MONTE ARGENTELLA salita invernale per il Canale Gemello di sinistra.

Il 22 Gennaio 2022, con Alicia, Angelo e Valerio, abbiamo raggiunto la cima del Monte Argentella da Castelluccio salendo per la Valle delle Fonti e per il “canale gemello” di sinistra.

La salita del canale di destra l’avevamo effettuata il 22 Dicembre 2020 in condizioni completamente diverse e descritta nel sito a cui rimando.

Stavolta l’innevamento era scarso e in alcuni punti quasi inesistente e comunque anomalo per il periodo ma almeno la giornata era limpida e calda.

Nei pressi della Fonte de Matte’ di cui è rimasta solo la piattaforma di cemento, all’imbocco della Valle delle Fonti è stato messo da poco un tabellone che descrive gli effetti del terremoto del 2016 nella valle che avevo già descritto nella rubrica “reportage posto sisma” a cui rimando.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il versante Sud del Monte Argentella visto dalla Valle delle Fonti, per fortuna aveva nevicato il giorno prima altrimenti il versante Sud della montagna sarebbe stato scoperto dalla neve.
2- L’ultimo fontanile della valle, la Fonte dei Casceri, sopra le rocce ci sono gli attacchi dei due canali gemelli.
3- Traversiamo il canale gemello di destra per andare a risalire quello di sinistra.
4- Sulla cresta che divide i due canali.
5- Imbocchiamo il canale di sinistra, la pendenza non è eccessiva e la neve buona, nei prati laterali emerge l’erba, di fronte la cresta del Redentore.
6- Nel canalone che forma un continuo con la Valle delle Fonti sottostante, a destra Castelluccio. il Piano Grande è praticamente senza neve.
7- L’uscita del canale nei pressi del pianoro del Casale dell’Argentella di cui esce dalla neve solo il camino, visibile poco sotto i due salitori sullo sfondo.
8- Traversata verso la cresta Sud del Monte Argentella.
9- Sulla cresta Sud del Monte Argentella con la cima di fronte.
10- Il ripidissimo versante Est del Monte Argentella che scende verso il Piano della Gardosa, sullo sfondo La Cima delle Prata e il Monte Banditello.
11- Il versante Ovest del Monte Torrone.
12- Vista verso Sud, a sinistra il Monte Vettore, a destra la Cima del Redentore.
13- 14- Grandi cornici nella cresta Sud del Monte Argentella.
14
15- 16- 17- Iniziamo la discesa verso Forca Viola (ph. Angelo)
16
17
18- La Cima di Forca Viola domina la forca omonima. per lo scarso innevamento è ben visibile il sentiero che sale verso la Cima del Redentore.
19- L’inizio della discesa da Forca Viola, di fronte Castelluccio da dove siamo partiti.
20 – 21- Momenti di discesa nel facile canale sottostante Forca Viola.
21
22- Il versante Sud del Monte Argentella visto al pomeriggio dalla Valle delle Fonti, si noti come già si è sciolta la neve del giorno prima rispetto alla foto n.1
23- Video di Angelo
24 – 25 Video di Valerio.
25



CROCE DI MONTE ROTONDO DA CASALI DI USSITA

Il 15 gennaio 2022, con Angelo, Alicia e Valerio, siamo partiti da Casali di Ussita e siamo saliti ai Campi di Casali quindi dal fontanile abbiamo preso il sentiero a tornanti che sale verso l’Edicola di S. Antonio.

Giunti alla fonte Scentelle abbiamo deviato a sinistra con un lungo traverso su neve discreta verso la strada Casali-Rifugio del Fargno e da qui abbiamo raggiunto la cresta nella zona denominata Banditella fino alla Croce di Monte Rotondo.

Di seguito le immagini della classica salita.

