LAGO FONTANA BIANCA – RIFUGIO CANZIANI – LAGO VERDE – LAGO LUNGO. Parco dello Stelvio – Trentino Alto Adige.
Salendo in auto la Val d’Ultimo da Lana si raggiunge, con un ultimo tratto strettissimo, il Lago Fontana Bianca. Dal Lago si sale a piedi verso il Lago Verde e Rifugio Canziani, anche se dotato di impianto di risalita privato.
Quindi si scende verso il Lago Lungo per poi ridiscendere, con un percorso ad anello, al Lago Fontana Bianca.
Il giro, effettuato il 16 agosto 2024, è adatto a tutti, presenta una lunghezza di circa 14 chilometri e oltre 600 metri di dislivello.
In totale in sei giorni di soggiorno nella zona di Merano, in Trentino Alto Adige, da solo ho percorso circa 70 chilometri e salito oltre 4000 metri di dislivello.
Di seguito le immagini dell’escursione in Val d’Ultimo.
CIMA GIOVO DAL PASSO DI MONTE GIOVO – TRENTINO ALTO ADIGE
Il 13 agosto 2024 da solo, da Tirolo ho raggiunto in auto il Passo di Monte Giovo a 2094 metri, tra la Val Passiria e l’Alta Valle dell’Isarco.
Dal Passo sono salito a piedi per la lunghissima cresta rocciosa prima raggiungendo l’Antecima Nord poi proseguendo sempre su ripidissima cresta, attrezzata nell’ultimo tratto sulla verticale placca Nord con una ferrata, fino a Cima Giovo a 2481 metri (2 ore).
Dalla cima si può proseguire per alcune centinaia di metri fino all’Antecima Est per poi ritornare indietro.
La discesa viene effettuata per lo stesso itinerario di salita con particolare attenzione nel tratto di ferrata praticamente verticale, ovviamente più difficile in discesa.
Anche questo itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la traccia GPS allegata di seguito.
Al ritorno consiglio di visitare anche i Laghetti Rinnersattel a 2035 metri presenti nei pressi del Passo.
Il 12 agosto 2024 da solo, da Tirolo ho raggiunto in auto il paese di Saltusio in Val Passiria quindi con la funivia Hirzer-Punta Cervinia sono salito fino al Giardino Alpino di Punta Cervinia, a quasi 2000 metri.
Da qui sono salito a piedi per la lunghissima cresta rocciosa, con diversi tratti attrezzati con cavi d’acciaio, della Punta del Re a 2698 metri (2 ore).
Ho proseguito ancora per cresta rocciosa, anche questa con tratti attrezzati e in tratti davvero sottilissima tanto da non poterla percorrere in piedi, fino alla sella del Giogo Piatto (2640 m.) quindi con una ultima ripida salita ho raggiunto la Punta Cervina a 2781 m. (2 ore).
Per il ritorno alla funivia Hirzer-Punta Cervina sono ridisceso alla sella del Giogo Piatto e ho preso il sentiero attrezzato che scende verso il ghiaione del versante Ovest fino al Rifugio Punta Cervina, tagliando per meravigliosi rododendreti e costeggiando il Rio Sag ho raggiunto la stazione della funivia (2,5 ore).
Anche questo itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la traccia GPS allegata di seguito.
L’11 agosto 2024 da solo, da Tirolo, paese a monte di Merano, ho raggiunto la Cima Muta (2291 m.) che sovrasta il paese.
Da Tirolo si sale in funivia fino alla Malga Hocmuth (1330 m.) quindi si prosegue a piedi per boschi fino al Maso Mutkopf (40 minuti)
Qui parte un lungo e ripido sentiero che in 2 ore conduce alla Cima Muta.
Volendo si può proseguire per aerea cresta fino al Giogo di Quaira da dove si può scendere verso i Laghi di Sopranes o salire alla Cima Rosa di Sopranes.
L’itinerario è lungo ed impegnativo, è riportato nella bibliografia della zona e si può seguire la ttraccia GPS allegata di seguito.
Di seguito le immagini dell’impegnativa escursione.
