FOCE – IL CANALE – IL LAGHETTO. Alla base della imponente parete Est del Sasso di Palazzo Borghese.
Salita classica alla base della imponente parete Est del Sasso di Palazzo Borghese da Foce per Il Canale fino alla conca del Laghetto con le ciaspole e con oltre mezzo metro di neve, grande fatica ripagata dalle meravigliose immagini della parete glassata di alpine ice (galaverna).
1 – 3- Il bosco del Canale, più si sale e più c’è neve.234- Particolare formazione di equilibrio di ghiaccio di fusione su un faggio.5- Finalmente si esce dal bosco ma la fatica non termina.6 – 12- La parete Est del Sasso di Palazzo Borghese si fa sempre più imponente man mano che si risale la valle.78910111213 – 14- La conca del Laghetto di Palazzo Borghese1415- 16- Dettagli della parete Est del Sasso di Palazzo Borghese rivestita di galaverna o alpine ice.1617- Il Monte Sibilla.18 – 20- Piccole slavine di scorrimento di neve fresca su quella vecchia sottostante distaccatesi dopo alcuni minuti dal nostro passaggio nonostante la pendenza in questo punto sia minima.192021- Il grande Faggio del Canale.22- Una cavità presente nella parte rocciosa iniziale del Canale, a monte di Foce.
PIAN PERDUTO – COLLI ALTI E BASSI – CAPANNA GHEZZI – SAN LORENZO – PIAN PERDUTO Ciaspolata di 11 chilometri con molta neve fresca.
Di seguito le immagini della meravigliosa giornata, finalmente con molta neve e con un numeroso gruppo di amici.
1- La partenza da Pian Perduto, sullo sfondo il Monte Argentella da cui tracima la nebbia dal versante Est.2- Il boschetto dei Colli Alti e Bassi che abbiamo raggiunto per la valletta Ovest.3- Il Boschetto dei Colli Alti e Bassi con il Monte Porche sullo fondo.4 – 5-Le pendici Ovest della Cima del Redentore tra la nebbia.56 – 9-Dai Colli Alti e Bassi scendiamo verso la valle che conduce alla Capanna Ghezzi.78910 – 13- La valletta che conduce verso Capanna Ghezzi.11121314 – 15- I nuclei di Faggio nei pressi della Capanna Ghezzi.1516- La Capanna Ghezzi, alle falde del versante Ovest del Monte Argentella.17- La Macchia del San Lorenzo18- La conca del San Lorenzo.19- Il Monte Palazzo Borghese visto da San Lorenzo.20 – 21- La Portella del Vao, la strettoia rocciosa che mette in comunicazione San Lorenzo con il Pian Perduto.2122 – 23- Il Monte Porche ed il Monte Palazzo Borghese dominano la conca del San Lorenzo.2324- I Colli Alti e Bassi chiudono a Sud il Pian Perduto.25- Attraversando il Pian Perduto 26- Ripassiamo di fronte al boschetto del Pian Perduto chiudendo il percorso della giornata.27- Il Monte Lieto, situato di fronte al Pian Perduto, sulla strada una lunga fila di auto di escursionisti..28- Siamo ormai giunti anche noi all’auto concludendo la splendida ciaspolata.29- Pianta satellitare del percorso della ciaspolata
MONTE BICCO – Cresta Nord
Dopo la prima, scarsa, nevicata della stagione, il 15 Gennaio 2023, con un numeroso gruppo di amici abbiamo effettuato una escursione in Val di Bove quindi siamo saliti con nebbia al Monte Bicco per la cresta Nord.
Di seguito le immagini della giornata.
1- Le Quinte con la grande frana prodotta dal terremoto del 2016 viste dalla Val di Bove2- La Val di Bove e la parete Nord del Monte Bicco.3- Il versante Ovest del Monte Bove Nord. nei pressi della Fonte di Val di Bove, con scarsissimo innevamento4- Sul sentiero per la Forcella Passaiola, sotto alla grande frana del Monte Bicco.5- Verso la Forcella Passaiola.6- Foto di gruppo alla Forcella Passaiola.7 – 15- Momenti di salita della cresta Nord del Monte Bicco.8910111213141516- Veduta della parete Nord dalla cima al Monte Bicco con nebbia.17- La cresta verso il Monte Bove Sud.18- Il versante Est del Monte Bicco.19- Il Monte Bove Nord in un momento di diradamento della nebbia.