1- La strada Casali-Val di Panico con 30 centimetri di neve fresca.
2 – 3- La parete nord del Monte Bove Nord domina la valle (foto di Valerio B.).
3 (foto di Valerio B.)
4- La deviazione per i Campi di Casali.
5- I Campi di Casali con vista verso il Fosso La Foce., a destra il Pizzo Tre Vescovi.
6- Il sentiero che sale verso il rimboschimento per l’edicola di S. Antonio.
7- Il Monte Bove Nord e la Croce di Monte Bove visti dal sentiero che sale verso la strada Casali-Rifugio del Fargno.
8- 9- Giunti alla Fonte Scentelle deviamo verso sinistra in direzione della Croce di Monte Rotondo visibile in alto con il suo versante Sud praticamente senza neve .
9
10- Il Pizzo Berro a destra e il Pizzo Regina a sinistra.
11 – 12- 13- Il lungo traverso su neve discreta dalla fonte verso la strada Casali-Rifugio del Fargno.
12
13 (foto di Valerio B.)
14- La strada Casali-Rifugio del Fargno piena di neve ma i prati sommitali del versante Sud sono puliti.
15- La Banditella e la cresta che sale verso la Croce di Monte Rotondo praticamente in condizioni primaverili.
16- Il Monte Banditella al centro e il Monte Va di Fibbia a destra, nella valle di Rio Sacro, sullo sfondo il Monte Catria più alto della catena appenninica settentrionale marchigiana.
17- Il versante Sud del Monte Pietralata, nella zona del Casale Gasparri.
18- Il versante Nord del Monte Rotondo.
19 – 20- 21- 22- La cresta Est della Croce di Monte Rotondo.
20 (foto Alicia).
21
22
23- La gigantesca croce di vetta della Croce di Monte Rotondo.
24- da sinistra il Monte Acuto, il Pizzo Tre Vescovi ed il Pizzo Regina.
25- Il versante Nord del Monte Rotondo con il canalone Nord tra luce ed ombra, la cui prima salita è stata effettuata da noi in data 19/04/1993 come riportato nella foto di pagina 150 del mio libro “I MIEI MONTI SIBILLINI”.
26- Foto di vetta con i miei amici.
27- Le nostre ombre verso il versante Nord della montagna.
28- La rapida discesa per i canaloni dalla fonte Scentelle ai Campi di Casali.
29- Il PIzzo Berro e la val di Panico sulla destra.
30- La Fonte dei Campi di Casali con l’imponente parete Nord del Monte Bove Nord di fronte.
31- Ombre e orme nel bosco verso Casali.
32- Panoramica verso Sud (foto di Angelo C.)
Panoramica verso Ovest (foto di Angelo C.)
Video panoramica (video di Angelo C.)



MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA

Il 15 febbraio 2021 avevo riportato delle immagini del raro fenomeno della Galaverna alla Faggeta di Macchia Tonda sul Monte Valvasseto, il 13 gennaio 2022 il fenomeno si è ripetuto ed è sempre uno spettacolo della natura che non smette mai di meravigliare anche se già visto, di seguito le immagini della splendida giornata in compagnia di Paolo e Silvia.

1- Guardando le cime degli alberi si osservano frammenti di cielo, una zona di rispetto tra le piante denominata la “timidezza delle chiome”



CANALE DESTRO SCOGLIO DEL MONTONE – MONTE ACUTO

Il 31 dicembre, con Carlo, Manuel, Gilberto e Valerio abbiamo chiuso in bellezza il 2021 effettuando la salita del facile canale destro dello Scoglio del Montone al Monte Castel Manardo per poi scendere alla Forcella Bassete e proseguire l’ascensione per la cresta Nord-est del Monte Acuto.

Di seguito le immagini della giornata.

1- 2- Il primo tratto del canale destro dello Scoglio del Montone.
2
3 – 4- Il tratto finale del canale, più ripido.
4
5- La Pintura di Bolognola da dove siamo partiti e, sullo sfondo, il Monte Conero.
6- L’uscita del canale
7- 8- La cresta che scende dal Monte Castel Manardo verso Forcella Bassete.
8
9- La salita verso la cresta Nord-est del Monte Acuto con il suo profilo umano.
10- 14- Sulla cresta Nord-est del Monte Acuto.
11
12
13
14
15- Il versante Nord del Pizzo Regina. e del Pizzo Berro a destra
16- Il versante Sud del Monte Rotondo nella vallata del Fargno.
17- Slavina a Fonte Bassete caduta dopo un repentino innalzamento delle temperature di alcuni giorni prima nonostante lo scarso innevamento.



MONTE CACAMILLO – FONTE CERESETO – RIO SACRO

Itinerario proposto da Federico, anche questo non è descritto in alcuna bibliografia dei Monti Sibillini, basta seguire le indicazioni in grassetto riportate come didascalie nelle foto più significative.

Grazie a Federico per la collaborazione.