CASCATA KOFLERTAL O CASCATA DI TRET -TORRENTE NOVELLA – TRENTINO ALTO DIGE
La cascata Koflertal o Cascata di Tret in Italiano è una delle più alte (70 metri) e spettacolari cascate del Trentino Alto Adige anche per il motivo che alla sua base si apre una grande caverna da cui è possibile vedere il getto di acqua che passa di fronte al suo ingresso, anche se è d’obbligo bagnarsi per entrare.
La base della cascata si raggiunge facilmente in circa 20 minuti a piedi con un percorso ben segnalato dal paese di Tret (frazione di Borgo d’Anaunia nella Val di Non) raggiungibile in auto dalla Strada Statale 238 del Passo Palade, dopo aver percorso circa 6 chilometri dal paese di Fondo verso il Passo.
Al ritorno è possibile raggiungere un belvedere sulla sommità della cascata per osservarla da sopra.
Di seguito le immagini della breve ma imperdibile escursione se passate per l’alta Val di Non, si raccomanda di fare attenzione alla salita nella grotta a causa delle rocce bagnate scivolosissime.
ALPE TRE POTENZE Dalla Val di Luce – Appennino Toscoemiliano.
Questo percorso permette di raggiungere altri due laghi, il Lago Nero e il Lago Piatto e una delle cime più alte dell’Appennino Tosco Emiliano, l’Alpe Tre Potenze partendo dalla Val di Luce, una nota zona sciistica dell’Appennino Toscoemiliano anche se con ambiente piuttosto modificato e degradato dall’impatto turistico.
Un altro percorso a quota boschiva per raggiungere i due laghi dall’Abetone l’ho riportato nell’articolo “APPENNINO TOSCO EMILIANO LAGO NERO E LAGO PIATTO dalla Riserva Naturale Campolino – Orto Botanico Forestale e la Casetta dei Pastori”.
Per effettuare il percorso descritto si percorre la strada Statale 12 Abetone-Brennero, si devia a Faidello e si prosegue fino al grande parcheggio della Val di Luce.
Qui si hanno due possibilità, si parte a piedi per una sterrata in netta salita che costeggia gli impianti di risalita in direzione del Passo di Annibale oppure si può prendere la Seggiovia fino al Passo quindi si sale per cresta al Monte Femminamorta sovrastante (20 minuti con gli impianti, 2 ore a piedi).
Da Femminamorta (1878 m.) si prosegue per cresta e in poco più di un chilometro si raggiunge l’Alpe Tre Potenze (40 minuti, 1935 m.)
Dalla cima si scende dalla cresta Est fino al Passo della Vecchia, qui si hanno diverse possibilità. in 30 minuti si raggiunge il Lago Nero, in 20 minuti il Lago Piatto e in 20 minuti il Dente della Vecchia da cui si può proseguire, con un’altra ora e mezza fino al Monte Gomito.
Per la discesa in Val di Luce si consiglia di raggiungere il Lago Piatto da cui, per comodo sentiero, si raggiunge il Passo di Annibale da cui si è arrivati.
Anche questo itinerario è indicato nella cartografia della zona e ben segnalato in loco, si può anche utilizzare la traccia GPS allegata di seguito.
Di seguito le immagini dell’escursione effettuata il 28 luglio 2024.
ANELLO MONTE RONDINAIO E MONTE GIOVO – LAGO TURCHINO E LAGO TORBIDO Dal Lago Santo – Appennino Toscoemiliano.
Percorso molto aereo, permette di raggiungere due laghi, il Lago Turchino e il Lago Torbido e due delle cime più alte dell’Appennino Tosco Emiliano, il Monte Rondinaio e il Monte Giovo, con questo itinerario ho concluso la salita di tutte le cime oltre i 1900 metri dell’Appennino Tosco Emiliano.
