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PENNADOMO: Cascata, Placche dell’Oasi e arrampicata.

Avevamo scoperto l’incredibile paese di Pennadomo, in Provincia di Chieti, a Novembre del 2023 ma ci ha colpito così tanto che siamo ritornati in 21, tutti appassionati delle bellezze di questo pianeta, ed abbiamo raggiunto prima la forra e la cascata poi siamo saliti alle Placche dell’Oasi quindi ci siamo cimentati in una arrampicata al tiepido sole di inizio primavera.

Infine al ritorno abbiamo fatto una visita anche a Roccascalegna ed al suo castello.

Di seguito le immagini della splendida giornata in compagnia di tanti amici (foto di Elia, Gilberto, Romina).

LA FORRA E LA CASCATA

LE PLACCHE DELL’OASI

ARRAMPICATA A CIMA FUMOSA: Vie: “MAMMINA”: 5a – “PAPINO”: 5b

GIANLUCA (Il sottoscritto con scarpette da trekking)

LORENZO

GILBERTO

GIULIA

Giulia in arrampicata e i fotografi in azione: Elia e Romina.

MICHELE (anche lui in scarpette da trekking)

PAOLO

Roccascalegna



VALLE SCAPPUCCIA – Genga

La Valle Scappuccia è situata a Nord di Genga, è compresa all’interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi in provincia di Ancona, l’area è delimitata dal Monte Picco, dal Monte Termine e dal Monte Piano.

Oltrepassato il borgo di Genga in direzione Arcevia (SP15) si incrocia prima la frazione Capolavilla, poi all’incirca al km.18 della SP15 si arriva ad un tornante a destra dove è presente della segnaletica CAI e cartellonistica del Parco della Gola della Rossa. Si parcheggia di lato alla strada.

E’ anche possibile arrivare alla Valla Scappuccia passando per la frazione Capolavilla oppure, anche direttamente dal borgo di Genga prendendo il sentiero del Papa quindi superando la frazione Monticelli e proseguendo su sentiero ben segnalato.

La valle è attraversata dal torrente Scappuccia che forma una forra piuttosto stretta e sinuosa ed è caratterizzata da una molteplice varietà di ambienti e quindi aspetti vegetazionali condizionati dal substrato, dall’esposizione, dall’altitudine e dalla presenza dell’acqua.

Nelle pareti rocciose della valle si ritrova la rara Ephedra nebrodensis e nidificano diverse specie di Falchi.

L’escursione è facilissima, si percorre la piccola forra entrando nella maestosa grotta di ingresso e si prosegue poi su ampi boschi.

Di seguito le immagini dell’escursione:

1 – 2 -L’ingresso della grotta-forra.
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3- L’ingresso con la strada di raggiungimento.
4 – 5- La parte iniziale della forra con il torrente.
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6 – 13 – Quindi la forra si trasforma in una grande caverna-tetto.
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14 – 15- L’uscita della forra vista dall’alto
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16- L’ingresso della forra da monte
17 – 18 – I torrioni di roccia della valle dove nidificano diverse specie di falchi.
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MONTE DI PALE Per la Direttissima o Via Macaco – GROTTA DELLE CASCATE DI PALE.

Il 28 gennaio 2024, con clima primaverile e con altri 13 fantastici e simpaticissimi amici siamo saliti al Monte di Pale per la Direttissima alla vetta.

Partiti da Pale, frazione di Foligno, abbiamo preso il sentiero per le falesia di arrampicata quindi alla prima deviazione indicata con cartello recante la scritta “Macaco – direttissima alla vetta” e con bolli verdi continui sulla roccia siamo saliti, in circa 2 ore, in direzione della cresta rocciosa Sud fino in vetta.

La Direttissima è indicata come percorso EEA quindi adatta solo per persone esperte in quanto implica brevi passaggi su roccia, un tratto verticale da oltre 10 metri è aggirabile, e tratti rocciosi molto ripidi attrezzati con corde.