1- Dalla centrale elettrica di Bolognola si segue l’itinerario della Costa dei Frati fino alla cima di Monte Cacamillo, descritto da Gianluca Carradorini a pagina 68 del libro “I MIEI MONTI SIBILLINI“..
2- Il versante Sud del Monte Coglia dove corre un altro itinerario descritto in questo sito (Una assurda via al Monte Coglia), visto dalla cima di Monte Cacamillo.
3 -La rocciosa e ripida cresta della Costa dei Frati che conduce alla cima del Monte Cacamillo.
4- La cresta in prossimità della barriera rocciosa che si deve aggirare per il canalone erboso visibile sulla destra.
5- Il vallone Nord-ovest del Monte Cacamillo che scende verso Rio Sacro..
6- La Val di Tela con, al centro, il vecchio stazzo caratterizzato dall’erba verde, di fronte la parete Nord della Cima Bambucerta.
7- Il versante Nord del Monte Rotondo e la testata della Valle dell’Acquasanta con il cosiddetto “orto della Regina”..
8- Dalla cima di Monte Cacamillo si scende a sud dentro la sella erbosa che la divide da Monte Pietralata (Monte Nero per gli anziani della zona) dove si vedono due piccoli scavi che dovrebbero essere stati ruderi di vecchie capanne dei pastori; da qui si continua a scendere il direzione nord-ovest (destra) dentro al Vallone che conduce a Rio Sacro.
9- Il sentiero che scende nel vallone Nord-ovest, in basso lo stazzo della foto successiva.
10- Si lascia sulla sinistra un vecchio stazzo ai piedi del Vallone, dove crescono ancora i gorbini (olabri o spinaci selvatici).
11- E continuando a scendere per il sentiero si arriva in vista dei primi alberi di faggio, in località Col di Mezzo, dove si incrocia il sentiero che proviene da Pietralata: seguendo questa traccia verso sinistra si arriverebbe al casale di Gasparri.
12- Continuando invece a scendere dentro allo stesso vallone tenendosi sulla destra: qui il prato inizia a cedere il posto agli alberi e agli arbusti. C’è una pianta di faggio con delle incisioni e delle radici articolate.
12- Continuando a scendere ancora si incontra una piccola sorgente sulla destra, da cui esce l’acqua che impantana tutto il terreno, che in questo tratto è fitto di vegetazione.
13- Proseguendo tra le piante sempre in discesa si incontra una vecchia strada che doveva essere un tempo piuttosto importante: seguendola verso sinistra per pochi metri c’è Fonte Cereseto
14 – 17- Fonte Cereseto ed il muretto di contenimento sottostante, nella fonte ci sono incise le date 1935 e Anno XIII (anno tredicesimo dall’inizio del regime fascista: 1922 + 13= 1935).
15
16
17
Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è DSC03225-1024x768.jpg
18- Proseguendola invece verso destra si arriva ad un muretto a secco appena percettibile dove la strada prosegue sopra.
Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è DSC03226-1024x768.jpg
19- Ma guardando la cartina IGM si vede che qui c’è una biforcazione, e infatti lasciando questa strada e scendendo nella macchia di faggi sottostante (tenendosi sulla destra del fosso) si intercetta in breve tempo il vecchio sentiero a svolte che scende ai Cascinali, segnato su IGM
20- Il sentiero scende evidente tra rami rovesciati e vegetazione all’interno del bosco fin quasi al fiume, in prossimità del quale è però completamente sparita, e bisogna passare a fatica tra i tronchi venuti giù con le valanghe, i rovi e poi guadare il Rio Sacro e si arriva ai Cascinali.
21- Guardando indietro si vede il Vallone da cui siamo scesi, ritrovare il sentiero e salire da questo vallone risulta molto difficile per la presenza di arbusti e numerosi alberi trascinati dalle slavine.
22- Dai Cascinali si vede il vallone di discesa della foto n.23, da qui si segue la strada brecciata di Rio Sacro e si torna alla macchina
23- Planimetria del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.
24- Pianta satellitare del sentiero di discesa dalla Fonte Cereseto ai Cascinali di Rio Sacro.



FONTE DI RIO SACRO da Macereto

Itinerario proposto da Manuel, anche questo non è descritto in alcuna bibliografia dei Monti Sibillini.

Abbiamo percorso questo itinerario in due riprese, la prima nel mese di Aprile 2021, non appena è stato possibile dopo il blocco per la pandemia, la seconda nel mese di Novembre di questo stesso anno.

ACCESSO: per il punto di partenza riporto le stesse indicazioni dell’itinerario Croce di Monterotondo da Macereto. “Si raggiunge con l’auto il Santuario di Macereto da Visso, dietro al santuario si gira a destra in direzione di Ussita e si prosegue per circa due chilometri su comoda strada asfaltata fino al valico delle Arette dove in corrispondenza di un ampio slargo, convergono altre due strade sterrate e si parcheggia l’auto in modo da far passare gli automezzi dove è presente un grande abbeveratorio per i bovini sulla sterrata che sale verso il M. Careschio (347779,2 E – 4758482 N; 1115 m.)”.