Partenza dal parcheggio del Lago Santo, si segue l’itinerario indicato nella cartografia della zona e ben segnalato in loco, si può anche utilizzare la traccia GPS allegata, poco prima di arrivare al Lago si prende la deviazione nel bosco sulla sinistra per il Lago Baccio (già descritto nell’articolo “APPENNINO TOSCO EMILIANO. LAGO SANTO E LAGO BACCIO Da Pievepelago.”) dopo circa 400 metri ad una deviazione si prosegue a sinistra lasciando il sentiero per il Lago Baccio a destra.
Si prosegue su comodo sentiero per oltre due chilometri tra prati e mirtilleti e, in circa un’ora dal parcheggio, si raggiunge prima il Lago Turchino, quindi proseguendo per altri 300 metri, il Lago Torbido, quest’anno in secca, poi il sentiero sale nettamente verso la cresta ed in circa 40 minuti si sale al Monte Rondinaio (1963 m.), si prosegue la cresta per il ripido Altaretto (1922 m.) quindi alla Grotta Rosa (1952 m.) fino al Monte Giovo (1,5 ore dal M.Rondinaio; 1991 m.) con ripida discesa finale di 1 ora, al Lago Santo.
Il percorso completo ha una lunghezza di oltre 11 chilometri con 900 metri di dislivello, si compie in 4-5 ore ed è adatto ad escursionisti allenati.
Di seguito le immagini dell’escursione effettuata il 27 luglio 2024.
LE CASCATE DI MACCHIA TORNELLA – MONTI DELLA LAGA.
Macchiatornella è una frazione di Cortino (TE), situata nel cuore dei Monti della Laga, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, nei suoi dintorni si trovano ben tre cascate facilmente raggiungibili, altre invece risultano più distanti dal paese.
Le cascate visitabili in una unica giornata sono solo tre delle quasi cento cascate presenti nei Monti della Laga.
Per l’accesso a Macchiatornella si sale da Montorio al Vomano percorrendo la Strada Statale 80 fino a Nerito quindi si prende la strada Provinciale n.47 per Crognaleto e si prosegue in direzione di Cortino, dopo il paese si prosegue la lunga e tortuosa strada, posta in condizioni spaventose, da percorrere con moltissima prudenza, fino a Macchiatornella dove si parcheggia in uno slargo in corrispondenza di una curva prima di arrivare al paese. Di fronte inizia il sentiero per le cascate Cantagalli e Posaturo segnalato e riportato nei navigatori GPS.
Scendendo invece nel sentiero posto proprio sotto al parcheggio si raggiunge la Cascata del Fosso Malvese posta nei pressi del paese di Padula sottostante in corrispondenza di un attrezzato parco fluviale.
Di seguito le immagini dell’escursione.
IL CANYON DI CAMPO IMPERATORE, LA GROTTA E LA TESTA DELL’AQUILA.
Il Vallone della Valianara, più conosciuto come il Canyon di Campo Imperatore, è un luogo quasi magico, è diverso da tutto l’ambiente che lo circonda fatto da prati aridi e quasi pianeggianti, non ci si rende conto finché non ci addentra, si apre nella parte meridionale del vasto altipiano, tra le pendici del Monte Bolza a Sud, cima secondaria poco conosciuta, e il Monte Camicia a Nord, non è percorso da corsi d’acqua ma si riempie a primavera o in caso di forti piogge creando un lungo lago temporaneo, il fondo non presenta vegetazione ne formazioni algali in quanto è costituito da sedimenti finissimi di origine glaciale quasi polverulenti che si compattano diventando impermeabili ma non trattengono a lungo le acque.
Nella parte finale è riempito invece di detriti più grossolani provenienti dalla grande fiumana che scende dalle pendici Sud del Monte Camicia e che si immette nel canyon in corrispondenza di un piccolo ponte sulla strada di Campo Imperatore.
Racchiude inoltre delle particolarità poco conosciute, una ampia grotta, non comuni nella zona, e soprattutto una grande roccia a forma di testa di Aquila di cui avevo sentito parlare ma che non ero ancora riuscito a trovare.
Non a caso in zona hanno girato scene del film “Lo chiamavano Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill come ricorda il cartello posto sulla strada sovrastante il canyon in corrispondenza del ponte sulla fiumana e del sentiero che conduce alla Vecchia Miniera di Bitume del Monte Camicia.