LA CASCATA DI RIO FESSA E LA FESSA – VALLE DEL FIASTRONE
La cascata di Rio Fessa è una bellissima ma sconosciuta cascata del Rio Fessa, un torrente laterale del Fiastrone, che forma un inciso fosso tra il Monte Corvo ed il Monte dei Cancelli, attraversato dalla strada che collega la frazione di Monastero di Cessapalombo a Fiastra, a qualche chilometro dopo l’abitato.
L’accesso è facile e adatto a tutti ed anche entusiasmante perché bisogna attraversare il torrente diverse volte ed affrontare terreni sconnessi per arrivare alla base della cascata suddivisa in diversi salti ed alta complessivamente circa trenta metri. I muschi che crescono nelle pareti rocciose della cascata formano anche un potente banco di Travertino di cui una parte si è staccata rimanendo appoggiata a chiudere la piccola forra.
Per i più esperti si può proseguire fino a raggiungere la “Fessa” una stretta fessura creata dal torrente in un banco di travertino
La zona è più conosciuta per la Grotta dei Frati, le Lame Rosse e la Forra del Fiastrone e questa cascata completa l’interesse naturalistico della Valle.
ACCESSO: Per chi proviene da Sarnano o da Caldarola o da Passo S. Angelo si raggiunge la località Pian di Pieca quindi si prende la strada che conduce alla frazione di Monastero di Cessapalombo, da cui si può partire anche per l’escursione alla Grotta dei Frati – Forra del Fiastrone.
Si raggiunge in auto la frazione di Monastero e prosegue in auto in direzione di Fiastra, dopo circa 2 chilometri dal piccolo abitato la strada si addentra in un profondo vallone facendo una ampia curva. Si parcheggia all’inizio della curva dove è presente uno slargo in corrispondenza di una cavita di una parete rocciosa posta di fianco alla strada (354912 E – 4769165 N; 730 m.).
Per chi proviene da Fiastra si raggiunge la diga del Lago di Fiastra e si prosegue per circa 4 chilometri fino a superare una breve galleria della strada aperta sotto ad un grande scoglio e proseguendo per poche centinaia di metri fino all’ampia curva descritta sopra dove si parcheggia.
DESCRIZIONE: Dalla strada, di fianco alla cavità, si segue un sentiero che entra nel fosso, si attraversa il torrente risalendo alla destra fino ad un ghiaione, il sentiero rientra poi nel fosso in corrispondenza di un capanno in legno attraversandolo di nuovo quindi si trasforma in una lieve traccia che, inoltrandosi nella stretta gola, effettua diversi guadi e risalite di pendii scoscesi costeggiando il torrente fino alla base della cascata che si nota solo quando si è arrivati nei suoi pressi.
Si consiglia di effettuare questo itinerario dall’inverno fino alla primavera il modo da avere la massima portata idrica, d’estate il fosso si asciuga quasi completamente.
LA “FESSA”
Se si risale il ripidissimo pendio sulla sinistra della cascata, si costeggia la barriera rocciosa che la forma fino ad una cengia che permette di superarla e di ritornare in direzione del fosso, al di sopra della cascata.
Si prosegue in un tratto di bosco per traccia di sentiero per ridiscendere nel greto del torrente che lo si risale con qualche difficoltà alternandosi a destra o a sinistra su traccia di sentiero, a causa delle sponde molto ripide, in vista della parete della “Fessa” si raggiunge una grotta poco visibile la cui apertura è situata proprio sulla sponda destra del torrente ed, in circa 20 minuti, si arriva alla “Fessa” una parete di travertino scavata dal torrente in una strettissima fessura dove, in caso di poca acqua, si può entrare nel suo fantastico interno.
Salendo invece a sinistra della “Fessa” in corrispondenza di uno stretto camino si risale la parete di travertino e si può raggiungere la seconda cascata più in alto, nascosta dalla “Fessa”.
In tal caso può essere utile una corda da mettere doppia in un albero per ridiscendere.
RITORNO: Stesso itinerario, facendo attenzione ai ripidi pendii se si raggiunge la “Fessa”.
Di seguito le immagini del 20 gennaio 2023.