DESCRIZIONE: in foto 1 carta dei Monti Sibillini scala 1:25000, in foto 2 stralcio carta IGM.
La prima parte del percorso coincide, per un primo tratto, con l’itinerario per la Croce di Monterotondo. “Dal parcheggio si prende il tratturo che sale sopra strada e che si dirige in direzione Nord. Lo si segue per circa 800 metri fino ad un bivio (347887,2 E – 4759319 N; 1160 m.) dove si lascia il tratturo che gira nettamente destra e si individuano ben 3 sentieri. Si prende il primo sentiero a destra che inizia a salire verso la pineta sovrastante in direzione Nord-est (sentiero contrassegnato sulla carta con numero 279). Il sentiero centrale proviene da Cupi di Visso mentre quello di sinistra proviene direttamente dal Santuario di Macereto da cui si può anche partire. Dopo 500 metri di salita si raggiunge la base della pineta ed il sentiero cambia direzione, si sale verso Est sempre al margine del bosco, dopo circa 600 metri si attraversa un ampio canalone (348759,4 E – 4759566,5 N; 1345 m.)”.
A questo punto, come indico nello schema in foto 3, occorre abbandonare il sentiero principale per seguire invece la traccia di sentiero che costeggia il canalone erboso (foto 4). Una volta raggiunti i piani soprastanti, con il Monte La Banditella sulla sinistra, si intercetta la strada sterrata che dai Piani di Pao procede in direzione Fiastra. Fatti pochi metri proprio in direzione Fiastra, dopo una doppia curva destra-sinistra, ci troveremo sulla destra una zona erbosa in leggero declivio, dal quale parte l’antico sentiero che conduce verso la zona del Casale Gasparri passando per la fonte del Rio Sacro. Nella foto 5 lo schema che indica il punto in cui scendere. In foto 6 la traccia iniziale del vecchio sentiero, che si infila in un canalone detritico poco prima di inoltrarsi nel bosco. In foto 7 la stessa traccia come la si vede da sopra, appena scesi sotto la strada sterrata. Nella foto 8 una vista dello stesso punto presa dal Casale Gasparri. Sotto la strada sterrata che prosegue in direzione Cupi-Fiastra, é ancora ben evidente la traccia del sentiero che esisteva da prima. Infatti ancora non vi era traccia della strada sulla carta IGM del 1952 che è raffigurata nella foto 2.
Nella foto 9 il canalone fotografato ad Aprile, con ancora presente l’ultima neve. Appena scesi nel canalone detritico, seguendo la traccia che si infila nel bosco, si scende per un brevissimo tratto di una cinquantina di metri. Qui occorre prestare attenzione perché è presente un bivio. La traccia principale continua a scendere mentre sulla destra (abbiamo trovato un segnale con omino in pietra), si prende il sentiero verso la fonte del Rio Sacro.
Mi soffermo un momento sulla traccia  che scende a destra, molto interessante ma non ancora mai percorsa. Esaminando la carta in foto 10, è indicato un sentiero che scende verso il Rio Sacro fino ad un ulteriore bivio. A questo bivio, voltando a destra si risalirebbe per un po’ verso una sorgente, proveniente dalla stessa vena della fonte posta più in alto, mentre a sinistra la traccia scenderebbe fino ad attraversare il Rio Sacro e, passando sotto la zona denominata “li Merigghi” tornerebbe verso la Valle del Rio Sacro alla partenza del sentiero per il Casale Gasparri (contrassegnato sulla carta dei sentieri dal numero 321). Se tutto ciò fosse ancora percorribile, si passerebbe da circa 1500 metri (alle pendici del Monte La Banditella) fino ad arrivare ai 900 metri del fondo valle, con un dislivello non trascurabile. Nella Foto 10, scattata in Aprile prima che le piante rimettessero il fogliame, si intravede una traccia sotto la zona de Li Merigghi, sul versante opposto. La foto 11 invece è stata scattata in questo mese di Novembre, solo una settimana dopo aver percorso l’itinerario che sto descrivendo, dai Piani di Ragnolo. In presenza di neve, il sentiero che scende si nota in maniera piuttosto evidente anche se la foto è scattata da molto lontano e non è venuta proprio nitidissima.
Tornando invece al percorso in descrizione, dopo aver quindi preso a destra al primo bivio si imbocca una traccia che prosegue più o meno sempre con andamento pianeggiante, mantenendosi a mezza costa all’interno del bosco. Dopo circa una ventina di minuti/mezz’ora, si incontra un secondo bivio (che al contrario del primo non è indicato in mappa). Anche qui bisogna mantenersi sulla destra. Nella prima uscita fatta in Aprile, avevamo provato la traccia che scende sulla sinistra, ma si perde poco dopo e quindi siamo tornati indietro. Dopo circa altri 20 minuti di cammino senza dislivelli significativi, si arriva all’insenatura sotto la Croce di Monte Rotondo, denominata “Il Vallone”, dove è indicata sulla mappa la Fonte di Rio Sacro. Noi un vero e proprio fontanile non lo abbiamo trovato, c’è una zona dove l’acqua esce copiosamente da una parete rocciosa (foto 13 e 14). Forse una volta esisteva una vasca che poi è rimasta interrata, chissà. Nella scarpata al di sotto di queste rocce e del sentiero, una cinquantina di metri più in basso, si udiva scorrere acqua e sono sceso trovando un ruscello che sgorga dal terreno proprio in quel punto (foto 15). La cosa mi ha poi costretto ad una faticosa risalita.
Dopo aver superato la sorgente ed il ruscello, il sentiero fa una curva quasi a gomito verso destra, sopra uno sperone. Scendendo un poco sotto il sentiero, da questo punto si può ammirare la vallata sottostante. Si procede ancora per circa tre quarti d’ora su traccia di sentiero piuttosto evidente e si sbuca nei prati sottostanti al Casale Gasparri. Anche qui, un omino in pietra segnalava l’imbocco del sentiero per chi eventualmente arrivasse dai prati, in senso inverso. Per ritornare verso il valico delle Arette, dal Casale (dove vi è anche un fontanile che consente di fare scorta d’acqua) si imbocca il tratturo sterrato che riporta verso la strada sterrata che collega Casali di Ussita al rifugio del Fargno. Una volta raggiunto l’incrocio con questa strada, la si deve attraversare e poco a sinistra si incontrerà la traccia del sentiero 279 che riporta al punto di partenza (si veda la foto n.16 e nuovamente la carta nella foto n.1).
Con il senno del poi, fare il percorso in senso inverso è forse più comodo, almeno la prima volta, in quanto elimina il rischio di errori in corrispondenza dei due bivi incontrati.