Dalla cima siamo scesi quindi per il versante Ovest per ripido sentiero nel bosco, anch’esso attrezzato in alcuni tratti più ripidi e scivolosi con corde, fino all’Eremo di Santa Maria Giacobbe quindi siamo scesi anche alla Grotta della Cascata.

Infine siamo risaliti alle altre cascate superiori fino alla frazione di Pale dove ci siamo rifocillati in una locanda del paese.

Di seguito le immagini della bellissima escursione.

1- Il sentiero che da Pale conduce alle falesia di arrampicata e all’attacco della via direttissima.
2- Le prime pareti.
3- 9- La lunghissima cresta rocciosa trasversale.
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10 – 13 -Le successive pareti sempre più verticali.
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14 – 23 – La verticale paretina finale di una decina di metri, aggirabile a destra.
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24- L’uscita della parete verticale con la valle umbra intorno a Foligno sottostante, sul lontano sfondo il Monte Amiata.
25 – 29 – a crestina finale prima della grande croce e ripetitore di vetta.
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29- in fondovalle la frazione di Pale da dove siamo partiti.
30- Foto di gruppo sulla croce di vetta.
31- Panorama dalla cima verso Ovest con la vallata umbra intorno a Foligno
32- Panorama dalla cima verso est con i Monti Sibillini.

DISCESA DAL MONTE DI PALE

33 – 35- Fasi della ripida discesa anch’essa attrezzata con tratti di corde.
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36 -In discesa si costeggiano le falesie di arrampicata di Pale.
37 – L’Eremo di Santa Maria Giacobbe
38- La discesa dall’Eremo attrezzata con comodi scalini e corrimani, in alto a destra il paese di Pale.

LA CASCATA DELLE GROTTE DI PALE

39- Continuiamo la discesa per visitare la Grotta della Cascata e le altre cascate più in alto.
40- L’imbocco della grotta di lato alla cascata.
42- Il soffitto stillicidioso della grotta della cascata
43- Laghetto interno alla grotta.
44 – La finestra al lato opposto alla cascata.
45 – La finestra al lato della cascata
46- La base della cascata
47- Folta vegetazione a Lingua cervina lungo il fosso.
48- L’acqua in questo punto esce da una fessura che ha scavato nella tenera pietra spugna.
49- La cascata situata sotto al paese di Pale.
50- Enormi pioppi caratterizzano il fosso.
51- Meritata merenda finale ad una locanda di Pale.



MARMOLADA – CASCATE DI BAREZZE – MALGA BOSCH BRUSE’ – SENTIERO GEOLOGICO.

Il 4 gennaio 2024, dall’abitato di Marmolada abbiamo preso il sentiero geologico che conduce alle Cascate di Barezze formate dal torrente Gavon e quindi proseguito con una interminabile salita fino alla isolata Malga Bosch Brusà, nel gruppo delle Marmolade, con un percorso di 13 chilometri e 1100 metri di dislivello.

L’itinerario è riportato sul web a cui rimando.

Di seguito le foto dell’escursione.

1- Il tabellone del percorso geologico delle Marmolade.
2- Il bosco di Abeti nella prima parte del percorso.
3- Giochi di neve su un piccolo abete.
4- Ricristallizzazione della brina su uno stelo d’erba.
5- Abeti imbiancati dalla recente nevicata.
6- Il tratto attrezzato poco prima delle Cascate di Barezze.
7- La prima cascata di Barezze.
8 – 11 -a seconda cascata di Barezze si apre sotto al ponte del sentiero geologico e forma una ampia caverna.
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12- Veduta verticale verso il ponte della cascata
13- Si prosegue nel bosco che si fa man mano più ripido.
14- Erica fiorita, normalmente fiorisce a Marzo.
15- Tra gli alberi si apre la vista verso il Monte Vallesella.
16 – 22- Finalmente, dopo una ripidissima e lunga salita raggiungiamo la Malga Bosch Brusà a 1860 m.
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23- la Cima la Banca a 2875 m. assomigli molto alla mia più familiare Punta Anna del Monte Bove Nord, nei Monti Sibillini.
24- Intorno alla Malga solo tracce di animali, siamo i primi ad averla raggiunta nel 2024.
25- veduta verso il Monte Agner dalla Malga.