1- 3- Il primo tratto del torrente di Rio Fessa, ricco di felci.234- La piattaforma di una vecchia carbonaia poco prima della cascata.5 – 12- La cascata di Rio Fessa678910111213- I muschi che crescono nelle pareti della cascata formano uno spesso banco di travertino.14- Un grande blocco di travertino staccatosi è rimasto in bilico davanti alla cascata.15- Risalendo il fosso a monte della cascata si può raggiungere la sorgente ricoperta di felci in particolare dalla Lingua Cervina.16- Nonostante siamo ai primi di Gennaio i Bucaneve già stanno preparandosi a fiorire.17- 18 – La “Fessa” da cui esce il torrente.1819 – la parte sinistra della “Fessa” da cui si può risalire per osservare la seconda cascata nascosta.20 – L’ingresso della “Fessa”21 – 22 – Il magico interno della “Fessa”2223- la seconda cascata nascosta dalla “Fessa”24- la discesa in corda dalla parte superiore della “Fessa” per andare a vedere la seconda cascata.
PUNTA BAMBUCERTA Itinerario classico
Su richiesta di alcuni miei amici che non hanno mai salito Punta Bambucerta, cima poco conosciuta nel gruppo Nord dei Monti Sibillini, riporto la descrizione dell’itinerario più facile per raggiungerla.
Neppure questo itinerario è riportato nella bibliografia e cartografia dei Monti Sibillini, è lungo circa 13 chilometri andata e ritorno e con circa 800 metri di dislivello ma non presenta difficoltà.
Ricordo che in questa cima ho effettuato diversi itinerari molto impegnativi quali la traversata e salita invernale della parete Nord riportate a pagina 49 del mio primo libro “I MIEI MONTI SIBILLINI” scaricabile da questo sito e la salita alla cima per la cresta Nord Est dall’Efre, del Maggio 2022, riportata sempre in questo sito.
La salita nelle immagini è stata effettuata con un numeroso gruppo di amici, che ringrazio anche per le foto che mi hanno fornito, il 6 gennaio 2023 in condizioni di temperatura autunnali.
ACCESSO: Si raggiunge con l’auto l’abitato di Bolognola, superata la piazza si prosegue in salita in direzione della Pintura fino al primo tornante dove una deviazione su strada sterrata a destra conduce ad un’area pic nic dove si parcheggia (356114,3 E – 4760420,1 N; 1120 m.).
DESCRIZIONE: Si percorre a piedi la strada sterrata di fondovalle per circa 3 chilometri fino a che non diventa sentiero e si prosegue fino alla base di una parete rocciosa ( 354355,1 E – 4758063,4 N; 1430 m.) situata all’imbocco della strettoia della valle, ai piedi della parete Nord del Monte Acuto, poco prima delle sorgenti del Fiastrone, tra alte pareti rocciose di colore rosso.
Superata la strettoia e giunti in vista delle sorgenti si attraversa il fiume e si prosegue su un sentiero alla destra che sale verso il Rifugio del Fargno (35462,4 E – 4757944 N; 1475 m.; 1 ora).
Dopo due tornanti in salita si supera un dosso roccioso e poco dopo si entra nel vallone sottostante Forcella Cucciolara dove si lascia il sentiero che prosegue verso il Rifugio del Fargno e si risale verso destra su pendio erboso dove si notano delle tracce di vecchio sentiero (353971,2 E – 4757859,8 N; 1560 m.) che risale la sponda sinistra del canale verso la Forcella.
Dopo circa 200 metri di salita si raggiunge un vecchio stazzo di pastori caratterizzato da pianoro di verdissima vegetazione nitrofila (cardi, olibri e ortiche, 353808,1 E – 4758078,7 N; 1675 m.) con due recinti di pietra, di cui uno addossato ad una piccola parete rocciosa, oltre il quale una volta il sentiero saliva in comodi tornanti ma ormai non più visibili.
Si sale quindi liberamente il lungo pendio che si fa anche più ripido ed in circa un’ora dalle sorgenti si raggiunge Forcella Cucciolara (353574,2 E – 4758549,4 N; 1912 m.) dove ci si affaccia sulla sottostante Val di Tela.
Si risale quindi la ripida cresta rupestre sulla destra fino ad una prima cima quindi si prosegue verso sinistra in direzione una seconda cima quindi si prosegue fino a raggiungere la più alta Cima di Costa Vetiche (353682,3 E – 4758670,9 N; 1950 m.), non riportata sulle carte, quindi raggiunta la cima più alta si scende la lunga cresta Nord che prosegue aerea per più di altri 800 metri fino alla Punta Bambucerta (353545,7 E – 4759475 N; 1869 m.; 40 minuti da Forcella Cucciolara), facendo attenzione al primo tratto di discesa molto ripido.