Altre foto n.18-28 del novembre 2021

n. 29-36 dell’Aprile 2021

Sempre accurato nella descrizione, grazie Manuel per la collaborazione.

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Foto 17 – Il Santuario di Macereto, visto dal sentiero poco sopra il valico delle Arette, salendo verso i Piani di Pao. Sullo sfondo il Monte Torricchio
Foto 18 – 19 alcuni dei numerosi faggi “tormentati” che si incontrano lungo lungo il sentiero che conduce alla fonte del Rio Sacro
19
Foto 20 – altro faggio incontrato lungo il sentiero, presentava una caratteristica cavità piena d’acqua
Foto 21 – ultimo tratto di sentiero subito prima di sbucare nei prati al di sotto del Casale Gasparri, prati che si intravedono già al di là degli alberi unitamente al Monte Rotondo.
Foto 22 – il fontanile del Casal Gasparri, sulla sinistra la faggeta che avevamo appena attraversato era totalmente in ombra.
Foto 23 – sempre dal Casale Gasparri, veduta del Monte Val di Fibbia. Sulla sella a sinistra, lungo la strada sterrata che da Fiastra prosegue verso il Fargno, si nota una piccola costruzione bianca conosciuta come rifugio di Ernesto.
Foto 24 – Il Monte Rotondo fotografato dal tratturo che dal Casale Gasparri riporta in direzione del valico delle Arette, passa al di sopra della faggeta e del sentiero della fonte.
Foto 25 – veduta della zona delle sorgenti del Rio Sacro dallo stesso tratturo
Foto 26 – veduta del Monte Pietralata e, subito sotto, la zona denominata “Li Merigghi”. Sulla destra il tratturo di prima, posto sul versante nord del Monte Croce di Monterotondo.
Foto 27 – il valico delle Arette è un ottimo punto per fotografare il maestoso Monte Bove, specie con la luce pomeridiana (di mattina è controsole).
Foto 28 – la zona della fonte, con neve ancora presente.
Foto 29 – fungo saprofita su tronco di albero caduto.
Foto 30 – una veduta del versante nord-ovest del Monte Pietralata e della Valle del Rio Sacro. Si vede in maniera piuttosto netta una traccia di sentiero.
Foto 31 – dalle pendici del Monte la Banditella, l’imbocco del canalone detritico, la faggeta su cui si sviluppa il sentiero e sopra di essa la Croce di Monterotondo e più a sinistra il Monte Rotondo, coperti ancora dalle ultime nevi primaverili.
Foto 32 – ancora la Croce di Monte Rotondo ed il Monte Rotondo. La carrareccia per il Casale Gasparri ancora invasa dalla neve.
Foto 33 – la lingua di neve accumulata dal vento, ormai quasi tutta disciolta, sopra il canalone.
Foto 34 e 35 – vedute del Monte Bove dal sentiero 279 nel tratto che dai Piani di Pao riporta verso il valico delle Arette, costeggiando la pineta.
35



FORCA VIOLA – CONDIZIONI IMPEGNATIVE

La salita invernale alla Forca Viola da Castelluccio per la Valle delle Fonti è , il più delle volte, una semplice e facile tappa intermedia per raggiungere la cima del Monte Argentella o la Cima omonima.

Oggi invece le severe condizioni meteorologiche, caratterizzate da un fortissimo vento con raffiche anche di 90 Km/h e turbinii di neve sollevata, hanno reso la salita impegnativa che ci ha fatto fermare, per ragioni di sicurezza, a circa 50 metri dalla sella senza poter proseguire oltre perché era quasi impossibile rimanere in piedi.

Solo la nostra tenacia ci ha reso possibile la salita alla Forca Viola dal canale Ovest della Valle delle Fonti, grazie anche ad un buon manto nevoso, sicuro e compatto che ci ha garantito anche una rapida discesa.