IMMAGINI DALLE DOLOMITI, durante i nostri spostamenti in auto.

26 – 28 – I tre versanti del Monte Pelmo.
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29 – 30 – Il Monte Averau.
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31- Incantevole Malga ai piedi del gruppo dell’Averau.
32 – 33- Tracce di fuoripista.
34 – 35 -l Ra Gusela dal Passo Giau.
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36- La Marmolada vista dal Passo Giau.
37 – 38- La Tofana di Rozes.
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39 – La Tofana di Mezzo.
40 – La Tofana di Mezzo vista da Cortina.
41- La Tofana di Dentro.
42- Il Monte Civetta, versante Nord.
43- Il gruppo del Sella.
44 – Il Gran Vernel e la Ponta de Cornates al tramonto.
45- Dettaglio sulla Ponta de Cornates.
46- Lo splendido Hotel “Il Cirmolo” che ci ha ospitato questi giorni, foto del 31 dicembre 2023.



PERCORSO CIASPAMOON A LASTE

Laste è una frazione del comune italiano di Rocca Pietore in provincia di Belluno, come specificato nello statuto comunale, la stessa frazione è costituita da tredici abitati distinti, arroccati in posizione sopraelevata alla destra del torrente Cordevole:

Savinèr di Laste (Savinèi)È il principale villaggio della frazione, con 136 abitanti[1]. Sorge a 1.017 m d’altitudine alla confluenza del torrente Pettorina nel Cordevole. Quest’ultimo la divide da Caprile di Alleghe, si trova su un pianoro che domina la riva destra del Cordevole, a 1.191 m. Conta 60 abitanti.

Digonera (Digonèra)A 1.157 m di altitudine, è l’abitato più settentrionale del comune, trovandosi di fronte a Salesei di Livinallongo del Col di Lana. Vi abitano 92 persone.

Laste di Sotto (Laste de Sot)Minuscolo agglomerato con 15 residenti, a 1.362 m d’altitudine.

Laste di Sopra (Laste de Sora)Conta 18 abitanti e si trova a 1.405 m.

Soppera (Sopièra), Dagai (Daghèi), Val (Val)Tre borgate contigue lungo la provinciale di Laste, con 68 abitanti e a 1.451 m d’altitudine. L’abitato più elevato di tutto il comune: 1.537 m. 8 i residenti.

Col di Laste (Còl de Laste)Villaggio posto tra Val e Moè, a 1.477 m.Moè (Muiéi)Sorge a 1.500 m e conta 50 abitanti. Notevole è la vista panoramica che offre, rivolta in particolare verso Civetta, Pelmo Tofana e Lagazuoi.

Coste (le Còste)Pochi edifici subito a sud di Val.Ronch (Ronch), agglomerato con 5 residenti posto a sud di Val (1.508 m).

Per fortuna la zona presentava una più abbondante copertura nevosa che ci ha permesso di percorrere in ciaspole il bellissimo tracciato perfettamente segnalato “Ciaspamoon” che costeggia degli altissimi e verticali torrioni denominati Sass de la Murada , in totale abbiamo percorso 8 chilometri con 400 metri di dislivello per terminare la giornata in un piccolo Bar realizzato in splendida baita di legno degustando Bombardino e dolci tipici.

L’itinerario è riportato sul web a cui rimando.

Di seguito le immagini dell’escursione.

