MONTE ACUTO – STORIE DI VITA

Ognuno di noi ha un luogo del cuore, il mio chiaramente è in montagna ed è il Monte Acuto, nel gruppo dei Monti Sibillini.

Il Monte Acuto, indicato con questo nome sia dai valligiani che nelle principali carte topografiche (CAI Ascoli Piceno, Kompass, Ed. Il Lupo), viene stranamente denominato “Pizzo Acuto” solo nella cartografia del Parco.

La cima è alta poco più di 2000 metri, (2035 m.) è un lungo e stretto terrazzo sospeso in aria, avendo versanti molto ripidi essi non sono visibili dalla cima.

E’ una piccola cima, quando tengo le serate sulla sicurezza in montagna o la presentazione dei miei libri mi diverto a paragonare il Monte Acuto, il piccolo Cervino dei Monti Sibillini, al Cervino ed al maestoso K2, in confronto esso è poco più di una collinetta.

1- Il confronto, non proprio in scala, fra M.Acuto, il M.Cervino ed il K2.

Eppure, nel suo piccolo, conta le sue vittime, sulla strada ci sono ben tre lapidi di escursionisti caduti mentre tentavano di attraversare la strada ricoperta dalla neve, a piedi o in bicicletta.

2- La parete Nord del Monte Acuto con i tracciati delle vie descritte nel mio libro, le croci rosse in basso sono le lapidi degli escursionisti che sono morti sul versante del monte. La stellina al centro della parete è dove ho scattato la foto n.3

L’ho salito fin da piccolo, sono stato anche il primo a riportare nella bibliografia (I MIEI MONTI SIBILLINI) la salita estiva e invernale della sua ripida parete Nord, ormai sono quasi 50 anni che ho il bisogno di salire in questa cima, ormai fa parte della mia vita, a primavera con le giornate limpide ad ascoltare il canto delle allodole e del cuculo e sentire il profumo dei fiori ed in autunno con le giornate terse a guardare il panorama a chilometri di distanza anziché ai pochi metri della vita di tutti i giorni.

3- Salita invernale della parete Nord.

Il 24 Giugno 2025 sono salito al Monte Acuto di pomeriggio, terminato alcuni impegni di lavoro mattutino, sono partito dalla Pintura di Bolognola, ho percorso la strada che conduce al rifugio del Fargno e mi sono fermato a mangiare un panino nell’ultimo lembo di bosco nei pressi di alcuni Faggi secolari sopra strada dove mi ci ero fermato altre volte.

4- L’ultimo lembo di faggeta della strada del Fargno.

Questi grandi faggi recano i segni del tempo, grandi cicatrici alla base del tronco prodotte dalle slavine invernali, mi ricordo la prima volta che mi ci sono fermato avevo 20 anni, era stato un giorno difficile ma che avevo trasformato in una giornata indimenticabile perché fu proprio quel giorno che capii che avevo la mia vita nelle mani e che potevo fare tutto quello che a quel tempo, sognavo.

In quel luogo non è cambiato praticamente nulla da quando avevo 20 anni, mi sembra un po’ di ritornare indietro nel tempo, i Faggi sono qualche centimetro più grandi ma impercettibili, il panorama sempre quello, i suoni sempre quelli, i profumi sempre quelli.

5 – 6- I tronchi che recano i segni del tempo e delle slavine dei faggi secolari.
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Mentre stavo mangiando esce da una fessura del tronco di un Faggio un Cerambice di colore nero con lunghissime antenne e delle macchie più chiare nel corpo, uno dei coleotteri più grandi della nostra fauna, che si mette a risalire il tronco verso la chioma.

Poco più in alto ne vedo un’altro che saliva anch’esso e che poi si è dileguato dietro al tronco.

Ad un certo punto, con una rapidità incredibile, arriva un Picchio Muratore (Sitta europaea), prende nel becco il Cerambice che stava più in basso e vola via, non mi ha dato il tempo nemmeno di accendere la fotocamera per immortalarlo.

Mi ha dato il tempo però di rimanere male, quel meraviglioso coleottero era stato ghermito di fronte a me mentre lo ammiravo, gli ho fatto anche l’ultima foto della sua breve vita, come se ne avesse tante !!!

La sua vita era durata poco forse qualche giorno. Dopo pochi minuti vedo scendere dal tronco due Cerambici, visibilmente maschio e femmina in fase di accoppiamento. Pochi minuti prima uno aveva terminato la sua vita e adesso questi due si stanno dando da fare per procreare la generazione del prossimo anno, anche questa è la storia della vita.

Ho proseguito poi per la strada fino alla Forcella del Fargno da cui sono salito al Monte Acuto per il sentiero del Pizzo Tre Vescovi fino alla sella quindi alla cima per la paretina Ovest.

Di seguito le immagini dell’escursione tra flora e fauna:

7- Il Cerambice sta uscendo da una fessura della corteccia e si mimetizza perfettamente con il tronco del Faggio
8 – 9 il Cerambice maschio uscito dalla corteccia inizia a risalire il tronco.
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10- I due Cerambici che salivano il tronco.
11- L’ultima foto del Cerambice che stava più in basso, poco prima di essere catturato da un Picchio Muratore .
12 – 13- Dopo circa 10 minuti il Cerambice maschio che stava più in alto scende dietro ad una femmina preparando così la generazione del prossimo anno.
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14- Il maschio presenta le antenne più lunghe della femmina, qui ben visibili in controluce.
15- orchidea Anacamptis pyramidalis sulla strada del Fargno, sullo sfondo il Monte Acuto.
16- Il Monte Rotondo e la Cima di Costa Vetiche.
17- La piccolissima Rosa pendulina.
18- Il canalone sottostante la parete Nord del Monte Acuto ancora conserva della neve, in alto la cresta Est,
19- Il versante Sud del Monte Rotondo con la Forcella Cucciolara.
20- La coloratissima farfalla Anthocharis euphenoides.
21 – 22- Bellissima fioritura di Gentiana dinarica sulle pareti della strada.
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23- orchidea Dactylorhiza maculata var.borgognoni
24- Lilium martagon in procinto di fiorire.
25 – 26- Orchidea Dactylorhiza sambucina che forma fiori sia gialli che rossi.
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27- Cynoglossum magellense, endemismo dell’Appennino centrale.
28- Il sentiero per il Pizzo Tre Vescovi ed il Monte Acuto.
29- La paretina Ovest del Monte Acuto.
30- Il Pizzo Tre Vescovi visto dalla cima del Monte Acuto.
31- La lunga e stretta cima del Monte Acuto.
32- La paretina Ovest de il Pizzo Berro.
33- Il sentiero che sale dal Rifugio del Fargno.
34- Veduta verso Nord con la Cima di Costa Vetiche.
35- La ripidissima ed ancora inviolata cresta Nord del Monte Acuto.
36- Il Pizzo Regina ed il Pizzo Berro.
37- Il sentiero che dalla forcella sale al Pizzo Tre Vescovi, i primi anni che venivo in montagna non esisteva neppure questo sentiero ed adesso è diventato un fosso.
38- Il versante Sud del MO te Rotondo
39- La Cima di Costa Vetiche con la cresta Sud in primo piano che abbiamo salito l’anno scorso (vedi itinerario).
40- La valle del Fargno con la Pintura di Bolognola.
41- L’Orchidea di alta quota Gymnadenia conopsea
42- Pedicularis foliosa cresciuta direttamente sulla ormai abbandonata strada Pintura-Forcella del Fargno.
43- Un Codirossone (Monticola saxatilis) mi tiene d’occhio dal margine superiore della strada, sotto a Monte Acuto.