Abbiamo poi proseguito per il Monte Abuzzago e siamo scesi per la Capanna Ghezzi fino a Castelluccio.

Di seguito le immagini dell’ascensione.

1- Il Monte Argentella dalla Valle delle Fonti.
2 – 7- Salita verso Forca Viola per il canale Ovest, momenti di fortissimo vento che ogni tanto ci obbligava a coricarci.
3
4
5
6
7
8- Il canale Ovest di Forca Viola con il Monte Lieto sullo sfondo.
9- Traversata dal canale ovest di Forca Viola verso i canali gemelli.
10- Il canale gemello di destra, salito l’ultima volta l’anno scorso.
11- Tubini di neve alzata dal forte vento.
12- La cresta dalla Cima di Forca Viola alla Cima del Redentore vista da Monte Abuzzago.
13- Sulla cima del Monte Abuzzago con il Monte Argentella alle spalle.
14- Discesa verso la Capanna Ghezzi.
15- La Cresta della Cima del Redentore con alti pennacchi di neve alzata dal vento.



MONTE CASTEL MANARDO – FANTASTICA GLORIA SOLARE

Il 15 dicembre 2021, la classica salita pomeridiana al Monte Castel Manardo dalla Pintura di Bolognola mi ha regalato uno dei più belli spettacoli della natura, la Gloria Solare con lo spettro di Broken al centro (la mia stessa ombra).

Questo fenomeno si produce quando si combina il sole basso sull’orizzonte con la nebbia nella vallata sottostante, l’ombra di chi fotografa proiettata sulla nebbia produce questo particolare e raro effetto ottico.

Di seguito le immagini della salita.

1- Il Monte Acuto emerge dalla nebbia, nei pressi dei campi da sci di Bolognola.
2- La vallata di Bolognola con, a sinistra, il Monte Pietralata ed il Monte Cacamillo
3- Le pendici Nord di Monte Castel Manardo ricoperte dalla nebbia.
4- La cresta Nord del Monte Castel Manardo, in prossimità della cosiddetta “Porta di Berro”.
5- La cresta Nord del Monte Castel Manardo
6- Emergono il Pizzo Tre Vescovi ed il Monte Acuto.
7- Il Monte Rotondo.
8 – 14- Varie immagini della Gloria Solare vista in posizioni diverse della cresta Nord.
9
10
11
12
13
14
15- Il piccolo Cervino dei Monti Sibillini, la parete Nord del Monte Acuto.



RIOSACRO – VAL DI FIBBIA

ITINERARIO PROPOSTO DA MANUEL SU MIA RICHIESTA IN QUANTO L’HO PERCORSO TANTI ANNI FA E NON DISPONGO DI DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

Itinerario effettuato sabato 13 novembre 2021, non riportato sulla bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini. Il percorso è indicato (come sentiero secondario) sulla cartografia ufficiale del Parco dei Monti Sibillini, ma versa in stato di abbandono da molti anni ed è totalmente privo di segnaletica in loco.

PER RAGGIUNGERE IL PUNTO DI PARTENZA: Si percorre la Strada Provinciale n.47 che dal Lago di Fiastra sale verso Bolognola. Si raggiunge il comune di Acquacanina con le sue varie frazioni quindi dopo la frazione di Oppio si supera il fontanile presente al lato sinistro della strada e la frazione di Vallecanto, dopo circa 300 metri in una diretta si incontra il tratturo chiuso con sbarra che scende a destra con indicazione per la Valle di Rio Sacro dove si parcheggia (351965,6 E – 4764318,5 N; 770 m.).

Si oltrepassa la sbarra e si scende per la strada sterrata, proseguendo su di essa e percorrendo la Valle del Rio Sacro fino ad oltrepassare la zona denominata “I Cascinali”. Una ventina di minuti dopo aver oltrepassato questa zona, e poco prima di intercettare sulla sinistra il più conosciuto sentiero che sale verso il Casale Gasparri, si incontra sulla destra del tratturo un ponticello in cemento, che permette di oltrepassare il Rio Sacro e raggiungere il sentiero in oggetto (foto 1).
(Foto 2) Stralcio carta IGM (1:25000), dove è riportata con tratto e punto la traccia del sentiero.
L’inizio del sentiero (foto 3) è ben evidente, tuttavia dopo pochi metri ci troviamo nel fitto del bosco senza riferimenti. Inizialmente ci si ritrova su un tratto abbastanza pianeggiante, dove sono presenti alcuni faggi contrassegnati con vernice rossa (come da foto 4). Non sono indicazioni sentieristiche ma riferimenti sulla crescita degli alberi che venivano utilizzate dai boscaioli. Sulla sinistra si avrà una depressione che è il letto asciutto del fosso, colmo di vegetazione, che ci sarà di aiuto in quanto basterà costeggiarlo per procedere nella giusta direzione.