DISCESA : Stesso itinerario a cui si può abbinare anche la salita alla Grotta dell’Orso di Costa Vetiche di cui ho riportato in questo sito l’itinerario: “LE GROTTE DELL’ORSO NELLA VALLE DI BOLOGNOLA” del Febbraio 2019.
1- La strettoia della valle poco prima della deviazione di salita, il profilo della valle indica la sua formazione fluvio (profilo a V in basso) glaciale (profilo a U superiore)2- L’ampio canalone del versante Sud che conduce alla Forcella Cucciolara, sulla destra il vecchio e verde stazzo dei pastori, di fronte il Pizzo Tre Vescovi a destra e il Monte Acuto a sinistra.3- Salita libera verso la Forcella Cucciolara in alto.4- Veduta verso Sud dalla Forcella Cucciolara, si scopre anche il Pizzo Regina (tra il M.Acuto ed il P.Tre Vescovi) ed il Pizzo Berro.5- Veduta verso Nord dalla Forcella Cucciolara con la Punta Bambucerta a destra ed il Monte Cacamillo a sinistra, sullo sfondo emerge il Monte San Vicino.6- Veduta verso Nord dalla Forcella Cucciolara con la Val di Tela sottostante ed il Monte Pietralata con le pendici Nord del Monte Rotondo.7- 8- Salita della cresta rocciosa a destra di Forcella Cucciolara.89- Discesa della cresta Nord della Cima di Costa Vetiche (non riportsta sulle carte) fino alla Punta Bambucerta.10 – 12 – Fasi di discesa della lunga e aerea cresta verso Punta Bambucerta111213- Veduta verso Nord dalla Punta Bambucerta14- Veduta verso Sud dalla Punta Bambucerta15 – 24 – Fasi di ritorno dalla cima di Punta Bambucerta.1617181920
2122232425- La cresta Nord del Monte Acuto.26- Discesa dalla Forcella Cucciolara verso le sorgenti del Fiastrone27- Monte Cacamillo ed il Lago di Fiastra.28- Panoramica dalla Forcella Cucciolara.29 – 31 – Al ritorno abbiamo fatto anche visita alla Grotta dell’Orso di Costa Vetiche (descritta nel sito in un itinerario del Febbraio 2019).3031
MONTE SASSOTETTO una affilata cresta poco conosciuta ed un fenomeno atmosferico rarissimo.
La lunga cresta Est del Monte Sassotetto, di circa un chilometro di lunghezza, si innalza dalla Forcella del Monte Valvasseto per arrivare, con qualche breve interruzione, fino alla sua cima dove, poco al di sotto, è presente un altissimo traliccio metallico con ripetitori, contornando il versante Nord deturpato dagli impianti di risalita delle piste da sci.
La risalita della cresta è facile ma presenta alcuni passaggi aerei larghi neppure un metro ed un versante Nord verticale che precipita verso i campi da sci di Sassotetto che rendono emozionante questo itinerario.
L’itinerario decritto non è certamente nuovo, percorso già da alcuni decenni ed in tutte le condizioni, non mi risulta riportato nella bibliografia dei Monti Sibillini.
Il 4 gennaio 2023 ho percorso questa cresta in assenza di neve e condizioni quasi primaverili, sono ritornato il 10 gennaio dopo una lieve nevicata e forte vento ed una terza volta il 20 gennaio con ancora più neve per mostrare come la neve trasforma la cresta in un ambiente quasi di alta quota e soprattutto che ogni salita in montagna non è mai uguale all’altra e ciascuna regala emozioni e visioni diverse.
Inoltre il 20 gennaio ho assistito, per la terza volta nella mia carriera di salitore di montagne, al rarissimo fenomeno della DiamondDust, detta anche polvere di diamante.
Questo è un tipo di nube che si forma in prossimità del suolo, composta da piccoli cristalli di ghiaccio, e proprio per questa loro composizione, la polvere di diamante è anche considerata anche come una precipitazione a cielo sereno, questo particolare fenomeno è sconosciuto alla maggior parte della gente ed essendo formato da cristalli di ghiaccio submillimetrici sospesi in aria è anche molto difficile da fotografare.
