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VAL DI BOVE –MONTE BICCO – PASSO CATTIVO REPORTAGE DALL’INFERNO

Il 17 giugno 2017, ottenuto un pass per raggiungere Frontignano, abbiamo percorso l’anello classico: Parcheggio Hotel Felicita – Val di Bove – Canale est del Monte Bicco – Monte Bicco – Monte Bove Sud – Passo Cattivo  e siamo scesi per la strada sterrata fino al canalone dei campi da sci di Frontignano quindi velocemente fino all’auto.

A parte la desolazione dei paesi attraversati in auto dopo oltre 7 mesi dal sisma, Visso, Ussita, Frontignano dove regna il totale silenzio, tutto si è fermato alla sera del 26 ottobre 2016, le macerie ancora sono tutte lì, non si incontra nessuno, non c’è assoluto movimento, non c’è nessuno che lavora, eppure il da fare non manca con centinaia di case crollate o lesionate di lavoro ce n’è per anni eppure nessuno sta facendo qualcosa.

Paesi nel più totale stato di abbandono, nelle macerie stanno crescendo le piante e forse presto saranno sommerse dal verde e nascoste dalla natura così saremo dimenticati ancora di più al nostro destino.

Che qualcuno abbia il coraggio di dirci che lo Stato è totalmente impotente di fronte a questa catastrofe e almeno ci metteremo al lavoro con le nostre forze a ricostruire anziché aspettare che la disperazione forzata ci porti alla stessa conclusione.

Al ritorno solo a Pievetorina abbiamo visto gente al lavoro forse nella nuova lottizzazione fuori del paese dove credo dovranno realizzare le prime casette di legno.

A Visso invece c’era una sola ruspa al lavoro nella demolizione di una abitazione parzialmente crollata prospiciente la strada principale, almeno qui l’hanno demolita anziché spendere dei soldi per la messa in sicurezza (facendo anche degli ulteriori danni) per poi demolirla tra qualche mese o forse qualche anno come hanno fatto in altri paesi !!!!

Tralasciando le mie considerazioni riporto di seguito le immagini in ordine cronologico dell’inferno che abbiamo visto, nonostante la pessima qualità delle foto a causa della giornata nebbiosa ed afosa, pensavamo di aver visto già molta distruzione  nelle precedenti uscite ma il peggio non l’avevamo ancora visto.

GIANLUCA CARRADORINI – FAUSTO SERRANI – STEFANO CIOCCHETTI – DAVIDE ANSOVINI 17 GIUGNO 2017

1-Primi massi ed alberi abbattuti nel fondo della Val di Bove, sulla verticale de “Le Quinte”.
2-La base de “Le Quinte” con la grande conoide detritica prodotta dalle numerose frane, ma la grande frana ancora non era visibile.
3-Val di Bove, versante sud de “le Quinte” con la grande frana del camino centrale. 
4- Parete nord del Monte Bicco con la grande frana dello spigolo est.
5- Le proporzioni della frana in confronto con Stefano, in basso a destra.I massi grigi sono vecchi    crolli.
6- Il grande masso dove sta Stefano si è fermato sul sentiero Val di Bove – Forcella Passaiola.
7- Anthocharis belia euphenoides, esemplare maschio di una rara farfalla di montagna in Val di Bove.
8- Camoscio curioso sulla cresta est del Monte Bicco.
9- Camosci sulla cresta est del Monte Bicco.
10-Parete nord del Monte Bicco, un camoscio al pascolo 10 metri sotto di noi tra decine di fiori alpini.
11- la scarpata cosismica alta circa 50-60 centimetri all’inizio del sentiero che dai campi da sci di  Frontignano (termine sciovia Jacci di Bicco) sale verso il Monte Bove Sud.
12- La scarpata cosismica continua per altri 500 metri nel versante sud di Monte Bove Sud in direzione di Passo Cattivo.
13- Il Passo Cattivo con tre enormi frane cadute dal versante ovest verso la valle di Macchie di Vallinfante.
14- Una grande frattura profonda diversi metri taglia tutta la strada al Passo Cattivo, preludio della distruzione che segue.
15- La prima di decine di fenditure aperte nei prati di Passo Cattivo, si nota il taglio ed il distacco nelle due parti di roccia al lati della spaccatura. 
16- In questa spaccatura profonda oltre due metri sembra che le onde sismiche hanno schizzato i sassi ai lati del cratere.  
17- Uno dei torrioni che caratterizzano il versante ovest del Passo Cattivo parzialmente franato, sullo sfondo il paese di Castelsantangelo sul Nera.
18- Un’altra fenditura in prossimità della cresta di Passo Cattivo, ci entrano i bastoncini per tutta la loro lunghezza !!!
19- Salendo per il sentiero verso Cima di Vallinfante le fenditure sono ovunque, saliamo con attenzione con il timore di sprofondare anche noi.
20- Quel che rimane di uno dei torrioni di Passo Cattivo spaccati e franati, la prossima volta che ripasseremo forse anche questa foto sarà cambiata.
21- Sul bordo della seconda frana, di fronte i torrioni spaccati della foto n. 20.
22-La cima sovrastante Passo Cattivo, che precede la Cima di Quota 2065 m., con il versante ovest completamente franato.
23- Il pendio sottostante la cima della foto n.22. Al centro il Colle la Croce ed il camping M. Prata, a destra l’abitato di Vallinfante.
24- Veduta verticale sotto alle pareti di Passo Cattivo con le grandi conoidi detritiche prodotte dalle tre frane fermate dal bosco sottostante, sullo sfondo l’abitato di Macchie di Vallinfante.
25- La Cima senza nome che precede quella di quota 2065 m. franata e percorsa da una profonda fenditura.
26- La incredibile e profonda fenditura che percorre tutta la cima sovrastante Passo Cattivo, qui la montagna si è separata e divisa in due, la cotica erbosa caduta al suo interno ha ripreso vita.
27- Nella fenditura la roccia mostra la parte superiore esposta agli agenti atmosferici più grigia e quella che una volta stava sottoterra più bianca, qui si vede nettamente lo stravolgimento compiuto dal terremoto.
28- La parte finale con sorpresa della fenditura delle foto n.26-27.
29- La sorpresa finale , la fenditura termina in prossimità della cresta con un profondissimo e strettissimo taglio, Stefano scende per oltre un metro sottoterra, sullo sfondo la Cima di Quota 2065 m. che precede la Cima di Vallinfante.
30- Il solco si fa sempre più stretto scomparendo apparentemente oltre la cresta, qui il bastoncino non toccava il fondo, più avanti si.
31- Nigritella widderi a quota 1700 metri nel canalone dei campi da sci del Monte Cornaccione, non l’avevo mai vista così in basso.
32- Con questa immagine di un coleottero alpino, il  Trichius fasciatus su Anthemis usciamo dall’inferno con la speranza di non dover vedere più altre distruzioni.

Autorizzazione giornaliera per l’escursione.