1- Il tratto iniziale del percorso Ciaspamoon con la chiesta di Laste di sopra.
2- Sullo sfondo il M. Pelmo
3- La perfetta segnaletica
4- Il secondo tratto dentro boschi di altissimi abeti e larici (senza aghi).
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13- Una piccola Baita nel bosco.
14- Il Rifugio Migon con il Pelmo.
15- e con la Tofana di Rozes.
16- la Chiesetta degli Alpini
17- Il Belvedere con il M.Pelmo
18- e con il M. Civetta
19- Il tratto verso i torrioni rocciosi.
20 – 26 -I verticalissimi torrioni del Sass de la Murada.
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27- Tra due torrioni si vede una Malga del versante opposto della valle .
28- Il Sass de la Murada visto da Laste di sopra.
29- Il Sass de la Murada con il M. Civetta sul lato destro
30- Il M. Pelmo
31- Nella zona ancora sono visibili nei boschi gli effetti della tempesta Vaia.
32- Il campanile della chiesa di Laste di sopra sembra sommerso dalla neve.
33- Gli splendidi masi di legno della zona.
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35- Il Bar che ci ha accolto a fine ciaspolata.



MARMOLADA – PUNTA ROCCA

Il 1 gennaio 20124, con un tempo splendido, dopo la nevicata notturna del 31 dicembre che, anche se non abbondante, ha trasformato l’immenso panorama in un mare bianco, da Malga Ciapela siamo saliti in funivia fino alla Terrazza della Marmolada quindi proseguito fino a Punta Penia con una temperatura di -14°C

Di seguito le immagini dell’ascensione.

1- I contrafforti del versante Nord della Marmolada.
2- Passiamo sotto alla funivia.
3- Il pendio innevato che conduce a Pun ta Penia.
4 – 5 -La Punta Penia
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6- A destra il gruppo del Sassolungo.
7 – 10- Le pareti del versante Sud della Marmolada, in basso a destra la Valle d’Ombretta raggiunta il giorno prima.
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11- 14 -Le incredibili verticali pareti del versante Sud della Marmolada e il canalone innevato della Forcella d’Ombretta.
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14- Veduta verticale dalle pareti con i massi caduti nei millenni alla base della parete.
15 – 16 -La Punta Rocca e Gran Vernel che la sovrasta dietro.
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17- Panorama verso le Dolomiti Ampezzane.
18- Panorama verso Nord con il Lago di Fedaia gelato in basso.
19- Il gruppo del Sassolungo
20- Il lunghissimo gruppo del Sella.
21 – Il Monte Civetta, sopra ad Alleghe.
22- Il Monte Pelmo.
25- La stazione della Funivia inferiore e la pista da sci della Marmolada.
26 – 29 -Piz Serauta
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30- Si rientra alla funivia.
31- Il Monte Civetta visto dalla finestra della funivia.
32- Discesa in funivia da Piz Serauta a Malga Ciapela.
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34 – 35- La strada che da Malga Ciapela conduce al Passo Fedaia.
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MALGA CIAPELA – MALGA OMBRETTA al cospetto della parete Sud della Marmolada.

31 Gennaio 2023, escursione classica da Malga Ciapela, uno dei villaggi che compongono Rocca, frazione capoluogo del comune di Rocca Pietore (BL), che sorge poco prima del passo Fedaia, lungo la strada statale 641 del Passo Fedaia, alla Malga Ombretta seguendo il sentiero n.610. Peccato per la nebbia in quota che non ci ha permesso di osservare in pieno la gigantesca parete Sud della Marmolada. La notte seguente ci ha portato la neve che ha trasformato il paesaggio.

L’itinerario è riportato sul web e sulla bibliografia della zona a cui rimando.

Di seguito le immagini della giornata.

