picchions caratterizzato da numerose cascatelle formate da rocce stratificate.36- L’uscita dalla forra nei pressi del ponte situato all’ingresso del paese.
LA PARTE FINALE DELLA FORRA DEL VINADIA RISALENDO LA VALLE DAI CASOLARI VINADIA
37- L’ingresso della parte finale della Forra del Vinadia.38 – 39- Cumuli di enormi massi complicano molto la risalita.3940- Qui bisogna passare nella galleria sotto ai massi.41- Si prosegue tra alte pareti 42 – 44- Escursionisti a fare il bagno nel primo laghetto, ovviamente senza casco.434445- Oltre il primo laghetto la forra si restringe, ci si ferma al un successivo laghetto sovrastato da una parete verticale.
FERRATA STEINBERGER – PASSO DI CROCE CARNICO
Il 9 agosto 2025 abbiamo affrontato la FERRATA STEINBERGER, classificata D, al Passo di Croce Carnico.
La ferrata inizia sopra la galleria in territorio Austriaco per rientrare poi, in quota, in territorio Italiano, presenta tutti tratti verticali da superare in arrampicata.
Per necessità abbiamo percorso la ferrata anche anche in discesa, dove le difficoltà sono maggiori.
Di seguito le immagini della Ferrata.
1- Il cartello indicante l’accesso alla Ferrata in territorio Austriaco.2- La grande pala eolica presente nella strettoia di Passo di Croce Carnico.3- Il tratto iniziale della Ferrata sopra al bosco, si parte subito in verticale.4- Gli edifici Italiani ed il parcheggio di Passo di Croce Carnico.5 – 17- Fasi di salita a picco sul Passo.67891011121314151617 – 22- Si ridiscende.1819202122
MONTE BOLZA – Una cima poco conosciuta nel gruppo del Gran Sasso.
Il Monte Bolza è una lunga cresta di circa 2 chilometri culminante in due cime, come riportato nella cartografia della zona, la Cima di Monte Bolza di 1927 metri a Nord e il Monte Bolza di 1904 meri a Sud, molto più rocciosa della cima più alta.
Il monte contorna a Sudovest l’immenso Campo Imperatore e sovrasta il lato Ovest del Canyon dello Scoppaturo chiamato anche Canyon di Campo Imperatore.
Questa cima è poco frequentata in quanto posta di fronte alle cime più alte e conosciute del gruppo del Gran Sasso che ovviamente sono più ambite.
Chiaramente dopo averle percorse tutte ho messo gli occhi su questa cima secondaria ma da non sottovalutare in quanto impegnativa e soprattutto molto panoramica, permette una visuale sul gruppo del Gran Sasso da Pizzo Intermesoli al Monte Camicia e poi verso il Monte Sirente ad Ovest e alla Majella a Sud.
La salita più interessante chiaramente è quella del Monte Bolza in quanto presenta ripidi pendii rocciosi.
Abbiamo effettuato la salita parcheggiando direttamente nel primo tornante della strada che da Castel del Monte sale a Campo Imperatore.
In due chilometri di percorso si salgono 500 metri di dislivello, a dimostrazione della ripidità delle pendici del Monte Bolza.
Si sale per una traccia nel versante Est riportata sulla cartografia, si percorre la lunga cresta nella prima parte rocciosa poi erbosa fino alla cima Nord, si ritorna indietro e si scende per un ulteriore ripido tracciato nel versante Sud del Monte Bolza.
L’itinerario prevede alcuni passaggi tra roccette ed erba ripida ed è consigliato ad escursionisti esperti.
Di seguito le immagini dell’escursione.