Il fenomeno si forma quando della nebbia (vapore acqueo) a temperatura maggiore sale di quota verso la montagna ed incontra uno strato di aria a temperatura minore, provocando un aumento dell’umidità relativa vicino al suolo: se questo aumento dell’umidità relativa supera una certa soglia, si formeranno i cristalli di ghiaccio che danno vita al Diamond Dust.
La salita della cresta può essere effettuata direttamente dalla Pintura di Bolognola salendo ai Piani Gra sovrastanti e quindi al Monte Valvasseto per ridiscendere verso Ovest su traccia di sentiero di fianco alla Falesia della Palestra di Arrampicata quindi si attraversa la valletta de La Forcella, caratterizzata da bruttissimi tralicci dell’alta tensione, dirigendosi verso le Grotte di Monte Sassotetto già descritte in un precedente itinerario dell’Aprile 2021 a cui si rimanda.
Dalla Grotta grande si risale un canalone erboso alla sua sinistra per prendere la cresta rocciosa che in breve, con facili passaggi su roccette, conduce alla antecima superiore, da cui parte la lunga cresta verso Ovest in direzione della cima del Monte Sassotetto.
Oppure si può risalire direttamente a La Forcella parcheggiando sulla curva della strada Pintura di Bolognola-Sassotetto in corrispondenza del cartello indicante la palestra di arrampicata della Falesia di M.Valvasseto.
Quindi si risale il pendio sovrastante su comodo sentiero e si raggiunge la valletta de La Forcella da cui si raggiungono le Grotte del M. Sassotetto da dove parte la cresta in oggetto.
Raggiunta l’antecima sovrastante La Forcella si percorre la aerea cresta, evitando il più basso e banale sentiero che passa a mezza costa a sinistra nel versante Sud, fino a raggiungere una conca dove iniziano gli impianti di risalita del versante Nord.
Qui parte un secondo tratto di cresta molto più ripido che, con ripidi ma facili passaggi su roccette, conduce fino alla cima del Monte Sassotetto con il grande traliccio.
Oppure, una volta arrivati alla conca nei pressi degli impianti di risalita si può traversare verso sinistra nel versante Ovest passando alla base della alta parete rocciosa che caratterizza questo versante del Monte Sassotetto fino ad un ripido canale erboso che si risale con attenzione fino al grande traliccio sovrastante (355786 E – 4762924,5 N; 1624 m.) .
Nella parete Ovest sono presenti anche due vie su roccia di media difficoltà attrezzate con Spit per effettuare la salita in sicurezza.
Per la discesa si ripercorre lo stesso itinerario di salita.
Di seguito le immagini delle due diverse giornate di salita.
4 Gennaio 2023
1- Il cartello presente sulla strada Bolognola-Sassotetto che indica le vie di arrampicata della Falesia di Monte Sassotetto.2- A destra la Grande Grotta del versante Sudest del Monte Sassotetto da cui parte la lunga cresta verso Ovest.3- Il punto di inizio della salita della cresta del Monte Sassotetto, sopra la Grande Grotta., 4- La lunga cresta del Monte Sassotetto precipita verticalmente sui sottostanti campi da sci e con la cima più alta sullo sfondo dove è visibile il grande traliccio metallico.5 – 9 – I tratti più stretti della lunga cresta678910- La conca posta nei pressi degli impianti di risalita, la cresta rocciosa riprende ancora più ripida nei pressi della cima posta di fronte.11- Tratti di facile arrampicata della cresta rocciosa finale.12- L’intera cresta percorsa vista dall’ultimo tratto prima della cima, sullo sfondo a destra il Monte Valvasseto.13- Il tratto finale della lunga cresta.14- L’uscita del camino del versante Ovest dove è presente una via su roccia attrezzata come visibile dagli spit poco sotto i miei scarponi.15- La cima del Monte Sassotetto con il grande Traliccio.16- Veduta verso Nord sui sottostanti campi da sci di Sassotetto con il Pizzo di Mèta a destra.17- Nebbia sulla cresta appena percorsa.