Il primo settembre 2024 ho avuto la fortuna di trovare il canyon riempito di acqua grazie alle abbondanti piogge dei giorni precedenti e soprattutto sono riuscito a trovare la grande roccia a forma di testa di Aquila. Poi ho capito perché non avevo mai visto questa particolare formazione rocciosa, le altre volte avevo percorso il canyon partendo dalla strada dove c’è il ponte ed il cartello che ricorda il sito dove è stato girato il film menzionato sopra ed ero sceso verso valle.
Stavolta sono sceso nel canyon dalla parte iniziale a monte parcheggiando in corrispondenza di uno slargo della strada e scendendo all’imbocco del canyon, ho trovato cosi la roccia posta sulla sinistra orografica del canyon e la grotta posta sulla destra quindi poi sono sceso fino alla confluenza della fiumana del Monte Camicia da dove di solito scendevo.
Di seguito le immagini del particolarissimo sito.
MONTE VALVASSETO – IL RIPARO DI CAMPOMAGGIORE
Nelle pendici boscose del versante Est del Monte Valvasseto si innalzano dei torrioni rocciosi che nascondono piuttosto bene una profonda cavità denominata il Riparo di Campomaggiore.
Il Monte Valvasseto, una piccola cima dei Monti Sibillini facilmente raggiungibile dalla Pintura di Bolognola salendo senza tracciato per i Piani Gra, nasconde numerose sorprese nei suoi dintorni, come riportato nei miei precedenti articoli :
LE FINESTRE DEI MONTI SIBILLINI: L’arco del Monte Valvasseto
MONTE VALVASSETO E MACCHIA TONDA
PIANI GRA : IL ROSETO DEI MONTI SIBILLINI
LE GROTTE DL MONTE SASSOTETTO – MONTE VALVASSETO
MONTE SASSOTETTO, UNA AFFILATA CRESTA POCO CONOSCIUTA
SASSOTETTO – VALLE TRE SANTI PER CAMPOMAGGIORE
VALLE TRE SANTI – PINTURA DI BOLOGNOLA
Pertanto tale itinerario può essere abbinato ad uno degli altri precedentemente descritti per completare una giornata di escursioni.
Il Riparo di Campomaggiore si raggiunge direttamente dalla cima del Monte Valvasseto (1526 m.) , scendendo verso Est per prati, si attraversa una piccola lingua di bosco e si prosegue ancora per prati in discesa fino a quota 1410 metri quindi si entra nel bosco (357467,5 E – 4761762 N) seguendo una traccia di sentiero in netta discesa che si fa più visibile nel bosco (con strisce plastiche bianco/rosse in parte degradate e che si inoltra poi nella zona del versante Nord denominata “Forcaccio” foto n.3), girando nettamente verso Est per un altro centinaio di metri di dislivello fino a raggiungere, a destra, un profondo vallone incastonato tra alte pareti rocciose dove, all’imbocco, sono presenti alcuni ometti di pietra.
Si scende con attenzione nel ripido canalone boscoso delimitato da pareti rocciose che si innalzano man mano che si scende, dopo poche decine di metri, nella parete sinistra, si apre una piccola cavità e poco sotto una ampia finestra (foto n.10), entrando nella finestra si aggira lo spigolo e, dalla parte opposta, si segue una cengia sotto alte pareti rocciose dove si apre la grande cavità. (1 ora dalla cima del Monte Valvasseto, 1330 metri circa).
La cavità è inserita nel Catasto delle grotte della Regione Marche ma le coordinate GPS riportate nei navigatori satellitari non sono precise per cui se, nonostante le indicazioni, non si ritrova la cavità, occorre girovagare un po’ tra i torrioni rocciosi facendo attenzione ai ripidi pendii all’interno del bosco ma ciò aumenta solo il fascino dell’esplorazione.
Ritornando nel vallone di discesa, prima di riprendere l’itinerario di ritorno, si può scendere ancora una cinquantina di metri costeggiando le pareti per raggiungere una larga e alta faglia attraversabile che separa in due parti la parete di sinistra.