1- L’inizio del sentiero n.610 per la Malga Ombretta – Rifugio Falier, sullo sfondo il Monte Fop
2- Il segnale di inizio del sentiero.
3- I partecipanti all’escursione: Romina, Loredana, Lucia e il sottoscritto.
4- L’agriturismo – Caseificio Malga Ciapela e il Piz de Guda sullo sfondo.
5 -6 – Larici senza aghi d’inverno e Abeti rossi sempreverdi caratterizzano la Valle d’Ombretta (ph. Romina V.).
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7 – 8- Il tipico profilo glaciale ad “U” della valle d’Ombretta con il Piz de Guda sullo sfondo.
8 -(ph. Romina V.)
9 – 11 -I tornanti del sentiero n.610 che sale verso la Malga Ombretta,
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12- L’ingresso alla Valle d’Ombretta.
13- La gigantesca parete Sud della Marmolada
14 – L’enorme masso erratico depositato da un ghiacciaio durante l’era glaciale nei pressi della Malga d’Ombretta.
15 – 18- La Malga Ombretta
16 – In alto il Passo Ombretta (ph. Romina V.)
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18 (ph. Romina V.)
19 – 23- Al pomeriggio abbiamo anche raggiunto il borgo di Vallier abbandonato, a monte di Sottoguda, ed ha iniziato a nevicare per chiudere l’anno in bellezza
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24 – I Serrai di Sottoguda, famosi per le cascate, interdetti alle escursioni per pericolo di caduta massi, visti dal ponte sovrastante, foto del 31 dicembre 2023 in assenza di neve.
25 – foto del 1 gennaio 2024 dopo la nevicata della notte.
26 – Il Piz Serauta
27 – Il Piz Serauta e il Piz de Guda in aspetto invernale, finalmente.
28- Ore 24 del 31 dicembre 2023, il nostro incantevole Albergo.



IL FOSSO CACARABBIA – CUPRA MARITTIMA

A pochi chilometri di distanza dall’abitato di Cupra Marittima (AP) e dal mare si apre un selvaggio e profondo vallone denominato Fosso Cacarabbia o Canyon di Piazza di Coso come riportato su Google Earth.

L’escursione è facile ma è complicata in quanto sono presenti deviazioni laterali più evidenti che possono confondere, è come una immersione in una foresta tropicale, ci si inoltra in una intricata e fittissima boscaglia con rovi, stracciabraghe, tralci di edera e vitalbe che scendono dai rami di alberi altissimi, rami e tronchi di piante cadute fino a raggiungere una piccola e umidissima forra piena di felci, muschi e ed epatiche, scavata nell’arenaria per poi ritornare all’auto tramite un percorso ad anello.

Il tutto si svolge ai margini di campi coltivati e case di campagna ma nel fosso, essendo scavato in alte pareti di arenaria, non arrivano i rumori della civiltà.

Ringrazio il mio amico Tony Galdi che ci ha fatto scoprire, insieme a Romina ed Angelo, questo luogo selvaggio ed a cui potete fare riferimento per visitare il fosso.

ACCESSO: In auto dal centro di Cupra Marittima si prende per via Ennio Ruzzi fino ad un incrocio in salita che prosegue in collina verso Contrada San Michele, si superano alcune azienda agricole quindi, ad un incrocio a destra con un edificio circolare, si prosegue dritti su strada sterrata per altri 250 metri fino al punto di parcheggio dove inizia il sentiero, nei pressi di una casa colonica abbandonata situata sotto strada. (403352,8 E – 4764230,4 N; 230 m.; vedi percorso GPS).

Oppure si prende in direzione di contrada S.Egidio e si prosegue per circa 6 chilometri fino ad un incrocio a destra in salita che ritorna in direzione mare e conduce al punto di parcheggio.

DESCRIZIONE: Dalla strada sterrata si scende verso la casa colonica sottostante, poco visibile e dove è presente perfino una grotta scavata nell’arenaria, si curva e si prosegue in direzione opposta fino ad un secondo tornante dove si devia di nuovo in direzione opposta attraversando un campo di olivi. Alla fine del campo una traccia di sentiero cambia di nuovo direzione e conduce nel fosso. Per il proseguimento consiglio di seguire la traccia GPS allegata in quanto il fosso è davvero selvaggio, ci sono dei tratturi di servizio che lo raggiungono ma che occorre ignorare. Si prosegue sempre nel fondo del fosso e si raggiunge un piccolo lago, si prosegue per altri 500 metri sempre nel fondo del fosso fino a raggiungere la forra che si supera anche grazie ad un ponticello di legno (attenzione). Si continua ancora per il fondo del fosso per poi risalire la sponda destra orografica fino ad una grotta. Da qui in salita si risale nei campi della sponda del fosso e si chiude l’anello per traccia di sentiero tra campi incolti e tratti di bosco.