1- Il tratturo che dal tornante della strada Castel Del Monte – Campo Imperatore conduce verso il verdante Est del Monte Bolza.2- Si attraversano numerose vallette una volta coltivate.3- Le vallette sono separate da vecchi muretti a secco realizzati togliendo le pietre più grandi dai campi coltivati.4- Il versante Est del Monte Bolza, la traccia di sentiero sale nel canalone tra le due cime, nel primo tratto si sale su un ghiaione contornato da arbusti di Ramno alpino, come visibile nella foto seguente.5- Il ghiaione inziale con arbusti di Ramno Alpino, alle spalle il Monte Camicia6 – 9- Immagini della salita.78910 – 11- Il tratto più ripido della salita1112- Veduta verso Ovest con il Monte Sirente sulla sinistra. 13- Il tratto che effettueremo in discesa, in fondo alla valle sottostante, il tornante della strada da cui siamo partiti.14 – 15- L’ultimo tratto di salita verso la cima, il più roccioso.1516- Veduta verso Rocca Calascio situata sul poggio in primo piano di fronte al Monte Sirente.17 – 19- Ultimi passaggi rocciosi prima della cima.181920- Madonnina in terracotta incastonata sulle rocce della vetta di Monte Bolza.21 – 22- La cresta rocciosa continua verso Nord, in fondo a sinistra la Cima di Monte Bolza, più erbosa. In fondo il Corno Grande e il Monte Prena al margine destro con la grande fiumana che scende dalle sue pendici Ovest. 2223- In fondo il Corno Grande, il Vado di Corno, la parte più bassa della cesta ed il Monte Brancastello con le Torri di Casanova al margine destro dell’immagine.24 – 29- Immagini della cresta di Monte Bolza – Cima di Monte Bolza.252627282930- Particolare torrione roccioso nel versante Est di Monte Bolza, nel piano sottostante si intravede il Canyon di Campo Imperatore o dello Scuppaturo.31- Terminata la cresta rocciosa, si prosegue su cresta erbosa banale fino alla Cima di Monte Bolza, visibile al centro della foto.32- Ritorniamo al Monte Bolza ed iniziamo la discesa del versante Sud, ripidissima, verso il tornante (nel margine destro) della strada da cui siamo partiti.33 – 35- Fasi di discesa.343536- Un arbusto spunta da una apertura della roccia.37 – 38- Orchidea Epipactis atrorubens che cresce nei tratti ghiaiosi.3839- Gentiana cruciata, abbondante nella zona.,40- A metà discesa superiamo un grande masso caduto sotto alla cima.41- Il grande masso visto dalla base della discesa42- Il versante Sud del Monte Bolza con il masso dove siamo passati in discesa.
VALLE DELL’ALENTO E ABBAZIA SAN LIBERATORE A MAJELLA – EREMO DI SANT’ONOFRIO – ABRUZZO
L’Abruzzo è una regione, limitrofa alle nostre Marche, piena di ricchezze naturalistiche e di luoghi straordinari che stiamo scoprendo con grande soddisfazione.
In particolare la zona della Majella è piena di Eremi rupestri ed Abbazie.
Da Serramonacesca, piccolo paese alle falde Nord del Gruppo della Majella, in provincia di Pescara, si raggiunge in auto la splendida Abbazia di San Liberatore a Majella del 1007, Dal piazzale dell’Abbazia si scende per prendere un sentiero ben segnato e adatto a tutti che risale la Valle dell’Alento.
Il torrente Alento ha scavato nell’Arenaria di questo luogo una particolare ed incisa forra che forma cascate e marmitte con acqua limpidissima e soprattutto fresca, cosa da non sottovalutare in queste calde estati.
Terminata la visita alla Valle dell’Alento e, perché no, fatto anche un rinfrescante bagno in qualche laghetto più nascosto, si ritorna in auto in direzione di Serramonacesca, dopo circa 500 metri, poco prima del paese, si devia a sinistra in direzione di Manoppello.
Si prosegue per circa un chilometro e mezzo fino ad un tornante dove prosegue un tratturo, si può percorrerlo in auto fino ad un piccolo piazzale erboso dove si parcheggia oppure parcheggiare direttamente al lato del tornante.
Si prosegue a piedi per comodo sentiero a tratti inciso nella roccia per circa un chilometro (20 minuti) fino a raggiungere una grande parete di roccia strapiombate al di sotto della quale si trova l’Eremo di Sant’Onofrio di Serramonacesca.
All’interno dell’Eremo, dietro l’altare, si trova una grotta con una ampia nicchia dove la tradizione vuole si coricasse il Santo, denominata appunto “Culla di Sant’Onofrio”, antico luogo di culto e di litoterapia.