10 Gennaio 2023
1- La cresta Est del Monte Sassotetto vista da La Forcella, all’apparenza poco interessante.2- Il Monte Bove Nord sferzato dal vento.3 – 4- Le rocce della cresta rivestite di alpine ice.4- Sulla destra La Forcella e il Monte Valvasseto, sullo sfondo il Monte Castel Manardo.5- Sempervivum arachnoides rivestito di galavernia.6- Veduta dalla cresta con, da sinistra, il Pizzo Regina, Pizzo Berro e Monte Acuto.7- Il primo tratto di cresta a monte de La Forcella, dove si vedono i tralicci dell’alta tensione, con le rocce rivestite di ghiaccio.8- La cresta vista dall’anticima verso la lontana cima del Monte Sassotetto.9 – 15- I tratti più stretti della lunga cresta fotografati sei giorni prima in assenza di neve, la neve cambia l’aspetto della montagna10111213141516 – 17- Neve modellata dal vento nella conca prima degli impianti di risalita.18- Il Pizzo di Mèta con Recanati, Osimo ed il Monte Conero sullo sfondo.19- La cima del Monte Sassotetto con la ripida cresta e la parete rocciosa del versante Ovest.20- I campi da sci e Sassotetto visti dalla verticale cresta sovrastante.21- Il versante Ovest del Monte Sassotetto presenta una alta parete rocciosa dove è presente anche un piccolo riparo di pietre alla sua base, a destra la lunga cresta di salita.22- La parete Ovest del Monte Sassotetto con le due vie su roccia attrezzate.23- Il canalino roccioso di risalita sulla sinistra della parete.24 – 26- Risalita del ripido canalino roccioso della parete Ovest del Monte Sassotetto.252627- La cima del Monte Sassotetto con il grande ripetitore.28- Vento forte in quota.29 – 30- La discesa dalla cresta rocciosa salita sei giorni prima senza neve.3031- La Falesia del Monte Valvasseto dove sono presenti le vie della foto n.1, vista da La Forcella, a destra il canalino erboso di discesa.32- Profilo umano nelle rocce intorno a La Forcella al tramonto con lo sfondo del Mare Adriatico.
20 GENNAIO 2023
1 – 2- Il rarissimo fenomeno della Polvere di diamante alla Pintura di Bolognola.23- Nuvola di nebbia formata da microcristalli di ghiaccio scompone la luce del sole.4- I Piani Gra, a monte della Pintura di Bolognola.5- Salita al Monte Valvasseto.6- Orme di volpe paradossalmente in rilievo, l’animale è passato sulla neve fresca comprimendola, successivamente il vento ha portato via la neve polverosa fresca lasciando le orme compresse in rilievo.7- Salti di lepri.8- 9 – In cima al Monte Valvasseto.910- La cresta del Monte Sassotetto vista dal Monte Valvasseto, nel bosco di destra si apre la grande grotta.11- Il ripido pendio scendendo dal Monte Valvasseto verso la Forcella, nei pressi della falesia di arrampoicata. 12 – 14- Immagini dallinterno della grande grotta di Monte Sassotetto.131415- 18- La lunga cresta di Monte Sassotetto.16171833- Il tratto di salita dal M. Valvasseto e La forcella verso la cresta Est del Monte Sassotetto.34- Il percorso della lunga cresta del Monte Sassotetto.35- La salita all’ultimo tratto di cresta con il percorso invernale (in celeste) e le due vie su roccia del versante Ovest.36- Pianta satellitare del percorso proposto.
GROTTE AD ACCESSO LIBERO NELLA GOLA DI FRASASSI
Nella Gola di Frasassi, oltre alle famosissime Grotte di Frasassi visitabili dal pubblico a pagamento, sono presenti numerose altre cavità naturali, senza evidenti divieti se non chiuse con cancellate metalliche, che possono essere visitate da tutti esclusivamente con un minimo di attrezzatura Speleo quale casco, scarponi antiscivolo, abbigliamento impermeabile e frontale con batterie o altra pila di riserva ma senza la necessità di utilizzare attrezzatura per discese o risalite su corda.
In particolare si può visitare la Grotta Bella il cui ingresso è situato un centinaio di metri dall’ingresso al pubblico delle Grotte di Frasassi, scendendo una scaletta metallica presente in un tombino di fianco alla strada di accesso.
La grotta è composta da quattro ambienti circa sullo stesso piano collegati da passaggi stretti, occorre fare attenzione a dei pozzi laterali poco visibili. L’ultima cavità presenta anche discrete concrezioni (stalattiti e stalagmiti) e piccole pozze e una fessura di risalita di aria (acqua) sulfurea (da cui il nome della Grotta) dove, nei pressi, si formano concrezioni millimetriche di Zolfo e Gesso. l’intera visita dura poco più di un’ora se ci si vuole fermare ad osservare concrezioni e fare foto.