1- La planimetria completa da Cupra Marittima.
2- Dettaglio per raggiungere l’inizio del percorso
3- Il percorso ad anello completo.
4- La casa colonica abbandonata situata all’inizio del percorso
5 – 6 – La grotta a servizio della casa colonica scavata nell’arenaria.
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7- Una Vanessa Atlanta si gode il sole di dicembre nel muro della casa colonica.
8- Si inizia subito con una folta vegetazione del rampicante Smilax aspera detta non a caso “stracciabraghe” o “salsapariglia”.
9- E qualche ormai vecchio cardo dei lanaioli (Dipsacus fullonum).
10- L’edera, abbondantissima nel fosso, forma quasi un vaso sanguigno su un vecchio tronco.
11- Il laghetto sitato nel fosso a metà percorso.
12 – 14- Non mancano funghi di diversi tipi.
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15- Tony Galdi nel suo ambiente preferito.
16 -19 – Il percorso è accidentato e intricato.
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20- Vista da un lato del sentiero per farvi capire quanto è intricata la vegetazione, una vera e propria rete vegetale.
21- 23 -Gli alti alberi si intrecciano sopra le nostre teste
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24- E lunghi tralci di edera scendono dagli alberi creando uno scenario davvero da foresta tropicale.
25- Ruscus aculeatus o detto volgarmente Pungitopo di altezza superiore al metro, veramente eccezionale.
26 – Nella forra abbondano felci (Dryopteris filix-mas)
27- E anche la bellissima Asplenium scolopendrium o Lingua Cervina.
28- E l’adiantum capillus veneris o Capelvenere.
29- Giunti nella forra le pareti si fanno molto più strette e alte.
30- Fori di vespe solitarie colonizzate da ragni nelle pareti della forra.
31- 32 – Ma siamo vicino a Cupra marittima o in America centrale ??
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33- Il raro muschio Plagiomnium undulatum che sembra quasi una pianta erbacea tanto è grande.
34- Anche le epatiche abbondano nella forra.
35- L’umidità crea delle immagini straordinarie.
36 – 42 – Immagini della forra del Fosso Cacarabbia.
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42- il ponticello di legno che permette di superare il tratto finale più incassato della forra.
43- La grotta situata in una parete di conglomerato posta all’uscita dalla forra.
44- L’interno della grotta che sembra scavata dall’uomo ma non si hanno conferme, è visitata da numerosi animali come mostrano le tracce di escrementi in primo piano.
45- Il sottoscritto nel fosso Cacarabbia o in una foresta tropicale ????

Le successive immagini di paragone le ho riprese in una vera foresta tropicale in Honduras nel 2017, non sono molto diverse…….

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49 – 50- Funghi di foresta tropicale
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51- felce tropicale molto simile alla felce della foto n.26
52- felce tropicale molto simile a quella della foto n.27
53- felce tropicale molto simile a quella della foto n.28
54 – 55- La foresta tropicale si differenzia per le varie specie di Tillandisie che crescono su rami e tronchi……….
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56 – ………E dalle variopinte orchidee epifite.
57- Pianta satellitare del sito
58- <dettaglio del fosso Cacarabbia



LA FORRA E LE PLACCHE DI PENNADOMO Un piccolo paese della provincia di Chieti con tante meraviglie.

Pennadomo in provincia di Chieti, nella meravigliosa Regione Abruzzo, presenta delle bellezze naturalistiche incredibili prodotte dalla particolare geologia della zona, dove gli sconvolgimenti tettonici hanno innalzato in verticale gli strati di calcare, originariamente formatesi in orizzontale su un preistorico mare.

Queste particolari formazioni rocciose hanno formato una forra e delle placche rocciose uniche e veramente spettacolari.