Di seguito le immagini dell’escursione:
ABBAZIA DI SAN LIBERATORE A MAJELLA E GOLE DELL’ALENTO
1- La abbazia di San Liberatore a Majella2- Il particolare campanile, decorato con vere piante.3- L’interno è ancora più bello.4- Ed ospita un eccezionale Pavimento Cosmatesco.5- Il ponte di accesso alle gole dell’Alento.6 – 9 – Immagini della forra con cascatelle e profondi laghetti.7891011- Un profondo laghetto, ottimo per un bel bagno rinfrescante.12 – 13- Ambiente selvaggio con felci e muschi caratterizzano la forra,1314- Tombe rupestri su una parete di roccia a metà percorso.15 – 19- La forra continua con acqua limpidissima.1617181920- Luci e ombre21- I colori, le luci e le ombre creano un effetto “impressionista”.22 – 24 -Calopteryx, denominate comunemente Damigelle, popolano la forra.2324
EREMO DI SANT’ONOFRIO A SERRAMONACESCA
25- La tabella esplicativa dell’Eremo di Sant’Onofrio.26- Il sentiero per l’Eremo, talmente vecchio che, a forza di calpestarlo, si è levigato e trasformato in un fosso.27- Campanula di Cavolini sulle pareti rocciose.28 – 29- L’eremo di Sant’Onofrio, incassato sotto ad una parete di roccia strapiombante.2930 – 31- L’interno dell’Eremo.3132- La Grotta dietro all’altare con la nicchia dove la tradizione vuole si coricasse Sant’Onofrio.33 – 35- La grotta prosegue per una decina di metri.343536 – 38- La Grotta è abitata da tipici insetti troglobi.3738
IL SENTIERO DEGLI DEI – COSTIERA AMALFITANA
Il famoso Sentiero degli Dei si snoda nella Costiera Amalfitana tra Agerola, frazione di Bomerano, e Nocelle, frazione di Positano, da percorrere andata e ritorno indipendentemente da dove si parte, per una lunghezza di circa 20 chilometri, che offre panorami mozzafiato sulla costa e sui monti Lattari.
Il sentiero, dopo circa un chilometro, si sdoppia, si consiglia di percorrere all’andata il sentiero alto più panoramico e poi prendere, al ritorno, quello basso, più impervio, per avere punti di vista differenti della Costiera.
Il periodo migliore per percorrerlo è in primavera, quando le temperature non sono troppo alte e la costa è in piena fioritura.
Una volta fatto il Sentiero da monte lo abbiamo osservato da mare durante una traghettata da Sorrento a Positano e successivamente ad Amalfi, che consigliamo di fare, per ammirare la frastagliata e rocciosa costiera dal mare.
Infine al ritorno in auto dal Sentiero degli Dei abbiamo anche visitato la Grotta dello Smeraldo in prossimità di Positano
Di seguito le immagini delle escursioni.
1- Le aeree vedute dal Sentiero degli Dei sulla Costiera Amalfitana.2- L’inizio del Sentiero.3 – 4- Si attraversa una zona coltivata a vigne.45- Poi l’abitazione di un pastore di capre.6- La veduta spazia fino ai Faraglioni di Capri.7- Limonaie con in fondo l’abitato di Praiano, tra Amalfi e Positano.8- La chiesina di Santa Maria a Castro ed un Cistus creticus in primo piano.9- Veduta del Sentiero basso, alla base della parete , dal sentiero alto.10- Veduta di Positano dal sentiero alto.11- veduta della Baia di Positano da una piccola grotta presente nel sentiero alto.12- La frazione di Nocelle, del comune di Positano, tappa finale del Sentiero degli Dei.13- La casa del pastore di capre che si incontra a metà percorso, con le capre sul tetto.14- Il tratto di sentiero inferiore fatto al ritorno.15- Il sentiero inferiore è più impervio e attraversa alcuni tratti molto ripidi, con veduta praticamente aerea su Praiano.16- Il particolare torrione presente all’imbocco del sentiero.17 – 18 – Alcune grotte trasformate in abitazioni all’inizio del sentiero da Agerola.18
IL SENTIERO DEGLI DEI VISTO DAL MARE
19- In fondo i Faraglioni di Capri.20- La casa del pastore di Capre.21- Il Canyon di Furore22- Un grande complesso Alberghiero tra Praiano e Positano, costruito sotto ad una immensa caverna.23- Sopra al torrione un ex convento attualmente trasformato in ostello.24- La piccola grotta nel sentiero alto della foto n.11.25- Amalfi, una delle quattro ex Repubbliche Marinare Italiane.26- Il meraviglioso Duomo di Amalfi visto dal mare.27- Positano con le sue caratteristiche case su terrazzamenti.28- Il Sentiero degli Dei, percorso Rosso: Sentiero Alto e percorso giallo: Sentiero Basso. visto dal mare.