Nella stessa giornata è poi possibile terminare la visita con la vera Grotta di Frasassi dove è presente il Tempietto del Valadier dove, anche qui con attrezzatura Speleo minima, si può proseguire per alcune centinaia di metri la lunga e tortuosa galleria che prosegue oltre il cancello metallico, attualmente aperto.
Si lascia l’auto nel piazzale di parcheggio e si risale il comodo sentiero lastricato verso l’ampia cavità dove è presente il tempietto del Valadier quindi si prosegue la visita risalendo il pendio retrostante fino ad un cancello. La galleria, oltre il cancello, presenta, nelle pareti, delle frecce rosse di orientamento e saliscendi ripidi e scivolosissimi in quanto sporchi di terra dove fare molta attenzione, il percorso andata e ritorno dura circa due ore.
GROTTA BELLA, di seguito le immagini della visita:
1- A destra il tombino di fianco alla strada da cui si scende alla Grotta Bella.2 – 3- La scaletta di discesa.34 – 5- Il primo cunicolo il leggera discesa.56- Poi la galleria di apre.7 – 8 – 9- Particolari concrezioni dall’aspetto terroso tappezzano le pareti nei primi ambienti di questa grotta, dette “Pelli di Leopardo” costituite in parte da Batteri solforiducenti e solfossidanti..8910 – 11- In prossimità delle sorgenti di acqua solfurea sono presenti dei solfobatteri che producono dei filamenti simili a ragnatele che intrappolano gocce d’acqua.1112- I punti di gocciolamento sono numerosi, non toccate le concrezioni con le mani.13 – 20-I successivi ambienti1415161718192021 – 22- La parte finale della Grotta.2223 – 30- Nella grotta sono presenti belle concrezioni e pozze.2425262728293031 – 32- I gocciolamenti da stalattiti con illuminazione laterale sembrano tanti punti di luce LED.3233-Anche qui dentro sono arrivati i soliti maleducati.34- Concrezioni formate da millimetrici cristallini di zolfo e gesso presenti nei pressi delle fessure da cui esala aria contenente acido solfidrico proveniente da vene di acqua sulfurea. 35 – Cristalli millimetrici di Gesso 36- Cristalli centimetrici tabulari di Gesso37- Cristalli geminati centimetrici di Gesso
LA GROTTA DI FRASASSI E IL TEMPIETTO DEL VALADIER
1- Il Tempietto del Valadier visto dalla parte posteriore della Grotta di Frasassi da cui prosegue la galleria2- La prima parte della grande Galleria ed il cancello appesa visibile, attualmente aperto.3- Il cancello metallico aperto con un reggiseno appeso, roba da non credere ai propri occhi.4- La parte successiva della lunga galleria con concrezioni e soprattutto saliscendi sporchi di terra, scivolosissimi, dove fare molta attenzione.567891011121314- Le frecce di vernice rossa aiutano a ritrovare l’uscita della tortuosa galleria.
QUARTO SAN LORENZO Salita per il canale Ovest.
Il 20 dicembre, nonostante il penoso innevamento, abbiamo risalito su ottima neve gelata con amici che non avevano mai messo ramponi, il canale Ovest di Quarto San Lorenzo per poi ridiscendere per il canale Ovest di Cima di Forca Viola, meno ripido.
Il canale Ovest di Quarto San Lorenzo è facile, essendo in ombra fino in tarda mattinata mantiene a lungo la neve dura, adatto per chi affronta per le prime volte la montagna invernale, si innalza per oltre 800 metri di dislivello su pendenze di 35 gradi per toccare i 45 gradi poco prima della cresta finale.
Si accede all’imbocco del canale partendo dal parcheggio nella curva sottostante la collina di Castelluccio (strada per Capanna Ghezzi) per poi prendere il tratturo a destra che conduce alla Valle delle Fonti.
Giunti al pianoro dove una volta sorgeva una fontana si scende nella valle delle Fonti fino all’imbocco del canale situato subito sulla destra dopo un ripido pendio rupestre.