L’accesso sia alla Forra che alle Placche dell’Oasi è alla portata di tutti, sono intorno al paese con camminate di pochi minuti, sono raccomandabili scarponi, caschetto e una buona fotocamera per immortalare le bellezze che consiglio di andare immediatamente ad osservare.

Di seguito le immagini del sito.

LA FORRA E LA CASCATA

1- L’abitato di Pennadomo a ridosso delle pareti verticali.
2- Scendendo con la strada da Pennadomo verso il Lago di Bomba si raggiunge l’inconfondibile ingresso della Forra, tra altissime e verticali pareti di roccia.
3- L’ingresso della Forra
4- L’itinerario è consigliabile in primavera quando il torrente porta più acqua
5 – 6- Le incredibili stratificazioni verticali di calcare nella forra
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7- La cascata ed il laghetto sottostante dove termina il tratto escursionistico della Forra.
8- “Piccolo” masso caduto dalle alte pareti.
9 – 18 -Altre immagini della forra con le incredibili pareti, grotte e fessure.
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LE PLACCHE DELL’OASI

19 – 21 – Le Placche dell’Oasi a ridosso del paese di Pennadomo, con vie di arrampicata fino al 8b.
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22- L’ingresso della lunga fessura delle Placche dell’Oasi.
23- Climber all’opera visti dall’interno della fessura delle Placche dell’Oasi.
24- Dalla fessura, larga poco più di un metro in alcuni punti, si vede il proseguimento delle stratificazioni verticali, in fondo alla Valle, sotto ai nostri piedi c’è la Forra visitata prima.
25 – Una corda aiuta la discesa e successiva risalita in quanto il fondo e scivoloso.
26 – 33 – Immagini all’interno della strettissima fessura, davvero qualcosa di unico e meraviglioso.
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34 – Provo l’attacco della via da 8b con gli scarponi, solo l’attacco è già un 6a.
35- il paese di Pennadomo visto dall’aereo belvedere sopra alle Placche dell’Oasi.
36 – Il proseguimento geologico nell’altro versante della vallata delle Placche dell’Oasi, nel fondo c’è la Forra
37 – Il Resegone, una vera e propria lama di roccia verticale isolata con un mio amico vestito di celeste e compagna di cordata in cima, appena visibili.
38 – Uno zoom
39 – Un secondo zoom e sono più visibili e permettono di avere una idea delle dimensioni e della forma della parete rocciosa..
40 – Nella zona vale la pena di visitare anche il castello di Roccascalegna a poche decine di chilometri da Pennadomo.
41- Alla sera ci è uscito di fotografare anche l’eclisse parziale di luna.



GOLE DEL SAGITTARIO : LAGO DI SAN DOMENICO – LAGO DI SCANNO

Nella zona delle Gole del Sagittario, sempre in Abruzzo, si trovano i Laghi di San Domenico e di Scanno dove si possono effettuare delle belle escursioni quali :

  • Eremo di San Domenico da Villalago
  • Punto panoramico superiore del Lago di Scanno

dove è anche facile poter osservare la fauna selvatica da vicino.

Di seguito le immagini delle escursioni, tutte ampliamente riportate in letteratura e sul web.

1 – 2- Un eremo senza nome costruito all’imbocco di una grotta nelle Gole del Sagittario.
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3 – 9 -Femmine di Cervo al bagno al mattino presto, date le alte temperature nonostante i primi di Novembre, nel Lago di San Domenico e nel Lago di Scanno.
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10 – Cervo giovane al pascolo nel parco pubblico.
11- E persino un grande maschio al bagno, di solito più schivo delle femmine.
12 – 16 – Riflessi al Lago di Scanno.
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17- Va in giro perfino una Vanessa Atalanta.
18 – 19 – L’azzurro Lago di San Domenico visto dal sentiero che da Villalago scende fino all’Eremo di San Domenico.
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20- L’Eremo di San Domenico sulla sponde dell’omonimo Lago.
21- Veduta dalla Grotta posta dietro l’Eremo.
22- La ormai conosciutissima forma a cuore del Lago di Scanno vista dal Belvedere superiore.