Appena passato questo iniziale tratto pianeggiante, il letto del torrente disegna una “S”, facendo una curva a destra subito seguita da un’altra curva a sinistra. In questo punto, dove il fondo del fosso è caratterizzato da un ghiaione, è meglio attraversare in quanto dall’altra parte si ritrova subito la traccia del vecchio sentiero. Abbiamo anche incontrato alcuni omini in pietra, messi di recente da qualcuno, che ci hanno aiutato. Appena prima dell’attraversamento sopra indicato, si incontra sulla destra una lieve traccia di sentiero che però va evitata. In effetti, osservando la carta IGM prima riportata (foto 2), subito dopo l’attraversamento del Rio Sacro è segnato con linea tratteggiata un sentiero che sale sulla destra portandosi sopra la zona dei cascinali (potrebbe essere uno spunto per future “esplorazioni”). Dopo aver ritrovato la traccia giusta e costeggiato per un pò il greto (sempre asciutto) del torrente si arriva all’unico punto dove il sentiero si discosta leggermente (foto 5, bivio segnalato con omino in pietra), il sentiero a questo punto procede su tratti erbosi facendo qualche curva ma diventando allo stesso tempo più evidente. Poi più in alto si riprende a costeggiare il fosso. In questo tratto abbiamo trovato anche i resti di un  muretto a secco (foto 6).
Salendo ancora, si raggiunge l’unico tratto un po’ difficoltoso a causa delle numerose piante abbattute dalle piene, che ostacolano il passaggio. In questo tratto, risalendo faticosamente su un piccolo canale sulla destra, ho rinvenuto quella che sembra una vecchia sorgente, non segnalata sulle carte ma comunque completamente in secca (foto 7). Dopo aver oltrepassato il tratto più disagevole, si arriva finalmente in una zona più aperta con la traccia del torrente che piega verso destra (foto 9). Si deve salire ancora un poco prima di piegare anche noi verso destra, si arriverà così al fontanile senza nome segnato sulla carta. Purtroppo insieme al fontanile ci si trova davanti a tre enormi orribili serbatoi, davvero brutti anche se sicuramente utili in periodi di siccità. Durante la nostra visita autunnale, l’acqua sgorgava però naturalmente da una piccola sorgente posta poco sopra la fonte. Nei pressi della fontana abbiamo anche trovato una pietra sulla quale era raffigurata curiosamente una faccia di lupo. Noi ci siamo fermati qui, ma a sinistra della fonte è facilmente individuabile la traccia del sentiero, scavata nella roccia, che prosegue risalendo l’ultimo tratto di bosco verso le rovine del Casale Piscini, completamente abbattuto dal terremoto del 2016, dal quale poi è facile raggiungere il pian del Capriolo ed eventualmente le creste del Monte Coglia ed il Monte Val di Fibbia.
Il fontanile con le orribili cisterne per l’acqua, sulla destra le pendici del Monte Val di Fibbia (foto 10).
Foto del fontanile (11 e 12).
La sorgente e la cascatella poco sopra il fontanile (13,14 e 15).
La pietra “faccia di lupo” (foto 16).
A lato della fonte, l’imbocco della traccia che prosegue verso il Casale Piscini (foto 17).
L’ultimo tratto di sentiero, ben evidente sui prati, verso le macerie del Casale Piscini (foto 18 scattata dal Monte Val di Fibbia nel novembre del 2017).
Scendendo lungo la via del ritorno, salendo con lo sguardo ho individuato una traccia di sentiero a mezzacosta proprio sotto la cima del Monte Val di Fibbia, anche di questa se ne ritrova riscontro sulla carta IGM (foto  19).
Infine, un confronto tra la vista satellitare attuale ed una vista aerea del 2000 (foto 20 e 21), dove si vede come il sentiero risultasse ancora ben evidente una ventina di anni fa. Gli eventi alluvionali del 2007 e del 2013 che hanno reso inaccessibile la zona per molto tempo, hanno portato all’abbandono della zona da parte dei vecchi boscaioli ed al conseguente degrado dei sentieri.

Ottimo lavoro Manuel, grazie.

1
2
3
4
5
6
7
8- Vista satellitare del percorso proposto.
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21



LA GROTTA DI SANT’ANGELO – VAL DI PANICO.

Itinerario facilissimo e breve ma che si va ad aggiungere agli altri tre itinerari alla ricerca di grotte e cavità della Val di Panico arricchendoli di una ulteriore esplorazione ad una cavità, utilizzata anticamente dai carbonai della zona di Casali di Ussita, anch’essa non riportata ne il cartografia ne in bibliografia.