1- L’avvicinamento al canale Ovest, a destra.2- Castelluccio e il Piano Grande visto dall’imbocco del canale di salita.3- La Valle delle Fonti ed il Monte Argentella.4- L’imbocco del canale di salita con una sottile e penosa striscia di neve per fortuna ottimamente gelata. 5- La parte iniziale del canale, meno ripida.6 – 9 -Poi la pendenza va aumentando man mano che si sale.78910 – 11- Giunti qualche centinaio di metri dalla cima il pendio si impenna raggiungendo i 45 gradi di pendenza.1112- La cresta che collega Quarto San Lorenzo alla Cima dell’Osservatorio.13- La Cima dell’Osservatorio14- Il Pizzo del Diavolo15 – 16- Il Monte Vettore1617- Accenno di cornici sulla cima di Quarto San Lorenzo.18 – 19- La cima di Quarto San Lorenzo1920- Veduta aerea del Piano Grande.21- Veduta aerea di Castelluccio22- Il canale di salita visto dalla cima di Quarto San Lorenzo.23- Il sole a mezzogiorno a dicembre è molto basso sull’orizzonte e regala ombre quasi aliene.24- Il canale Ovest di Cima di Forca Viola da cui siamo ridiscesi.25- Il versante Sud del Monte Argentella con i Canali Gemelli visto dalla Valle delle Fonti, senza innevamento.26- Foto n.1 in versione pomeridiana illuminata dal sole27- L’itinerario di salita in rosso e quello di discesa in giallo.
LA GROTTA DI SASSO DI PALAZZO BORGHESE
Itinerario proposto da Patrizio Rapacci dove, nella parte destra della parete Est di Sasso di Palazzo Borghese, ha trovato una profonda grotta non riportata nella bibliografia ufficiale dei Monti Sibillini.
ACCESSO: Dall’area pic-nic presente poco prima del paese di Foce si prende il conosciutissimo sentiero del “Canale” che conduce al Laghetto di Palazzo Borghese.
ITINERARIO: Raggiunto il Laghetto di Palazzo Borghese si prosegue verso la parete Est e si risale il canalone ghiaioso che sale a destra, verso lo spigolo Nord della parete di Sasso di Palazzo Borghese da cui è visibile l’ingresso della grotta.
Si risale il canale fino alle pareti rocciose sovrastanti che lo chiudono in alto, dove è presente la cavità.
Grazie Patrizio.
1- La parete Est di Sasso di Palazzo Borghese in assenza di innevamento a metà dicembre, il Laghetto già si è formato.2- Il canalone si chiude tra alte pareti rocciose al di sotto delle quali si apre la cavità.3- Lo stretto ingresso della grotta che poi si apre nel suo interno.4 – 5-Veduta del Laghetto di Palazzo Borghese dall’interno della grotta.56- Immagini dall’interno dell’ampia cavità.78910111213141516- La veduta dall’ingresso della grotta.6- L’itinerario di raggiungimento della grotta di Sasso di Palazzo Borghese.
MONTE AMANDOLA da Garulla
Escursione organizzata dalla sezione del Club Alpino di Fermo che ringrazio per avermi concesso di pubblicarla.
Partenza da Garulla (861 m.), preso il sentiero N4 fino a Casalicchio, risalita al Rifugio Città di Amandola quindi per il sentiero E6 (241) saliti fino al Monte Amandola (1707 m.) , ridiscesi per lo stesso sentiero, ritorno a Garulla per il Rifugio Casale di Vallecaprina (11 Km di sviluppo a/r, 850 m. di dislivello).
1- 2- Nebbia mattutina nelle valli intorno ad Amandola23- Il sentiero N44- Vecchio muretto a secco nel sentiero N45 – 6- La frazione di Casalicchio, sullo sfondo a destra il Balzo Rosso, a sinistra Il Pizzo quindi, ancora più a sinistra, coperto dalla nebbia, il Monte Zampa.67 – 8- Risalita verso il Rifugio Città di Amandola89- Il Rifugio Città di Amandola10- Il panorama a monte del Rifugio11 – 16-Fasi di risalita per il sentiero E6 (241) verso il Monte Amandola121314151617- La croce di cima del Monte Amandola18- Il Monte Acuto ed il Pizzo Tre Vescovi visti dal Monte Amandola19- Il Pizzo Regina.20- Il Monte Castel Manardo ed il Casale Grascette.21- Foto di gruppo sulla cima del Monte Amandola22 – 23-Discesa per lo stesso itinerario.2324- Campolungo, nei pressi del Rifugio Città di Amandola25- Le pendici Est del Monte Amandola con, in alto, il sentiero percorso.26- Il Rifugio Casale di Vallecaprina, ormai con il sole tramontato.Pianta del percorso