LA GROTTA DELLO SMERALDO – POSITANO
All’interno della Grotta dello Smeraldo entra luce dal mare, dando questo meraviglioso colore a cui si deve il nome.
29303132333435363738- Veduta da Sorrento del Vesuvio con i paesi sottostanti.
PASSO ROLLE – CIMA TOGNAZZA E BAITA SEGANTINI
Il lunedi di Pasqua del 2025, con Romina, Elia e Matteo, abbiamo raggiunto dapprima la Cima Tognazza da Passo Rolle sotto un totale whiteout pressoché continuo.
Nel pomeriggio, sempre da Passo Rolle, abbiamo invece raggiunto la Baita Segantini ma il maltempo ci ha concesso solo brevi visioni delle Pale di San Martino poste di fronte.
Di seguito le immagini delle due escursioni.
1- Non sono stato messo con Photoshop su un foglio di carta ma sono sotto un totale whiteout alla Cima Tognazza, non si vede il confine tra la neve e la nebbia.2- Salendo verso la Cima Tognazza con sempre più nebbia.3 – 5 – Salendo la cresta verso Cima Tognazza.456- La croce tra Cima Tognazza e Cima Cavallazza.7 – 9 -Nel pomeriggio in cammino verso la Baita Segantini8910- La Cima Tognazza al pomeriggio si era liberata dalla nebbia.11- Si intravedono alcune cime delle Pale di San Martino.1 2- 13 -La Baita Segantini in un momento di apertura dalla nebbia.1314- Gracchi alpini alla Baita.15 16 -Il Monte Mulaz sopra alla Valle Venegiota.1617_ Slavina sotto al Cimon della Pala, sempre coperto di nebbia.18- I Torrioni verso la Cima della Vezzana19 – 22- I canaloni innevati della Cima della Vezzana20212223- Cima della Vezzana finalmente scoperta.24 – 26 – Zoom sui torrioni e canaloni della Cima della Vezzana,252627- Il cartello stradale semisommerso nei pressi della Baita Segantini.28 – 29 – Il laghetto presso la Baita Segantini2930 – 31 -Ritorniamo verso Passo Rolle3132 – 37 – Nei pochi lembi di prato liberi dalla neve a Passo Rolle già fioriscono i Crochi.333435363738- Un cervo nei pressi della strada.
DOLOMITI LUCANE – FERRATA SALEMM
La quarta ferrata percorsa è la Salemm a Castelmezzano, la prima parte è piuttosto banale e discontinua fino al terrazzo panoramico poi le difficoltà aumentano in corrispondenza delle pareti verticali a ridosso del paese.
Anche la descrizione di questa ferrata è reperibile sul sito www.ferrate365.it a cui si rimanda.
Di seguito le immagini della FERRATA SALEMM.
1- La sosta intermedia alla fine della parte più facile, in corrispondenza di un terrazzo panoramico raggiungibile anche a piedi dal paese.2 – 15 La parte finale più impegnativa, su pareti verticali, di fronte al paese di Castelmezzano.345678910111213141516- Romolo mette in pratica l’utilizzo della longe di sosta nel tratto più impegnativo della ferrata per avere una tenuta diretta, le due longe del set da ferrata sono sempre nel cavo di sicurezza.17- Il tratto più impegnativo della Ferrata Salemm visto dalla piazza di Castelmezzano.