Gli altri itinerari citati nella zona alla ricerca di grotte, di cui ho riportato descrizione nel mio sito, sono :

  • Le grotte della Val di Panico
  • Il sentiero de Le Cute alto e la grotta di Peppe matto
  • Itinerario del ferro intorno a Casali di Ussita

ACCESSO: Si raggiunge in auto la frazione di Casali di Ussita dal capoluogo e si parcheggia nei pressi della chiesa, d’estate all’ombra del grande Ippocastano secolare.

DESCRIZIONE: La Grotta di Sant’Angelo si raggiunge percorrendo a piedi la “super” strada (recenti lavori l’hanno trasformata inspiegabilmente in una strada a tre corsie nonostante sia chiusa al pubblico !!!) per la Val di Panico fino alla ampia curva dove si intercetta il fosso de La Foce (30 minuti, 352516,8 E – 476819,7 N; 1160 m.) che scende dal caratteristico canyon visibile più in alto. In questo punto si scende sotto strada a destra nel bosco su una traccia di sentiero che si dirige in discesa verso il sottostante torrente Ussita di cui ancora non si sente il rumore.

Si scende nella radura mantenendo il fosso sulla sinistra (asciutto d’estate) quando si inizia a sentire il rumore del torrente posto più in basso la radura si allarga e ci si mantiene sulla sinistra dove si segue la traccia che attraversa il fosso e si inoltra nel bosco, dopo 100 metri si supera faticosamente un tratto di bosco con alberi capovolti da slavine ed in breve si raggiunge una caratteristica piattaforma in piano di una antica carbonaia, guardando in verticale verso monte si nota una fascia di rocce 50 metri più in alto dove si apre la grotta (20 minuti dalla strada, 352675 E – 4756585 N; 1130 m.).

In realtà la grotta è costituita da una lunga fascia rocciosa stratificata con un grande tetto roccioso che forma un riparo dagli agenti atmosferici con evidenti tracce di antichi fuochi che ne hanno annerito pareti e soffitto.

DISCESA: Dalla grotta anziché ritornare per lo stesso itinerario si prosegue la traccia di sentiero che dalle cavità prosegue verso la Val di Panico, raggiunge una zona aperta devastata dal slavine che costringe ad una difficoltosa tra alberi rovesciati, con una bellissima vista sulla parete Nord ed Est del Monte Bove Nord posta di fronte a poca distanza, fino ad un pianoro erboso con grandi Faggi e una stradina che scende a sinistra quindi si scende al torrente e si prosegue fino alle sue sorgenti, da qui si riprende la strada della Val di Panico sovrastante e si ridiscende a Casali.

1- La piattaforma di una antica carbonaia, in alto verso monte si notano le rocce stratificate che formano la Grotta di Sant’Angelo.
2 – 3- La fascia rocciosa sovrastata da un grande tetto che forma la grotta.
3
4- Argilliti verdi escono dagli strati di roccia calcarea.
5 – 6 – 7- Le pareti ed il grande soffitto della Grotta recano segni di antichi fuochi.
6
7
8- La fascia di rocce con tetto prosegue per circa 100 metri
9- Tronco con tracce lasciate da larve di coleotteri Blastofagi.
10- Il Monte Bove Nord con le evidenti chiazze bianche delle frane prodotte dal terremoto del 2016.
11- A sinistra la cima dello Spalto Centrale con la grande frana e a destra lo Spalto Occidentale, nella parete Nord del Monte Bove Nord.
12- La cresta Ovest dello Spalto Occidentale dove corre la Via della Mitria, con la cosiddetta “cengia dei Camosci” erbosa alla sua base.
13- La parte iniziale del canale dello Spalto Occidentale dove sale la via su roccia “Maurizi Taddei” nel punto in cui è presente la caratteristica “finestra” esattamente al centro della foto.
14- Ingrandimento della foto n.13 con la volta della grande “finestra” visibile a destra del canalone.
15- La “finestra più piccola”, con una bella vista verso i Campi di Casali, foto del 2003.
16- La grande “finestra” della via Maurizi-Taddei, prima del terremoto del 2016 , sullo sfondo il Pizzo Tre Vescovi.
17- La grande “finestra” vista dal canale di salita.
18- Parte centrale dello Spalto Orientale della parete Nord del Monte Bove Nord con la ferita bianca del Gendarme “La Pera” mozzata dal terremoto del 2016, al centro della foto.
19- Il grande Gendarme chiamato “La Pera” prima del terremoto del 2016 con la sua caratteristica parte superiore che ormai non c’è più.
20- La lunga striscia di alberi abbattuti dalle frane cadute dalla parete Nord del Monte Bove Nord con il terremoto del 2016
21- Tramonto verso la Valnerina vista dall’imbocco della Val di Panico..
22 – 23 – 24- Il cosiddetto “foliage” come viene chiamato da qualche anno, nei dintorni di Casali.
23
24
25 Pianta satellitare del percorso: GIALLO: Percorso di raggiungimento – ROSSO: Percorso proposto per raggiungere la Grotta – VERDE: Percorso di Ritorno