FORRA DELLA VAL DI NICOLA

Sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo abbiamo esplorato questa piccola ma interessante e sconosciuta forra posta poche decine di metri sotto alla strada per le Lame Rosse, nella Valle del Fiastrone, già descritta nel mio blog nell’articolo ” LE CAVERNE I/II/III/IV DEL LAGO DEL FIASTRONE E FORRA DELLA VAL DI NICOLA.” ma non descritta in alcuna bibliografia, come anche la precedente FORRA DEL FOSSO DE VAGIOLARU esplorata di recente nei pressi di Bolognola .

Le grandi forre dei Monti Sibillini:

  • Forra del Fiastrone
  • Cascate di Rio Sacro
  • Forra dell’Acquasanta
  • Fosso la Foce e cascata dei Gracchi
  • Forra delle Roccacce e infernaccetto dell’Ambro
  • Pisciallacqua
  • Fosso Il Rio
  • Fosso Le Vene
  • Forra della Sibilla o Arcofù
  • Infernaccio del Tenna
  • Fossi di Meta I,II e III
  • Fosso della Corona
  • Rio Terro o Valle di Jana
  • Cascate della Costa dei Frati o di Monte Cacamillo
  • Cascata di Fosso Acqua del Pero o Cascata di Casali
  • Fosso dello Scoglio della volpe
  • Valle Tre Santi
  • Canyon del Fluvione
  • Fosso di Pizzo di Meta
  • Fosso di Fonte Lardina
  • Fosso di Selva Riberta
  • Fosso del Miracolo
  • Fosso dell’Argentella
  • Cascata del Fosso di San Chiodo
  • Fosso di Fonte del Sambuco
  • Fosso di Fonte della Giumenta
  • Fosso del Pisciatore

sono state già tutte esplorate da anni, attrezzate per le calate e, per la maggior parte, descritte in particolare nei due libri :

  • LE PORTE DELLA MONTAGNA di G. Antonini
  • FIGLIE DELL’ACQUA E DEL TEMPO di G. Antonini:

La forra descritta è stata discesa con Romina, Romolo e Benedetta, presenta diversi salti rocciosi di circa 10 metri intervallati da tre inquietanti marmitte generalmente sempre ricolme di scurissima acqua dovuta ai tannini prodotti dalla decomposizione delle foglie e dagli acidi umici dilavati dall’acqua nel terreno del sottobosco che si accumula dentro di esse, la più grande è larga circa due metri e profonda più di un metro e mezzo.

Per raggiungere la forra si segue l’itinerario già descritto indicato nell’articolo richiamato sopra.

Giunti all’imbocco della forra si scendono i vari salti facendo una doppia da 50 metri direttamente su albero, si supera la prima marmitta contenente poca acqua posta alla base di un salto di 6 metri.

Si prosegue nel fondo inciso e verticale e prima di raggiungere la marmitta più grande e profonda, per non immergersi nella scura acqua si può fare un frazionamento sulla sinistra orografica girando intorno ad un albero.

Superata la profonda marmitta e disceso il successivo salto più alto di circa 15 metri si prosegue sul fondo per alcuni metri quindi, con una seconda doppia facendo sempre sosta su albero, si scendono i successivi tre salti da 4-5 metri di cui il penultimo, strettissimo, che permette appena di muoversi al suo interno.

Giunti al fondo della forra la valle si allarga, si risale il ripido bosco sulla sinistra orografica fino a raggiungere la Grotta di Nicola e la strada che riporta al sentiero per le Lame Rosse, in corrispondenza dello slargo erboso proprio della Valle di Nicola.

Infine, non stanchi della discesa, ci siamo calati direttamente sul fosso dalla parete più alta, alta circa 50 metri, posta sulla destra orografica, dopo la marmitta più profonda per ridiscendere di nuovo nella seconda parte della forra.

Di seguito le immagini della discesa.

1- Romolo alle prese con la prima marmitta colma di acqua.
2 – 3 -Superata la prima marmitta si prosegue nel fosso, in basso la grande ed inquietante marmitta di acqua scura.
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4 – 5- Il frazionamento per non scendere dentro alla sporchissima marmitta.
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6 – 10- E’ poi la volta di Romina
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11 – 14 -Parte poi Benedetta, alla sua prima esperienza in forra.
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15- L’inquietante marmitta più grande e profonda, colma di scurissima acqua
16 – 17- La scalettata parete sotto alla marmitta più profonda.
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18- Romina scende la parete più alta, dopo la marmitta.
19- Un “panning” non voluto, Romina è perfettamente a fuoco mentre la parete è sfuocata..
20 – 22- E poi scendo anche io.
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23- La seconda parte della forra con l’ultimo salto strettissimo in fondo
24- La risalita del ripido bosco orografico sinistro del fosso, agevolata dalle Jumar sulla corda fissa che avevo messo io.
25- La discesa della verticale parete di 50 metri posta sul lato destro orografico dopo la profonda marmitta.
26- Si scende tra gli alberi
27- Una splendida Calosoma sycophanta a caccia di bruchi di processionaria che stavano divorando intere chiome di Lecci.
28- Sezione della forra con le indicazioni dei salti e delle doppie da montare
29- 35- Nel pomeriggio abbiamo anche fatto un salto alla splendida cascata di Rio Fessa che presenta questo meraviglioso tappeto di muschi su cui scorre l’acqua, ci aveva preso l’idea di calarci anche da questa cascata ma non l’abbiamo fatto proprio per non calpestare questo tappeto.
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